Quanto potrete leggere, che ho chiamato Articoletto 1, mi è stato pubblicato su una Rivista del Canton Ticino Svizzera. Lo metto qui di seguito dato che, fra qualche giorno, seguirà l’Articoletto 2. Perché l’Articoletto 2 sia comprensibile, bisogna aver letto l’Articoletto 1. Il contenuto non è l’ideale per la rivista. Lo scopo è sempre quello del Blog.
Mi è sembrato, almeno in questo caso, interessante mettere a fuoco dei momenti vitali abbinando uno stimolo un po’ ironico, ma chiaro, capace di indirizzare delle “critiche” costruttive da vita vissuta.
Eccovi l’Articoletto 1
Ora il mio meraviglioso nipotino ha quasi 4 anni. Parla correntemente e fa anche dei bellissimi ragionamenti. Quando lo incontro mi riempie l’animo di gioa…… e mi fa ricordare!
Questi 4 anni sembrano passati in un attimo.
Sembra ieri quando lo scarrozzavo col passeggino. Non parlava; aveva però degli occhi che dicevano molte cose. Quando lo portavo a spasso, ogni tanto si voltava indietro a guardarmi e mi sorrideva. O voleva sincerarsi della mia presenza o voleva ringraziarmi per l’affetto che provavo per lui.
Sempre col passeggino lo portavo anche sull’autobus, alla posta e, se necessario a far delle compere.
In quanto racconto non c’è assolutamente nulla di eccezionale. Quanti nonni hanno un nipotino!
Ma perchè mi trovo a scrivere questi avvenimenti? Perchè ho particolare nostalgia di quei momenti.
Da poco ero diventato Nonno. Lo scrivo colla maiuscola perchè l’ho trovata una situazione meravigliosa. Non avrei mai immaginato che diventare Nonno sarebbe stato così coinvolgente. Inoltre era per me, dal punto di vista personale, un momento particolarmente difficile. Ero in cura presso il centro tumori. Mi sottoponevano a chemioterapia; mi avevano detto che avrei potuto avere disturbi (arrossamenti, sensibilità al freddo, ecc.) a mani e piedi. Era inverno e faceva freddo. Soffrivo il freddo alle mani. Andare col passeggino era per me estremamente difficile, proprio perchè il freddo mi paralizzava le mani che mi dolevano molto.
I passeggini moderni hanno delle ruote particolari che girano molto facilmente se non li si dirige con due mani. Spingerli con una mano non è facile. Se poi la mano è dolorante per il freddo è ancora peggio. A questo punto, non è difficile capire quanto fosse difficile per me questa situazione. Era una vera gioiosa sofferenza! Anche coi guanti il freddo faceva soffrire le mie mani! Ma io ero felice! Ero felice di scarrozzare questo meraviglioso nipotino! Quando avevo qualche compera da fare, entravo nel negozio e potevo, trattenendomi più del necessario, dare ristoro alle mie mani.
Ho nostalgia di quelle gioie anche se legate a delle sofferenze. Non si deve dimenticare che la chemioterapia, oltre ad essere, alle volte, una terapia devastante, non solo non dà alcuna garanzia, ma ci permette di pensare al domani con tanti punti interrogativi. Anche se gli oncologi sono convinti di salvare tante vite, molto sovente prolungano, con sofferenze maggiori, una vita già di per se grama. E’ di tutti i giorni il calvario, suffragato dalla speranza di una vita migliore, che porta giornalmente, o quasi, paziente e parente a calpestare i corridoi dell’oncologia nell’attesa quasi impossibile di sentirsi dire che il tumore è stato debellato.
Non è qui mia intenzione disquisire sulla vera bontà della chemioterapia o ancor più sulle terapie oncologiche in genere. Sono stati già scritti fiumi di parole. Sarà possible riprendere l’argomento.
Mi è piaciuto scrivere sulla nostalgia di un ricordo. Il ricordo di un nipotino che cresce e farà la sua vita, seguirà la sua strada, si ricorderà del nonno. La nostalgia, legata a sofferenze, le fa, in parte dimenticare, le lenisce e aiuta a metterle nel passato. Per dimenticarle? Assolutamente no. Per metterle in quel passato che non esiste più e ci permette di guardare avanti vivendo meglio l’OGGI.
Saro’ grato al lettore che vorra’ scrivermi riprendendo qualcuno degli argomenti trattati.
quarchedundepegi