Posted in Uncategorized on gennaio 17, 2010|
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ARTICOLETTO 3
Quei nipotini che hanno stimolato in me poesia, serenità e gioia di vivere, ogni tanto mi permettono di ricordare…………………….
Una bella domenica d’inverno, dato che il pediatra era assente, accompagnai mia figlia col nipotino più giovane al cosiddetto Pronto Soccorso. Il bimbo stava male ed era febbricitante.
Questa situazione finita bene e senza tragedie mi ha fatto ricordare cosa accadeva in casa mia quando noi bimbi avevamo la febbre.
Per prima cosa era impensabile portare fuori di casa un bimbo febbricitante. Era normalissimo considerare la visita a domicilio del medico curante.

È proprio in questa casa che il medico "affumicava" e curava con amore.
Naturalmente il medico non veniva subito; alle volte si doveva aspettare qualche ora. Quando arrivava ,ricordo perfettamente come si sedeva sul letto, chiaccherava coi miei genitori e, per prima cosa si accendeva tranquillamente una sigaretta. Poi, con calma, dopo essersi ben riscaldato le mani, mi visitava con grande meticolosità. Non era una visita frettolosa; sentivo la vicinanza di un individuo quasi amico di famiglia. Mentre mi visitava e, naturalmente mi toccava, sentivo il calore delle sue mani e l’energia affettuosa che emanava. Quando quel medico andava via, dopo essersi lavato accuratamente le mani (per lui c’era sempre pronto un asciugamani pulito), si aveva l’impressione (o era una realtà (?) di stare già meglio. Lasciava una prescrizione e veniva avviata la guarigione. Dato che gli antibiotici non esistevano ancora bisognava avere pazienza e far passare tranquillamente i giorni lasciando spazio alla benevolenza della natura.
Questo ricordo crea in me una intensa grottesca ilarità e un profondo dispiacere.
Parliamo prima della grottesca ilarità. Se vi riesce cercate, come se fosse una diapositiva, di trasportare ai giorni nostri la scena del medico con la sigaretta in mano seduto sul vostro letto di ammalato mentre inonda la stanza di fumo e vi “costringe” al fumo passivo. Siete riusciti a immaginare la scena? Bene. Ora trascinate nella diapositiva una di quelle persone che ha “creato e coltivato” il business del NON FUMO riuscendo, con la scusa del cancro, a obbligare molti governi del globo terracqueo a vietare il fumo come se fosse la peggiore calamità del pianeta. Non credo che resisterebbe qualche minuto senza svenire. In ogni caso la parola inorridire sarebbe troppo poco. Più di una persona inorridirebbe, anche se non impegnata in prima persona nella campagna del NON FUMO. Potremo approfondire l’argomento della lotta al fumatore.
Veniamo ora al profondo dispiacere. Dispiacere nel constatare che, oggi come oggi, sono estremamente rari i medici che vengono a domicilio con quell’amore e quella comprensione che ho cercato di descrivere. Quei medici che, con la sigaretta in bocca chiaccheravano coi familiari, conoscevano la famiglia, le abitudini familiari e le condizioni abitative. Potevano curare con cognizione di causa. Il tempo era relativo. Alcune volte si concedevano pure un caffè o un bicchierino. Assieme alle conoscenze scientifiche c’era quella comprensione che permetteva l’esistenza della vera professionalità. Il “dispiacere” è grande perchè oggi si visita a “minuti” (almeno in Svizzera). 5 minuti alla volta! Avete mai visto una fattura di un qualche medico? Siete curati a minuti……… Dov’è andata a finire la professionalità?
Rabbrividisco e veramente inorridisco all’idea di doversi vestire per essere trasportati nella sala d’aspetto di un medico. Che freddo! Dov’è andato a finire l’Adagio per cui si consigliava il riposo e il caldo del letto?
Ancor più grottesco è il pensiero dei colpi di tosse che s’incrociano, gli incontri dei vari virus che fanno la conoscenza di microbi fino a quel momento sconosciuti con patto di alleanza e promessa di aiuto reciproco in caso di belligeranza.
Mentre scrivo, il “famigerato H1N1” non è ancora arrivato. Però vi consigliano di non entrare in ospedale nel caso di “tosse facile” e, se su un mezzo pubblico, starnutire nascondendo la faccia nella piega del gomito. Si arriva ad evitare la stretta di mano e il reciproco saluto assomiglia quasi al saluto mussoliniano.
Addirittura, udite udite, per combattere la pandemia verrà istituito una specie di call center per curare telefonicamente.
Ma dov’è finito quello straordinario Amore che curava e guariva?
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