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Archive for giugno 2010

Quella sera ero a fare il Baby sitter da mia figlia. C’era anche mia moglie e, in allegria abbiamo cenato coi due nipotini. Sempre gli stessi nipotini… che continuano a crescere e ora cominciano a interessarsi a cosa fanno o facevano i nonni.
Il più piccolo, non ricordo più bene in quale contesto, mi chiede a bruciapelo:

“Sei davvero un Dottore?”.

Mi ha lasciato di stucco. Nel farmi la domanda ha sicuramente ricordato qualche “dolorino” causato dal pediatra o da qualche vaccinazione, ma, dimostrando curiosità, c’era in lui quasi riconoscenza; per lo meno aveva cominciato a vedermi con una luce particolare.

Anche l’altro nipotino ha preso atto delle mie capacità, e, essendo più grande ha voluto sapere cosa facevo, o, per lo meno, come facevo il medico.

Difficile spiegare il lavoro dell’anestesista. Difficile spiegare, in poche parole il compito dell’anestesista.

Caricatura offerta dall'autore - Anestesia del futuro?

Anche perché non è necessario andare a raccontare che il chirurgo taglia, fa uscire il sangue, e l’anestesista evita il dolore. In questo modo si finirebbe col parlar male del chirurgo.
Certo, è tutto a fin di bene, ma per un bimbo non è più interessante.
Ecco che allora, mi sovviene la “fatica” di accompagnare in ambulanza malati gravissimi in centri maggiormente attrezzati o con reparti specialistici.

Ed è qui che l’attenzione si acuisce: L’Ambulanza!


Ho lavorato tanti anni in un piccolo ospedale di provincia dove, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, arrivava veramente di tutto.
E se l’ospedale è piccolo il personale “scarseggia” e ci si trova spesso e volentieri “sulla breccia”.
Purtroppo anche la CRI scarseggiava in fatto di personale per cui erano benvenuti i “Volontari”.
Questi ultimi erano presenti specialmente di notte. Erano tutti autorizzati a guidare un’ambulanza, ma, qualche volta, la loro guida lasciava un poco a desiderare. Se dovevo trasportare un malato grave, anche se l’autista non era dei migliori, non potevo occuparmi della qualità della guida. Dovevo controllare il mio paziente, sempre molto grave e spesso senza conoscenza.
Alle volte ci si doveva spingere fino a Genova; trattandosi di una distanza superiore ai 100 chilometri, anche se avevo sempre con me del qualificato personale infermieristico, si può star certi che il viaggio non era dei più sereni e rilassati. C’era sempre una forte tensione che, alle volte, si intensificava a causa del traffico.
Una volta arrivati a destinazione, dopo aver “consegnato” il paziente, si cominciava a respirare.


Iniziava il ritorno; si ritornava alla base. Avremmo dovuto essere tutti tranquilli e senza problemi particolari.
Fu in occasione di un ritorno notturno che mi trovai a guidare l’ambulanza. Gli autisti erano due. Due volontari. Quello che guidò all’andata ci fece più volte sentire il nostro cuore “emigrare” fino in gola. Dovevamo occuparci di chi stava veramente peggio.
Iniziato il ritorno, durante l’attraversamento di Genova addormentata, ci rendemmo conto, il sottoscritto e la mia infermiera, che, dopo il rifornimento di carburante, a guidare il mezzo sarebbe stato l’altro autista. Non avevamo nulla contro di lui, ma ci ispirò timor panico, non foss’altro che per il fatto che aveva occhiali con lenti molto molto spesse.

Non era questa l'ambulanza che mi trovai a guidare quella notte!

Fu a questo punto che l’infermiera mi letteralmente scongiurò di guidare l’ambulanza. La strada non era poca. I chilometri abbondantemente più di cento e, in piena notte. Saremmo arrivati a destinazione “mentre albeggiava”.
Chiesi di poter guidare quasi volessi divertirmi o accostarmi a un’esperienza nuova.

Mi fu concesso e, coll’alba alle porte, arrivammo felicemente a destinazione.Dopodichè potemmo goderci un paio d’ore di riposo.

Non è una favola ma merita ugualmente una morale con domanda.
1° – Non avevo i requisiti per guidare un mezzo CRI.
2° – Ancora oggi si sfruttano o si utilizzano i “Volontari” per portare a spasso, con sirena, malati gravi o gravissimi e personale medico qualificato?

Avevo promesso che è bene ridere e che cercherò sempre di più di far ridere i miei lettori.

Ma non vi viene da ridere pensando a una seria Ambulanza scarrozzata nella riviera ligure da un Rianimatore “incosciente” sostenuto da un infermiera panicata?

E allora ridete!… ma informatevi un po’!


Se l’ambulanza con la quale, in caso di necessità, potreste dover essere trasportati nottetempo, sarà guidata da un volontario probabilmente mal pagato (se fosse pagato in modo giusto non sarebbe “volontario”), penso sarebbe utile protestare.

Fatevi prima una bella risata!

Quarchedundepegi

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RIENTRO

Eccomi ritornato. Sono nuovamente fra Bloghisti e non.
Ho passato due settimane senza toccare un computer. Ne ho visto un paio di sfuggita.
Pensavo mi sarebbe mancata la « vostra compagnia ». Così non è stato. Non sono ancora malato di Blogomania e, per il momento non rischio la Blogofobia !

Ora che sono rientrato cercherò, nel limite del possibile , di farvi ridere o, perlomeno, sorridere.

Questa foto, che potrebbe essere un “Appunto di viaggio” è stata scattata a Bruxelles. La residenza è quella reale; c’è anche la guardia. Le “palle” sono tutte diverse.

LE PALLE DEL RE?

Malgrado tutto rimarrò ancorato al mio intendimento: combattere le sofferenze gratuite.

Uno dei modi migliori per combattere la sofferenza è sorridere con serenità.

Se le PALLE DEL RE vi fanno sorridere mi sentirò gratificato.

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ARRIVEDERCI

Sono in partenza e… in buona compagnia vado verso il Nord.

Rimarrò lontano due settimane.
Ho appena accompagnato i miei nipotini a vedere, ancora una volta, “i trenini piccoli ”. Erano felicissimi.

Per due settimane avrò un po’ di nostalgia. Mi mancherà un poco la compagnia del Blog e dei miei, anche se sono pochi, lettori (e lettrici naturalmente.

Avevo promesso di farvi ridere.

I miei nipotini - Cosa fa quella motrice?

In questa foto potete vedere i miei nipotini e un locomotore che……………. Beh fate voi.

Quarchedundepegi

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Quando ero molto, ma molto più giovane, quando già esisteva la Democrazia Cristiana veniva raccontata una storiella molto “simpatica” e molto, per i tempi, significativa.
Si narrava dell’inaugurazione di una casa con un certo numero di appartamenti. A tagliare il nastro, probabilmente tricolore, era un Ministro della Repubblica.

nastro tricolore

Il corteo, col Ministro in testa, sale dal pianterreno fino all’ultimo piano. Purtroppo non riesco a ricordare quanti piani erano.. Ricordo però con certezza che, alla fine della visita, il Ministro è molto meravigliato e rivolgendosi a chi lo guida chiede come mai in nessun appartamento c’è il gabinetto.
La risposta è semplice. Coloro che occuperanno gli appartamenti appena inaugurati non ne avranno bisogno.
“Ma com’è possibile?” chiede il Ministro.
Gli rispondono:” Su un piano metteremo i pensionati. Con la pensione che ricevono non hanno soldi sufficienti per comperarsi da mangiare. Quindi non hanno bisogno del gabinetto”
“Su un altro piano metteremo i comunisti. Quelli sono dei mangia merda, e quindi non hanno bisogno di gabinetti”
“Su un altro piano ancora metteremo gli angeli; anche loro non abbisognano di gabinetti”.
Da quanto ricordo la costruzione avrebbe avuto 5 piani. Non ricordo a chi erano destinati gli altri due piani.
Oggi però ipotizzo che almeno uno di quei due piani avrebbe potuto essere destinato a Dirigenti di Ferrovie; non ho detto delle Ferrovie altrimenti lo si interpreterebbe Ferrovie dello Stato. No “di Ferrovie” anche quelle svizzere.

Non sto parlando di situazioni antiche. Recentissimamente salgo sul treno (TILO) a Bellinzona per recarmi a Lugano.

Quanto è bello questo treno. Modernissimo! Ha un solo gabinetto!

Questo treno ha una sola Toilette (Modernissima e aspirante)… però non funziona! C’è la lucetta rossa (che consiglia di farla in un angolo?).

Ho visto una ragazza veramente sconsolata che ne aveva veramente bisogno…

Ma quelli che progettano i treni lo sanno che, qualche volta le toilette vanno in tilt? O anche i progettisti hanno bisogno di un appartamento in quella casa?

E per Ferrovie intendo quei mezzi pubblici atti a trasportarci. Non quelle come per esempio la Transcantabrica che serve per vivere una vacanza di lusso.

Ferrovia Transcantabrica

La storiella che vi ho raccontato era rimasta nei meandri del mio cerebro dall’età di circa 10 anni. Nel raccontarvela non ho voluto assolutamente fare della politica. Ho voluto limitarmi a fare una descrizione di ciò che ricordavo. Se qualche nostalgico comunista, ne ho conosciuto di integerrimi, avesse voglia di prendersela, farebbe male. Quello era solo il punto di vista di certe categorie negli anni 40 avanzati

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Avevo scritto che le sofferenze gratuite potrebbero non esserci; ci sono perchè qualcuno le ha permesse; perchè qualcuno ha permesso che arrivassero  a verificarsi.

Avevo promesso di ridere o sorridere sempre di più.


Vorrei ora affrontare le sofferenze del viaggiatore collegate all’ingordigia che finge di essere efficienza.

Se vi va di far sorridere la vostra maltrattata MADRETERRA, fate come il sottoscritto che, tutte le volte che può usa i mezzi pubblici e, sempre se può, non usa l’aereo.

Trasporti a LUGANO

In questo scritto mi occupo di “piccoli” disservizi “sorridenti” che possono far soffrire il viaggiatore.
Se andate nella stazione ferroviaria di Lugano in Svizzera, e non solo in quella di Lugano, vi può capitare di attendere un treno per andare, ad esempio, a Milano e sentire l’altoparlante che vi comunica che il treno è in partenza. Vi prega di salire.

LUGANO

Ma se il treno non è ancora arrivato!

Non è terribile; se il treno non è ancora arrivato, arriverà.

Dicono:
SE NON SI RASSERENA, SI RASSERENERÀ

Per l’ansioso un annuncio sbagliato provoca sofferenza; teme di aver sbagliato orario, marciapiede, teme di non arrivare a un appuntamento, teme di aver sbagliato tutto, ecc.

Perchè tutto questo? Perchè la Direzione delle Ferrovie, per risparmiare (e quindi per guadagnare di più) ha deciso di fare gli annunci dalla stazione di Bellinzona (che è distante svariati chilometri).

Quanto vi ho raccontato non accade solo a Lugano. È l’andazzo moderno del risparmiatore ferroviario “a tutti i costi”.

E PENSARE CHE LE FERROVIE DOVREBBERO ESSERE UN SERVIZIO PUBBLICO!

Sui treni hanno inventato i gabinetti moderni.
Prima un gabinetto poteva essere sporco e dal gabinetto si vedevano i binari; con artifizi particolari si poteva arrivare ad utilizzarli e ad “alleggerirsi”.

Oggi hanno fatto i gabinetti tipo “Bidone aspiratutto”. La cacca e la carta non finiscono sui binari e si possono utilizzare le toilette anche durante la soste del treno in stazione.

Ma cosa succede se, per incuria o per voler risparmiare (ingordigia?), tutti i gabinetti di un treno sono intasati? e quindi non utilizzabili?
Succede che il treno si ferma alla stazione di Chiasso per permettere ai viaggiatori di scendere e, in coda naturalmente, utilizzare i gabinetti della stazione. Potrà sembrare una barzelletta, ma è accaduto veramente! Non me lo sono inventato dopo aver scritto che bisogna ridere di più.

È da un treno come questo che uscì la processione di viaggiatori con la vescica strapiena.

Riuscite ad immaginare la sofferenza dell’anziano prostatico o della signora affetta da cistiti recidivanti?
Che sofferenze!
Forse nel prezzo del biglietto non era inclusa l’utilizzazione della toilette.

Ma non vi viene da ridere pensando a quei presuntuosi dirigenti delle Ferrovie?

Siete sicuramente d’accordo con me che se un bimbo deve far pipì aspetta l’ultimo momento. Se gli chiedete se deve far pipì, vi risponde:”Ma non mi scappa!”.

Immaginate quella madre col bimbetto che sul treno (dove si paga un supplemento) fra Milano e Genova deve attraversare almeno tre vagoni per trovarne uno col gabinetto accessibile?

In questo vagone appena “restaurato” forse i gabinetti funzionano

E se poi (se scappa scappa) uno è obbligato a farla in un angolo?
Se accade a un bimbetto si dice che è un poveretto innocente, ma se accade a un adulto? Direste che è un maleducato. E quei dirigenti o quei ferrovieri che si limitano ad appiccicare pezzi di carta che comunicano l’inutilizzabilità di quel gabinetto?
Sono dei poveretti innocenti anche loro?

UN RICORDO NON FA MAI MALE!

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