A stimolarmi questo articoletto è questo blog:
http://volevofarelaprincipessa.wordpress.com/2010/12/16/lettera-di-una-manifestante/
Che commentai in questo modo:
Mi ha colpito la tua frase:
“Se ci bloccano il futuro noi blocchiamo la città”
Sembrerebbe perfettamente giusto, quasi legittimo; ma con che diritto? Nel bloccare la città hai pensato a quante innumerevoli “sofferenze” hai creato intorno a te. Pensa semplicemente a quell’auto che non ha potuto raggiungere la farmacia col medicamento salvavita? Pensa all’ambulanza col malato malato che, per raggiungere l’ospedale ha dovuto girare quasi a vuoto prolungando già forti sofferenze. Pensa a quel lavoratore che non ha potuto raggiungere il posto di lavoro e creato disagi a ripetizione. Il blocco della città, che sia Roma o Gallarate, Como o Enna è un sopruso violento che non potrà mai considerarsi “legittima difesa”. È peggio di uno sciopero dei mezzi pubblici e mi fa soffrire molto. Ci si potrebbe mettere d’accordo. Non voglio continuare perchè non ne vale la pena e non serve a nulla.
A chiunque è possibile accedere al blog e leggere le risposte.
Perchè questo articoletto? Perchè le “rivendicazioni” mi hanno, un paio di volte, leso in modo consistente, e perchè potrebbe essere interessante prendere in considerazione le tante sofferenze “gratuite” che scaturiscono da Rivendicazioni apparentemente assolutamente legittime.
Nei paesi cosiddetti liberi esiste la possibilità di reagire con scioperi (astensioni dal lavoro) se non ci si trova d’accordo col datore di lavoro.
Se non ci si trova d’accordo col datore di lavoro dovrebbe essere possibile, anche tramite i sindacati, addivenire ad accordi intelligenti. Se una delle parti si irrigidisce l’accordo diventa impossibile e si arriva a soluzioni, o involuzioni, drastiche.
Questo uno dei quadri che può portare a uno sciopero. Ci sono poi gli scioperi causati dal fatto che ci si dimentica che si dovrebbe rinnovare il contratto collettivo di lavoro. E questo accade, il più delle volte, per colpa del datore di lavoro o addirittura dei Governanti. Si sente di scioperi perchè il Contratto di Lavoro è scaduto da tot mesi.!.!.! Ma come si fa a lasciar scadere un contratto? Se addirittura anche LA COSTITUZIONE è fondata sul lavoro, perchè si permette una lacuna di questo genere? Ma non è colpa grave lasciare “in bilico” un certo tipo di lavoratori? Se dovrebbe essere punito chi ruba, perchè non vengono perseguiti gli artefici di certe “dimenticanze”.
E certe “dimenticanze” portano anche a scioperi di grande consistenza.
Ci sono poi gli scioperi politici. Li chiamano “SCIOPERO GENERALE” con manifestazioni nelle grandi città con “arruolamento” di gente che non c’entra niente trasportata con treni speciali (Quest’ultima non è una battuta ma una realtà vera – È bello fare un po’ di turismo in compagnia e per giunta gratuitamente).
Questi scioperi hanno delle strane motivazioni. Sovente solo di principio. Si direbbe che i sindacati vogliano sostituirsi ai Governanti o suggerire loro come devono comportarsi.
Ci sono poi le Manifestazioni, come quelle studentesche. Alcune pacifiche che disturbano un po’ il traffico, altre anche violente che si fanno sentire anche con “ferro e fuoco”.
Negli anni 60, prossimo all’agognata laurea, dopo anni di sofferenze per arrivare alla Maturità e anni di studio fra le varie cliniche universitarie e pile non indifferenti di libri, decisi che dopo la laurea qualche soldino, finalmente guadagnato mi avrebbe permesso di sorridere e vivere indipendente. Sapendo, per esperienza d’altri, che la remunerazione (o giusta mercede) nell’esercizio della professione nella quale bisogna imparare tutto dal punto di vista pratico, in Italia era praticamente impossibile, ebbi la possibilità di rivolgermi alla Confederazione Elvetica.
Avevo il vantaggio di avere, grazie a mia madre, dei parenti in Svizzera e di conoscere un poco la lingua tedesca. Per questa ragione, sei mesi prima della prevista laurea, con una 500 rossa gentilmente in prestito, partii alla volta della Svizzera tedesca alla ricerca di un posto di lavoro. Setacciai un certo numero di ospedali finché, grazie anche a una lontana cugina, trovai un buon posto in un ospedale universitario per una data ben precisa purché fossi laureato. La mia gioia fu veramente grande, per cui il mio impegno verso il gran finale del percorso universitario si ritrovò carico di aspettative. Sapendo che il neolaureato svizzero aveva maggiori conoscenze pratiche, c’era in me una certa titubanza e preoccupazione.
Sapevo che ce l’avrei fatta! Il primo di aprile (non ittico) dell’anno dopo avrei dovuto cominciare a veramente lavorare e imparare con un salario. Avevo fatto i conti senza l’oste… ovvero senza la possibilità di sciopero degli assistenti universitari. Per farla breve, uno sciopero, per me assurdo ma per loro sicuramente validissimo, mi costrinse a veder procrastinata la mia laurea. Fui costretto a scrivere a Zurigo, comunicare l’assurdità della mia non ancora laurea, per cui (e avrebbe potuto andare peggio) iniziai a lavorare con quindici giorni di ritardo.
A cosa servì quello sciopero proprio non lo so. L’esperienza mi dice che finchè ci saranno i Baroni che fanno il “bello e il cattivo tempo” nessuno sciopero potrà portare dei vantaggi (sto parlando dell’Università). Solo sofferenze.
Un’altra volta, quasi recentemente, quando avevo quasi definitivamente abbandonato l’Italia (non la Famiglia) a causa di disaccordi con alcuni apparati burocratici della nostra stupenda Nazione, essendo pendolare settimanale, stavo tornando col treno a casa dalla mia Famiglia (moglie e figli). Il treno, tipo questo
con la differenza che era un’Intercity che andava da Basilea a Nizza passando dal Gottardo, Chiasso, Milano e Genova. Quel giorno avevo, come ogni settimana, finito il mio lavoro e, coi miei panini, ero salito gioiosamente sul treno coll’aspettativa, un po’ di ore dopo, di poter respirare l’aria del mio mare. Purtroppo mi annunciano lo sciopero dei treni in Italia. Il treno sarebbe partito ugualmente da Chiasso ed era previsto che raggiungesse la destinazione in Francia. Rimango confortato sul treno che viaggia regolarmente verso Milano.
Le targhe tipo quella che vedete erano, normalmente, esposte all’esterno del vagone. Quel giorno l’itinerario era da Basilea a Nizza. Se qualcuno avesse girato la targa avrebbe letto come stazione di partenza Nizza e stazione d’arrivo Basilea. Chi non è più un ragazzino conosce sicuramente queste cose.
Quando il treno arriva a Milano con a bordo anche viaggiatori stranieri, non obbligati a conoscere l’italiano, mentre si attende fiduciosi la partenza del treno per Genova, l’altoparlante del treno annuncia che, causa sciopero il treno non avrebbe proseguito la sua corsa per Nizza come scritto sui cartelli appesi alla fiancata dei vagoni, ma sarebbe tornato indietro. I soliti addetti cambiano il locomotore, girano il cartello esterno, ci si ritrova a spiegare agli sprovveduti che non capivano l’italiano che il treno sarebbe tornato in Svizzera e, malgrado giuste proteste (i viaggiatori, fra l’altro, avevano pagato il biglietto) e qualche lacrima dopo meno di un’ora il treno riattraversa la frontiera e rientra in territorio elvetico.
Rimasi naturalmente in quel vagone. Non era mia intenzione andare a spasso per Milano alla ricerca di un letto senza sapere quando avrei potuto ripartire. Era per me più logico andare a riutilizzare il mio letto “svizzero” dopo aver avvertito telefonicamente moglie e figli. La componente più bella di tutta questa storia è che gli svizzeri non sapevano che quel treno era quello che era passato di lì un paio d’ore prima diretto a Nizza. Erano convinti trattarsi del treno che, come ogni giorno, arrivava da Nizza. La componente comica (si fa per dire) fu il riuscire a convincere il controllore del treno svizzero che il mio biglietto era stato utilizzato solo fino a Milano e che, essendo io su quel treno per forza maggiore (o per violenza degli scioperanti) non sarebbe stato giusto farmi pagare un altro biglietto. Arrivato alla stazione di Lugano chiesi inutilmente il rimborso del biglietto. Effettivamente avevo “consumato” per qualche ora il sedile del vagone.
Quello sciopero e l’incapacità dei funzionari delle ferrovie italiane di gestire la situazione mi disturbarono non poco.
Bisogna aggiungere che ognuno di noi “viaggiatore”, ogni volta che compra un biglietto stipula un contratto con le ferrovie. Ha dei doveri ma anche dei diritti. Di fronte a uno sciopero i diritti svaniscono?
Ognuno di noi, per ragioni varie, ha visto “disturbata” la propria vita a causa di scioperi o manifestazioni. Questo articolo, scaturito da un articolo sicuramente legittimo, vorrebbe spezzare una lancia in favore di tutte quelle persone innocenti che, nell’arco degli anni, hanno sofferto e pianto a causa di scioperi.
Ci sono quelli politici con motivazioni ideologiche che hanno la presunzione, oltre che di rompere le scatole a milioni di cittadini, di sostituirsi a un legittimo governo. E questi proprio non li capisco. Mi sembrano al di fuori di una realtà potabile nella quale si desidera utilizzare la materia grigia che ogni sindacalista dovrebbe avere. Sono infatti, se non ricordo male, voluti dai Sindacati. È un modo come un altro per far politica senza averne gli attributi.
Ci sono poi gli scioperi motivati e apparentemente giusti; come quelli che stimolano un contratto di lavoro scaduto da svariati mesi. Ma perchè non si trova prima un accordo? Perchè ci si dimentica di guardare il calendario? Non si può rinnovare il contratto prima che scada? Non si può perchè manca la volontà, ovvero la buona volontà.
I contendenti diventano dei disonesti da codice penale. Arrivare infatti a scioperi assurdi distrugge la vita di molti onesti cittadini che sudano e si affaticano per sbarcare il lunario.
Per non parlare di cittadini sofferenti in viaggio per parenti anche sofferenti.
Dice un proverbio:”A MALI ESTREMI, ESTREMI RIMEDI”. In tutti i campi questo proverbio è valido. Esistono scioperi quasi necessari, nello stesso modo come esistono bugie necessarie.
QUANTI SCIOPERI DEGLI ULTIMI DIECI ANNI HANNO PORTATO VERAMENTE VANTAGGI MALGRADO INIMMAGINABILI SOFFERENZE?
QUANTI SCIOPERI AVREBBERO POTUTO ESSERE EVITATI SE IL BUON SENSO E L’ONESTÀ AVESSERO POTUTO ESSERE PRESENTI?
Anche i medici hanno scioperato. Mi sono sempre astenuto.
Sarà che nella mia vita di lavoro non ho mai fatto uno sciopero, ma sono totalmente d’accordo con te.
@frz40
Grazie!
Gli scioperi vengono fatti proprio perché IL BUON SENSO E L’ONESTÀ mancano, sono una conseguenza dell’acredine conflittuale dovuta alla mancanza di dialogo costruttivo e se anche non hanno modificato l’andamento generale di sicuro testimoniano che un minimo di democrazia esiste ancora – (ovviamente mi riferisco a libere manifestazioni di protesta pacifica , non approvo assolutamente l’uso della violenza a persone o cose)
@loretta
Manca il dialogo costruttivo perchè manca la volontà di metterlo in pratica!
Tutte le compressioni creano danno e la compressione dei diritti crea danni enormi e spesso ingiusti (non sempre colpiscono l’obiettivo) . Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria…, ricordi?
@aliante
Si dice: CHI SEMINA ODIO RACCOGLIE ODIO, CHI SEMINA AMORE RACCOGLIE AMORE. È l’equivalente della reazione di cui parli.
Gli italiani cosa stanno seminando?
tanto rancore..quello è sicuro!
@Farnocchia
Il rancore fa sempre male… anche al fegato.
mi dispiace, ma trovo che il tuo articolo manchi di un filo logico solido… si nota come manchi una chiara visione dei rapporti sociali tra le persone, ed istituzionali, nonostante la tua non più giovane età e la professione che svolgi… si evince chiaramente come ci sia una visione molto personalistica di ciò che ti circonda, valutata principalmente sulle ricadute che hanno sulla tua vita…
…putroppo il vivere insieme agli altri, richiede uno sguardo ed una mente più aperta…
…ogni sciopero o protesta/manifestazione (hai unito le due cose erroneamente prendendo spunto da quell’articolo), per essere tale deve portare come fine principale al disagio, altrimenti manca della sua componente fondamentale, della sua voce, della sua forza…
ci sono categorie che scioperando producono molti più dissapori tra le persone (trasporti), rispetto ad altre (ricercatori, vedere contratto di lavoro*) che nel loro astenersi dal lavoro per 24ore, causano pochi problemi al vivere quotidiano… mentre quando la protesta è comune, inter-lavorativa, studentesca, inter-generazionale, la forza allora è ancora maggiore…
(*esistono motivi chiari per cui certi contratti vengono rinnovati dallo stato in ritardo, uno dei principali sono gli interessi sugli arretrati che non essendo versati sono una fonte di guadagno per le casse pubbliche… ci hai mai pensato? e ce ne sono altri…)
ma ogni volta che ci troviamo davanti ad un disagio provocato da altri, forse la cosa fondamentale è provare a capire, e non vedere le ripercussioni sulla nostra vita e se tale sciopero/protesta ha condotto a risultati, perchè forse ciò è dovuto dall’indefferenza di qualcun’altro…. ricorda sono le goccie che scavano la roccia…
…concludendo, pensa a quante sofferenze ci sarebbero state, se persone/associazioni nei decenni passati non avessero protestato, nel bene e nel male ….pensa a come certi poteri sociali ed economici avrebbero avuto la meglio…
…è meglio qualche giorno di sofferenza come la chiami, o una vita intera?
@sky
Innanzittutto grazie per il tuo commento. Ho vissuto abbastanza per avere una visione oggettiva e, nel limite dell’umano, chiara di ciò che mi circonda.
Ho l’impressione che tu abbia letto un po’ troppo frettolosamente il mio articolo.
Fra l’altro ho scritto:
“I contendenti diventano dei disonesti da codice penale. Arrivare infatti a scioperi assurdi distrugge la vita di molti onesti cittadini che sudano e si affaticano per sbarcare il lunario”.
I contendenti non sono solo gli scioperanti ma, e particolarmente, quelli del Governo (o chi per essi) che dovrebbero, per esempio, far sì che i contratti di lavoro siano “onestamente” rinnovati.
Secondo il mio “miope” modo di vedere, questi Governanti (o chi per essi) violano un qualche Codice o, per lo meno la Costituzione.
Ho scritto anche:
“Esistono scioperi quasi necessari, nello stesso modo come esistono bugie necessarie”.
E aggiungo che hai perfettamente ragione quando scrivi “pensa a quante sofferenze ci sarebbero state, se persone/associazioni nei decenni passati non avessero protestato”.
Grazie ancora per il tuo intervento!
A casa mia gli scioperi si fanno per protestare, ma nelle giuste misure, non per mandare a fuoco la città o menarsi per la strada! La trovo una cosa ridicola e più vado avanti e più mi rendo conto che, purtroppo, questa è l’Italia che sta diventando proprio una vera m***a! Non si conosce più il senso di civilizzazione, ormai stiamo diventando bestie cresciute in cattività! Però, secondo me, è colpa anche dei politici che ci rappresentano perché sono i primi a fare casini! Non voglio giudicare il lavoro di altri perché, vista la mia età, non ne sono all’altezza, ma giudicando quello che si sente in tv posso dire che sta diventando tutto un vero e proprio schifo!
@bimbacattiva17
Benvenuta nel mio Blog. La tua giovane presenza è molto gradita. Dici giusto. Sono soprattutto i politici che dovrebbero dare il buon esempio. Se ne sono dimenticati!
Grazie mille!….Lo so che dovrebbero dare il buon esempio, ma non è che se ne sono dimenticati è che non l’hanno mai saputo dare, perché hanno sempre pensato a salvaguardare i loro interessi alle spalle del popolo! 🙂
[…] https://quarchedundepegi.wordpress.com/2011/01/29/articoletto/ […]