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Archive for febbraio 2011

APIS MELLIFERA

Prossimamente la Svizzera emetterà questo francobollo esagonale che vi presento.
Indipendentemente dalla bellezza del francobollo, trovo importante attirare l’attenzione del pubblico sul fatto che da un po’ di anni nel mondo c’è un’importante e preoccupante morìa di api. Bello questo francobollo che riproduce le morfologia delle cellette degli alveari.

FRANCOBOLLO ESAGONALE

Pare, da un recente documentario, che la causa principale derivi dall’inquinamento dei pesticidi nonchè dalle monoculture che escludono la presenza di fiori.

L’ape è troppo importante per noi e per la vita del pianeta.

Anche questa è una sofferenza “gratuita”. Non solo per l’ape ma anche per il genere umano.

Ape che succhia il miele sul polpastrello

Non è tenera questa fotografia?

E si continua a inquinare e ingrassare. L’ingordigia certo non ha limiti. Se proprio non si vuole essere un poco altruisti, ci si può dare una “regolata”, interessarsi circa l’importanza delle api e rendersi conto che le api “lavorano” anche per il nostro egoismo.

Quindi le api lavorano per noi. AIUTIAMOLE!

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Ma non è bella?

DA "LA SETTIMANA ENIGMISTICA"

A me è piaciuta molto.

Il problema è che, di questi tempi, il matrimonio non è più di moda.

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Nella rivista “terzaetà” ho letto questo trafiletto su Gianna Nannini.

DA terzaetà - Rivista dell'ASSOCIAZIONE TICINESE TERZA ETÀ

Mi ha colpito questo particolare che vi sottopongo.

PARTICOLARE DELL'ARTICOLO

Sono Nonno felice e ho degli splendidi nipotini!

Se qualcuno fosse interessato a tutto l’articolo, dovrà solo chiedermelo.

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PICCOLA RIFLESSIONE 7

Oggi, proprio oggi ho ricevuto la pubbblicazione della COOP SVIZZERA

LOGO COOP SVIZZERA

Mi è piaciuto poco vedere Gianna Nannini nella prima pagina di copertina.

Certo Gianna Nannini è un personaggio importante, canta bene, ecc. ecc.

Se l’hanno messa sulla copertina è sicuramente perché è diventata Mamma.

Copertina Cooperazione 15 febbraio 2011

Ma in che modo è diventata Mamma?

Giocando con la vita altrui.

Di questo passo speriamo che la pubblicazione non arrivi in Vaticano. Rischierebbe di diventare santa.

Che tristezza!

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SCRITTO IL 4 FEBBRAIO 2011

Ci sono “cascato” ancora una volta.

Ricordate?

https://quarchedundepegi.wordpress.com/2010/12/14/


Quel piccolo, piccolo piccolo dolorino che diventa sempre di più e ti fa capire che potrebbe mettersi male si è fatto risentire, ha fatto nuovamente capolino.
È un “grazioso” sintomo che si fa sentire, da un momento all’altro, scatena tonnellate di adrenalina, mette in allarme tutte le reazioni possibili e impossibili, fa pensare a tutto ciò che è stato e potrebbe essere.
Sono rientrato, ancora una volta, da quell’ospedale. Ne ho varcato la soglia in entrata con la frustrazione più intollerabile che si detesta a piene mani, e ne sono uscito, indebolito e famelico (guai mangiare più di quel tanto) col sorriso che faceva tutto il giro del mio viso e della mia nuca.
Un piccolo crampo di un piccolo muscolo di chissà quale parte esatta dell’intestino, ha sconvolto ancora una volta il mio vivere quotidiano.
Quel piccolo crampo blocca ogni attività. Mi son trovato ancora una volta a mettere in pratica ogni soluzione possible e immaginabile per evitare anche la frustrazione delle persone che mi stanno intorno. C’è la consapevolezza che nelle prossime ore (o giorni) sarà necessario cambiare o modificare ogni programma.
In quel momento ci si rende conto di quanto sia effimero il nostro vivere e quanta fortuna si ha quando si riesce a dare consistenza ai propri programmi.
Questa volta il Pronto Soccorso si è comportato nel modo migliore, un po’ meno per il fatto che mi ha tenuto posteggiato 4 ore su una barella; nel frattempo mi ha però soccorso in modo ottimale. Bisogna sottolineare, anche se potrebbero essere eccezioni, i lati positivi del nostro prossimo.
Le ragioni, a caldo, di questo scritto sono 2.
La prima ragione è che l’ho scritto particolarmente per me, per sottolineare quei momenti terribili di smarrimento quando mi sembrava che tutto fosse sotto controllo.

OSPEDALE - MEDICI SENZA FRONTIERE

La seconda ragione riguarda tutte quelle persone che sicuramente soffrono o hanno sofferto molto più di me in quegli ospedali improvvisati dopo calamità piò o meno naturali. Hanno, o hanno avuto, grazie a ONG o altri, un minimo di assistenza e cure, ma mai in modo ottimale come dovrebbe essere nel 2011.
Questa seconda ragione, anche se ha fatto più volte capolino in me, mi è stata suggerita da un filmato su Haiti… UN ANNO DOPO IL TERREMOTO.

EMERGENZA COLERA

Meriterà un articolo a parte.

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Grazie a Loretta!
Basta con questo tormentone:

http://lorettadalola.wordpress.com/2011/02/05/il-tormentone-mediatico-berlusconi-continua/

Il tuo articolo mi ha stimolato non poco!

Questa vignetta, non proprio ortodossa non è niente male.
Ho dovuto riflettere prima di farvela vedere. È troppo bella.

Ridere fa sempre bene!

SENZA PAROLE!

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Ancora una volta il mio nipotino mi ha portato a scrivere.
Oggi era a pranzo dai nonni assieme al fratellino. Siamo, noi nonni, andati a prenderli all’asilo e ce li siamo portati a casa.
Mentre la nonna prepara da mangiare, il nonno si ritrova occupato a intrattenere quegli ospiti così importanti.
Questi nipotini hanno grandi aspettative.

Per loro andare dai nonni è una grande gioia.

Mi trovo a chieder loro cosa hanno fatto di bello all’asilo.. Il piccolo ci ha mostrato due disegni; il grande dice di aver disegnato un autobus. In particolare dice di aver disegnato lo scomparto inferiore adibito a raccogliere i bagagli.
È a questo punto che sento scattare in me un ricordo interessante preceduto da questa domanda:“Come si viaggia oggi sugli autobus?”
La risposta è:”Più che bene”..
Se dovete andare vicino o lontano, i sedili sono comodi e confortevoli. Se poi dovete andare lontano, non solo i sedili sono confortevolissimi, ma avete l’aria condizionata e una toilette che vi mette al riparo da necessità impellenti.

Mi sono ricordato di quando si andava, in Val d’Aosta, nella Valle di Gressoney.

GRESSONEY SAINT JEAN

Innanzitutto si arrivava con la”vaporiera” a Pont Saint Martin da Torino su un treno assolutamente non confortevole e, per giunta, coi finestrini aperti che permettevano di arrivare “affumicati”. Ma nessuno ci faceva caso. Era così, ed era ancora bello che ci si potesse andare e che ci fossero i binari.
Si andava col treno dato che i tempi in cui in ogni famiglia ci sarebbe stata un’automobile erano ancora lontani.
Da Pont Saint Martin ci aspettavano 27 chilometri in salita con la “corriera”.. In salita dato che si andava a 1300 metri sul livello del mare; in salita dato che, quel breve percorso era lento e con soste interminabili.
Ho trovato questa foto.

UNA CORRIERA D'ALTRI TEMPI

Come potete vedere, la parte posteriore ha una scaletta ripiegata su se stessa che serviva per mettere i bagagli sul tetto. Nell’interno i posti erano stretti e non c’era posto per la valigie. Non bisogna dimenticare che, oltre alle valigie, sul tetto trovavano posto anche biciclette e altri bagagli voluminosi.
Il carico dei bagagli era estenuantemente lungo.
Quando finalmente si partiva (l’orario era piuttosto utopico), non solo l’interno della corriera era pieno, ma alcuni viaggiatori erano costretti a trovar posto sul tetto assieme a ogni sorta di bagaglio.
L’interessante di questa corriera era che, oltre a partire con “comodità” quando si fermava nei vari paesi, prima di ripartire passavano moltissimi minuti. Dovevano scaricare dal tetto passeggeri e bagagli e finalmente si ripartiva.

Queste belle corriere venivano utilizzate anche per allegri matrimoni.

MATRIMONIO ANNI 50

Che ne sarà di questa bella coppia. Chissà se qualche figlio o qualche nipotino leggerà questo articolo?

Perchè questo scritto. Perchè oggi ci troviamo a vivere bene o, per lo meno, meglio, molto meglio. Oggi, di fronte ai mezzi pubblici siamo sempre più scontenti e abbiamo perso il gusto e il desiderio di “guadagnarci” certi momenti sereni.
Ho sempre parlato di sofferenze “gratuite”. Eravamo usciti da sofferenze terribili e assolutamente “gratuite” volute o gestite da un folle che sperava di governare l’Europa. Ci si sapeva accontentare. Si stava peggio?
Chi lo sa! Potrà essere un importante argomento per tanti giovani e meno giovani sempre pronti al “mugugno” e alla protesta…

NON STO DICENDO CHE BISOGNA RIESUMARE LE CORRIERE. SE PERÒ SI CONTINUA A ESSERE FURBI SI RISCHIA DI PERDERE I BENEFICI DELLA NOSTRA COSIDDETTA CIVILTÀ.

CERCHIAMO DI ESSERE FURBI A BENEFICIO DELLA COLLETTIVITÀ

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