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Archive for aprile 2012

In questo momento, con mio grande piacere, mi trovo in Liguria. Sotto le mie finestre è passato, con tanto di banda e gonfalone cittadino, il corteo del 25 aprile.

Cosa vuol dire per gli italiani venticinque aprile? Forse dovrebbe voler dire libertà da un giogo.

Oggi, tutte le maggiori cariche dello Stato Italiano, sfilano o fanno discorsi; non importa se di destra, sinistra, centro o un po’ più a sinistra, quasi a destra, in alto o in basso. TUTTI INNEGGIANO ALLA LIBERTÀ.

Molto tempo fa, nell’esercizio della mia professione ho dovuto trovare una semplice definizione di libertà.

FARE CIÒ CHE FA PIACERE A PATTO DI NON FARE DEL MALE A SE STESSI O AGLI ALTRI

Quelli che da venti o più anni governano questa bellissima penisola italiana, e ogni 25 aprile fanno tanti bei discorsi,  conoscono il vero significato di libertà? Fanno tanti discorsi; tanti dibattiti; si scambiano dappertutto opinioni e suggerimenti ma non lo sanno che non è bello far del male ai cittadini che li hanno messi in cattedra o sullo scranno del Governo?

QUANTE VOLTE CORICANDOSI ALLA SERA SONO RIUSCITI A CONSIDERARE, ASCOLTANDO LA COSCIENZA,  IL MALE FATTO ALLA MOLTITUDINE INNOCENTE CHE SGOBBA E SOFFRE?

MA… HANNO UNA COSCIENZA?

Scusatemi! Ho infranto la PAUSA.

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Dovrei rispettare la PAUSA; non ce la faccio!

Quello che sta accadendo in Italia sembra voglia copiare quello che può accadere in chirurgia.

La tecnica operatoria è utile per portare a guarigione e per migliorare le condizioni di vita.

I “chirurghi e tecnici” della nostra benamata patria non hanno forse capito che è pericoloso operare un moribondo. Se possibile, prima di operarlo, bisogna rinforzarlo per permettergli di affrontare l’intervento.

Ci sarebbe anche da dire che, se si vuole operare in modo giusto e corretto, bisognerebbe avere una sala operatoria, per lo meno, pulita e del personale competente e preciso.

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IL MINIASSEGNO

Sapete cos’è questo?
È un MINIASSEGNO di o da 50 lire!

UN MINIASSEGNO

È leggibile la data in cui fu emesso: 29 gennaio 1976.

E a cosa serviva? A sostituire la mancanza di moneta.

A questo punto bisogna spiegare ai più giovani come mai l’Italia, a partire dalla fine del 1975 si trovò ad essere uno stivale pieno di miniassegni. E pensare che ce n’erano anche da 100, da 150, 200 e credo anche 350.

Avevo in preparazione questo articolo da molto tempo. Avrebbe dovuto essere una curiosità specialmente per i più giovani. Ora però, dopo aver letto l’articolo di Raffaele:

http://www.raffaelecozzolino.it/2012/04/03/un-imu-da-vigliacchi/#comments

e aver acquisito la realtà che le Fondazioni Bancarie non pagano nessuna imposta, ho dovuto ripescare l’articolo e contravvenire alla PAUSA che mi ero imposto.

Pareva che in Italia mancassero le monete. I negozianti non riuscivano più a dare il resto; le caramelline passavano di mano in mano come se fossero moneta e, la facevano da padrone i gettoni telefonici.

Le monete maggiormente in uso erano quelle da 50, 100 e 200. La Zecca non riusciva più a coniare monete (ora fa le stesse monete in oro zecchino) e le banche pensarono bene fosse il momento di venire in soccorso alla popolazione. In men che non si dica un mucchio di banche sfornarono miniassegni.

Erano praticamente, degli assegni circolari, di vario formato,  già controfirmati che circolavano come moneta sonante (non facevano rumore).

Infatti senza far rumore molti di questi assegni furono distrutti dal tempo o finirono negli album dei collezionisti, senza contare quelli dimenticati chissà dove. Alcuni, di questi miniassegni erano illustrati, potremmo dire, turisticamente come questo della BANCA DI TRENTO E BOLZANO.

A stampare miniassegni in Italia furono almeno 41 banche, da quelle più importanti alle Casse rurali. Tutte sicuramente guadagnarono soldi a palate, sicuramente senza pagare un centesimo di tassa.

FURONO LE BANCHE PIÙ IMPORTANTI A CONSIGLIARE IL COMPORTAMENTO DIFFICOLTOSO DELLA ZECCA?

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PAUSA

Ho moltissime cose da dire e da leggere, ma il tempo è tiranno.
Anni fa ho cominciato a scrivere un libro nel quale le esperienze di una vita potrebbero essere utili ad altri.
Ho quindi deciso di prendermi una pausa… non proprio come questa…

PAUSA PÌPÌ alla MILANO SANREMO 

e neppure come questa un po’ più stressante.


PAUSA PRANZO

Continuerò però ad esserci. Già fin d’ora vi ringrazio per la stupenda amicizia.

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