Chissà dove arriveranno i nipotini dei miei nipotini!
Già oggi negli uffici si comunica col computer e a distanza con SMS.
Se per la strada, incrociando qualcuno che magari avete già visto solo qualche volta, salutate con un bel “Buon giorno”, garantito vi si risponderà… ma con stupore.
CHE STRANO GUARDARSI NEGLI OCCHI… E SALUTARSI.
Siamo negli anni 2000. Noi comunichiamo in modo tecnologico… altrimenti cosa ci starebbe a fare il NASDAQ?… e il PIL?
E’ tristemente vero quello che dici, ma non è solo una questione di tecnologia. Ci hai fatto caso che, se cerchi di aiutare qualcuno, il qualcuno si insospettisce e si chiede “Dov’è la fregatura?”.
Cara Diemme,
Questa volta non solo hai ragione ma sfondi una porta aperta.
Ciao
Vero, e vero quanto dice Diemme. 😦
Caro frz40,
Hai ragione anche tu.
Ciao.
Hai ragione. Purtroppo il mondo è cambiato e non proprio in meglio, almeno per quel che riguarda i rapporti umani. C’è da dire, però, che la tecnologia accorcia le distanze e che in certi casi persone che non si possono incontrare per molti mesi, anche anni, hanno la possibilità di comunicare in tempo reale e non perdersi mai di vista (penso a skype, per esempio).
Quanto alla vignetta, mi hai fatto tornare alla mente mio figlio piccolo che mi svegliava anche otto volte per notte (e l’ha fatto per i primi tre anni di vita 😦 ) perché aveva perso il ciuccio, perché non trovava l’orsetto, perché si era scoperto, perché aveva fatto la pipì addosso, perché voleva l’acqua … una volta, mezza addormentata, sono andata in cucina e ho versato dell’acqua, per meglio dire quella che mi sembrava essere acqua, nel bicchiere e quando sono arrivata da lui e gli ho dato il bicchiere, schifato mi ha detto: “Non è acqua, è vino!”. Mio marito aveva travasato del vino bianco nella bottiglia dell’acqua minerale. 😯
Cara Marisa,
Mi hai fatto sorridere. Se tutte le sere gli avessi dato un po’ di vino avrebbe dormito tutta la notte.
Ciao.
Caro Quarch, si vede che sei un medico: mi ha detto la stessa cosa il mio pediatra quando gli ho raccontato l’aneddoto. 🙂
Alla fine gli ho dato il Nopron, a base di antistaminici. Ma non puoi immaginare i miei sensi di colpa …
Cara Marisa,
I sensi di colpa sono sempre sbagliati. Nell’educazione dei figli… si sbaglia sempre.
Buona notte!
Prima di dare un telefonino ai miei figli, cercherò di insegnargli come si fa a vivere senza.
Caro Vic,
Quanto hai ragione!
Per non parlare delle “radiazioni” che ci colpiscono alla grande.
Stai per sposarti?
Ciao.
@Vuc’s: e come si fa a vivere senza? 😆
Come ha fatto l’umanità prima della sua invenzione!!!
E come ha fatto l’umanità prima della sua invenzione? 😛
Con la telepatia?!?
😉
Vuc, intendevo dire che prima la società era strutturata in un altro modo, l’uomo lavorava alla bottega sotto casa, o nei campi dietro casa, si viveva in tanti sotto lo stesso tetto, o comunque nel villaggio… e poi, poi c’erano le situazioni non gestite, per esempio quelle del Titanic: sai in quanti si sarebbero salvati se ci fossero stati i cellulari? Il progresso è una conquista, inutile che ci mettiamo a fare i romantici e/o gli integralisti, andrebbe solo utilizzato con parsimonia e buon senso.
Certo Diemme,
però vedo bambini delle elementari col telefonino. Ecco, io fino alle scuole superiori non ce lo manderò in crociera da solo…
Tu hai ragione, ma anche io…
Brava Diemme,
Hai detto la parola giusta: “PARSIMONIA”
Un saluto parsimonioso.
Quarc
@Diemme,
Usava la telepatia!
In Norvegia funzionava.
Cara Diemme e Vic,
Come quando si rompe il frigorifero.
Se non vi è mai successo… immaginatelo.
Ciaooo
OOOHHH confesso che io e mia figlia a volte abbiamo messaggiato da una stanza all’altra, in un piccolo appartamento, ma, dopo una sonora risata ci siamo parlate di persona – il tecnologico modo di comunicare, ovviamente deve essere usato con il buon senso che non guasta mai – ciao ciao
Lorettaaaaaa!
Cos’è il buon senso?
Caro Vic,
Quanto hai ragione!
Per non parlare delle “radiazioni” che ci colpiscono alla grande.
Stai per sposarti?
Ciao.
Un saluto a tutti,
volevo informarvi che non sto per sposarmi e che sono ancora single.
Si sa mai… Che le belle ragazze ci rimangano male con queste notizie.
Parsimonia è la parola giusta! La tecnologia serve per farci vivere meglio, per il benessere generale. Non dobbiamo quindi diventarne schiavi o impigrirci per questo.
E ringraziamo infine la tecnologia che ci ha portato sin qua, a discuterne.
Un applauso!
Caro Vic,
Ti auguro di trovare presto una brava e ottima ragazza.
Ti ringrazio per la frase finale decisamente fantastica.
Un applauso per te.
Ciao Quarc, passo per un salutino, avrei tante cose da dire ma sai già che qui non posso più “mettere il becco” 😉 Il “nemico” (tra virgolette) legge, bacio e abbraccio atletico.
Cara “accantoalcamino”,
Ti ringrazio della visita e contraccambio l’affetto.
Ciao.
Quarc
Ciao, te li ricordi i registri di classe cartacei? Quei libricini con i nomi degli studenti dove i professori scrivevano gli assenti e mettevano le firme? Non esistono più. Da questo anno al loro posto ci sono i registri elettronici che i professori firmano con un user name ed una password. Questa è la novità dell’anno! 😀
Cara Trutzy,
Mi dici qualcosa di veramente molto interessante. Vedrai che in futuro invece di imparare a memoria: “Nel mezzo del cammin…” dovremo imparare una sfilza infinita di password.
Ciao e… buon lavoro.
@ Trutzy
Nella mia scuola si continua ad usare i registri cartacei, di classe e personali. Non so quando sarà avviata la digitalizzazione ma, in ogni caso, i rischi di violazione della rete informatica sono concreti, come si legge qui.
Ogni medaglia ha il suo rovescio.
Cara Marisa,
Dici quei registri sui quali si scrivevano i voti? Quando il Prof. scriveva si cercava, dal banco e dal movimento della mano, di interpretatare il numero.
Fra un po’ basterà un clic per qualunque numero.
Ciao… e buona fortuna.
Caro Quarch,
mi fai sorridere quando fai riferimento ai voti sul registro scritti con circospezione e spiati con discrezione dagli studenti ansiosi di sapere com’era andata l’interrogazione. Comunque, sì, parlo di quei registri solo che oggi l’insegnante non solo ha il dovere di comunicare i voti ma deve anche spiegare il perché una verifica orale (quella che si chiamava “interrogazione”) è stata valutata in un certo modo. Se non lo fa, minimo minimo i genitori si rivolgono al dirigente scolastico (quello che si chiamava “preside”) per protestare. 😦
Ciao e buona giornata.
Cara Marisa,
Quindi oggi le cose vanno meglio… o sembra che vadano meglio?
Ciao… sono in Liguria!
In classe di mia figlia mica ce l’hanno questa possibilità di chiedere spiegazioni, e quando gliele danno, anche le più improbabili (tipo “ti ho messo un voto basso perché la domanda era facile”: e che è colpa loro? La faccia difficili, invece di rovinare le medie ai ragazzi!)
Cara Diemme,
Il metro degli insegnanti è un vero e proprio enigma.
Sono molto contento quando mi rendo conto di non dover più andare a scuola; preferisco la scuola della vita.
Spero solo che i miei nipotini trovino degli insegnanti Intelligenti (con la I maiuscola).