Ho preso più volte in considerazione l’operato dei miei nipotini. Il nipotino più grande, che poi è quello che ha ispirato il mio lontano Articoletto 1, ha cominciato, chissà perché (ma non per colpa mia!) a interessarsi ai francobolli.
Questo avvenimento mi ha fatto enorme piacere. Anch’io, già da bambino, mi ero trovato ad avere un debole per i francobolli. Viene da sé che il nonno vada a scartabellare nei propri abbandonati francobolli per aiutare il nipotino.
Ed ecco cosa ho trovato. Questo francobollo del 1971:
Guardando bene questo francobollo si capisce bene che siamo di fronte a un francobollo italiano. Infatti c’è scritto ITALIA.
È interessante leggere quanto sta scritto in alto:
“La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme”
Forse nel 1971 era vero. Spedire una lettera costava 50 lire. Oggi spedire una lettera costa € 0.70. Se consideriamo che 50 lire equivalgono a € 0.0258228. Questo significa che il prezzo della spedizione di una lettera è aumentato 27 volte tanto. Anche rispettando l’inflazione globalizzata del nostro pianeta non possiamo dire che la Repubblica abbia tutelato il risparmio degli italiani. Per fortuna che c’è stato l’incoraggiamento al risparmio altrimenti oggi tanti italiani non avrebbero nulla da vendere per poter mangiare e arrivare alla fine del mese.

Normalissimo francobollo svizzero
I soliti benpensanti direbbero: “Ma anche in Svizzera i prezzi sono aumentati!” È vero. Se nel 1971, in Svizzera volevo spedire una lettera spendevo 30 centesimi; oggi ne dovrei pagare 100 di centesimi. C’è stato un incremento di 3.3 ben lontano dal 27 della Repubblica Italiana.
Mi sembra abbastanza chiaro. I nostri Governanti hanno usato i nostri soldi molto male; e poi si lamentano se i soldi finiscono oltre confine!
Siamo di fronte a un importante appuntamento elettorale. Tutti predicano molto bene. Quanti possono dire di veramente “amare la patria”?
Dipenderà dal nostro voto se quei quattro soldi che abbiamo ancora in tasca o potremo onestamente guadagnare, continueranno ad avere ancora un po’ di valore.
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