Svariati anni fa, quando ero ancora “giovane”, ero impegnato come anestesista in un piccolo ospedale della Liguria. La zona era piuttosto turistica per cui il lavoro era sufficiente per poter dire che era molto.
L’ospedale si occupava dei locali e, naturalmente anche di chi, di passaggio o meno, arrivava nel tentativo di veder alleviate certe previste o impreviste sofferenze.
Una mattina mi trovavo nel reparto di Medicina e stavo parlando col Vice Primario. Non ricordo quale fosse l’argomento. In quel frangente entrò un ricoverato non più giovanissimo che disse al medico: “Dottore io oggi sarò dimesso.”
“Bene” rispose il collega “sta bene ora?”.
“Certo dottore. Volevo chiederle, posso bere vino?”
“No” rispose l’uomo in camice bianco.
“Posso fumare una sigaretta, ogni tanto?”
“No”.
“Posso bere caffè?”
“No” di rimando.
“Posso bere birra?”; “mangiare paste, dolci, torte?”
“No, no, no” la risposta del Vice Primario fu sempre no.
Dopo qualche altro no, quello che stava per diventare un ex ricoverato uscì dalla stanza e andò a prepararsi nell’attesa del parente.
Io, che ero rimasto zitto in disparte, nell’attesa di riprendere il discorso interrotto, chiesi al collega: “Hai curato tu quel signore?”
“Sì” mi rispose.
Ed io, di rimando: “Cosa l’hai curato a fare?”
“Stava male, ora sta bene.”
“Ma l’hai curato perché possa continuare a vivere?”
“Certo che sì” fu la risposta.
“Ma” gli chiesi “se gli hai proibito tutto quello che piace e che, qualche volta fa bene, gli hai proibito di vivere… per continuare a vivere… come se non vivesse!”.
Il collega non mi diede torto… e me ne andai anch’io per raggiungere il reparto a me più congeniale.
Questo colloquio ricostruito ma perfettamente vero mi sovvenne un paio di giorni fa dopo aver trovato questa figura in francese su questo sito (http://www.maidermaider.com/bazar/envois/env2013/env2013-04.html):
Deve essere proprio così? Perché vivere deve ucciderci? Ma se non posso prendermi qualche soddisfazione che gusto c’è vivere?
Non posso fare a meno di ricordare al lettore che, se ne ha voglia, può leggere quanto scrissi a proposito del “Businness anti fumo”.
https://quarchedundepegi.wordpress.com/2010/04/18/appendice-n°1-allarticoletto-5/
Devo, o posso, anche ricordarmi di una paziente di mezza età che arrivò a morire a causa di un’asma terribile.
Un paio d’anni prima mi avevano presentato la signora ricoverata da qualche giorno. Era piaciuto, durante un Seminario, il mio “spettacolo” di ipnosi medica. Avevo cercato di stimolare la miope mente dei tenutari della Medicina Accademica; avevo cercato di dimostrare che non potevano essere i depositari della medicina, ma che c’erano anche altri confini valicabili per arrivare a sperare di conoscere la Verità.
Questa signora era asmatica da alcuni anni. Prima che la conoscessi aveva una storia con un’asma “potabile”. Riusciva a vivere quasi normalmente pur avendo bisogno di cure. Aveva il vizio del fumo. Le piaceva fumare; non moltissimo; fumava con piacere; il fumo le dava distensione, la rilassava, le permetteva di sentire con meno preoccupazione i piccoli e meno piccoli drammi della vita di tutti i giorni.
Si sa che i medici curano sempre meno il malato e… sempre di più la malattia. La medicina Accademica (o moderna, o quella di tutti i giorni) usa gli schemi e quello che vuole (o pretende) la statistica. La Medicina Moderna trova 500 persone “uguali”, le studia, le compara, le colma di capsule, supposte, fiale, pomate, cataplasmi ed esprime degli enunciati. In questo caso esprime: “IL FUMO FA MALE!“… e basta. Non si discute; non si considera chi fuma, cosa fuma, quante sigarette al giorno, se le fuma alla mattina presto o dopo mangiato, se le aspira o no. “IL FUMO FA MALE”… e va eliminato.
Quella povera donna fu bombardata ignominiosamente dai miei colleghi: “Smetta di fumare. Fumare fa male. Vuole morire?”.
La signora stava relativamente bene. Non stava per morire e riusciva a godersi le sigarette che fumava. I bombardamenti dei medici furono tali per cui questa signora eliminò dalle proprie piacevoli abitudini l’accendersi ogni tanto una sigaretta. Ricordo che mi disse: “Da quando smisi di fumare la mia asma peggiorò moltissimo e non mi diede più tregua”.
Nel caso di questa signora il fumo era quasi terapeutico; in ogni caso non aveva la negatività che la propaganda pretende.
Non bisogna generalizzare e bisogna tener presente che tutto è relativo.
PENSATE CHE FACCIA PEGGIO UNA SIGARETTA OGNI TANTO O IL COMPORTAMENTO DI CHI STA A ROMA NELLA STANZA DEI BOTTONI?
LA SIGARETTA FA MALE A UNA PERSONA E BENE AL MONOPOLIO. “QUELLI” FANNO DEL MALE A MILIONI DI ITALIANI.
E’ tutto un circolo che non finisce mai… tutto uno schifo.
E ora pure queste sigarette elettroniche!
Non si sa neanche se fanno più male che bene ed ognuno dice la sua…
Baci e se ti va passa a trovarmi!
Luna
Cara Luna,
Grazie del tuo passaggio. Le sigarette elettroniche servono sicuramente solo a far guadagnare dei soldi a quelli che le vendono… e magari fanno pure male.
Passerò a trovarti.
Un abbraccio.
Quarc
Guarda che ci conto!
Cara Luna,
Hai visto che ho mantenuto la promessa? Hai letto il mio articolo menzionato in VIVERE?
Ciao
Quarc
Si si….
Generalizzare, in ogni campo, è solo segno di pressapochismo….comodo sicuramente, ma alquanto dannoso….ogni persona è un caso a parte….e come tale va preso in considerazione singolarmente.
Per il problema che le cose più buone fanno male…sì è vero, ma se non si esagera ogni tanto si può anche “sgarrare”…. 😉
Cara “infondoalcuore”,
È indispensabile, ogni tanto, sgarrare. Fa parte della vita.
Ciao.
Quarc
Un vecchio proverbio rumeno dice:
Dal dottore, anche se entri sano….. esci sempre con qualche malattia. Sono più di due anni che ho smesso di fumare. Non lo fatto perché me l’avevo detto qualcuno. Ma perché me lo sentivo. Ma ho sempre odiato tutta sta pubblicità “antifumo”. Ma sopratutto quelle persone che -una volta riuscito di smettere di fumare- sono le più fervente ed accanite combattente contro quelli che non lo hanno fatto. Guai ad accenderti la sigaretta vicino a loro. Mamma mia. Ti fanno una morale e raccontano tutte le problematiche del fumo con più professionalità di un medico qualsiasi.
Caro @quarch. Non solo nel dominio medicale, ma in qualsiasi dominio quotidiano, oggigiorno viviamo una vita di regole e proibizionismo. Pensando a quella vita che facevano i nostri genitori, i anni 60, 70, 80. Sembra il paradiso. Eppure….. a noi è stato vietato. Ricordo qualcuna.
* “Regalate ai bambini dei dolcetti, hanno bisogno per svilupparsi” era una scritta su qualche clinica medicale di bambini. (oggigiorno sarebbe catalogata criminale).
* “Dai, ti offro un bicchiere di vino e poi ti accompagno a casa” (oggi se lo fai, ti guardano come un delinquente, oltre il rischio patente, multe e sequestro della macchina)
* Guidare senza la cintura di sicurezza (certo che farlo oggi vuol dire rischiarti la vita. Ma mi chiedo come lo hanno fatto cosi benissimo per cento anni i nostri genitori? Ancora una cosa. Perché non ci fanno mai vedere il percentuale dei deceduti sulle strade da oggi e da ieri? Ma paragonato alle vetture che erano prima e che sono oggi)
* Tuttora oggi non riesco a capire….. come può camminare un cagnolino di taglia piccola (ma anche media o grande) con la museruola? Che piacere puo avere povero cagnolino? Secondo me, la più grande gioia sua sarà….. quando arrivato in casa gliela togliamo.
Ed i esempi possano continuare…..
Caro Valentino,
Quanto hai ragione!
Buona serata.
Quarc
bellissimo post – complimenti – ogni tanto metterei puntini sulle I fa bene a chi scrive e a chi legge – ora vado subito a farmi la mia dose di cioccolata e poi affronto il mondo, felice! ciao ciao
Cara Loretta,
Ti è piaciuto? Mi fa piacere… tanto.
La cioccolata? È anche quello un viziato?
Ciao.
Quarc
L’argomento è piuttosto complicato, credo. Soprattutto per chi non è del settore. Io credo che un medico, sconsigliando a un paziente il fumo (o un vizio obiettivamente dannoso) faccia il suo dovere in modo, diciamo così, pratico, … da manuale.
Però sono d’accordo sul fatto che non tutti i vizi siano da abbattere in maniera sistematica e che la terapia sulla malattia vada sostituita quanto più possibile da una terapia sul paziente.
Mia nonna ad esempio cominciò a fumare, sotto suggerimento del suo medico, oltre 30 anni fa quando, a seguito di una paralisi facciale, il dottore le disse che in questo modo avrebbe potuto stimolare i muscoli del viso a riprendere una sembianza normale.
Fatto bene, fatto male? Non so. Mia nonna non ha più smesso di fumare, neanche quando il viso è tornato a posto.
Oggi ha 80 anni, il diabete, molti acciacchi e 3-4 sigarette al giorno non hanno mai fatto la differenza sul suo stato di salute. Io, comunque, resto contraria al fumo. Anche per chi lo aspira passivamente.
Cara Eleonora,
È appunto tutto relativo… e siamo tutti diversi; anche i gemelli che sicuramente non la pensano in modo identico.
Bella la storia di tua nonna. Mi è piaciuta veramente.
Buona giornata.
Quarc
A proposito dei nonni. Il mio è morto alla venerabile eta di 83. Fumava (penso) 2 pacchetti al giorno. Senza filtro. Ultimamente aveva una tosse assai spaventosa. Sopratutto di notte. Ma……
Beveva latte. Latte di capra. Era il suo unico dessert dopo il mangiare. Una bella ciotola grossa di latte con polenta. Tutta la sua vita. A volte, gli portavo dalla città qualche dolcetto. Un cioccolatino o qualche waffer. Ma anche questi, li prendeva la mia nonna che era ghiotta di “roba da città”.
Perché lo dico questo? Perché un mese fa, un amico di Treviso, cercava di convincermi come che il latte e dannoso per adulti. Che contiene qualche enzima che sarebbe tumorale per l’uomo. Che siamo l’unica specie animale della Terra che beve latte anche dopo il svezzamento. Che la colica è una conseguenza del rifiuto del nostro corpo. Etc…. etc…. etc.
Ma dico io….. abbiamo allevato mucche, capre, e pecore per centinaia di anni. Tutto ciò per avere da loro principalmente il latte. Ed ora….. scopriamo che non dovevamo farlo?
P.S. “Credimi amico mio, dovresti subito rinunciare al latte” disse lui con un aria da saggio omni-sapiente. E poi (visto che ci trovavamo al pranzo) si imbocco un pezzettino di…. formaggio.
Caro Valentino,
La necessità di rinunciare ai latticini o ad altri alimenti può essere consigliato a causa di intolleranza proprio a quell’alimento. È vero che siamo gli unici mammiferi che continuano a bere latte anche dopo lo svezzamento.
Siamo tutti diversi… quindi sentenziare alla grande può essere (giustamente) sbagliato.
Ciao.
Quarc
Ma allora io non sapevo se amavo o odiavo la sigaretta e il suo sapore e lo stato in cui la nicotina mi metteva. Quando seppi di odiare tutto ciò fu peggio. E lo seppi a vent’anni circa. Allora soffersi per qualche settimana di un violento male di gola accompagnato da febbre. Il dottore prescrisse il letto e l’assoluta astensione dal fumo. Ricordo questa parola assoluta! Mi ferí e la febbre la colorí: Un vuoto grande e niente per resistere all’enorme pressione che subito si produce attorno ad un vuoto.
@Rigoberto,
Benvenuto nel mio blog. Grazie per la tua testimonianza.
Quarc
Quanti sono i fumatori nel mondo? Un miliardo di uomini e 250 milioni di donne secondo l’ultima edizione del Tobacco Atlas (Atlante del tabacco), una «mappa» del fumo realizzata dall’American Cancer Society e ratificata dall’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità). Ma il dato che più fa riflettere non è il numero assoluto dei fumatori, quanto la loro distribuzione territoriale (vedi cartina a lato), che stigmatizza, numeri alla mano, un fenomeno ben noto da tempo, e cioè che le multinazionali del tabacco hanno cambiato i loro «territori» di caccia, rivolgendo le loro attenzioni soprattutto fuori dai confini del «primo» e del «secondo» mondo. Se infatti nelle società occidentali, in particolare negli Stati Uniti, il fumo sta declinando costantemente da qualche decennio, l’opposto sta accadendo in Asia, nell’ex Unione sovietica e in alcuni Paesi dell’Africa e dell’America latina. Impressionano, ma è solo un esempio, i dati del Vietnam, dove, secondo le stime, i fumatori spendono per il tabacco quattro volte di più rispetto a quanto investono per l’educazione e il doppio di quanto tirano fuori dal portafoglio per le spese sanitarie.
@Lyman Bass,
Benvenuto nel mio blog.
Quello che scrivi è molto interessante. Non ho visto la cartina e penso che per le multinazionali del tabacco sia molto importante trovare nuovi clienti. Credo che la componente “tragica” delle sigarette stia in “droghe sconosciute” che obbligano alla dipendenza. In questo modo si riesce a conservare i nuovi mercati.
Ciao.
Quarc
[…] https://quarchedundepegi.wordpress.com/2013/04/08/vivere/ […]
Questo tuo articolo mi ha ricordato una cosa:
E’ inutile vivere e nutrirsi come se si fosse ammalati per poi, alla fine, morire sani !
Cara Neda,
Non ricordavo di aver scritto quell’articolo… bellissimo!
Hai fatto un bel pensiero.
Concediamoci qualche vizietto.
Quarc
Con moderazione si può godere di molte cose.
Cara Neda,
I nostri progenitori latini dicevano appunto: “EST MODUS IN REBUS.”
Buona notte.
Quarc
Questo è un post che vive di una illuminante visione ed è sorprendete che arrivi da una persona che lavora (o ha lavorato) nel campo medico. È vero quello che dici, perché di esempi viventi ne possiamo trovare ovunque, anche nella nostra seppur esigua schiera di amici. Complimenti per il post, ed una buonissima serata.
Grazie Caro Clipax,
Come vedi c’è sempre Einstein in agguato… è tutto relativo.
Purtroppo il “buon senso” è diventato un optional e gli estremismi sono sempre in agguato.
BUON GIORNO.
Quarc