Da medico conosco l’esistenza dell'”accanimento terapeutico”.
Chiunque può approfondire l’argomento dato che oggi internet ci permette di acquisire informazioni a 360°.
Secondo me è accanimento terapeutico anche un eccessivo zelo nel cercare di essere utili… a tutti i costi. Alle volte una buona parola, un sorriso, un ascolto empatico e una semplice strategia contro il dolore possono molto di più di infiniti protocolli ricavati dall’indagine tecnologica.
Ma non esiste solo la medicina. Il sottoscritto non è solo medico, è anche un umano con tanti difetti e qualche pregio.
Fra i difetti, se difetto è, c’è quello che gli sono sempre piaciuti i francobolli, e ha sempre considerato interessante tutto ciò che ha a che fare con la posta.
La posta, che dovrebbe essere un “servizio pubblico” a tutti gli effetti… e solo questo, ha dimenticato il proprio ruolo più importante.
Vi presento un accanimento “timbratorio” non terapeutico animato da rabbiosa maleducazione o semplice mancanza di rispetto:
Questi sono francobolli validi e dimostrarono (il 25 ottobre 2002) l’avvenuto pagamento della tassa per il trasporto e il recapito di un oggetto di corrispondenza.
Anche in questo caso, la povera Paola Ruffo di Calabria regina dei Belgi viene maltrattata da un’obliterazione selvaggia… come si può ben vedere:
Dovrebbe essere risaputo che se io compro un francobollo per affrancare una qualsivoglia corrispondenza, se ho pagato il francobollo, da quel momento sono io il proprietario del francobollo.
Se con quel francobollo affranco una lettera, metto l’indirizzo e l’imbuco, con quel francobollo dimostro all’amministrazione postale di aver pagato la tassa per l’inoltro e il recapito della lettera. Il proprietario del francobollo continuo a esserlo io, o potrà diventarlo il destinatario.
L’amministrazione postale dovrà obliterare (timbrare) il francobollo per evitare che venga nuovamente utilizzato per l’invio di un altro oggetto di corrispondenza; lo dovrà obliterare sì, ma sarà giusto che lo obliteri tenendo conto che si tratta di un oggetto di altrui proprietà; dovrà quindi timbrarlo rispettando la proprietà… con educazione.
Il problema però è che sembra tutto sbagliato. Non sono le poste al servizio del cittadino, sono i cittadini al servizio dell’Amministrazione Postale.
Ma che ne sa l’Amministrazione Postale Italiana del significato della parola educazione?
È una questione di principio. Di fronte a quello che succede nel mondo dove si ammazza la gente come se fossero ravanelli, questo problema sembra irrilevante. Ma se l’educazione e il rispetto arrivassero al cittadino dall’alto delle Istituzioni, probabilmente qualcosa cambierebbe e sicuramente migliorerebbe.
Osservate questo:
Fu emesso per inneggiare alla filatelia; per coloro che collezionano francobolli nella speranza che nuovi collezionisti si fermino davanti agli sportelli che vendono francobolli e ne acquistino e… diventino collezionisti.
Ma se un collezionista vuol fare un piacere a un altro collezionista e fargli arrivare un plico con un bel francobollo che potrebbe gratificare il mettere da parte e ordinare francobolli, pensate voi che questo “accanito” deturpamento stimoli il collezionismo?
E questo?
Questo è per i collezionisti di questi carissimi pezzetti di carta, ma anche per inneggiare agli sportivi in generale, ma in particolare ai cultori del Baseball.
Potrei continuare contro questo “accanimento” di certi impiegati delle poste italiane.
Per il momento mi fermo perché il momento internazionale fa molto ponderare circa la tristezza che produce il dover sentire certe efferatezze “in nome di dio”. Rimane però il fatto che se si cresce nella maleducazione e nella mancanza di rispetto si lascia da parte ogni altro valore.
QUANTE SOFFERENZE GRATUITE!
PERCHÉ?