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Archive for gennaio 2016

COL FRANCOBOLLO!

Qualche giorno fa, esattamente il giorno dopo quello che si può leggere sul timbro, ho ricevuto una lettera con un francobollo.

Il triciclo nel francobollo.

Il triciclo nel francobollo.

Quando ormai non si usano quasi più, e se si usano sono i soliti… sempre gli stessi, questa volta, nel vedere questo francobollo ho gioito. Non solo perché è un francobollo diverso dal normale, ma perché mi ha fatto ricordare il gusto e il piacere delle prime pedalate.

Sì, perché al triciclo ha fatto seguito una biciclettina con le rotelline laterali, poi una bicicletta vera e, infine, non potrò mai dimenticarla, la bicicletta da corsa.

RICORDA ANCHE A VOI QUALCOSA DELLA VOSTRA INFANZIA?

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SORRIDIAMO UN PO’… 2

Questo… dell’amica Mirna:

https://mifo60.wordpress.com/2016/01/22/buondi-88/

Parla da sé

Parla da sé

mi ha fatto ricordare la vignetta delle bustine di zucchero.

A Ginevra nel 1966… quindi qualche anno fa.

Sul retro, fra l’altro, sta scritto che nel XVII° secolo, i medici raccomandavano di fare il bagno nel caffè per poterne “captare” tutta l’energia.

Chissà se la Moka basterebbe!

…o sarebbe necessaria una caffettiera grande grande!

Beh, io non proverò. Se qualcuno vorrà provare, mi dica come si sta… dopo.

 

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Credo sia giusto, anzi molto giusto, parlare della bimba che ha tentato di metter fine ai propri giorni a causa del bullismo dei compagni di scuola.

Un branco di lupi.

Un branco di lupi.

Sì, è veramente terribile dover pensare che certi “branchi” riescano ad essere così malvagi. D’altra parte, se certi adulti si comportano in quel determinato modo, possono benissimo aver cominciato da giovanissimi a sorridere di fronte alla sofferenza dei propri simili.

Il mio semplice pensiero considera essere giusto agire con determinazione nei riguardi di certi andazzi. I vecchi però e gl’imprenditori nel riguardo dei quali lo Stato è debitore possono tranquillamente morire o impazzire? Sembra proprio di sì.

Intanto leggo questo di Monique:

https://lelunedisibilla.wordpress.com/2016/01/20/houston-abbiamo-un-problema-2/#comment-7416

che non mi lascia allibito. I giovani “mostri” di oggi, saranno gli osannati Ministri di domani o i semplici Parlamentari che avalleranno le decisioni superiori pur di rimanere sulla poltrona? Le probabilità sono alte.

…e i vecchi che non servono più, ma mandano in fallimento l’INPS, possono pure morire in macchina…

…PURCHÉ ABBIANO PAGATO LA TASSA SULLA PROPRIETÀ.

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Quando sei su una “sicurissima” nave da crociera, ti trovi in mezzo all’Oceano Atlantico e le onde raggiungono anche l’altezza di dieci metri, si pensa solo al fatto che si potrebbe soffrire a causa dell’ondeggiamento dello scafo, per cui va benissimo se non si ha nausea e non si vomita. Non solo la nave ondeggia con rollio, beccheggio e qualche spiacevole “imbarcata”, ma chi si trova tranquillo in cabina, magari sul letto, sente in continuazione scricchiolii dei mobili e delle pareti, colpi forti come se venissero dal di sotto e qualcuno bussasse, sensazioni violente di sbandamento sicuramente a causa di forti onde contro lo scafo; per non parlare di sensazioni di sollevamento con repentino sprofondamento e movimenti ripetuti sussultori accompagnati da spinte laterali senza preavviso. Se poi ci si decide di mettersi in movimento per raggiungere i piani alti della nave, la camminata è molto simile a quella dell’ubriaco, per cui è impossibile camminare diritti e, dopo aver sollevato il piede e la gamba per fare un passo, il piede sembra debba rimaner sollevato, e quando toccherà terra, lo farà in un punto diverso dal previsto. Se poi si decide di mangiare qualcosa, bisogna fare molta attenzione ai repentini sbandamenti della nave ed essere ben pronti ad afferrare le suppellettili che sono sul tavolo dato che potrebbero scivolare via.

Se poi lo sbandamento sarà particolarmente forte, si potrà vedere volare per terra anche qualche umano che, seduto al tavolo, non ha avuto l’accortezza di tenersi saldamente al tavolo stesso… che per fortuna è fissato al pavimento.

Fa una certa impressione, per fortuna raramente, sentire la nave “scrollata” con tale violenza per cui ci si trova a sperare che la costruzione sia stata fatta alla perfezione; sembra infatti che la nave stia andando in pezzi.

Dopo la partenza dalla Groenlandia, fu proprio così per 4 giorni… e 4 notti. Proprio a causa del mare decisamente mosso che fu saltato uno scalo in Canadà e fu in forse il secondo scalo ad Halifax.

Non avrei mai immaginato di mettere i miei piedi sul suolo groenlandese, e tanto meno avrei immaginato di farlo trasportato da una nave da crociera.

Qaqortoq

Qaqortoq

La bellezza affascinante del villaggio “multicolore”, su una terra brulla spruzzata di neve con strade parzialmente ghiacciate in una giornata col cielo terso e azzurro intenso è… semplicemente indimenticabile. Per fortuna esiste la possibilità di “rivedere”, per ricordare, con le fotografie. E, con le fotografie si può anche immortalare la buca delle lettere nella quale, fra l’altro, s’è imbucata la cartolina per parenti e amici.

La buca dall'Ufficio Postale

La buca dall’Ufficio Postale

Proprio così! Arrivammo di buon mattino nella rada di Qaqortoq, un villaggio inuit nel sud della Groenlandia. Era ancora ottobre, ma la temperatura attorno ai 5 gradi sotto lo zero, ci consigliò giustamente di ben coprirci, tanto più che il tragitto dalla nave alla terraferma fu su un Tender (motoscafo molto capiente per 50 e più persone, coperto e con due motori ma con aperture laterali che lasciano passare l’aria… gelida). Anche se il tragitto durò solo circa 10 minuti, arrivando infreddoliti si viene attirati da un edificio che vende un po’ di tutto per quanto riguarda i “souvenirs”, artigianato locale, ecc. … e cartoline. Non siamo solo noi! C’è la ressa delle grandi occasioni. Gli abitanti del villaggio che di colpo vengono assaliti da qualche migliaio di curiosi. Sì, in fondo siamo dei curiosi, ma loro sono, o, per lo meno sembrano contenti.

La bandiera della Groenlandia dal 21 giugno 1985.

La bandiera della Groenlandia dal 21 giugno 1985.

Compriamo un paio di cartoline e delle calze del luogo con la bandiera della Groenlandia… regalate quasi tutte ai nipotini. Per i francobolli ci dicono dove si trova l’ufficio postale; proprio quello che volevo!

Ci sono pure delle bancarelle all’aperto gestite da Inuit: compriamo un cristallo e lo paghiamo. Il simpatico Inuit che mi ha venduto il cristallo, dopo avermelo consegnato ha voluto darmi la mano… col sorriso! Che bello! L’ho fotografato.

L'Ufficio Postale

L’Ufficio Postale

Andiamo alla ricerca dell’Ufficio Postale e siamo stupiti del fatto che sulle strade ci sono relativamente molte macchine. Ci sono molte persone che attendono l’apertura dell’Ufficio. Decidiamo di passare un po’ dopo. Fa bel freddo, e vediamo con piacere la macchina della posta… che fotografo con gioia.

Il furgone della posta

Il furgone della posta

Nel piccolo percorso verso la posta, abbiamo la fortuna d’incontrare una piccola “carovana” di bambini dell’asilo: Dei bellissimi bambini del luogo, che, ben ordinati, accompagnati da attente maestre, vanno giudiziosamente a coppie verso il mare.

La cartolina che sono spedito. Bimbi Inuit e bandiere della Groenlandia.

La cartolina che mi sono spedito. Bimbi Inuit e bandiere della Groenlandia.

L’Ufficio Postale apre alle 10 e ci sono già molte persone in coda che aspettano. Siamo già abbastanza intirizziti; andiamo alla ricerca di un ambiente caldo dove poter avere un caffè o, per lo meno, una bevanda calda. Non lo troviamo.

Il numerino

Il numerino

Nel frattempo apre lo sportello della posta… modernissimo e coi numerini. Ho tenuto il mio numerino. Proprio come i nostri in Svizzera. C’è solo una grande differenza, e cioè che sono scritti in una lingua difficile da capire… per noi naturalmente!

Va benissimo! Prendiamo il nostro numerino e, per la prima volta sono contento di dover aspettare alcuni minuti nell’attesa del nostro turno. Stare al caldo e sentire le mani che riprendono una temperatura normale… è una goduria! Sì perché non sopporto il freddo, specialmente alle mani, e questo da quando feci, anni fa, la chemioterapia. Ormai è tutto apparentemente passato. Secondo le statistiche mediche, ammesso che le statistiche siano valide, sono ormai fuori. Dovrei essere come guarito… nel senso che il cancro non dovrebbe più venirmi nello stesso posto. È chiaro che potrà venire da qualche altra parte. Bisogna sempre essere pronti… o far finta di niente.

Il francobollo della Groenlandia... obliterato!

Il francobollo della Groenlandia… obliterato!

Di ritorno a casa, trovo con gioia la cartolina col francobollo timbrato: timbrare (che significa in questo caso obliterare) i francobolli fa parte dell’efficienza del servizio postale.

Per il mio cervello tarlato di collezionista di foto di buche postali delle lettere, è veramente unico aver potuto fotografare una buca della Groenlandia, ed esser riuscito a  spedirmi una cartolina. Non credo infatti che mi capiterà di ritornarci e difficilmente qualcuno mi spedirà una foto da quell’enorme isola americana. Eh sì. Anche se la Groenlandia è nell’orbita della Danimarca, fa parte dell’America.

L'Ufficio postale di Qaqortoq

L’Ufficio postale di Qaqortoq

Posso fotografare l’ufficio postale… (è quasi un “addio”) dall’altra parte… prima di continuare la passeggiata nel villaggio… malgrado il freddo.

L'altra buca della Groenlandia.

L’altra buca della Groenlandia.

Non possiamo passeggiare troppo a lungo, anche perché dovremo presto metterci in coda per ritornare sulla nave che ci porterà in Canada.

Ma che bello! Trovo un’altra buca… e la fotografo.

Sembra piccola, ma la grandezza è uguale all’altra. Il problema fu che la temperatura era stabilmente sotto lo zero, per cui, prima di fotografare bisogna togliersi i guanti, fare in modo che con  le mani ugualmente fredde la macchina fotografica non scivoli per terra e scattare la foto… mentre chi era con me già lontana era. Bisognava quindi far presto.

Vorrei fare una piccola considerazione: “Non potrei vivere in una terra così fredda. Devo però dire che la cortesia e la gentilezza delle persone incontrate fu meravigliosa.”

 

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C’è qualcuno che dice che con la morte comincia la vita. Può anche essere vero, ma, per il momento si preferisce non sperimentarla.

Recentemente ho letto questo… che vi invito a leggere:

https://ladimoradelpensiero.wordpress.com/2016/01/12/iniquita/

Si potrebbe solo aggiungere che oggi una situazione come questa è normale, nello stesso modo come è normale che lo Stato, la Repubblica Italiana, paghi i propri debiti con molto ritardo… credo di aver sentito dire così. È altrettanto normale che un Imprenditore si suicidi perché non ce la fa più ad andare avanti dato che lo Stato si è dimenticato di pagare una o più forniture.

Da "Dante in fumetti

Da “Dante in fumetti”

Passando apparentemente ad altro argomento, mi sovviene che Dante fu piuttosto arrabbiato col papa Celestino V, quello “che fece per viltade il gran rifiuto” e lo piazzò fra gli ignavi… che oggi chiameremmo abulici o vigliacchi.

Bisogna però dire che Celestino V, proclamato santo dalla Chiesa, si ritirò perché sentì troppo pesante la responsabilità del papato; in poche parole non sentiva in sé la capacità di governare la Chiesa. Le dimissioni furono un atto di umiltà.

Oggi assistiamo a qualcosa di molto peggio. I Governanti di uno Stato che, incapaci di fare il bene dei cittadini, li lasciano morire e si trincerano dietro a leggi antiche o recenti e dietro a Burocrazie non smantellabili. Ma i Governanti stanno lì solo per scaldare uno scranno, litigare e venire pure alle mani, o dovrebbero legiferare per il bene dei cittadini cambiando eventualmente certe regole sbagliate?

Quando si sente un Sindaco della Repubblica che non può aiutare chi sta per morire di fame, cosa si deve pensare?

Ma chi dice di non riuscire e di non poter fare pur trovandosi nella stanza dei bottoni, o è un vigliacco o addirittura un assassino… tanto più se permette la morte dei cittadini. In ogni caso non sa fare il suo lavoro.

Placca

 

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Certo che la Germania mi ha impegnato molto. Siamo quasi arrivati ai giorni nostri, nel senso che stiamo arrivando a quel giorno in cui il grande Gorbaciov aiutò a far piazza pulita del muro che divideva i berlinesi e, di riflesso, i tedeschi.

Riunificazione tedesca.

Riunificazione tedesca.

Era il 3 ottobre 1990 quando comparve questo semplicissimo francobollo. La Germania riunita, con all’inizio qualche difficoltà ricominciò ad essere qualcosa di più della locomotiva d’Europa.

Ricordo che in quel periodo mi trovavo in Germania, vicino a Friburgo, per un corso di specializzazione; ricordo che chiesi a un medico tedesco: “E ora come la mettete coi tedeschi della Germania Orientale?” Mi rispose: “Ora bisogna che anche loro imparino a lavorare.”

Perché, prima non lavoravano? Pare che non lavorassero troppo, ma ricevevano dallo Stato quanto sufficiente per tirare avanti… mai troppo.

Uno

Uno

Prima della caduta del muro i francobolli della Germania Occidentale erano targati DEUTSCHE BUNDESPOST. Come questo che c’insegna che è esistito questo personaggio: Monaco tedesco del 1400 che avrebbe scritto L’Imitazione di Cristo.

Io non ne sapevo nulla prima d’ora, ma è interessante come oggi, l’aiuto di Wikipedia aiuta a districarsi. Non è sempre facile ed è facilissimo prendere delle cantonate e ricevere delle informazioni sbagliate. Il personaggio di questo francobollo invece è molto conosciuto… anzi forse troppo.

DUE

DUE

Penso che fosse tutt’altro che un mistico. Chissà! Una cosa è certa che Lenin e Stalin si sono almeno in parte ispirati a lui per compiere le scellerate azioni che molti di noi conoscono. Per qualcun’altro non furono scelleratezze… specie quando le truppe dell’Unione Sovietica invasero l’Ungheria desiderosa di libertà.

Per ultimo, possiamo vedere un francobollo che commemora coloro che pensarono bene di mettere un freno alle libertà o licenze di coloro che

TRE

TRE

Governavano la Chiesa Cattolica: i protestanti luterani.

In questo francobollo viene commemorata la “Federazione Mondiale Luterana” in quel di Hannover nel 1952.

Peccato che le poste cerchino di eliminare i francobolli, dato che, se se ne ha voglia, quando arriva una lettera con francobollo, può essere interessante approfondire l’argomento accennato arrivando, come in questo caso, a cercare e trovare il perché del protestantesimo, arrivando poi a scoprire i calvinisti, i seguaci di Zwinggli, e così via. Non colleziono i francobolli tedeschi, ma non li butto via…

IRIS

IRIS

…nello stesso modo come non ho buttato via questo bell’Iris della serie ordinaria che fa bene all’occhio.

Come con questo piacevole francobollo, ci sarebbero sicuro molti altri francobolli da scoprire.

Ora la Germania è unita e cerca di dettar legge all’Europa. Anche lei può sbagliare e l’ha dimostrando con delle “terribili” truffe automobilistiche… stimolate dal desiderio di avere il mercato in mano e guadagnare tanti soldi… quei soldi che non hanno però mai fatto la felicità.

Dicono infatti che non ce li possiamo portare dietro dato che, tutto quello che abbiamo è semplicemente “in prestito“.

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