La nostra nave riparte tranquillamente per le Isole Orcadi.
L’anno scorso, quando la nave ci portò a New York, avrebbe dovuto fare scalo alle Orcadi, ma saltò lo scalo a causa del vento troppo forte.
La nave, piuttosto troppo grande, non più a misura d’uomo, obbliga a lunghi spostamenti… possibili solo dopo aver capito dov’è la prua e la poppa e compreso quali sono i ponti che permettono l’attraversamento della nave.
Qua e là, durante gli spostamenti, si possono vedere molte statue. Sono “sicuramente” tutte delle opere d’arte. Le ho fotografate quasi tutte. Questa mi sembra valida… per lo meno m’è piaciuta.
La navigazione è tranquilla e raggiungiamo l’attracco di Kirkwall.
Queste isole, più di 70 sono a nord della Scozia, fanno parte della Scozia, ma, dato che in passato hanno subito l’influsso dei Vikinghi, hanno una bandiera che ricorda un po’ quelle dei Paesi scandinavi.
Non tutte le isole sono abitate; solo una ventina. Un’isola aveva solo un abitante che curava i propri animali. Alla sua morte, le figlie vanno regolarmente sull’isola ad accudire agli animali.
Sulle isole c’è sempre vento… e fa freddino (siamo infatti alla stessa altezza del sud della Groenlandia). Grazie al vento, dal punto di vista energetico le isole sono autosufficienti con energie rinnovabili. Si vedono un po’ dappertutto le eliche che piacciono tanto al nostro Sgarbi. Meglio sicuro di un po’ di radioattività scappata dai reattori.
La nave attracca un po’ lontano da Kirkwall, la capitale delle Orcadi. Dovremmo raggiungerla con un bus messo a disposizione dalla città. C’è troppa gente e, decidiamo di andare a piedi… anche se la temperatura è freddina e il vento non dà pace. Arriviamo do po un po’ più di mezz’ora, però possiamo vedere molte pecore e due agnellini appena partoriti. Uno non riesce ancora a stare in piedi.
Ma come fa a resistere con quel freddo. La natura è veramente grande!
Il nostro cammino prosegue tranquillo finché vediamo la capitale delle Orcadi… un po’ controluce. Il Duomo o Cattedrale è il monumento più importante della città.
Arriviamo in centro e, prima di arrivare alla Cattedrale troviamo due giovani che suonano musiche scozzesi.
La Cattedrale è proprio a due passi.
Quell’apparente rampicante rosso e formato di tante foglie di plastica in ricordo dei numerosi caduti in guerra. Non si dimentichi che da quelle parti c’è la famosa Baia “Scapa Flow” che ebbe risalto dopo la Prima Guerra Mondiale. Il 21 giugno 1919 la flotta tedesca, che era nella baia, si autoaffondò. Fu importante anche nella Seconda Guerra Mondiale. Già nel 1939 il 13 ottobre il sommergibile tedesco U-47 penetra nella base e affonda la corazzata HMS Royal Oak; quattro giorni dopo la Luftwaffe compie il suo primo attacco ai danni della base danneggiando la corazzata HMS Iron Duke. Naturalmente dopo queste offensive, i britannici aumentarono le difese della baia.
Una simpatica escursione in pullman ci permise di vedere un po’ di oceano con la bassa marea.
Tornando vediamo dal bus un cerchio di “pietre piantate nel terreno da chissachi.
Queste pietruzze infilate nel terreno sono impressionanti. Sembra che il sito possa essere datato al 3000 a. C.
Ho acquisito una cosa bellissima. Nelle isole Orcadi non c’è criminalità. Anticamente, se qualcuno si comportava male, veniva portato su un’isola piccola e disabitata e colà abbandonato. Se qualcuno gli portava del cibo poteva sopravvivere, altrimenti… BUON RIPOSO.
Se da noi dovessimo fare così, le Isole Orcadi (circa 70) non basterebbero.
La nave riparte a sera alla volta di Greenock.
(continua)