Registrazione del 27 febbraio 2017
Personaggi:
Panchina Petulante, Panchina Ingenua, Ulivo e Passante Alessandro.
Petulante: “Hai visto sorella che i nostri alberi stanno per svegliarsi?”
Ingenua: “Che bello. Stanno cominciando a vestirsi?”
Petulante: “Ma non sono ancora svegli. Vedi che nei rami spunta qualcosa che diventerà un gemma?”
Ingenua: “Sì lo vedo; sono contenta; quando verranno le foglie verrà anche un po’ di caldo, o meno freddo, e qualcuno arriverà ad appoggiare le sue chiappe sui miei legni.”
Petulante: “Hai ragione. Chissà se l’Ulivo ha qualcosa di nuovo da raccontarci.”
Ulivo: “Ma sì mie care; sono successe molte cose… specialmente in Italia.”
Petulante: “Cos’è successo di interessante?”
Ulivo: “Più che interessante, potrei dire triste.”
Ingenua: “Non farmi piangere. Lo sai che sono sensibile.”
Ulivo: “Effettivamente è da piangere. Ho sentito che in Italia c’era un Umano molto sofferente che non poteva muoversi ed era pure cieco. Tutto questo dopo un incidente.”
Ingenua: “Sto già cominciando a commuovermi.”
Ulivo: “Questo poveretto, malgrado ogni cura, non poteva far nulla e non vedeva se non “nero”. Prima dell’incidente era una persona allegra e molto vitale. La sua sofferenza era grandissima, al limite della sopportazione, per cui, il suo desiderio maggiore era quello di poter morire.”
Petulante: “Ma che terribile situazione! Dimmi Ulivo, lui capiva tutto? Parlava?”
Ulivo: “Sì, capiva tutto. Parlava anche, ma male. Orbene, ha finalmente potuto morire, però venendo da noi in Svizzera, nella Svizzera tedesca. Ha potuto usufruire del “suicidio assistito”… proprio oggi.”
Ingenua: “Mi hai fatto piangere. Ma c’era bisogno che soffrisse anche per un lungo viaggio? Non poteva rimanere in Italia? Che sofferenza un viaggio così lungo oltre Gottardo!”
Ulivo: “No, non poteva rimanere in Italia, perché la legislazione italiana non permette il suicidio assistito.”
Petulante: “Ma come, uno non può disporre di se stesso?”
Ulivo: “In Italia no. Il suicidio è proibito.”
Petulante: “Io credevo che l’Italia, con i suoi difetti, fosse una Nazione all’avanguardia… e bellissima. Ma sono cretini gli italiani? Vedo il Passante. Provo a chiamarlo… Mi ha sentito. Ora viene a scaldarmi un po’ con le sue chiappe e vediamo cosa ha da dirci.”
Passante: “Buongiorno carissime. Come state?”
Petulante e Ingenua: “Bene grazie… ci sei mancato.”
Passante: “Non esageriamo. Cos’è successo?”
Petulante: “Abbiamo sentito di quel povero Umano molto sofferente che, per morire ha dovuto varcare la frontiera e andare nel Canton Zurigo.”
Passante: “È vero; è terribile.”
Petulante: “Ma tu che sei medico, cosa puoi dirci? E poi, come ti chiami? Passante non mi piace.”
Passante: “Chiamatemi Alessandro.”
Ingenua: “Che bel nome… Alessandro. Mi piace. Anche tu sei bello.”
Passante Alessandro: “Smettiamola di dire stupidaggini. Circa la tragedia di quel poveretto, non posso dirvi molto. Prima, come medico, posso dirvi qual’è il compito di un medico.”
Ingenua: “Siamo tutt’orecchi. Mi piace quando ci parli.”
Alessandro: “Il primo compito del medico è quello di curare; quello cioè di cercare di ottenere la guarigione se una persona è malata; inoltre è molto importante aiutare a non soffrire. Molte persone soffrono a causa di malattie cosiddette “inguaribili”; in questi casi il medico deve far in modo che quelle persone non soffrano o soffrano il meno possibile. Alcune volte, molti medici si pongono un problema particolare, e cioè hanno paura di nuocere a quella persona se, per non farla soffrire, danno dei medicamenti un po’ fortini.”
Petulante: “Ma se il compito è quello di evitare la sofferenza?”
Alessandro: “Appunto. Se per evitare la sofferenza, sempre di fronte a “situazioni cosiddette terminali” si deve calcare la mano e chi sta soffrendo molto si addormenta per sempre, c’è sempre il pericolo che arrivi il solito “sapientone” o ancor meglio “moralista” che si permetterebbe di ipotizzare un omicidio.”
Petulante: “Ma se è, come hai detto tu “terminale”, cosa avresti fatto di male come medico?”
Alessandro: “Lo so, lo so. Ma vedi, ci sono sempre tanti Umani che tutte le volte che aprono bocca si dimenticano di collegare il cervello.”
Petulante: “È vero che in Italia se un Umano soffre molto e non potrà più avere una vita con un pizzico di vivibilità, non può neppure chiedere di essere aiutato a morire?”
Alessandro: “Sì, è proprio così. Il “Legislatore” si è dimenticato di sistemare questo piccolo particolare. Purtroppo negli ultimi tempi, in Italia s’è dimostrato più importante litigare che legiferare in modo intelligente. Il singolo cittadino, in tante situazioni, è abbandonato a se stesso. Oltre alla parola onestà che sembra proprio obsoleta, le parola dignità e rispetto stanno vagando in un nebbioso limbo.
Petulante: “Allora è grave.”
Alessandro: “Il problema più grosso, almeno dal mio punto di vista, è che oggi, e non solo in Italia, si vuole guadagnare tanti soldi, ma non ci si vuol prendere la responsabilità relativamente a decisioni importanti e non procrastinabili.”
Ingenua: “Ma allora quegli Umani che si chiamano Deputati e Senatori della Repubblica non sono capaci di fare il loro lavoro. Dovrebbero essere licenziati o denunciati.”
Petulante: “Non dire sciocchezze. Quelli sono quasi intoccabili… e poi non vanno quasi mai a lavorare. Tante volte l’aula di Montecitorio è quasi vuota…”
Ingenua: “Ho sentito parlare di vitalizio… cos’è?”
Petulante: “È la bella pensione che prendono quelli che non hanno fatto quasi niente e, per poco tempo.”
Alessandro: “Carissime, vi saluto… salutatemi l’Ulivo.”
Petulante e Ingenua: “Vai già via? Ciao. Vieni presto a trovarci.”