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Archive for ottobre 2017

L’ho trovata… e ve la passo… per chi ha voglia di leggere… in realtà pochissimi.

https://biobriskch.wordpress.com/2017/10/24/la-tartarughina/comment-page-1/#comment-7

Mi sembra uno stimolo verso la NON monotonia. La varietà dei colori è la nostra vitalità.

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L’Albero: “Ho sentito dire che a Genova c’è una statua… ovvero un monumento a Cristoforo Colombo. È vero… tu che sei genovese?

Alessandro: “Certamente, come puoi pensare che Genova non abbia dedicato un monumento a un suo figlio? Se si vuol saperne di più basta andare a leggere questo bell’articolo:

https://dearmissfletcher.wordpress.com/2017/10/12/a-cristoforo-colombo-genovese-e-navigatore/

Panchina Petulante: “Ciao Alessandro, tu sei genovase vero? Non ti senti un po’ orgoglioso pensando di aver avuto un concittadino così importante?”

Alessandro: “Direi di sì, però non posso fare a meno di considerare che la mia mente mi ha obbligato a ricordare. Sono andato indietro di qualche anno, quando, a cavallo fra il 2000 e il 2001 mi trovai con mia moglie e un piccolo gruppo di svizzeri a Reykjavik in Islanda a visitare la Cattedrale della città. La nostra guida, dopo la visita al luogo di culto ci fece vedere la statua di Leifur Eriksson. Quando gli dissi che: “Sono genovese.”, mi chiese: “Cosa ne dicono a Genova del fatto che non fu Cristoforo Colombo a scoprire l’America?”

Una cartolina dell’epoca con la Cattedrale.

Panchina Ingenua: “Povero Alessandro. Ti sei trovato in difficoltà?”

Alessandro: “No no.”

Petulante: “E cosa gli hai risposto?”

Alessandro: “Gli risposi che la maggior parte dei genovesi non sanno neppure dove sia esattamente l’Islanda, immaginiamoci se conoscono la storia di Leif Eriksson.

Quadro di Christian Krohg: L’AVVISTAMENTO DELL’AMERICA.

L’Albero: “Trovo molto strano che i genovesi, non ho detto voi genovesi, non s’interessino particolarmente a questo straordinario avvenimento, e cioè che circa 500 anni prima di Cristoforo Colombo un europeo mise piede sul suolo americano. Bisogna dire la verità, fu questo navigatore, attorno all’anno 1000, a scoprire il Canada, e cioè l’America del Nord, e, pare che vi abbia costruito anche un piccolo insediamento. Esattamente all’altezza della Baia delle Meduse che si trova nella parte più settentrionale dell’isola di Terranova in Canada.”

Alessandro: “Non bisogna stupirsi. Purtroppo i genovesi sono sempre stati un po’ chiusi, e, anche se Genova dovrebbe far parte del “Triangolo Industriale d’Italia”, ha, negli ultimi decenni, perso molti colpi. Basti prendere in considerazione i trasporti da e per Genova verso nord e da Genova verso la Riviera dei Fiori fino a Ventimiglia. Il famoso TERZO VALICO forse prima o dopo arriverà e ci potrà essere un buon collegamento con Milano e con la Svizzera; Ventimiglia è collegata a Genova da una trafficatissima Autostrada dei Fiori, la più cara d’Italia, e una ferrovia, che dovrebbe essere internazionale, con alcuni tratti ancora a binario unico… per non parlare della ferrovia Ventimiglia Cuneo ripristinata nel 1979 ora quasi in disuso. Si può dire giustamente che Genova e la Liguria dormono… anche se recentemente sembra, dico sembra, che stiano uscendo dal loro torpore.”

Ingenua: “Mi metti tristezza caro Alessandro. La Liguria è così indietro?”

L’Albero: “Forse Alessandro sta esagerando. Torniamo a Eriksson che, scendendo dalla Groenlandia costruì un insediamento a Terranova.

INSEDIAMENTO VIKINGO PATRIMONIO DELL’UNESCO

Alessandro: “Tranquilla Ingenua, non sto esagerando.

IL FRANCOBOLLO USA.

Per quanto riguarda Eriksson, possiamo dire che gli Stati Uniti d’America gli hanno dedicato un francobollo… molto semplice, che non è altro che una copia pari pari della statua di Reykjavik in Islanda.

Il francobollo dell’USA, non è l’unico a commemorare la “scoperta” del vikingo.

Anche le Poste delle Isole Faroe ci hanno pensato, e in un modo particolarmente interessante perché hanno messo a confronto il viaggio di Leif Eriksson e quello di Cristoforo Colombo… il tutto con la menzione dell’anno in cui si verificò l’evento. Sui francobolli si vedono anche le differenti imbarcazioni utilizzate per le traversate.

Ingenua: “Lo so che può sembrare strano quello che dico, ma, secondo voi, la Groenlandia è in Europa o in America?”

I FRANCOBOLLI DELLE FAROE

L’Albero: “È in America.”

Ingenua: “Quindi, se l’Eriksson, per raggiungere Terranova, è partito dalla Groenlandia, era già in America.”

L’Albero: “Hai perfettamente ragione. Tu, Alessandro, quando sei stato in Groenlandia, ti sei sentito in America?

Alessandro: “Non ci ho neppure pensato… so solo che ho sentito molto il freddo… anche se ero ben coperto.”

L’Albero: “Volevo chiederti, cos’è quella storia della ferrovia Ventimiglia Cuneo che tu hai accennato dicendo “quasi in disuso”? So, naturalmente per sentito dire, che quelli sono posti bellissimi.”

Alessandro: “È una delle tante dimostrazioni che possono farci dire che la Liguria Dorme”. Dovete sapere che alla fine della Seconda Guerra Mondiale, la ferrovia Ventimiglia Cuneo, allora tutta in territorio italiano fu resa inuttilizzabile dalle truppe tedesche in ritirata. Furono fatte saltare tutte le infrastrutture fra cui molti ponti. Era l’anno 1945 e, dato che l’Italia perse la guerra, una parte del territorio sul quale correva la ferrovia fu ceduto alla Francia. Grazie alla bontà dei politici Adenauer, Schuman e De Gasperi fu fondato un inizio di Europa Unita, e  finalmente, molti anni dopo la distruzione della nostra povera Europa, la Svizzera neutrale, la ferrovia fu ricostruita. I ponti furono ricostruiti e le gallerie rimesse in sicurezza; la ferrovia poté entrare nuovamente in funzione con grande gioia da parte di chi dall’estremo ponente ligure doveva recarsi a Torino. Erano tutti contenti a Ventimiglia quel giorno in cui ci fu addirittura un annullo filatelico speciale.

IL FRANCOBOLLO DELL’EUROPA e IL TIMBRO COMMEMORATIVO DEL NUOVO COLLEGAMENTO FERROVIARIO. NEL TIMBRO SONO LE SPOGLIE DEL PONTE DISTRUTTO E IL PONTE NUOVO DI ZECCA.

Questa ferrovia fu utile anche per chi voleva, da Genova e dal ponente ligure, andare a sciare a Limone Piemonte.

L’Albero: “Com’è l’attuale situazione di quella bella ferrovia?”

Alessandro: “Semplicemente catastrofica. Stando agli orari, da Ventimiglia a Cuneo ci sono solo due collegamenti giornalieri… e, udite udite… da Ventimiglia a Limone Piemonte si va in Bus.”

Da TRENITALIA.

Petulante: “ Ho sentito e visto giusto? Come fanno “gli addetti ai lavori” ad essere così irrispettosi verso i viaggiatori, i turisti e gli amanti di cose ferroviarie? Se non sbaglio, dopo l’inaugurazione di quel tratto ferroviario avevano addirittura ripristinato un treno che da Berna arrivava a Ventimiglia o Sanremo.”

Alessandro: “Avete capito? Non si va più in treno da Ventimiglia a Limone Piemonte. Pensate un po’, se ci riuscite, a tutti i soldi buttati solo per la costruzione dei ponti. La malvagità di chi perse la guerra, quando avrebbe voluto dominare l’Europa, distrusse opere importanti; il mentecattismo di chi dovrebbe conservare e valorizzare gli sforzi dei padri lascia “preziosi manufatti” in stato di abbandono.

L’Albero: “Se potessi riderei a crepapelle.”

Petulante: “Perché? Cosa ti fa ridere? Bisognerebbe piangere.”

L’Albero: “Lo so che bisognerebbe piangere… ma io rido pensando alla stupidità di certi Umani che non sono capaci di conservare ciò che è stato fatto in modo egregio… ma rido ancora di più se penso che per andare in treno da Milano a Roma ci vogliono meno di 3 ore e, per andare da Ventimiglia a Cuneo… che è “girato l’angolo”, ci vogliono quasi 3 ore. Perché voi Umani d’Italia maltrattate in questo modo le vostre periferie? Perché i treni buoni sono solo per Roma? Perché a Roma si “mangia” bene o perché solo a Roma ci sono “le buone forchette?”

Alessandro: “Dimentichi che il “treno buono” che si chiama Freccia Rossa va fino a Napoli.”

L’Albero: “Ma certo… a Napoli bisognava dare un contentino; far sì che potesse sentirsi importante. Era una fiorente capitale… all’avanguardia. Coll’avvento del Regno d’Italia diventò una città come le altre.

Ma che strano, abbiamo cominciato a parlare dell’America e siamo arrivati a parlare di treni… di treni italiani che maltrattano i cittadini italiani.”

Ingenua: “Io mi rattristo molto quando sento parlare di certe disonestà. Sarebbe così bello se i Governanti considerassero prioritario il benessere dei cittadini!”

Alessandro: “Hai ragione cara mia. Ora devo andare… ti lascio e vi lascio.”

L’Albero, Pertulante e Ingenua: “Torna presto.”

 

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Registrazione del 21 ottobre 2017

Personaggi:
 Alessandro, L’Albero, Panchina Ingenua e Panchina Petulante.

 

Alessandro: “Guardate un po’ cosa mi hanno mandato.

DA VIKIBAUM

L’Albero e Panchina Ingenua: “Cos’è? Un Premio?”

Panchina Petulante: “Sì, è una specie di premio; per essere precisi è un riconoscimento conferito ai bloggers per promuovere, diffondere e incoraggiare la comune passione per il blogging, sia che si parli di prosa, poesia, news,cucina, viaggi, moda ,politica , poesie. Giorni fa c’era una signora che ha piazzato per molto tempo le sue chiappe su di me… aveva il computer portatile, e, fino a che aveva batteria ha continuato a “navigare”. Ho visto che aveva qualcosa di simile.”

Ingenua: “Ma come faceva a navigare stando seduta su di te? E poi, è da quel dì che non piove!”

Petulante: “Sei fantastica sorella mia. Quando qualcuno, usando il computer, si collega a internet e va a leggere un po’ di qua e un po’ di là, o cerca delle risposte a dei quesiti, si dice che naviga… proprio come una nave che passa da un porto a un altro.”

Ingenua: “Quante cosa sai tu. È perché sei più vicina alla strada…”

L’Albero: “Chi ti ha mandato quell’AWARD?”

Alessandro: “Me l’ha mandato una signora di nome Vikibaum.

L’Albero: “Ma è una nostra collega?”

Alessandro: “Hai ragione Baum vuol dire albero. No lei una bella e giovane Umana che scrive molto sul suo blog.”

L’Albero: “E adesso che hai questo riconoscimento cosa devi fare?

Alessandro: “Dovrei mettere il “link”, lo chiamano così, del blog di questa Umana… ma io non sono capace a farlo. Sai io sono un po’ imbranato e se provo a fare qualcosa di diverso combino dei pasticci.”

L’Albero: “E poi, cos’altro dovresti fare?”

Alessandro: “Scrivere un articolo per dimostrare che mi fa piacere… e lo sto facendo perché lo racconto a voi… che mi fa piacere, ma…”

Petulante: “Ma che cosa?”

Ingenua: “Lo so io perché le chiappe di Alessandro parlano chiaro; lui non è il tipo che apprezza gli ordini… e quando li accetta, perché qualche volta così deve essere, li analizza quel tanto che basta, e poi li mette in pratica. Ho capito che questo riconoscimento viene da lui apprezzato, ma lo distoglie da altre cose che ha in cantiere.

Alessandro: “E brava Ingenua.”

Ingenua: “E poi devi raccontare come è nato il tuo blog.”

Alessandro: “Ma tu mi leggi nel pensiero.”

Ingenua: “Io ho sentito parlare di Ermete Trismegisto.”

Alessandro: “Bravissima, Il Come sopra così sotto non è una barzelletta. Comunque sia, il mio blog è nato grazie a mio figlio che me lo impostò dato che volevo pubblicare un articolo un po’ scomodo che una rivista del Canton Ticino si rifiutò di pubblicare. In poche parole, il mio blog nacque per “combattere” un poco le “sofferenze gratuite”, cioè quelle sofferenze in cui ci troviamo ad inciampare tutti giorni, o un giorno sì e uno no, causate dall’incuria, quindi permesse, o addirittura volute o agevolate dalle leggi, dalle autorità o anche dal nostro vicino di casa. E poi ci sono le sofferenze “folli” tipo quelle della bimba stuprata che non potrà mai ottenere un pizzico di giustizia perché le lungaggini di una delinquenziale burocrazia permettono l’entrata in azione della prescrizione.”

Petulante: “Ora sappiamo anche noi. Non ci avevi mai raccontato del tuo blog. E cos’altro devi fare?”

Alessandro: “Dare consigli ai nuovi bloggers.”

Petulante: “E cosa puoi consigliare?”

Alessandro: “Solo due consigli: se si commenta o si risponde a un commento, cercare di non essere presuntuosi… e poi, prima di fare della maldicenza tener sempre presente il TEST DEL TRIPLO FILTRAGGIO di SOCRATE. Ne scrissi sul mio blog nel lontano 2010.

Ingenua: “Ora, io lo sento… le tue chiappe parlano, dovresti nominare 15 bloggers a cui passare questo riconoscimento. Ho interpretato giusto?”

Alessandro: “Dici giusto. Io però non mi sento di nominare nessuno. La prima ragione è che, conoscendo poche persone, so che quelle persone sono già tutte entrate in questo gioco, la seconda ragione è che questa è la classica catena di Sant’Antonio… che non mi piace, o, per lo meno, non mi trova d’accordo. Spero che l’amica Vikibaum mi voglia scusare… tanto più, e questo lo devo dire, è la prima volta che accetto un simile premio… e sarà quasi sicuramente l’ultima. Ora scappo veloce… mia moglie mi aspetta.”

 

 

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PER FAVORE NON SCRIVERE MI PIACE SE NON L’HAI LETTO TUTTO.

LA RIPRODUZIONE DELL’ARTICOLO È VIETATA

 

Registrazione del 5 ottobre 2017

Personaggi:
 L’Albero, Alessandro, Panchina Petulante e Panchina Ingenua.

L’Albero: “Caro Alessandro, è un po’ che non ti vediamo: dove sei stato di bello?”

Alessandro: “Beh, ho dovuto andare a Zurigo a far controllare il mio cuore bionico… un semplice controllo di routine.”

L’Albero: “Non sapevo avessi problemi di cuore.”

Alessandro: “È solo un problema elettrico, cioè di passaggi di impulsi da una parte del cuore all’altra. Nello stesso modo come molti Umani mettono gli occhiali per riuscire a vedere… o leggere dopo una certa età, così a me, un po’ di anni fa hanno messo una macchinetta che sopperisce ai miei “cavi elettrici”. È una protesi come un’altra. Anche gli occhiali sono una protesi. Coi tempi che corrono ci sono protesi per tutto… o quasi tutto.”

Petulante e Ingenua all’unisono: “Ciao Alessandro. Ci dispiace sapere che hai dovuto andare a Zurigo per il tuo cuore.”

Alessandro: “Tranquille… tutto bene.”

Ingenua: “Sì, lo sento che va tutto bene. Le tue chiappe parlano… e sento che, anche se sei ormai un po’ vecchietto, vai bene. Sono contenta.”

Petulante: “È bella Zurigo? Certo che ora con la galleria veloce si arriva prima.”

ZURIGO DAL TRAM

Alessandro: “Giusto… i treni svizzeri non vanno per niente male, e con la nuova galleria si risparmia almeno mezz’ora. Se Zurigo è bella? Sì, è molto bella, e poi, col bel tempo è ancora più bella. Ho fatto questa foto dal tram… che spettacolo! E poi, ora che siamo in autunno si comincia a vedere i colori delle foglie degli alberi che cambiano.”

L’Albero: “Veramente. Stiamo per prepararci a dormire. Non tutti, ma in molti. Anch’io sto cominciando a prepararmi. Voi Umani vi mettete il pigiama, noi lasciamo cadere le foglie. Dicevi che ci sono protesi per quasi tutto?”

Alessandro: “Proprio così. Non hanno ancora inventato le protesi per il cervello.”

L’Albero: “Lo so, ce ne sarebbe bisogno. Specialmente per certi Governanti.”

Alessandro: “Ma sì. Forse è meglio che non trovino le protesi per i cervelli dei Governanti… altrimenti, dopo le loro malefatte darebbero la colpa alla protesi.

Vi dicevo dei colori autunnali… che a Zurigo cominciano a farsi vedere. Proprio vicino alla Clinica dove hanno controllato l’elettronica della mia protesi, è possibile vedere un bell’annuncio di autunno.”

UNA STRADA DI ZURIGO.

Petulante: “Non mi sembra speciale.”

Alessandro: “Non ho detto che è speciale. Semplicemente che a Zurigo le avvisaglie colorate dell’autunno cominciano prima che da noi in Ticino.”

Ingenua: “Perché cara Sorella ti permetti di criticare il nostro amico? Lo sai che gli voglio bene… se poi non viene più a posare le sue chiappe su di me…”

Alessandro: “Ma no, non mi ha criticato. Pensava di vedere una di quelle foto autunnali che si possono vedere in Canada… con tanti stupendi colori. Noi ci accontentiamo con quello che abbiamo.”

L’Albero: “Bravo Alessandro, hai detto giusto. Bisogna sapersi accontentare… e voi Umani proprio non sapete cosa voglia dire accontentarsi; almeno gli Umani che dirigono delle Ditte importanti… o anche meno importanti.”

Petulante: “Cosa vorresti dire? Intendi i Managers che vogliono raggiungere traguardi sempre più alti e, anche se non li raggiungono vogliono guadagnare sempre di più?”

L’Albero: “Beh sì, più o meno… qui in Svizzera e anche altrove… e anche in Italia. La “meritocrazia” è in disuso, le persone capaci vengono lasciate da parte e chi è incapace e riesce ad andare avanti guadagna cifre da capogiro. Un esempio che a mio parere è terribile, è quello delle poste, parlo delle poste svizzere dove i dipendenti sono sottoposti a turni sempre più stressanti, non solo, ma sono sempre più obbligati a “produrre”, e, per invogliarli a fare sempre meglio sono sottoposti a delle specie di “lavaggi del cervello” che fanno loro credere che le loro “produzioni” siano importantissime per evitare che i profitti diminuiscano… o per evitare che i profitti non siano più sufficienti.”

Petulante: “Non stai esagerando?”

L’Albero: “Non credo assolutamente.”

Alessandro: “Io mi accontento e mi sono trovato a gioire vedendo il trenino che va alla Forch e, dietro dei tuoi parenti di vario colore.”

LA FORCHBAHN E ALBERI COLORATI

Ingenua: “Che bella foto hai fatto. Dev’essere proprio bella Zurigo. Dovrai un po’ raccontarci dove va quel bel trenino.”

Alessandro: “Sì, Zurigo è molto bella e pulita… dove tutto è perfettamente organizzato e dove tutto costa… abbastanza. Sì cara Ingenua, ve lo racconterò.

Andando avanti, li vicino c’è un cimitero; mi sono un poco addentrato nel viale principale e ho potuto catturare coll’obiettivo della mia macchina fotografica questo albero:

LO SCONTROSO DEL CIMITERO.

Ho cercato di fare quattro chiacchiere con lui, ma, non ha voluto parlare. Chissà, magari la prossima volta che andrò da quelle parti. L’ho battezzato LO SCONTROSO e sono uscito dal cimitero, ma prima dell’uscita sono stato rapito da dei colori che non avrei assolutamente considerato autunnali.

Proprio così. Siamo abituati, almeno nelle nostre latitudini a vedere foglie gialle, stupendamente gialle come le tue, amico Albero, o tendenti addirittura al rosso con tutte le tonalità intermedie. Proprio poco prima del cancello, all’uscita dal cimitero, ho dovuto fermarmi per guardare questi colori. Non ne avevo mai visto, e ho dovuto considerare che la natura è proprio Grande, con la G maiuscola, e noi Umani non abbiamo ancora capito che, anziché combatterla e deprimerla, dovremmo agevolarla… perché lavora per noi. Per capire un po’ di più questo problema basterebbe pensare un pochino alle api… che muoiono per colpa nostra. Ne potremo riparlare.

MAGNIFICO COLORE AUTUNNALE.

Poco lontano, al di là della strada, in un giardino poco curato, questa fanciulla sembrava abbandonata. Non so mica se era un’opera d’arte e se avesse un qualche significato. Semplicemente l’ho fotografata, m’ha fatto tenerezza… così sola; nessuna scritta, nessun riferimento… e nessun calore tipo quello che chiamano umano.

LA FANCIULLA ABBANDONATA.

È la semplicità personificata. Silenziosa e senza pretese particolari. Ora che potete vederla anche voi, riuscirà sicuramente a sentirsi meno sola… non soffrirà troppo il freddo dell’inverno perché sentirà il calore dell’interessamento di chi leggerà queste righe.

Ingenua: “Ma lo sai che è proprio carina. È molto simpatica anche a me.

L’Albero: “Hai ragione Alessandro quando dici che l’interessamento di chi leggerà la farà sentire meno sola. Anche se è solo pietra o metallo, malgrado tutto ha in sé dell’”energia”. Tutto ha energia, e l’energia viaggia ad altissima velocità e raggiunge ogni angolo del Globo. Noi alberi abbiamo una grande e fantastica energia, ma anche i colori ne hanno… e ognuno di voi Umano può aver bisogno dell’energia di questo o quel colore. So per certo che voi Umani mettete a contatto della pelle degli indumenti di “quel colore” perché in quel momento sentite la necessità proprio della lunghezza d’onda di quel colore. Sembra un caso ma non lo è. D’altra parte c’è chi dice che il caso non esiste.”

Alessandro: “È quello che dico sempre anch’io… perché è così. Tornando alla “Fanciulla Abbandonata” che ha messo in moto questo discorso, come facciamo a sapere se il nostro interesse per quella statua non porterà beneficio energetico a qualcuno?”

Petulante: “È proprio così caro Alessandro. È risaputo che l’energia del pensiero di voi Umani può influenzare altri Umani… tanto nel bene come nel male. Se poi un numero maggiore di Umani “pensa” positivamente di un altro Umano o, in modo generico di quanto potrebbe avvenire, questa “collettiva energia positiva” muove la serenità e deprime le negatività. Voi Umani, che guardate sempre passivamente quello schermo chiamato televisione, non vi accorgete che state diventando sempre più pessimisti?”

L’Albero: “Non può essere che così. Loro, gli Umani, mettono in onda sempre di più, o quasi sempre programmi violenti… Loro si ammazzano sempre di più fra di loro e poi, nella realtà sembra quasi giusto, o addirittura doveroso annientare ed eliminare chi dà fastidio. Sempre armi di qualunque tipo… per regolare le controversie.”

Petulante: “Hai dimenticato i videogiochi. Sempre più ragazzini con queste competizioni… anche violente. Qualche volta si siedono su di me… come ipnotizzati. Sono veramente molto bravi, ma non riescono a usare la fantasia.”

Ingenua: “È proprio peccato! E poi ci sono quelli che si muovono “in branco” e si sentono grandi e importanti come se avessero conquistato chissà che cosa.”

Alessandro: “Non posso che essere dispiaciuto nel dover prendere atto che voi, alberi e panchine, apparentemente inanimati, percepite l’insulsaggine del comportamento di noi Umani. Quello che lascia allibiti è che, giorno dopo giorno, sempre di più, molti Umani vanno alla ricerca di “protesi” che possano dar loro forza e gioia di vivere.”

Petulante: “Intendi i vari tipi di droga?… e i traffici che arricchiscono a dismisura?”

Alessandro: “Vedo che hai ben compreso il significato di protesi. ”

Ingenua: “Non sapevo che i droghieri potessero arricchirsi così tanto.”

Petulante: “Ma no cara Sorella. I droghieri non c’entrano niente con queste droghe. Queste fanno stare apparentemente bene, ma sono proibite e, a lungo andare, possono anche uccidere.”

Ingenua: “Ho capito.”

Alessandro: “Torniamo alla bellezza e all’energia dei colori. Guardate un po’ la semplice edera, almeno penso che lo sia, che magnifici colori può donare a chi non è troppo frettoloso.”

L’EDERA… UN MURO DUE COLORI.

L’Albero: “Bellissimi colori! Hai detto giusto… la natura è grande e offre meraviglie a non finire… per chi non è troppo frettoloso. Voi Umani avete sempre fretta; non dico che dobbiate spostarvi sempre a piedi, ma volete andare sempre più veloci… e in vacanza sempre più lontani…”

Alessandro: “Che razza di argomento mi hai messo nel cervello… così interessante e così vero. Ma ora, dopo che abbiamo visto come la natura autunnale sia molto prodiga di colori, voglio abbozzarvi un argomento che mi sta un po’ a cuore; quello dei colori negli Esercizi Commerciali. Infatti, non esistono solo i colori autunnali… ma moltissimi altri. Anche se i colori primari sono solo il rosso, il blu e il giallo, la natura e noi Umani siamo riusciti a produrre un grande numero di colori e abbiamo colorato quasi tutto. A me piace moltissimo guardarmi intorno. Guardate un po’:

UN SEMPLICE NEGOZIO DI GUANTI.

Mentre si va a spasso, è possibile mettere a fuoco i colori… tanti colori… molti colori… ma noi abbiamo bisogno di colori?”

L’Albero: “Certo che voi Umani avete bisogno di colori. Senza colori non potete vivere. Ogni colore ha una lunghezza d’onda diversa… e agisce in modo diverso… e non solo sugli Umani.”

Petulante: “Anche quella dei colori è energia. Dicevamo che il pensiero è energia? Anche i colori sono energia; cosa c’è che non ha energia? Voi Umani conoscete solo l’energia elettrica e quella del petrolio… perché voi pensate solo ai soldi… e volete guadagnarne sempre di più.”

Alessandro: “Il discorso si sta facendo pesante, anche se interessante. Ne riparleremo. Vi saluto. In bocca al lupo caro Albero per il lavoro di ingiallimento delle tue bellissime foglie. Verrò ancora a trovarti prima che tu le abbia perse tutte.”

L’Albero, Petulante e Ingenua: “Ciao Alessandro. A presto.”

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INVIATO PER POSTA ORDINARIA IL 16 OTTOBRE 2017

 

Gentile Signora Rossella Pace,

 

Spazio Filatelia Roma

Piazza San Silvestro 20

00187 Roma

 

Scrivo a lei con regolare affrancatura dalla Svizzera dove abito, ma invio la presente anche ad alcune associazioni filateliche di cui sono riuscito a trovare l’indirizzo internet… il tutto dal mio blog.

Mi piacerebbe scriverle tramite internet, ma non c’è nessun indirizzo.

Questa mia è per denunciare, piangendo, il folle disinteresse delle Poste Italiane verso la filatelia… ma quella spicciola, quella che fa collezionare i francobolli, quella che potrebbe interessare i bambini e i giovinetti… che cresceranno e diventeranno adulti.

Desidero raccontarle quanto mi accadde l’estate scorsa a Merano. Sono vecchio, ho sempre amato i francobolli, anche quelli italiani, e, in vacanza a Merano, desiderando spedire un paio di cartoline ad amici e parenti, vado alla posta Centrale a cercare il francobollo della 500. Trovo l’addetto all’Ufficio Filatelico assente per ferie e nessuna sostituzione. Per fortuna il carattere molto gentile ed ospitale degli altoatesini mi permette, tramite il direttore dell’Ufficio, di acquistare alcuni pezzi del francobollo.

Una parte delle mie cartoline erano però dirette in Svizzera, per cui l’affrancatura di € 0.95 è insufficiente. Bisogna aggiungere un francobollo da € 0.05. Semplicissimo… così dovrebbe essere in un normale ufficio postale… ma così non fu.

NUMERINO MERANO

Mi viene consegnato il cartellino col numero che mi dirà quando potrò essere servito, cioè quando sarà il mio turno e, al momento giusto, chiedo all’impiegato alcuni francobolli da € 0.05. Con mia grande sorpresa mi sento dire che non hanno francobolli… che posso consegnare direttamente l’oggetto da spedire e verrà stampigliato direttamente sulla corrispondenza l’importo necessario. Obbietto se verrà stampigliato sul francobollo ; la risposta è sì.

Gli dico : « In questo modo lei mi « sporca » il francobollo… che ha bisogno di un annullo postale, non di qualcosa che lo deturpi. »

Mi risponde : «Non posso fare diversamente. »

A questo punto, dal momento che una cartolina è indirizzata a un giovane fanciullo che comincia ad interessarsi alla filatelia, e, desideroso che non riceva un francobollo deturpato da parte dell’irraginevolezza (verso la filatelia) delle Poste Italiane, decido di imbucare direttamente con un’affrancatura difettosa. Lo faccio anche perché sono consapevole che non verrà fatto alcun controllo.

Questo, gentile Signora, lo scrivo perché l’esperienza mi ha dimostrato il massimo menefreghismo degli « obliteratori » delle Poste Italiane. Più volte mi sono spedito lettere imbucate in Italia e, ho potuto prendere atto che la corrispondenza non viene controllata.

La cartolina imbucata con affrancatura insufficiente, anche se dopo troppi giorni, è regolarmente arrivata… obliterata a Verona.

Non voglio tediarla troppo, però, trovo che sia un controsenso avere un ufficio postale di quelli principali che non vende francobolli ma permette all’utente di leggere un manifesto come questo :

Nell’Ufficio Principale di Merano.

Mi permetto di chiederle : « Ma che cosa raccontano dell’Italia se non ci sono?… o pretendono a tutti i costi delle sane risate ? Inoltre lo sa lei, ovvero lo sanno i suoi superiori che a Merano ci sono molti turisti, che molti sono tedeschi e che ci sono ancora in giro dei collezionisti ?

Gentile Signora, io scrivo a lei perché ho trovato di Roma il suo indirizzo e il suo nome ; spedisco questa per conoscenza ad alcune associazioni di filatelisti… perché ? potrebbe chiedermi lei.

« Perché voi di Poste Italiane state facendo morire la filatelia? Se non vendete francobolli negli uffici postali, dove volete che la gente li vada a comperare ? dal macellaio ? Certo, i tabacchini vendono francobolli, ma solo alcuni tagli. E poi, come potete voi di Poste Italiane pretendere di continuare a « vendere » (sarebbe più giusto rubare) quei pezzettini di carta se non aiutate ad usare i francobolli veri e i giovani possano vederne sulle buste ? I vecchi, sono vecchio anch’io, che ancora comprano i francobolli poco alla volta spariscono come le cabine telefoniche… e allora ? voi vi accorgerete di aver distrutto qualcosa di bello e sano.

Potrei continuare all’infinito e lei potrebbe dirmi che ogni Ufficio Postale piuttosto importante vende i francobolli. Ha ragione, ma, anche agli sportelli filatelici molti tagli di posta ordinaria non ci sono… e poi, mi dica lei, com’è possibile che da un po’ di tempo a questa parte le emissioni di Poste Italiane siano con un facciale quasi sempre di € 0.95 ?

Nel 2017, se ho contato giusto, avete emesso 39 francobolli da € 0.95 e 1 da € 1.00. Un tempo c’era una certa varietà, ora la monotonia è veramente sfiancante.

Lo so, anche per le Poste Italiane la cosa più importante è guadagnare tanti soldi senza guardare in faccia a nessuno, ma, se pensate che valga la pena continuare a far sì che esista ancora la filatelia, non solo fra i vecchietti, ma anche fra i giovani, forse bisognerà fare qualcosa… e la prima cosa da fare è munire di francobolli ogni ufficio postale e far sì che l’impiegato che si trova dietro lo sportello possa obliterare la corrispondenza (anche le raccomandata)… e sarebbe anche utile che la corrispondenza venga recapitata abbastanza presto.

Ho imbucato una lettera in provincia di Varese… dal 22 settembre è arrivata dopo 14 giorni. Ma perché dovete maltrattare così i vostri utenti ?

 

DA ZURIGO A PEGLI (Genova).

Guardi un po’ come funzionavano le cose nel 1939: Una cartolina spedita da Zurigo (Svizzera) a Pegli (Periferia di Genova) impiegò un giorno… solo un giorno… e c’era il timbro d’arrivo… perché c’era l’onestà e il desiderio di fare le cose bene.

DA LUGANO A PEGLI (Genova)

Ma non era un caso perché 3 mesi dopo, sempre una cartolina, questa volta da Lugano arrivò a Pegli in un giorno.

IL FRANCOBOLLO TIMBRATO BENE.

Lo stesso francobollo col timbro ben visibile di VERONA

IL FRANCOBOLLO DETURPATO COLL’Euro 000.05

Lo stesso con le rigacce allargate alla cartolina.

Non credo che le Poste Italiane abbiano il diritto di deturpare un francobollo. Il francobollo, non bisogna dimenticarlo è di chi l’ha comprato ; le poste hanno la possibilità di obliterarlo con un normale timbro, ma non di imbrattarlo. Una volta su un oggetto di corrispondenza, se affidato alle Poste, diventa di proprietà del destinatario. Le Poste hanno il dovere di recapitarlo. Se non sono state capaci di obliterarlo nel modo giusto, non hanno il diritto di sporcarlo… perché non è più di loro proprietà.

FRANCOBOLLO DETURPATO CON UN TRATTO DI PENNA

Un francobollo « annullato » con un tratto di penna come questo è l’equivalente di un furto. Per quanto un francobollo così possa, timbrato, valere poco o pochissimo, ha sempre un certo valore, magari anche solo affettivo, ma, con quel tratto « maleducato » di penna non vale più nulla.

Gentile Signora, potrei continuare per ore a mostrarle movimenti delle poste dove sembra proprio che manchi l’educazione e l’onestà.

Mi fermo qui, sperando che lei possa mettere in movimento CHI DI DOVERE… ma sappia che la presente, molto triste, è perché dispiace vedere un’Amministrazione postale di una Nazione che ha una bellissima storia filatelica distruggere l’operato dei predecessori.

Coi migliori saluti.

 

Alessandro Depegi

quarchedundepegi@gmail.com

 

 

Copia a :

Unione Filatelica Lombarda – Via Leopardi 3 – 20123 Milano

info@ufl1829.it

 

Unione Filatelica Subalpina – Via Asinari di Bernezzo 34 – 10146 Torino

Ketty.subalpina@gmail.com

 

CIRCOLO FILATELICO “TRES TABERNÆ ” – Piazza A. di Savoia 17, 04012 Cisterna di Latina

pmaurizio@email.it.

 

Associazione Filatelica Numismatica Scaligera – Corso Cavour 2 – 37121 Verona

veronafil@veronafil.it

 

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PER FAVORE NON SCRIVERE MI PIACE SE NON L’HAI LETTO TUTTO.

LA RIPRODUZIONE DELL’ARTICOLO È VIETATA

 

Registrazione del 5 ottobre 2017

Personaggi:
 Albero Pino, Alessandro e  Panchina Belvedere.

 

Pino : « BUON GIORNO Alessandro. Cosa fai da queste parti ? »

 

L’Alpero PINO

Alessandro : « Ma che domande ! Lo sai che mi piace venire da queste parti e passare la frontiera. Anche se ho la cittadinanza svizzera e la metà del sangue svizzero, sono nato e cresciuto in Italia. E, da italiano, in Italia ho studiato… e in Italia mi piace andare a respirare un po’ di quell’aria inquinata dall’irragionevolezza dove tutti si lamentano, piangono e giocano al furbetto… »

Pino : « Come sarebbe a dire ? Da quello che mi raccontano i miei colleghi coi quali ogni tanto mi collego l’Italia è così bella… »

Alessandro : « Certamente. L’Italia non solo è bellissima, ma è addirittura unica. Non esiste sulla faccia della Terra una Nazione così bella e così completa… sempre considerando che ha una superficie piuttosto piccola. Basta varcare il confine che si respira un’aria diversa… più viva, più malsana e più accativante. »

Pino : « Ma che dici ? Mi colleghi il vivo al malsano ? Non sono l’uno il contrario dell’altro ?»

Alessandro : « Hai ragione… sì, sì, quei due concetti non possono coesistere in un Paese normale ; in Italia sì… perché l’Italia è il Paese delle contraddizioni e dell’irragionevolezza. L’Italia è il Paese dei furbetti. »

Pino : « Perché furbetti e non semplicemente furbi ? »

Alessandro : « Se tu attraversassi il confine e andassi in un qualsivoglia esercizio, potrebbe succederti che l’esercente « si dimentichi » di darti lo scontrino… quello relativo a quello che tu hai acquistato. È obbligatorio in Italia.  Il problema è che se gli scontrini vengono sempre rilasciati, l’esercente non può evadere il fisco… ma il fisco è ancora più furbetto… anzi disonesto perché dovrebbe restituire al cittadino dei « Servizi »… e non lo fa nel modo giusto.»

Pino : « Non hai risposto alla mia domanda. »

Alessandro : « Hai ragione. Furbetto, perché il cittadino italiano, nel momento in cui si comporta contro le regole, è convinto di far bene… dato che la Nazione nei riguardi della quale sgarra si comporta… da matrigna.

Pino : « Ho capito che vieni volentieri qui perché ti piace attraversare il confine, quasi come un ritorno a casa, recentemente però ti ho visto arrivare col trenino con tua moglie e i tuoi nipotini… e non siete andati in Italia. »

Alessandro : « Mi controlli ? »

Pino : « Ma noooo. M’è piaciuto moltissimo seguirti e vederti con tua moglie e coi tuoi nipotini. Eravate troppo belli !… quasi da commuoversi. »

LA PANCHINA BELVEDERE A PONTE TRESA

Alessandro : « È vero, siamo andati sul vaporetto. Questi miei nipotini sono fantastici e, in più, sono sinceramente gratificanti. Siamo partiti da Ponte Tresa Svizzera… proprio in quel punto che fa confine con l’Italia e siamo andati fino a Lugano. Giornata bellissima e temperatura ideale. Ora però vorrei mettermi un attimo tranquillo sulla Panchina Belvedere qui vicino a te.»

Panchina Belvedere : « Ciao Alessandro. Sono contenta che oggi ti fermi un pochino qui su di me. Ti ho visto passare tante volte, ma non ti sei mai fermato. »

Alessandro : « È sempre una questione di tempo. Noi Umani, chissà perché dobbiamo sempre correre… dobbiamo andare sempre più veloci… sembra non si abbia mai tempo per pensare. »

Belvedere : « Ma io lo so perché. Perché fermarsi a pensare potrebbe far paura, e potrebbe dimostrare che tutte le corse che voi Umani fate sono abbastanza inutili… per non parlare delle corse che fate per diventare sempre più ricchi… sempre più ricchi alcuni e sempre più poveri altri. Ma non avete ancora imparato che tutto quello che avete è in prestito ? »

Alessandro : « Scusate se v’interrompo. Considerate un po’ la tranquillità di questo gabbiano che sembra se ne freghi di tutto e di tutti. »

 

IL GABBIANO… ORSO

Pino : « Sei scusato caro Alessandro. Cara Belvedere non ti facevo così saggia. Hai infatti perfettamente ragione. Tutti questi Umani che corrono, corrono, corrono per accumulare ricchezze. Anche le nostre Poste… che dovrebbero essere al servizio del cittadino vogliono guadagnare tanti milioni. Oggi però sono contento per Alessandro e mi fa piacere seguire i suoi panorami. Lui con la sua consorte e due magnifici nipotini… e senza correre. Certo che tu, da dove ti trovi, hai potuto vedere bene l’arrivo del vaporetto sul quale è salito Alessandro con moglie e nipotini.»

ARRIVA IL BATTELLO

Belvedere : « Proprio così.  Ora voglio seguire anch’io le belle foto che ha fatto Alessandro. In ogni caso lo vidi partire, proprio a pochi passi dal varco doganale.»

 

SULLO SFONDO È POSSIBILE VEDERE LA DOGANA ITALIANA.

Alessandro : « Una volta partiti, il vaporetto raggiunge l’imbarcadero italiano, proprio al di là del confine a pochi metri di distanza… se qualcuno vuole scendere o salire. A questo punto fu interessante il particolare che il battello dovette attendere con ansia… e spreco di tempo che il doganiere italiano si degnasse di essere presente… come se non sapesse che a quell’ora avrebbe dovuto presenziare all’attracco e all’eventuale salita o discesa di passeggeri. Qui se ne sta andando e il vaporetto può ripartire.»

IL DOGANIERE ITALIANO RITORNA SUI SUOI PASSI.

Pino : « Hai ragione… anche se non l’hai detto. Anche qui in Svizzera, sembra che piano piano non siano più le Istituzioni al servizio del cittadino, ma il cittadino al servizio dello Stato e delle Istituzioni. Quel doganiere avrebbe dovuto essere lì prima dell’arrivo del vaporetto. »

Alessandro : « Lasciamo perdere e godiamoci la gita ; sì, perché dopo la partenza abbiamo potuto godere del passaggio in un tratto molto stretto… quasi un canale. A destra l’Italia e a sinistra la Svizzera : due mondi così simili dove si parla la stessa lingua e, addirittura quasi quasi lo stesso dialetto, ma si vive in modo diametralmente opposto. Questa porzione d’Italia è in provincia di Varese (ho detto provincia, ma Matteo Renzi ha eliminato le provincie… e allora come si fa ?) e, lungo il confine, oggi gli italiani non vivono male ; un po’ perché molti svizzeri passano la frontiera per fare acquisti in Italia, e molti italiani passano la frontiera (frontalieri) per venire in Svizzera a lavorare… con stipendi ben superiori a quelli della Repubblica. »

ITALIA – UN PARCO GIOCHI.

Pino : « È vero. Alla mattina e alla sera c’è sempre una coda interminabile di auto, e moltissimi usano il trenino per andare a Lugano a lavorare. »

Alessandro : Il battello scivola leggero sull’acqua e noi possiamo goderci la gentilezza di un cameriere che ci porta tutte le bibite che desideriamo… perché abbiamo tutto il tempo che vogliamo prima di arrivare a destinazione.

I miei nipotini, mentre si gustano gioiosi la bibita offerta dai nonni, si guardano attorno, e vedendo la costa un po’ italiana e un po’ svizzera non possono rendersi conto di quanto fosse stato tragico quel passato che vide un’Italia belligerante e una Svizzera isola di pace e rifugio, quando possibile, di ebrei.

A SINISTRA C’È L’ITALIA, A DESTRA LA SVIZZERA.

Belvedere : « Io non c’ero ancora, ma sicuramente passavano proprio da qui tutti quegli ebrei che erano riusciti a passare il confine. Lo so, l’ho sentito dire che c’erano in Italia molte organizzazioni che cercavano di portare in salvo gli ebrei… e se riuscivano a passare il confine con la Svizzera erano salvi.

Non fu comunque sempre così… non sempre chi fuggiva dagli orrori della guerra e dagli orrori di un regime follemente xenofobo che tentò di eliminare gli ebrei dalla faccia della Terra, riuscì a trovare rifugio nella Confederazione.

Pino : « Ma cosa stai dicendo ? »

Belvedere : « Semplicemente che ci furono « tempi bui » nella nostra Svizzera, per cui, ai tempi del nazionalsocialismo tedesco, non sempre gli ebrei ebbero accoglienza… nel senso che furono respinti. »

Pino : «E tu come fai a saperlo ? »

Belvedere : « È già successo che chi posa le sue chiappe su di me, non sempre parla di stupidaggini o si telefona per non dirsi nulla se non : « Dove sei ? »… « E tu ? », ma parla e discute seriamente anche di problemi storici interessanti come questo. Potremo riparlarne perché degno di riflessioni. Ora continuiamo a seguire il vaporetto con Alessandro. »

Alessandro : « Sì, ora il battello supera il canale e si dirige verso Porto Ceresio… in Italia. È bello osservare qualche bella costruzione… come questa.

UNA VILLA SULLA COSTA ITALIANA.

Anche se questo non è il Lago di Como con le sue splendide ville, fa piacere osservare come anche su questo lago ci siano, o ci siano state delle belle costruzioni… addirittura altisonanti come la Villa Branca… che ora non c’è più perché è stata demolita per far posto a moderni appartamenti residenziali.

VILLA BRANCA recentemente demolita…

 È vero, certe ville sono oggi una specie di assurdo se si considerano le monocamere nelle quali si stipa il Genere Umano… però, erano, e quelle che sono rimaste, belle da vedere e riescono a ricordare come si poteva vivere all’inizio del secolo scorso con, alle dipendenze, una servitù poco pagata e con qualche diritto in meno… di oggi.

…che ha lasciato il posto a questo COMPLESSO RESIDENZIALE.

Oggi ci sono i diritti, i doveri, i sindacati e tante leggi che dovrebbero tutelare la dignità della donna, dell’uomo e dell’animale… ma permettono, « senza colpo ferire », i massimi oltraggi a intere popolazioni e, perché no, anche a quelle fanciulle che hanno voluto, o hanno avuto la disgrazia, di nascere dove gli « usi e i costumi » non tengono in nessun conto l’integrità fisica. »

Pino : «A chi stai alludendo ? »

Belvedere : « So io a chi allude ; a quanto sta accadendo coi migranti, ma, particolarmente al maltrattamento di giovani bambine e fanciulle… anche qui da noi. Perché certe popolazioni si portano dietro certe vigliaccate ? Le ho chiamate vigliaccate perché sono talmente mostruose che non è possibile trovare delle parole più appropriate. Penso infatti che l’Umano vigliacco sia il peggiore essere che possa esistere.»

Alessandro : « Dici proprio giusto cara Belvedere. Ora andiamo avanti. Siamo arrivati a Porto Ceresio. Siamo sempre in provincia di Varese. A Porto Ceresio, fino al 2009 arrivava la ferrovia ; ora è, pare temporaneamente, sospesa per il fatto che dovrebbero « produrre » quella ferrovia che dalla Svizzera dovrebbe arrivare alla Malpensa. L’interessante è che, ai tempi del fascismo avrebbero voluto far proseguire questa ferrovia fino a Lavena Ponte Tresa, e, da qui collegarsi con la ferrovia che va a Lugano. Non se ne fece nulla perché, dovendo la Svizzera cambiare lo scartamento, solo se fosse stata realizzato il tratto italiano, le Ferrovie Svizzere pare si trovassero a fidarsi poco del regime italiano.

Chissà… forse ora l’Italia mantiene di più i propri impegni ? Non credo proprio… anche se mi dispiace dirlo.

PICCOLA SOSTA A PORTO CERESIO.

A Porto Ceresio ci fu l’imbarco di due persone e il battello proseguì per Brusino Arsizio.

S’attraversa ancora una volta il confine.

Alla nostra destra c’è una montagna che regalò agli archeologi svizzeri molti reperti. È il monte San Giorgio. Nel punto in cui attracca il battello è visibile la scritta FUNIVIA e i cavi che salgono e che portano a Serpiano.

Chi vuole salire sulla montagna da questa parte potrà godere di un panorama mozzafiato.

BRUSINO ARSIZIO : La stazione della Funivia.

Da Brusino Arsizio il nostro vaporetto attraversa lo specchio d’acqua e raggiunge Morcote… che è il Borgo più bello della Svizzera.

UNO SCORCIO DI MORCOTE DAL BATTELLO.

Pino : « Morcote, oltre ad essere il borgo più bello della Svizzera ospita dei miei parenti « stretti stretti ». Cinque bellissimi gemelli.

Alessandro : « Lo so, lo so… e te li ho anche fotografati. Mi hanno fatto venire in mente le bellissime cascate che vidi in Norvegia durante una crociera… un po’ di anni fa. C’è solo una piccola differenza che le cascate della Norvegia sono due in più… e cioè sono 7. Quelle sono « le sette sorelle ». Guarda che belli i tuoi parenti! Chissà che un giorno non possa andare a far quattro chiacchiere con loro.

I CINQUE FRATELLI DI MORCOTE.

Pino : « Sei molto gentile ad averli fotografati. Ora diventeranno famosi. Io lo sono già… grazie a te. »

Alessandro : « Se riuscirò ad intervistarli, dici che parleranno tutti insieme o uno alla volta ? »

Pino : « Quando li contatto parlano tutti insieme. Anche se sono gemelli, ognuno ha la sua personalità… è così anche fra voi Umani. Ho già visto passare degli Umani gemelli perfettamente uguali, ma non nel pensiero. Riuscii a captare differenze di pensiero. Però voi Umani non l’avete ancora capito che ognuno di voi è diverso e irripetibile. Ci sono alcuni Umani che vogliono imitare in tutto e per tutto personaggi famosi, e sbagliano perché perdono la propria personalità senza mai eguagliare quel personaggio, ma c’è anche la caparbietà delle case farmaceutiche che, per dimostrare la validità di questa o di quella chimica, prendono dei gruppi fino a 500 Umani e più, con gli stessi sintomi, che non saranno mai vissuti nello stesso modo, e pretendono di sperimentare il medicamento propinandolo « uguale per tutti ». Ma voi Umani siete tutti diversi, fisicamente e psicologicamente, ma anche la vostra anima è diversa, e Loro, per arrivare a vendere veleni spesso micidiali, riescono a mettere insieme tanti Umani diversi come se fossero uguali. E purtroppo anche noi vegetali, in ultima analisi, subiamo i vostri veleni.»

Belvedere : « Hai ragione. Anch’io mi accorgo di come ogni Umano sia a sé stante… cioè ognuno diverso dall’altro. Lo sento da come sta seduto, da come muove le chiappe, da come scoreggia e, quando parla, trasmette i suoi pensieri anche con vibrazioni particolari a livello dei glutei. Gli Umani, fra di loro, si mettono quasi sempre la maschera e riescono facilmente a imbrogliarsi a vicenda, con noi panchine non possono farlo  perché, è inutile, le chiappe parlano… naturalmente bisogna saperle ascoltare. Che poi, anche se la mia può sembrare una spacconata, forse qualcuno avrà sentito parlare di Ermete Trismegisto con la Teoria del «Come sopra così sotto ». Quindi attraverso i movimenti fini delle chiappe comprendiamo le finezze dei cervelli umani. »

Alessandro : « Mi sembra, cara Belvedere che tu stia andando un po’ troppo lontana… anche se hai avuto ospiti molto… diciamo filosofi.

Ora però il nostro viaggio sull’acqua del Ceresio continua e procede verso Melide. Non è molto lontano e dobbiamo prepararci a scendere. Il vaporetto LUGANO col quale siamo partiti, non andrà a Lugano, ma si dirigerà verso Capolago. Noi qui avremo la coincidenza con un battello, il SAN GOTTARDO, che ci porterà a casa… sì, perché abitiamo a Lugano.

Non sarà così per i nostri carissimi nipotini. Loro abitano sulle alture, poco lontano da Lugano, e, dopo questa stupenda gita staranno a pranzo dai nonni…

…e a loro piace moltissimo rimanere a pranzo dai nonni ; sì, perché quello che fa la nonna è sempre ottimo. »

IL BATTELLO « LUGANO » CI LASCIA…

…E IL « SAN GOTTARDO » STA PER ACCOGLIERCI.

Pino : « Mi piace sentirti dire che i tuoi nipotini apprezzano molto la cucinsa di tua moglie. »

Alessandro : « Ti ringrazio. Ora voglio farvi gioire : questa è la vista che è possibile godere da Serpiano.

IL PANORAMA DA SERPIANO

Ricordate quella stazione di funivia che vi avevo mostrato qualche foto fa? Quando s’arriva in cima si può, almeno per un lungo attimo, dimenticare tutto.

Purtroppo il giorno che feci la foto c’era un po’ di foschia… però si può ugualmente apprezzare il panorama. Quello che vedete è il Ponte-diga che taglia il lago per permettere di andare da Lugano a Chiasso e in Italia. Ci passa il treno e l’autostrada. Il paese a sinistra è Melide, e laggiù in fondo c’è Lugano. Col battello San Gottardo andremo a Lugano passando sotto il ponte. »

Belvedere : « Scusa la mia curiosità, ma quando l’hanno costruito questo ponte-diga ? »

Alessandro : « Per la strada normale nel 1847. Poi, nel 1874, di fronte alla necessità di collegare la ferrovia da Lugano a Chiasso, il ponte fu allargato coi binari delle Ferrovie Federali Svizzere. È del secolo scorso l’aggiunta dell’autostrada.

Per quanto riguarda la ferrovia è interessante considerare che, proprio negli anni in cui sul ponte-diga di Melide si lavorava per i binari del treno, da due anni si lavorava per il tunnel del San Gottardo… che fu aperto nel 1882. Allora sì che i treni andarono da Milano a Zurigo.

Prima di continuare, vorrei presentarvi la cartina del Lago di Lugano presa dall’orario della NAVIGAZIONE LAGO DI LUGANO.

In alto a sinistra c’è Ponte Tresa da dove siamo partiti, in basso, sempre a sinistra Porto Ceresio, e, ben chiaro, aquasi nel centro della figura c’è Melide… dove ci troviamo prima di passare sotto il ponte-diga.

MELIDE DAL VAPORETTO.

Dopo essere passati sotto il ponte-diga, andiamo dritti verso Lugano, ma passiamo davanti a Campione d’Italia, comune italiano completamente circondato da territorio svizzero.

CAMPIONE D’ITALIA E UNA FANCIULLA COI CAPELLI AL VENTO.

Pino : « Tu Alessandro sei già stato a Campione ? »

DUE DEI FRANCOBOLLI DI CAMPIONE

Alessandro : « Sì, più di una volta. Mi sono anche divertito, partendo dalle buche delle lettere, a raccontare qualche particolarità di questo comune italiano… che, fra l’altro, nel periodo terribile in cui si trovò l’Italia dopo l’8 settembre 1943, ebbe francobolli propri. »

Pino : « Ci piacerebbe saperne di più, ma, in questo momento preferisco vedere la fine di questa tua navigazione con tua moglie e i tuoi nipotini. »

Alessandro : « Ormai siamo quasi arrivati. Non rimane che dare un’occhiata a Lugano dal battello e prepararsi a scendere. »

LUGANO DAL BATTELLO.

Mentre scendiamo e andiamo all’autobus che ci porterà a casa… anch’io riprenderò il trenino e tornerò a casa. Prima però vi saluto e vi ringrazio della compagnia.

Pino e Belvedere : « Anche noi ti salutiamo e speriamo di vederti presto. »

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NON C’È PIÙ

È morto Dino Siani.

Era abbastanza famoso… ma di lui non si parlava moltissimo. Era un po’ uno come molti che aveva fatto qualcosa di speciale. Conosceva molto bene la musica e la sapeva anche suonare.

Dino Siani con Funari

E allora perché ne parlo?

Perché mi ha colpito particolarmente?

Perché fu un mio compagno di scuola. Dopo la scuola lo rividi quando suonava il piano per Maurizio Costanzo. Non avevo mai legato particolarmente con lui, ma… è morto. Non c’è più, e questo mi fa capire che fra un po’ sarà il mio turno… ma non ne parlerà nessun giornale.

Il problema non è che non ne parlerà nessun giornale… non è questo il problema… è il dover prendere atto, anche se già lo sapevo, che siamo fragili e un bel giorno, avremo bisogno di un accompagnamento:

L’ultimo accompagnatore

Bisogna prendere atto che tutto quello che abbiamo… è in prestito.

 

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