PER FAVORE NON SCRIVERE “MI PIACE” SE NON L’HAI LETTO TUTTO.
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Negli ultimi giorni s’è parlato molto, come ogni anno, del 25 aprile 1945… che è ormai diventato storia.
Leggo quanto avrebbe detto Oscar Wilde della storia :
Sotto il nome di Libro di Storia noi insegniamo ai nostri figli la cronologia dei crimini del mondo.
Come ben si sa Oscar Wilde nacque a Dublino.
La sua asserzione è “terribilmente” valida.
La Seconda Guerra Mondiale fu un folle crimine; i giovani la studiano perché è ormai diventata storia.
Per me fu solo cronaca.
Ormai è storia in Italia anche l’8 settembre 1943; nonché il 25 aprile 1945.
Il 25 aprile 1945 è diventato una specie di Festa Nazionale; l’8 settembre 1943 dovrebbe essere ricordato come uno dei momenti più tragici della recente storia d’Italia.
Li ho vissuti tutt’e due; ero naturalmente un bimbo, e non potevo ben capire cosa esattamente poteva accadere. Sapevo poco o nulla del significato della parola pace. Sapevo bene cosa significava la guerra e i bombardamenti: morte e distruzione… tanto fumo, ma fumo nero.
So che, negli anni precedenti il conflitto avevo conosciuto la pace e la libertà; ne presi atto recentemente dopo il ritrovamento di una mia foto (1941) all’età di 5 anni ospite, con la mia famiglia, della nonna che abitava in Svizzera… dove si parla tedesco… Come tutti sanno la Svizzera era neutrale… per lo meno non partecipava attivamente alla guerra.
Rividi mia nonna solo un po’ dopo il 25 aprile 1945.
Fu mio fratellino a chiedere a mio papà: “Cos’è la pace?
Sicuramente nella mente di un bimbo si ripercuotono i “movimenti” degli adulti e le impressioni visive di ciò che lo circonda. Ricordo perfettamente le grandi scritte DUCE e VINCEREMO, nonché l’immensa speranza degli adulti dopo l’8 settembre 1943.
La speranza svanì in un attimo per lasciar posto agli “sbandati” del Regio Esercito Italiano, alle truppe del Reich e alle milizie della Repubblica Sociale. Non potrò mai dimenticare il terrore di mia mamma verso quello strano esercito… di morti di fame. Sì, almeno dai miei ricordi erano dei “morti di fame” che facevano finta di essere degli esaltati.
Una bella mattina suona il campanello di casa dove eravamo sfollati. Mia mamma va ad aprire la porta e si ritrova davanti un giovane delle brigate nere che, educatissimo: “Signora Buongiorno. Nel nostro posto di blocco giù al mare abbiamo fermato un signore con qualche chilo di pasta. Dice che deve portarla qui a lei. Noi le saremmo grati se volesse vendercene un paio di chili”.
Anche se quell’uomo si presentò come un gentiluomo, mia mamma ebbe piuttosto paura. Sì, perché quelle persone facevano paura, e poi, con quel cappellino con su le ossa incrociate e il teschio…
Mia mamma sapeva che quella pasta era stata acquistata alla borsa nera, tempi bui oggi inimmaginabili, e che, in definitiva avrebbe potuto essere sequestrata.
Disse: “Prendete pure quello che vi serve”.
La Brigata nera rispose: “No signora; noi ne vorremmo avere un paio di chili, per il nostro fabbisogno. Sarebbe necessario che lei scenda con me in caserma per controllare il peso… perché è nostra intenzione pagare quello che prenderemo”.
Inutile dire che per mia mamma… era sola in casa con tre bimbi… avrebbero potuto prendersi tutto e lasciarla in pace. Era terrorizzata all’idea di dover entrare in quella caserma.
Fu obbligata a scendere in caserma. Ricordo che, sperando non le facessero nulla di male, prese me per mano e seguì quell’uomo vestito di nero. Avevo 7 anni, ma ricordo benissimo quel momento… per me interessante o divertente. Forse mi sentii importante.
Comunque fu, ricordo perfettamente che, dentro la caserma, pesarono qualche chilo di pasta e pretesero di pagarla… naturalmente a un prezzo inferiore a quello della borsa nera.
Le Brigate Nere ringraziarono… tutte godute perché avevano qualcosa da mangiare.
Anche quei poveretti sbandati del Regio Esercito avevano bisogno d’essere aiutati… ma in un altro modo. Avevano bisogno di dimostrare che non erano più al servizio della Patria… anche perché di colpo non erano più in Patria; almeno quelli dei miei ricordi si trovavano lontano dalla loro Patria… che non potevano raggiungere.
Infatti fra loro e il sud dell’Italia c’era un “fronte” nel quale si affrontavano da una parte i nostri ex alleati e dall’altra i nostri ex nemici assieme ai nostri connazionali che, con la “furbata” dell’armistiziosperavano di finire la guerra stando dalla parte dei vincitori.
A ben pensarci, non è solo di questi tempi che una buona parte delle italiche genti viene definita “furbetta”.
Un paio di quei poveri sbandati ricevettero indumenti civili e furono più volte rifocillati… malgrado la presenza di truppe naziste che ormai da ex alleati diventarono… occupanti.
Fu così che:
In casa nostra, dove eravamo sfollati, c’erano per fortuna due entrate, o, se si preferisce due uscite. Non so oggi dire quanti erano; so per certo che c’era qualcuno in casa nostra per rifocillarsi; qualcuno che aveva fame e aveva già ricevuto abiti civili… che gli permettevano di non dimostrare il proprio passato nell’esercito.
L’esercito tedesco sapeva che c’erano in giro dei soldati “sbandati” dopo l’8 settembre… e li cercavano… di casa in casa.
Vennero a bussare anche alla porta di casa nostra. L’entrata principale era al primo piano tramite una scala esterna; salirono i tedeschi lungo la scala esterna, mentre dalla porta inferiore fu fatto uscire precipitosamente chi si stava rifocillando. Fortunatamente, mio papà sapeva perfettamente il tedesco, e, grazie alla conoscenza della lingua, riuscì a trattenere i militari nazisti per permettere agli italiani di fuggire dall’altra porta.
Inutile dire che, se i tedeschi si fossero accorti che davamo ospitalità a dei loro nemici, saremmo noi bimbi sicuramente rimasti orfani… o anche noi spariti come molti bimbi ebrei.
Così… e non solo così, il bimbo che è in me ricorda un paio di avvenimenti causati da quel famoso armistizio.
Fu appunto dopo quel tempismo armistiziale che iniziarono i movimenti partigiani osannati, anno dopo anno, a più non posso.
Il bimbo che è in me ha certi ricordi; l’adulto che recentemente s’è documentato ha dovuto prendere atto anche di altri avvenimenti.
I partigiani terminarono, quasi dappertutto la loro opera il 25 aprile. Il bimbo che è in me ricorda alcuni di quei momenti in due modi diametralmente opposti. Noi bimbi, ed altri bimbi, che non eravamo all’altezza di comprendere appieno il significato di quella “pace”, quando ci trovavamo, ricordo nitidamente come cantavamo indifferentemente:
Bandiera rossa la s’innalzerà nei cessi pubblici della città…
Oppure:
Di Mussolini vogliam le ossa, bandiera rossa, bandiera rossa…
Naturalmente fra un cantare e l’altro c’era una certa contraddizione. Naturalmente i nostri genitori non sapevano che cantavamo in questo modo.
Il bimbo che è in me visse quei momenti anche con tanta paura.
Mio papà, contrariamente al sottoscritto che non aveva voglia di studiare, era molto bravo a scuola, non solo, ma un po’ più grandicello si prese due lauree e volle studiare a fondo le lingue più importanti… l’inglese, il tedesco e il francese. Fu il tedesco a salvargli la pelle. Infatti, come Direttore di una ferriera a Sestri Ponente, grazie al fatto che parlava correntemente la lingua di Goethe, durante l’occupazione nazista, rischiò più volte la vita per salvare quella degli operai.
Ebbene, questo suo altruistico comportamento verso gli operai di Sestri Ponente che, alla fine del conflitto fu soprannominata Piccola Russia, gli permise di non finire in un Alto Forno e di subire, come si sentiva raccontare, una sommaria esecuzione presso il locale cimitero. Ricordo così il 25 aprile. Il bimbo ricorda, col senno di poi, che a quei tempi aleggiava l’odio, con la stessa intensità con la quale oggi s’inneggia alla libertà conquistata.
Sì, inneggio anch’io alla libertà… ma l’intendo in modo diverso… per lo meno senza quell’odio che faceva temere per la propria pelle e per quella dei familiari.
Non so se fosse proprio il 25 aprile, però ricordo che mi trovavo sul marciapiede a pochi metri dalla Rotonda di Pegli (Lido di Pegli)… dove girava il tram. Non ero solo. Ero inebetito o ipnotizzato nel vedere la colonna di automezzi del Grande Reich che sfilava davanti a noi a velocità ridotta con a bordo mesta e silenziosa una parte umana di quella razza ariana che avrebbe dovuto conquistare l’Europa… e anche un po’ di Africa del nord. Per fortuna non ci riuscì… per fortuna arrivarono a morire per noi dall’altra parte dell’Atlantico.
Vennero a morire per noi… o per loro?
Il bimbo ricorda anche che fino a qualche giorno prima di quel 25 aprile, che, oltre a ricordarci la libertà conquistata ci vuol ricordare la barbarie di certi atti compiuti dai nazisti, lui abitava da pochissimo in una villetta… lassù un po’ in alto… da dove si gode il mare e l’orizzonte. Ebbene, quella villetta, per un po’ di tempo fu “caserma” dell’esercito tedesco, concessa a loro col sottinteso “Cedo alla violenza”. Fu appunto questa apparente concessione in lingua tedesca, che permise al proprietario (mio papà) di ritrovarsi la casa in buone condizioni con per giunta una cassa di vetri per finestre.
Qualcuno potrebbe chiedersi cosa c’entrano i vetri per finestre.
A questa domanda è lecito rispondere che i vetri erano preziosissimi, perché lo spostamento d’aria causato dalla deflagrazione delle bombe li frantumava.
Il bimbo, già allora capì, chissà se ne fece tesoro, che nella vita può essere molto interessante parlarsi anche se si è nemici, e ancor più interessante se ci si parla nella stessa lingua… e, se ci si parla nella stessa lingua, sarà positivo se si eviterà di essere presuntuosi.
Il bimbo ricorda appunto la paura e l’odio che spirava consistente.
Il bimbo è cresciuto ed è diventato vecchio… ha lavorato e, recentemente ha studiato la storia… un po’ di storia… di quando lui c’era e anche di quello che non hanno voluto dirgli.
Sissignori, è proprio così. Ho dovuto prendere atto che la guerra partigiana non è stata così candida come si vorrebbe far credere durante le manifestazioni del 25 aprile.
Un paio di cosine che forse non capirò mai:
Perché s’è voluto trucidare i partigiani italiani nell’eccidio di Porzùs?
La risposta è abbastanza logica. I partigiani della Osoppo che non erano alle dipendenze né del Partito Comunista Italiano e neppure dei partigiani sloveni, erano particolarmente scomodi perché non volevano in quelle zone d’Italia la supremazia della Jugoslavia… in poche parole non volevano, combattendo le truppe naziste, che la futura Federazione Jugoslava di Tito fagocitasse l’Istria con Trieste e Gorizia.
A questo punto è molto interessante prendere atto che la regia delle truppe partigiane d’Italia voleva essere comunista del PCI. Ma, chi era in Italia diventato il padrone del PCI? Un cittadino dell’Unione Sovietica: Palmiro Togliatti.
Proprio così. Palmiro Togliatti, fuggito o stabilitosi nell’URSS ai tempi del fascismo, nel 1930 rivendicò la “rinuncia alla cittadinanza italiana”. Non solo, ma, nel gioire dell’essere diventato cittadino sovietico, dichiarò di “valere dieci volte più del migliore italiano”. Fin qui, potrebbe essere stato anche scusabile… infatti nell’URSS le purghe erano all’ordine del giorno. Dichiarare però che come italiano si sentiva “un miserabile mandolinista e nulla più” mi sembra che avrebbe dovuto essere sufficiente per negargli addirittura l’ingresso in Italia.
Il bimbo di allora non sapeva neppure che Palmiro Togliatti esisteva… anche se era nato a una minima distanza da lui…. Proprio a Genova. Il vecchio però ha cominciato a documentarsi e ancora non è riuscito a comprendere come fosse possibile che un cittadino dell’Unione Sovietica che aveva “sputato” sull’Italia e aveva offeso i mandolinisti, non fosse stato rispedito al mittente. A quei tempi, quando nel 1944 Togliatti rientrò in Italia (Svolta di Salerno), probabilmente non esistevano le Guardie di Frontiera che controllavano passaporti e visti; poi però, quando si trattò di dare una fisionomia al Parlamento, Chipermise a uno straniero, (Togliatti era diventato uno straniero – a quei tempi l’Italia non ammetteva ancora la doppia cittadinanza), di far parte del Governo Italiano?
Se riprese la cittadinanza italiana, Chi fu a concedergliela?
Dopo quello che aveva dichiarato a Mosca potevano esserci gli estremi del vilipendio… o no?
“Perché mi faccio queste domande?” mi si potrebbe chiedere “Cosa c’entra con la Festa della Liberazione?”
C’entra eccome. Fu lui a “consigliare” ai partigiani comunisti del Nord-Est di lasciarsi dirigere dai titini affinché, grazie alla fratellanza italo-slaval’Istria con Trieste uscissero dall’Italia. Era quanto desiderava Tito spalleggiato da Stalin. Ancora non c’era stata la rottura fra Tito e Stalin e Togliatti riceveva ordini direttamente da Mosca.
Malgrado ogni mia ricerca, ancora non sono riuscito a comprendere come fu possibile che a un fuoruscito che rinnegò pubblicamente la sua italianità si dessero incarichi di Governo. Fu addirittura Ministro di Grazia e Giustizia!!!
Chi permise questo? Gli fu restituita la cittadinanza italiana? Se gli fu restituita, chi gliela restituì?
Sicuramente la guerra partigiana sarebbe stata differente e, probabilmente non ci sarebbero stati così tanti morti italiani a Trieste e in Istria… e chissà che la nostra storia non avrebbe avuto dei risvolti diversi?
Sarei contento se qualcuno potesse rispondere a questi miei interrogativi.
In ogni caso, la guerra partigiana coi vari C.L.N. fece indubbiamente la gioia di molti filatelisti che videro fiorire francobolli soprastampati a più non posso.
Ne sono un esempio questi due francobolli della Repubblica Sociale Italiana soprastampati, uno a Ponte Chiasso e l’altro a Savona.
Ai tempi ci fu pure chi scomodò Pinocchio per dileggiare il comportamento di Togliatti e Nenni… il gatto e la volpe.
Mia definizione di libertà:
FARE CIÒ CHE FA PIACERE A PATTO DI NON NUOCERE A SE STESSI O AD ALTRI
Grazie per la tua testimonianza, io la guerra l’ho sentita raccontare da mio nonno (che se lè vista brutta un paio di volte per colpa del reich) che aveva in corpo una rabbia per quella immane tragedia! Una pagina tristissima della storia umana!
Ciao Quarc.
Caro Saimon.
grazie per quello che hai scritto. Altro che tristissima. Mi dispiace per tuo nonno. Dove?
Buona notte.
Quarc
Mio nonno non mi ha mai detto il dove, so per certo che in uns circostanza c’era di mezzo una ferrovia, per sua fortuna è tornato tutfo intero almeno fisicamente, è stato il miglior maestro e uomo che ho conosciuto
Ciao Quarc.
Caro Saimon,
Mi fa piacere sentir parlare così bene di un nonno. Spero anch’io di lasciare un buon ricordo… ai miei nipoti.
Buon Pomeriggio.
Quarc
Eh il mio nonno mi manca assai caro Quarc, a sensazione direi che sei un bravo nonno
Ciao Quarc.
Grazie Saimon. Buon Tutto.
Quarc
🤗🤗🤗
Bellissimo e toccante racconto, buona serata Quarc!
Grazie cara Fabiana.
Buona notte.
Quarc
Buon pranzo gentile Quarc! SONO ferma sul divano con mal di schiena!
MI SCUSO PER IL RITARDO.
Cara Fabiana,
Il mal di schiena è una brutta cosa. Spero che nel frattempo sia migliorato.
Buona Giornata.
Quarc
Ottima lezione di storia, vista con gli occhi di chi poteva solo subirla.
Ovviamente le considerazioni di Togliatti vanno lette con lo spirito del tempo. Spaghetti e mandolino ci furono affibbiati da tutti, non solo dai nemici. Ancor oggi mi pare che siamo un popolo di buontemponi che si accontentano di spaghetti e mandolino (vedi reddito di cittadinanza).
I fatti del nord est furono esacrabili, ma il mondo se lo divisero a Yalta, senza Togliatti.
Oggi si vuole rimarcare quella storia orribile dentro una storia infernale, ma è solo per dimostrare che i partigiani furono una accozzaglia senza vere radici. Ritengo che sia un errore, ma il revisionismo inizia così, poi si dice Mussolini ha fatto cose buone, poi si terminerà con ammettere che in Abissinia furono mandati i militari per liberare il popolo dalla secolare schiavitù. Infine dovremo riconoscere che Hitler fu un esempio di amor patrio , visto che ha preferito il suicidio all’onta della sconfitta, come Varo, dopo aver perso 3 legioni in una imboscata che nessuno avrebbe dovuto subire (tantomeno i Romani che allora dominavano il mondo occidentale).
La storia va letta, discussa,ma non piegata alle considerazioni opportunistiche.
Un abbraccio fraterno
Giancarlo
Caro Giancarlo,
Ti ringrazio per tutto quello che hai scritto… che dimostrare conosci molto bene la storia.
Lo so che decisero tutto a Yalta… ci sono anche stato a Yalta prima che Putin si prendesse la Crimea. A me interessa sapere come fu possibile che un cittadino dell’Unione Sovietica potesse diventare parlamentare di un’altra Nazione… in questo caso l’Italia. Se gli fu restituita la cittadinanza italiana… CHI fu a ridargliela dopo che aveva offeso l’Italia? De Nicola o Einaudi non ne sapevano nulla? E De Gasperi?
Io non leggo questa storia… perché per me è ancora un po’ cronaca.
Grazie e BUONA NOTTE.
Quarc
Caro Quarc, grazie per questo Post!
Grazie per la condivisione del vissuto del Bimbo e del Vecchio. Grazie per l’amor patrio. Grazie per le ricerche storiche. Grazie per i fatti di cronaca. Per le foto dei luoghi. Delle bellissime foto private e delle testimonianze dei sentimenti e delle emozioni tue e dei tuoi famigliari!
Per mio papà, l’8 Settembre 1943, è stato il giorno più brutto della sua vita!
Era militare a Pola. Nei suoi rari racconti…ricordo nomi, luoghi, emozioni, impressioni…che ho letto, con commozione, in questo Tuo prezioso Post!
Purtroppo non tutti i giovani di oggi conoscono l’immenso valore della Libertà e della Pace che godono!
Con stima e gratitudine
Nives
Cara Nives,
Quello che mi dici mi dà grande gioia. Ho scritto l’articolo cercando di essere il più oggettivo possibile.
Quello che mi dici di tuo papà penso fosse veramente terribile. Mi sono molto documentato circa quanto accadde in Istria. Mi farà piacere se potrò avere da te qualche testimonianza. Ti scriverò.
I giovani di oggi? Sono fortunati, ma non lo vogliono credere.
Buona notte e… grazie.
Quarc
Ciao Quarc,
purtroppo papà raccontava pochissimo! Ricordo solamente che di notte, a volte piangeva nel sonno! Era poco più di un ragazzo quando è stato internato nei Campi di Sterminio in Germania, a causa della sua opposizione al regime. Anch’io sto facendo ricerche per conoscere esattamente i Luoghi e se possibile, Testimonianze di quella tragica “pagina” della Storia Italiana.
Sì, anche ai miei ragazzi sembra Storia enfatizzata. Sì sono giovani fortunati…che non vogliono credere!
Grazie ancora caro Quarc, per il prezioso lavoro che stai facendo.
Ti ringrazio anticipatamente se mi scriverai. Sarà Storia documentata che allegherò alle cose di mio padre.
Buona giornata!
Nives
Cara Nives,
Ti ho scritto ieri sera. Se l’indirizzo è sbagliato…
Scrivimi tu così ho il tuo indirizzo giusto:
quarchedundepegi@gmail.com
Probabilmente i giovani pensano che certe cose possano accadere lontano da qui. Invece, certe cose, sono per me ancora cronaca.
Per un giovane, tuo padre, “obbligato” a servire la Patria dev’essere stato terribile.
Grazie… e Buon Pomeriggio.
Quarc
Buongiorno caro Quarc,
ho visto la mail, grazie! Al più presto ti rispondo.
Hai ragione, probabilmente i giovani pensano che certe cose possano accadere lontano da qui.
Sì, i militari italiani sono stati “obbligati” a servire la Patria, ma dopo l’8 Settembre 43, “Il gruppo di potere che sta attorno al re per salvarsi ha sceltola soluzione più facile, ha sciolto le armate. C’è stato il ripudio dell’esercito. Chi resta non sa cosa fare.” (da IL SANGUE DI TUTTI di Edoardo Pittalis). Sono oltre 810.000i soldati italiani fatti prigionieri all’indomani dell’8 Settembre. Di questi, 94.000 decidono dal primo momento di schierarsicon Salò. Altri 103.000 saranno gli “optanti” in seguito alle pressioni dei reclutatori fascisti nei campi. La grande maggioranza – 615.812, secondo un dato del 1944 – sceglie invece di patire le sofferenze della prigionia piuttosto che schierarsi al fianco dei nazisti.” (da POSSA IL MIO SANGUE SERVIRE di Aldo Cazzullo). Mio padre era militare a Pola, ha scelto la prigionia in Germania, ha scelto il coraggio e la libertà interiore. Ha deciso di non firmare la formula di rito, ha deciso di non voler continuare a combattere accanto alla Germania. Ed è stato trasferito nei Campi di Sterminio in Germania.
Davvero Quarc, per un giovane…queste scelte, in qualsiasi tempo e luogo…sono davvero terribili!
Buona giornata!
Nives
Cara Nives,
MI SCUSO PER IL RITARDO.
Sì, penso che potesse essere molto difficile dover scegliere. La cosa peggiore però fu che, dell’Armistizio ne vennero a conoscenza prima i tedeschi degli italiani. Ho letto il libro del Pittalia, devo verificare per quello di Aldo Cazzullo. Devo dire, con piacere, che ci fu una grande riconoscenza da parte di quegli “sbandati” che furono aiutati dai miei genitori.
Ti rispondo il più presto possibile.
BUONGIORNO.
Quarc
P.S.: Forse non sai che scrissi un libro, ma di tutt’altro argomento. Ne avevo cominciato uno proprio sull’argomento Istria, Fiume, Dalmazia, ecc.
Caro Quarc,
non ci son problemi per il ritardo, ognuno risponde quando può!
Anche Tu sei stato fortunato ad avere dei Genitori di grande esempio.
Pure le loro scelte così forti, importanti e rischiose, dovrebbero essere riconosciute.
Fai bene a scrivere e raccontare, in nome della Storia te ne sono grata!
Ti chiedo gentilmente i Titoli dei Tuoi Libri, ringraziandoTi anticipatamente!
Buona giornata di sole!
Nives
Grazie cara Nives,
Ti ho scritto… anche il titolo del libro.
Buona serata.
Quarc
Scusa Quarc, ma non trovoquesta nuova mail.
Il mio indirizzo di posta elettronica è: nives1950@alice.it
Ti sono grata se gentilmente verifichi.
A presto!
Nives
Rispedito.
Oggi ero assente.
Buona notte.
Quarc
Buonasera caro Quarc,
ho letto quanto mi hai spedito. Il tuo Libro starà sicuramente accanto alla raccolta che riguarda la vita dei miei genitori, prima e dopo la grande Disfatta dell’8 Settembre 1943. Le notizie e le emozioni che descrivi sono così vive e reali, che …fanno capire quanto sia tragicamente facile, il ritrovarsi improvvisamente a ri-vivere tanto odio ed orrori!
Grazie ancora!
Nives
Mi scuso per il ritardo nel rispondere.
Cara Nives,
Io ringrazio te per quanto hai voluto scrivermi.
Non so ancora se continuerò a scriverlo. È abbastanza impegnativo, ma penso che potrebbe essere utile.
Buon Pomeriggio.
Quarc
Sì Quarc: è impegnativo, ti capisco!
Grazie comunque, buona giornata!
Nives
BUONA GIORNATA cara Nives.
Quarc
Molto bello Quarc, un abbraccio!
Grazie Laura.
Contraccambio l’abbraccio e… Buona notte.
Quarc
Ciao Quarc, buona notte!
BUONGIORNO Laura!
Sempre sulla breccia?… ben sveglia?
Quarc
😀
I miei ricordi della 2a GM sono legati ai ricordi dei miei nonni e dei miei genitori, in particolare mio padre che è del ’34.
Situazioni differenti. Nessun contatto diretto con le milizie, ma tanti e tanti bombardamenti che hanno coinvolto anche i Paesi dove abitavano i miei genitori. Da bambino mi ricordo che, andando a trovare i miei nonni, nei loro campi c’erano degli avvallamenti che erano stati creati dalle bombe sganciate alcuni decenni prima.
poi, riguardo la libertà, credo che si tratti di un concetto molto soggettivo.
Caro Kikka,
Ti ringrazio. Scrivo certe cose perché penso che possa essere importante per chi non ha vissuto, ma solo ascoltato.
Ho cercato, nell’oggettività, di creare interesse.
Buon Pomeriggio.
Quarc
P.S.: Sì, il concetto di libertà può essere soggettivo… ma fino a un certo punto.