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Archive for luglio 2022

A ben pensarci, considerato l’allucinante modo di come gira il mondo, dovremmo tutti inchinarci al genio di Alessandro Volta.

Il francobollo… bello grande dove è ben visibile l’invenzione della PILA e quindi si capisce perché si chiama così.

Sì, e ce lo può ricordare questo francobollo, oggi il mondo si fermerebbe se non ci fossero le pile… o batterie.

Come detto, un tempo utilizzavamo delle pile per le torcie elettriche quando saltava la luce e, in un certo senso, pochi altri usi più o meno domestici. Certo che esistevano da tempo le batterie delle automobili, quelle enormi per i vagoni delle ferrovie e altri usi.

Da un po’ di tempo c’è stata l’esplosione del’uso delle pile… di tutte le dimensioni… specialmente quelle piccole. Hanno cominciato con gli orologi.

Io non so se gli Swatch sono stati fra i primi ; è un fatto che con l’invasione di questi orologi che fecero epoca, non bisognava più dare regolarmente la carica all’orologio, ma, molto ogni tanto, bisognava cambiare la batteria. Andavano sempre ed erano anche piuttosto precisi.

Poi sono arrivati i computer portatili… che avevano bisogno di una batteria. Se si pensa che al giorno d’oggi, per qualunque « mossa » burocratica c’è bisogno di un computer… può significare che ogni famiglia dovrebbe averne uno o più di uno.

Recentissimamente chiesi a quel determinato ufficio di inviarmi quel determinato modulo da compilare ; diedi naturalmente il mio indirizzo postale. Il mio stupore fu infinitamente grande quando mi fu comunicato che quel modulo non esisteva « cartaceo », ma doveva essere stampato dopo la compilazione… guai fare degli errori altrimenti il « sistema » si sarebbe arrabbiato. Ma la componente ancora più interessante è che durante la compilazione non si poteva interrompere e salvare. Se si interrompeva prima della fine… bisognava ricominciare tutto da capo.

Quindi : « Tutti devono possedere un computer e una stampante » sentenzierebbe la burocrazia elvetica ; ma se lo sentenziasse quella italiana che è solo opprimente e ad un livello simildelinquenziale, come si potrebbe reagire ?… in nessun modo… o adeguandosi.

Tutte queste cose necessitano di energia elettrica e… batterie.

Il bello però deve ancora venire. I telefonini non sono ancora diventati « smartphone »… non sono ancora diventati quell’aggeggio che ogni cittadino, quasi a livello mondiale, deve possedere appena raggiunta l’età del saper « leggere, scrivere e far di conto ».

Tutti, o quasi tutti, o moltissimi, dopo aver raggiunto un mezzo pubblico, se non l’hanno già in mano, estraggono l’ « amato e indispensabile aggeggio » e, anche in piedi, cominciano a smanettare. Oggi non interessa più un finestrino trasparente o una natura rigogliosa da ammirare… oggi la simbiosi coll’aggeggio è completa e indissolubile.

PERÒ ESISTE UNA GRANDE NECESSITÀ DI ENERGIA E DI PILE.

Allora sì che bisogna ringraziare il grande scopritore : ALESSANDRO VOLTA.

Sono in pochi a sapere che la pila fu inventata più di 200 anni fa da un comasco e che a Como esiste un TEMPIO VOLTIANO.

Assodato che ogni possessore di smartphone dovrebbe rendere omaggio al grande comasco, mi piace aggiungere che questo francobollo fu obliterato proprio a Como… nella città natale di Alessandro Volta… come da timbro.

Timbro dell’ufficio postale dal quale partì la missiva col francobollo commemorativo della pila.

Ho voluto scendere in questo particolare del timbro per il fatto che oggi le poste, e non solo quelle italiane, non vogliono più prendere in considerazione l’importanza del timbro; la data e l’ora.

Un tempo, lo ricorderanno solo le persone un po’ più attempate, la data ed eventualmente l’ora del timbro postale facevano fede. Addirittura la normale corrispondenza riceveva regolarmente un timbro d’arrivo sul retro della busta. In un certo senso le poste si prendevano la responsabilità di quello che facevano… diciamo che volevano lavorare bene e dimostrarlo.

Oggi è tutto standardizzato… tutto apparentemente pianificato… tutto al punto tale per cui non si sa più a chi credere.

Come forse non si sa, a me piace, qualche volta, spedirmi la lettera col francobollo che desidero obliterato e “viaggiato”. Me lo invio FERMO POSTA. Mi è così possibile verificare i giorni del “viaggio” della lettera. A dimostrazione di questo fatto posso mostrarvi questo timbro di Lugano.

Piuttosto spassoso! Sì, perché andai a ritirare la missiva quel sabato 16 aprile… alla mattina. Il timbro segna le ore 19… quindi la missiva sarebbe arrivata dopo che io la ritirai. Feci presente all’addetto che non era giusto. Mi disse che mettono le 19 perché è l’ora di chiusura dell’ufficio… che però al sabato chiude prima.

Timbro truffaldino di Lugano (Svizzera)

In fondo è una sciocchezza; ora più ora meno. È il principio quello che conta, senza dimenticare che mettere un’ora sbagliata è una truffa.

Quindi non ci si può più fidare neppure della decantata precisione delle poste svizzere… immaginiamoci altre poste.

Misi a punto questo articolo un po’ di tempo fa… poi, all’inizio di questa settimana, senza alcun preavviso, è arrivato il virus anche da me, ed ora sono fermo ed abbacchiato e aspetto che passi. Non ho più letto articoli da una settimana… tranne questo:

che mi fa essere grato a Marisa Salabelle che ha voluto ricordarlo a tutti noi.

Non rimpiangerò mai la sua dipartita.

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