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Archive for febbraio 2023

Posta & AFFINI – CINQUE

Prima che finisse la guerra, parlo naturalmente della Seconda Guerra Mondiale, in quel di Genova dove ero nato, la normalità era fatta di precarietà… e la precarietà era diventata normale. Non ricordo bene come andavo a scuola, però ci andavo… tant’è vero che ho ancora un paio di pagelle di quei tempi… perfettamente fasciste. Quando cominciai ad interessarmi ai francobolli c’era la Repubblica Sociale Italiana, quella che aveva come capitale Salò… sul lago di Garda. 

Prima però c’era il Regno d’Italia col DUCE che comandava. I francobolli erano coll’effige del Re Vittorio Emanuele III, ma non mancavano i fasci e la propaganda. Questi sono molto significativi.

Francobolli di propaganda… Esercito, Marina, Aviazione e Tripartito.

Dopo aver letto quanto sta scritto sui francobolli, qualcuno si chiederà cos’è il Tripartito.

Non è altro che l’Asse Roma-Berlino-Tokio e cioè l’alleanza fra le tre Nazioni detta anche, dalle prime lettere di ogni Nazione, ROBERTO.

A questo proposito, non mi sembra ci siano stati dei francobolli coll’imperatore del Giappone; ci furono però, tanto in Italia quanto in Germania dei francobolli con Mussolini e Hitler insieme.

Questo è uno che, combinazione, fu timbrato a Mentone nel minimo periodo in cui la città francese fece parte del Regno d’Italia dopo la minima invasione da parte del Regio Esercito.

Uno dei 6 valori della serie del 1941

Questa serie ha tre valori così e tre valori con le effigi in modo un poco diverso. I 2 dittatori sono uno con l’elmetto e l’altro col cappello.

Nel 3° capitolo scrivevo che oggi la normale lettera può essere il modo migliore di comunicare senza essere spiati o controllati. Così non era durante la guerra. La corrispondenza, almeno quella indirizzata all’estero, veniva controllata e veniva applicata sulla busta una striscia di carta con la scritta VERIFICATO PER CENSURA.

Questa interessantissima busta indirizzata in Svizzera, vicino a Berna, ha in sé molte caratteristiche particolari.

Lettera ESPRESSO del 1942

Lettera partita da Genova nel 1942 mentre c’era la guerra. La prima caratteristica oggi dimenticata è la dizione ESPRESSO… col francobollo espresso… che non esiste più. L’interessante della spedizione ESPRESSO è che l’oggetto di corrispondenza poteva anche viaggiare piuttosto normalmente, però, arrivato a destinazione veniva recapitato il più presto possibile da speciali fattorini. Questo francobollo è naturalmente coll’effige del re. 

Francobollo ESPRESSO del Regno d’Italia.

La seconda caratteristica, sul retro della busta è il timbro di Milano POSTA ESTERA (in alto a destra). La lettera, prima di proseguire veniva controllata; era la CENSURA (in basso). La terza caratteristica è che la lettera arrivò a destinazione 2 giorni dopo l’impostazione malgrado la censura e la sosta a 

Retro della missiva ESPRESSO del 1942.

Milano (timbro THUN 1 al centro). Quello che si può notare è il tipo di colla usata per richiudere la busta dopo il controllo della censura… dev’essere stata proprio di scarsa qualità o fu usata maldestramente.

Il passaggio dal Regno d’Italia alla Repubblica Sociale Italiana con la presenza in ogni dove dell’esercito tedesco non mi toccò più di quel tanto. La guerra continuava. La grande differenza fu la presenza delle Brigate Nere, corpo Ausiliario di volontari della Repubblica sociale. Me li ricordo benissimo; avevano sul cappellino lo stemma con le ossa incrociate e il teschio; non mi impressionarono mai, anzi, quasi quasi mi divertivano. Gli adulti però la pensavano in modo diverso… ne avevano paura.

Questi, in una piccola panoramica, alcuni francobolli di quei tempi.

Francobolli della RSI. In alto quelli soprastampati della serie imperiale

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Per chi non s’è mai interessato ai francobolli, può essere interessante mettere l’accento sul fatto che, almeno in Italia, le vicende belliche hanno permesso ai collezionisti di francobolli di sbizzarrirsi… dopo però. Infatti, solo nell’Italia del nord sono stati stampati o soprastampati tanti di quei francobolli, per cui, si arriverebbe quasi a dire che le vicende belliche potrebbero essere state uno “scoop filatelico”… quasi come quello che molti conoscono del famoso “Gronchi rosa”… del quale si potrà parlare in seguito.

Purtroppo nell’Italia del Centro nord ci furono molte sofferenze e molti morti, ma anche molte soprastampe sui francobolli della serie imperiale… quelli cioè coll’effige del re. Solo la soprastampa del fascio, dritto o rovesciato, rosso o di altri colori, spostato o doppio, permise l’esistenza di molteplici… quasi infinite varietà.

A questo punto verrebbe da chiedersi cos’era esattamente la Repubblica Sociale Italiana? A quei tempi, per me fu semplicemente un momento folcloristico diverso dal precedente… era sempre guerra. La differenza stava nel fatto che circolavano in divisa persone diverse ed era necessario aiutare quei nostri connazionali che, sbandati e storditi dagli avvenimenti dovevano far sparire la divisa del Regio Esercito e trovare abiti civili oltre che vitto e capacità di nascondersi. Oltre al fatto che aiutare certi poveri sbandati si rischiava la pelle, credo oggi che quella di Badoglio fu la classica “furbata” all’italiana.

Sì, perché i “furbetti” in Italia ci sono sempre stati anche fra i Governanti.

A quei tempi L’Italia del nord viaggiava nel caos… quella del sud vide il primo vero Governo italiano dopo il Ventennio fascista in quel di Salerno… Governo a cui partecipò anche Palmiro Togliatti reduce dall’Unione Sovietica. Come fu possibile che un cittadino dell’Unione Sovietica (aveva rinunciato volontariamente a quella italiana e aveva dileggiato ufficialmente l’Italia) potesse far parte del Governo italiano del sud? Un’altra furbata all’italiana?… che procurò immensi danni… e morti.

Nell’Italia del sud, dopo la caduta del fascismo, dato che Vittorio Emanuele III c’era ancora, vennero usati i francobolli della serie imperiale, ma, senza i fasci in basso a destra e a sinistra. Un esempio è questo francobollo da Cent. 50.

Stampato a Roma

È necessario tener presente che la guerra era ancora “pesantemente” in atto e che gli Alleati anglo-americani stavano risalendo la penisola e che col tempo arrivarono anche dove precedentemente si utilizzavano i francobolli della Repubblica Sociale Italiana. Io, non ricordo come e quando esattamente a Genova ci fu il cambiamento. Il fatto è che, risalendo la penisola, ci furono a disposizione dei francobolli della Repubblica Sociale Italiana non più utilizzabili. Per questa ragione, un paio di questi francobolli furono soprastampati

Questi i due francobolli con soprastampa.

A quei tempi, mentre regnava un certo tipo di caos e ci furono anche partigiani di ogni tipo e si ammazzava con una certa facilità pensando di cancellare quel fascismo che, a detta di alcuni, moltissimi inneggiarono, i cultori del francobollo erano sollecitati a destra e a manca. Non si immagina quante soprastampe hanno subìto i francobolli della Repubblica Sociale Italiana. Nell’Italia del nord molti C.L.N. (Comitato di Liberazione Italiana), ben 11, hanno soprastampato quei francobolli. Si può citare Savona, Sesto Calende, Domodossola e Ponte Chiasso (Como). La soprastampa che, in un certo senso, potrebbe aver lasciato un brutto segno è quella di Trieste; del tempo che le truppe di Tito padroneggiarono violentemente nella città. Fecero sparire quasi 2000 persone… avevano la colpa era di essere stati fascisti o semplicemente italiani.

2 Francobolli della serie “TITO A TRIESTE”

Fu mia mamma a regalarmi questi francobolli; mi disse che erano relativi a “TITO A TRIESTE”, però, lei non sapeva assolutamente… e non si sapeva quali furono le atrocità commesse a quei tempi in soli 40 giorni. La componente terribile è che, sembra strano, ma sembra proprio che fosse così, il “nostro” Palmiro Togliatti, già componente del Governo monarchico dell’Italia del sud, asservito ai voleri di Stalin che ancora sosteneva Tito, sembra appunto che desiderasse che Trieste passasse alla Jugoslavia… faceva quindi il tifo per Tito e per tutte le malefatte dei titini. Grazie agli Alleati che, sempre pare, avessero bisogno del porto di Trieste, i titini si ritirarono e i triestini ricominciarono a vivere fino alla costituzione del Territorio Libero di Trieste.

Non si può dire che tutta l’Italia del nord facesse parte della Repubblica Sociale Italiana. Per visitare quella parte d’Italia del nord che non fece parte della Repubblica di Salò, bisogna venire in Svizzera.

Strano ma vero.

 (Probabilmente continua)

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Posta & AFFINI – QUATTRO

Quant’è bello sentir parlare di trasparenza. Sì, ai tempi di Gorbaciov la parola russa Glasnost divenne famosa. L’Europa divenne apparentemente libera e il famoso muro di Berlino fu « smontato » definitivamente. Col passare degli anni sembrava che l’Europa, dopo aver inglobato Lituania, Lettonia ed Estonia, già parte integrante dell’Unione Sovietica, potesse avere davanti a se decenni di pace e prosperità.

Appunto la trasparenza piacque sempre meno alle poste che, piano piano senza dar nell’occhio persero quella capacità che avevano… senso di responsabilità.

Se un tempo timbravano la corrispondenza in arrivo, non solo smisero di farlo, ma, come s’è visto precedentemente, non timbrano neppure la corrispondenza in partenza.

Ho recentissimamente acquisito che, in combutta con un Ente dello Stato che non voglio nominare, riescono addirittura a spedire all’estero delle raccomandate con Avviso di Ricevimento senza la data del giorno in cui partì.

Grazie a internet, usando i numeri sulla busta mi è stato possibile prendere atto del giorno in cui fu spedita.

Nella zona in cui di solito si mette il francobollo c’è questa stampigliatura senza significato.

Particolare al posto dell’affrancatura.

Appunto l’Avviso di Ricevimento (AR) piace molto agli italiani. È quasi impossibile non dover inviare la Raccomandata con AR se si deve scrivere ad un Ente pubblico. Non basta la Raccomandata ; ci vuole anche l’AR. 

Non sono riuscito a capire perché ci vuole sempre l’AR, tanto più che, se ben ricordo, quando abitavo in Italia, la ricevuta di ritorno arrivava sempre con comodo.

Che poi, l’AR sembra diventata piuttosto cara… dovrebbe viaggiare addirittura come posta prioritaria…

Oggi si presenta così :

AR Fronte.

AR Retro

Quando si consegna la Raccomandata allo sportello, si paga anche la ricevuta di ritorno. Un tempo l’AR si presentava diversamente… ed era di colore giallo scuro..

La componente interessante per chi apprezzava i francobolli era che veniva affrancata con francobolli veri… non con quelle etichette stampate al momento tanto care alle Direzioni Postali… anche quelle svizzere. Per questa ragione, ogni volta che dovevo obbligatoriamente spedire la famosa « Raccomandata con Ricevuta di Ritorno », potevo mettere il francobollo… che sarebbe poi ritornato a me… e che apprezzo perché « ha fatto il suo lavoro ».

Così erano gli AR:

Avviso di ricevimento

Con questo logo di Poste Italiane.

Precedentemente però era diverso… nel senso che non c’era alcun logo… semplicemente:

Una AR viaggiata… non c’è ancora il logo.

Qui è possibile vedere come si poteva affrancare l’AR con un francobollo; la tariffa era quella della lettera… che nel 1994 era di 750 lire.

Vale la pena di prendere in considerazione il francobollo.

Francobollo del 1994 – CASALINGA Unapresenza che conta.

Trovo bellissimo e importantissimo portare in primo piano la figura della casalinga troppo spesso tenuta in considerazione come quel personaggio che non lavora; si considera sovente che è una “semplicecasalinga”. Fa piacere vederla sotto il tetto della casa che gestisce da mattina a notte… assieme al figlio… più frequentemente potrebbe essere considerata con più di un figlio. Unica e insostituibile e instancabile… senza remunerazione dovrebbe essere tenuta in grande considerazione dal consorte… che lavora… che, quando arriva a casa, spesso e volentieri ha pretese esagerate e considera la moglie alla stregua di una schiava. Che poi, se andiamo ad analizzare certe civiltà, non solo la casalinga ma la donna in genere è considerata come qualcosa di inferiore da utilizzare… e basta… senza alcun diritto. La componente peggiore è che NOI ci comportiamo molto spesso in modo servile nei riguardi dei personaggi che Governano e gestiscono con accanimento certi comportamenti. Rispettare e onorare la donna per quello che merita dovrebbe essere sempre di primaria importanza.

Francobollo del 1991

C’è chi dice che la donna non la si può picchiare neppure con un fiore. Ebbene, è legato ai fiori un francobollo che ho potuto utilizzare con una cartolina AR qualche anno fa. C’è un certo collegamento con la vita della mia famiglia; tutti insieme andammo nella mia città, dove nacqui e dove studiai fino alla laurea, a vedere i fiori… quella quantità infinita e bellissima che solo l’EUROFLORA può darci.

Ci tornai all’Euroflora direttamente da Lugano con un viaggio organizzato dall’Associazione dei “vecchi” del Canton Ticino.

Era il 2018 e purtroppo quel giorno Giove pluvio aveva deciso di lasciarsi andare… piovve e vedemmo nei Parchi di Nervi una fantastica EUROFLORA… purtroppo sempre con l’ombrello aperto.

Sono sicuro molti quelli che sanno essere Nervi parte integrante di Genova; si trova all’estrema periferia della città dopo Quarto dei Mille e Quinto al Mare.

Buca delle lettere alla stazione ferroviaria di Genova-Nervi

Fu in quell’occasione che mi fu possibile fotografare questa bizzarra bucalettere di Poste Italiane che impedì con chiavistelli di essere utilizzata. Paura di attentati? Non ho avuto la possibilità di approfondire. È un fatto però: questa buca è abbastanza mal messa… o no?

Conoscevo molto bene Nervi, un po’ perché fa parte di Genova, ma anche perché, quando lavoravo all’Università come anestesista, abitavo poco lontano… per la precisione a Quarto dei Mille… proprio quei Mille coi quali Giuseppe Garibaldi partì alla volta di Marsala.

Comunque sia, prima di tornare col viaggio organizzato in Svizzera, andai a fotografare l’Ufficio Postale di Nervi.

UFFICIO POSTALE DI GENOVA-NERVI

Era il 5 Maggio 1960, esattamente 100 anni dopo che Giuseppe Garibaldi, l’Eroe dei due Mondi, s’era imbarcato dal famoso scoglio di Quarto

Busta ufficiale del 5 maggio 1960

A poca distanza dallo scoglio un Ufficio Postale provvisorio timbrava su una busta speciale i francobolli emessi per commemorare il 1° Centenario della Spedizione dei Mille. L’occasione era buona e…. c’ero anch’io.

Quando mi fu possibile acquistare questi francobolli, appiccicarli sulla busta, farli timbrare e spedirmi la busta… che mi arrivò a casa… purtroppo senza timbro di arrivo, ero ancora piuttosto giovane e carico di belle speranze; ancora non sapevo cosa volesse dire arrivare a fare il medico e neppure come avrebbe potuto essere sposarsi, avere dei figli e… un po’ di anni dopo dei nipoti. Ora lo so. Ora, mentre sto scrivendo ho imparato a considerare il Genere Umano come guasto e, spesso e volentieri, ipocrita. Mentre sto scrivendo, molti componenti del Genere Umano stanno cercando, con ogni mezzo, di aiutare chi ha subìto terribili danni a causa del catastrofico terremoto in Turchia e in Siria. Ad aiutare pare ci sia anche quella componente russa che altrove uccide con missili e carri armati… a me sembra detestabile ipocrisia… che d’altra parte è all’ordine del giorno.

TIMBRO DI POSTE ITALIANE… per l’occasione.

Anche qui c’è un timbro interessante. Oltre alla data, la località è QUARTO DEI MILLE… che fa parte di Genova.

Genova è appunto piuttosto lunga; va dalla VESIMA (oltre Voltri) fino a Genova Nervi. 

Io nacqui a Pegli, fra Voltri e Sestri Ponente, e, fu proprio a Pegli che cominciai ad interessarmi di francobolli. Mi fu possibile acquistare i primi francobolli dal tabacchino… erano francobolli della Repubblica Sociale Italiana.

Francobollo del Regno d’Italia soprastampato sull’effige del Re d’Italia Vittorio Emanuele III

Quando finì la guerra avevo 9 anni; non sapevo bene cosa fosse la pace; avevo cominciato a considerare interessanti i francobolli e la loro funzione. Le Brigate Nere, i tedeschi in divisa, i bombardamenti, gli aerei in picchiata e gli allarmi facevano parte della normalità.

Venne la pace… Il Referendum, la Repubblica, le Elezioni libere. I francobolli continuarono ad interessarmi. Diventai un collezionista… a modo mio però.

(Probabilmente continua)

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SE È COSÌ È TERRIBILE

Come si fa a stare zitti e tranquilli quando si vedono certe cose… se non è un fotomontaggio.

E se non è un fotomontaggio… criminali sono quelli che permettono certe cose.

Lo dico come medico e come paziente… più volte in pronto soccorso.

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Posta & AFFINI – TRE

Nell’UNO di Posta & AFFINI menzionai l’Ufficio Postale di Lavena Ponte Tresa in Provincia di Varese.

Questa località si trova proprio al di là del confine con la Svizzera. A dividerli ci pensa l’acqua del fiume Tresa e il Ceresio (Lago di Lugano).

Ufficio Postale di Lavena Ponte Tresa

Come ogni ufficio postale, anche questo ha, naturalmente, il suo timbro… che però non viene più usato per obliterare i francobolli della posta in partenza. Tutto quello che parte da questo ufficio, va direttamente a Milano e sarà timbrato a Milano Roserio. Il che significa che se io attravero il confine e, a pochi metri dalla Svizzera imbuco una lettera, chi la riceverà, anche se la lettera è prioritaria, potrà pensare ch’io sia stato a Milano.

Comunque sia, questa è la tecnologia moderna che falsa un po’ la realtà.

Timbro di Lavena Ponte Tresa

Si può notare che il timbro non è recente. È un timbro del 2007. Molto prima del 2007, la mia stupidità di “collezionista” era arrivata a farmi considerare interessanti i francobolli “viaggiati”… cioè su un oggetto di corrispondenza che aveva fatto strada… cioè il francobollo che dimostra il pagamento per l’inoltro e il recapito di un oggetto di corrispondenza… ha fatto il suo lavoro. Contemporaneamente, avevo considerato interessante mandare l’oggetto postale regolarmente affrancato o addirittura raccomandato in località anche molto lontane. L’oggetto non veniva giustamente recapitato perché indirizzato ad una persona inesistente in quella località… e tornava indietro al mittente… non sempre col timbro della località dove era arrivato.

Questo è il fiume Tresa, l’estuario del Lago di Lugano che si getta nel Lago Maggiore dal ponte che dalla Svizzera porta in Italia.

Il fiume Tresa: a destra la Svizzera, a sinistra l’Italia.

Anche l’Ufficio postale di questa località ha la sua Buca delle lettere per impostare la corrispondenza.

Bucalettere della posta di Lavena Ponte Tresa fino al 2022

Le buche di Poste Italiane sono spesso maltrattate o parzialmente arrugginite al punto che, in molti casi non si osa imbucare perché si arriva a pensare che sia fuori uso. Questa buca non era maltrattata e in buone condizioni… almeno così sembrava. Fu cambiata, nel 2022 con una nuova… con due sportellini: la corrispondenza locale (per la Città) o per ogni altra destinazione.

Devo dire che fa piacere veder cambiare la buca delle lettere quando non rispecchia più il decoro di quello che dovrebbe essere l’esercizio di qualcosa di fondamentale per la popolazione. Si potrebbe obiettare che ormai le lettere non vengono quasi più scritte da nessuno, che la maggior parte delle notizie viaggiano con la posta elettronica e che, in poche parole, internet ha sostituito l’epistolarietà di un tempo. 

È proprio così, però, sono pochi a pensare che, al giorno d’oggi, i vari Governi desiderano sempre di più controllare il cittadino… e possono quindi controllare quanto accade online. Sono pochi quelli che si rendono conto che, salvo situazioni particolari, le lettere non vengono aperte e non venendo controllate sono ancora il modo più sicuro di comunicare senza essere spiati.

La nuova buca dell’ufficio postale di Lavena Ponte Tresa

Come detto, se imbuco in questa nuovissima bucalettere, l’oggetto di corrispondenza verrà timbrato altrove e il ricevente penserà ch’io sia stato “Altrove”. Lo stesso accade in Svizzera. Ci sono alcuni centri dove viene obliterata la corrispondenza. Questi centri hanno un nome che risulta chiaramente sul timbro. Chi riceve la lettera può pensare che chi spedisce sia stato in quella località. A me sembra sbagliato… quasi un falso.

A questo punto, penso sia meglio come facevano e, penso facciano ancora in Germania: Nel timbro non è scritta la località, ma semplicemente “Centro lettere” e un numero.

Imbucato a Kiel

So per certo che la lettera con questo francobollo è stata imbucata a Kiel nel nord della Germania. 

Da quando esiste l’Unione Postale Universale, forse anche prima, un oggetto di corrispondenza non recapitato dovrebbe tornare al mittente… ancor più se l’oggetto è Raccomandato.

Il più delle volte ritorna col timbro della località, come in questo caso con un timbro:

Località del nord della Finlandia

Ormai, la mia discutibile posizione di collezionista “postale” mi ha permesso di mandar missive in mezzo mondo. Mi ha anche permesso di mettere a dura prova la pazienza… la pazienza di aspettare e quella di pregare l’addetto alle poste di timbrare “come si deve”. La priorità fu quella di far viaggiare il francobollo o il francobollo in quartina… anche il francobollo della Repubblica di San Marino… la più piccola repubblica del mondo.

Busta con francobolli della Repubblica di San Marino del 1964

Questa lettera viaggiò dalla località di Serravalle della Repubblica di San Marino fino a SALT LAKE CITY negli Stati Uniti; in considerazione del fatto che il Sig. Opiperi non è mai andato a ritirare la raccomandata, l’oggetto postale fu restituito al mittente. È interessante notare come gli addetti dell’ufficio postale americano abbiano notato tre date importanti fra cui la data di restituzione. Il francobollo commemora il Presidente Kennedy. 

Bisogna dire che gli Stati Uniti d’America hanno sempre avuto un grande rispetto per la repubblica sammarinese.

È degna di nota la manina sulla busta con la quale le poste degli Stati Uniti respingono la corrispondenza. Non mettono la solita brutta freccia… come potremo vedere in futuro su altre corrispondenze da altre nazioni.

La manina degli USA

Naturalmente, sul retro della busta c’è anche il timbro di questa località dello stato dell’UTAH. Oggi sono piuttosto contento di aver collezionato buste e timbri. Sì, perché sono e rimangono unici specialmente dalle nostre parti dove “gli addetti ai lavori” sono sempre più restii a timbrare.

Recentissimamente ho spedito una raccomandata a Trieste dall’ufficio postale di Lugano… con dei bei francobolli che speravo venissero timbrati bene… lo dissi alla signorina. Mi rispose che la corrispondenza sarebbe stata timbrata a Zurigo. Mi dissi: “Speriamo bene”. Che poi, mandare la lettera a Zurigo quando l’Italia è qui a due passi… D’altra parte, l’abbiamo già detto, è il dio soldo quello che comanda.

Eccolo il timbro di SALT LAKE CITY… sul retro della busta… unico ed irripetibile… del 1974

Chi legge queste righe, se arriva a leggerle, sta probabilmente pensando che nella vita ci sono molte cose più importanti di 4 timbri ed un paio di francobolli. E ha perfettamente ragione, però, non sa che il sottoscritto ormai catalogato fra i vecchi desidera campare ancora un po’ e quindi ha bisogno di “giocare”. Lo disse Benjamin Franklin che, fra l’altro, fu il primo direttore generale delle Poste degli Stati Uniti d’America… quando ancora non avevano inventato i francobolli.

Che poi, è ormai dimostrato che se riusciamo a vivere bene le piccole cose, analogamente viviamo ugualmente bene le grandi cose.

Se asserisco che un timbro è unico ed irripetibile, dico qualcosa che sembra sbagliato dato che è sempre possibile, anche a distanza di anni, ripeterlo con quella data e quell’ora… risulta però un falso.

Naturalmente, parlando di timbri, può anche esserci il timbro particolare al quale posso essere particolarmente affezionato. Uno di questi è quello canadese delle cascate del Niagara. Mi è particolarmente caro perché quel giorno, verso la fine del secolo scorso, provenienti da Toronto col Bus di linea e diretti a Buffalo nello stato di New York, ci fermammo a vedere le famose cascate.

Timbro dell’Ufficio Postale di “NIAGARA FALLS”

Ci lasciarono piuttosto indifferenti, forse perché il freddo era pungente e, forse quel giorno, eravamo gli unici turisti. Prima di andare in un ristorante a mangiare, cercai l’ufficio postale per mandarmi una lettera. All’addetto dell’ufficio chiesi di mettermi un timbro anche sulla busta… cosa che molto gentilmente fece… con un timbratore particolare che mi stupì. Proseguimmo alla volta di Buffalo negli Stati Uniti. Quello che ci meravigliò fu che per il passaggio della frontiera ci fecero scendere dal bus, portare tutti i bagagli in dogana, riempire un formulario… e pagare pure qualche dollaro… senza ricevere in cambio nessuna ricevuta.

(Probabilmente continua)

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