Prima che finisse la guerra, parlo naturalmente della Seconda Guerra Mondiale, in quel di Genova dove ero nato, la normalità era fatta di precarietà… e la precarietà era diventata normale. Non ricordo bene come andavo a scuola, però ci andavo… tant’è vero che ho ancora un paio di pagelle di quei tempi… perfettamente fasciste. Quando cominciai ad interessarmi ai francobolli c’era la Repubblica Sociale Italiana, quella che aveva come capitale Salò… sul lago di Garda.
Prima però c’era il Regno d’Italia col DUCE che comandava. I francobolli erano coll’effige del Re Vittorio Emanuele III, ma non mancavano i fasci e la propaganda. Questi sono molto significativi.

Francobolli di propaganda… Esercito, Marina, Aviazione e Tripartito.
Dopo aver letto quanto sta scritto sui francobolli, qualcuno si chiederà cos’è il Tripartito.
Non è altro che l’Asse Roma-Berlino-Tokio e cioè l’alleanza fra le tre Nazioni detta anche, dalle prime lettere di ogni Nazione, ROBERTO.
A questo proposito, non mi sembra ci siano stati dei francobolli coll’imperatore del Giappone; ci furono però, tanto in Italia quanto in Germania dei francobolli con Mussolini e Hitler insieme.
Questo è uno che, combinazione, fu timbrato a Mentone nel minimo periodo in cui la città francese fece parte del Regno d’Italia dopo la minima invasione da parte del Regio Esercito.

Uno dei 6 valori della serie del 1941
Questa serie ha tre valori così e tre valori con le effigi in modo un poco diverso. I 2 dittatori sono uno con l’elmetto e l’altro col cappello.
Nel 3° capitolo scrivevo che oggi la normale lettera può essere il modo migliore di comunicare senza essere spiati o controllati. Così non era durante la guerra. La corrispondenza, almeno quella indirizzata all’estero, veniva controllata e veniva applicata sulla busta una striscia di carta con la scritta VERIFICATO PER CENSURA.
Questa interessantissima busta indirizzata in Svizzera, vicino a Berna, ha in sé molte caratteristiche particolari.

Lettera ESPRESSO del 1942
Lettera partita da Genova nel 1942 mentre c’era la guerra. La prima caratteristica oggi dimenticata è la dizione ESPRESSO… col francobollo espresso… che non esiste più. L’interessante della spedizione ESPRESSO è che l’oggetto di corrispondenza poteva anche viaggiare piuttosto normalmente, però, arrivato a destinazione veniva recapitato il più presto possibile da speciali fattorini. Questo francobollo è naturalmente coll’effige del re.

Francobollo ESPRESSO del Regno d’Italia.
La seconda caratteristica, sul retro della busta è il timbro di Milano POSTA ESTERA (in alto a destra). La lettera, prima di proseguire veniva controllata; era la CENSURA (in basso). La terza caratteristica è che la lettera arrivò a destinazione 2 giorni dopo l’impostazione malgrado la censura e la sosta a

Retro della missiva ESPRESSO del 1942.
Milano (timbro THUN 1 al centro). Quello che si può notare è il tipo di colla usata per richiudere la busta dopo il controllo della censura… dev’essere stata proprio di scarsa qualità o fu usata maldestramente.
Il passaggio dal Regno d’Italia alla Repubblica Sociale Italiana con la presenza in ogni dove dell’esercito tedesco non mi toccò più di quel tanto. La guerra continuava. La grande differenza fu la presenza delle Brigate Nere, corpo Ausiliario di volontari della Repubblica sociale. Me li ricordo benissimo; avevano sul cappellino lo stemma con le ossa incrociate e il teschio; non mi impressionarono mai, anzi, quasi quasi mi divertivano. Gli adulti però la pensavano in modo diverso… ne avevano paura.
Questi, in una piccola panoramica, alcuni francobolli di quei tempi.

Francobolli della RSI. In alto quelli soprastampati della serie imperiale
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Per chi non s’è mai interessato ai francobolli, può essere interessante mettere l’accento sul fatto che, almeno in Italia, le vicende belliche hanno permesso ai collezionisti di francobolli di sbizzarrirsi… dopo però. Infatti, solo nell’Italia del nord sono stati stampati o soprastampati tanti di quei francobolli, per cui, si arriverebbe quasi a dire che le vicende belliche potrebbero essere state uno “scoop filatelico”… quasi come quello che molti conoscono del famoso “Gronchi rosa”… del quale si potrà parlare in seguito.
Purtroppo nell’Italia del Centro nord ci furono molte sofferenze e molti morti, ma anche molte soprastampe sui francobolli della serie imperiale… quelli cioè coll’effige del re. Solo la soprastampa del fascio, dritto o rovesciato, rosso o di altri colori, spostato o doppio, permise l’esistenza di molteplici… quasi infinite varietà.
A questo punto verrebbe da chiedersi cos’era esattamente la Repubblica Sociale Italiana? A quei tempi, per me fu semplicemente un momento folcloristico diverso dal precedente… era sempre guerra. La differenza stava nel fatto che circolavano in divisa persone diverse ed era necessario aiutare quei nostri connazionali che, sbandati e storditi dagli avvenimenti dovevano far sparire la divisa del Regio Esercito e trovare abiti civili oltre che vitto e capacità di nascondersi. Oltre al fatto che aiutare certi poveri sbandati si rischiava la pelle, credo oggi che quella di Badoglio fu la classica “furbata” all’italiana.
Sì, perché i “furbetti” in Italia ci sono sempre stati anche fra i Governanti.
A quei tempi L’Italia del nord viaggiava nel caos… quella del sud vide il primo vero Governo italiano dopo il Ventennio fascista in quel di Salerno… Governo a cui partecipò anche Palmiro Togliatti reduce dall’Unione Sovietica. Come fu possibile che un cittadino dell’Unione Sovietica (aveva rinunciato volontariamente a quella italiana e aveva dileggiato ufficialmente l’Italia) potesse far parte del Governo italiano del sud? Un’altra furbata all’italiana?… che procurò immensi danni… e morti.
Nell’Italia del sud, dopo la caduta del fascismo, dato che Vittorio Emanuele III c’era ancora, vennero usati i francobolli della serie imperiale, ma, senza i fasci in basso a destra e a sinistra. Un esempio è questo francobollo da Cent. 50.

Stampato a Roma
È necessario tener presente che la guerra era ancora “pesantemente” in atto e che gli Alleati anglo-americani stavano risalendo la penisola e che col tempo arrivarono anche dove precedentemente si utilizzavano i francobolli della Repubblica Sociale Italiana. Io, non ricordo come e quando esattamente a Genova ci fu il cambiamento. Il fatto è che, risalendo la penisola, ci furono a disposizione dei francobolli della Repubblica Sociale Italiana non più utilizzabili. Per questa ragione, un paio di questi francobolli furono soprastampati

Questi i due francobolli con soprastampa.
A quei tempi, mentre regnava un certo tipo di caos e ci furono anche partigiani di ogni tipo e si ammazzava con una certa facilità pensando di cancellare quel fascismo che, a detta di alcuni, moltissimi inneggiarono, i cultori del francobollo erano sollecitati a destra e a manca. Non si immagina quante soprastampe hanno subìto i francobolli della Repubblica Sociale Italiana. Nell’Italia del nord molti C.L.N. (Comitato di Liberazione Italiana), ben 11, hanno soprastampato quei francobolli. Si può citare Savona, Sesto Calende, Domodossola e Ponte Chiasso (Como). La soprastampa che, in un certo senso, potrebbe aver lasciato un brutto segno è quella di Trieste; del tempo che le truppe di Tito padroneggiarono violentemente nella città. Fecero sparire quasi 2000 persone… avevano la colpa era di essere stati fascisti o semplicemente italiani.

2 Francobolli della serie “TITO A TRIESTE”
Fu mia mamma a regalarmi questi francobolli; mi disse che erano relativi a “TITO A TRIESTE”, però, lei non sapeva assolutamente… e non si sapeva quali furono le atrocità commesse a quei tempi in soli 40 giorni. La componente terribile è che, sembra strano, ma sembra proprio che fosse così, il “nostro” Palmiro Togliatti, già componente del Governo monarchico dell’Italia del sud, asservito ai voleri di Stalin che ancora sosteneva Tito, sembra appunto che desiderasse che Trieste passasse alla Jugoslavia… faceva quindi il tifo per Tito e per tutte le malefatte dei titini. Grazie agli Alleati che, sempre pare, avessero bisogno del porto di Trieste, i titini si ritirarono e i triestini ricominciarono a vivere fino alla costituzione del Territorio Libero di Trieste.
Non si può dire che tutta l’Italia del nord facesse parte della Repubblica Sociale Italiana. Per visitare quella parte d’Italia del nord che non fece parte della Repubblica di Salò, bisogna venire in Svizzera.
Strano ma vero.
(Probabilmente continua)