Mi sto veramente divertendo ad analizzare quanto posso aver collezionato ed acquisito in tanti anni. Se penso che quando cominciai a mettere da parte i francobolli non ero proprio interessato al funzionamento delle “cose postali”, oggi come oggi, in un certo senso mi dispiace. Quante cose sono cambiate da allora!
Un tempo, almeno in Italia, se si andava alla posta e c’era molta gente si creava la coda… ma non era una coda ben fatta… uno dietro l’altro come in certi paesi un po’ più a nord dell’Italia… era una coda a fungo e, c’era sempre il “furbetto” che cercava di passare avanti. Ora, in molti uffici postali ci sono i “numerini”… come questo di Poste Italiane.

Numerino dell’Ufficio Postale di Lavena Ponte Tresa in Provincia di Varese
L’interessante del numerino è che se rimane in tasca, sarà possibile conoscere esattamente non solo la data nella quale Pinco Pallino fu in quell’ufficio postale, ma anche l’ora esatta in cui ha preso il numerino.
Per fare il numerino, c’è una bella macchina di un bel giallo, colore della posta. Chi deve usarlo per la prima volta riesce a trovarsi leggermente imbarazzato… poi impara. Anche qui potrebbe averci messo lo zampino l’inventore della micidiale burocrazia italiana.

La macchinetta che eroga i numerini
Inutile dire che, da quando hanno “inventato” l’elettronica o la tecnologia che dir si voglia, per un utente è sempre lavoro in più. In questo caso infatti bisogna scegliere quello si vuole, e, sulle prime si può anche essere imbarazzati. C’è però sempre qualcuno pronto a dare una mano. Da quando esistono i numerini, gli uffici postali si sono dotati di comode sedie… per attendere il proprio numero da seduti anziché in coda.
Anche in Svizzera ci sono i numerini… ma anche altrove in località apparentemente sperdute in mezzo ai ghiacci.
Quello di Svizzera, questo almeno di Viganello è veramente gentile.

Numerino dell’Ufficio Postale di Viganello
Bellissimo perché ringrazia per la pazienza.
Succede qualche volta, che vi ringraziano per la pazienza, quando telefonate a qualche ufficio e sanno che dovrete aspettare il vostro turno per svariati minuti. Oltre a farvi ascoltare musica, che poi è sempre la stessa e per giunta brutta, tirano in ballo la pazienza… già perduta da tempo. È quasi una presa per i fondelli!
Quello in mezzo ai ghiacci, sicuramente non l’unico, è in Groenlandia a Qaqortoq
È già passato qualche anno da quando fui, grazie a una bellissima crociera, in quel villaggio. Ricordo che era una giornata bellissima con la temperatura attorno ai 5 gradi sotto lo zero.
Era però molto piacevole camminare alla scoperta del villaggio, e… dell’ufficio postale dal quale mi fu possibile spedire alcune cartoline dopo, naturalmente aver acquistato i francobolli. Prima della partenza avevamo acquistato delle Corone Danesi; sì, perché in Groenlandia la moneta corrente è la Corona Danese.

Numerino dell’Ufficio postale di Qaqortoq
Ciò che però mi stupì in modo particolare è che, senza aver chiesto nulla, dopo aver ritirato i francobolli e averli pagati, l’impiegato ci diede il resto e la ricevuta… ben circostanziata.

La ricevuta dei francobolli acquistati a Qaqortoq
Non credo sia il caso di andare in qualsivoglia ufficio postale italiano, comperare dei francobolli e chiedere la ricevuta. Penso però che potrebbe essere interessante farlo. In Svizzera, quasi regolarmente la ricevuta viene consegnata… se la si desidera.
I francobolli ho potuto usarli per mandare un paio di cartoline ad amici e parenti e… naturalmente… ne ho mandato una anche a me con la speranza di poter acquisire un bel timbro di quell’angolino di mondo lontano… così bello e interessante.

Francobollo e timbro della Groenlandia
La cartolina arrivò e il timbro risultò quasi ben leggibile. Timbro, anche questo, unico e irripetibile… anche perché, molto difficilmente potrò ritornare a visitare quella località.
Certo non dimenticherò Qaqortoq anche perché, dopo la partenza fummo diretti in Canada e la navigazione fu piuttosto particolare… con onde fino a dieci metri per quattro giorni e quattro notti.
Arrivare ad Halifax ed entrare in acque calme fu piuttosto piacevole, nello stesso modo come fu piacevole e scendere a terra e potersi rendere conto che era ancora possibile camminare senza doversi tenere o sperare di non cadere.
Era una giornata festiva e sembrava non ci fosse in giro quasi nessuno. Impossibile quindi spedirmi una cartolina… per l’impossibilità di acquistare il francobollo. Trovai però una delle bellissime buche per le lettere canadesi… belle colorate e molto grandi… forse per quando la gente scriveva molte lettere.

Buca delle lettere ad Halifax
Come sicuramente tutti sanno, tanto la Groenlandia quanto il Canada fanno parte dell’America. Ebbi occasione di dire che, per quanto riguarda i francobolli, mi piacciono se hanno fatto il loro lavoro… quello per cui furono inventati. Inoltre, può essere interessante fare in modo che lavorino andando in giro per il mondo… anche molto lontano.
Questa quartina della Repubblica di San Marino è andata in Brasile… in America appunto… quella del sud.

Busta maltrattata con una quartina del 200 lire del francobollo EUROPA della Repubblica di San Marino del 1976.
Questa busta aperta e richiusa ritornò al mittente dopo 122 giorni dopo essere stata in Brasile.

Retro della busta
Il retro della busta è interessante anche per il fatto che non ci sono solo dei timbri ma anche molto scritto a mano con inchiostro rosso.
Questa povera busta martoriata ma anche abbondantemente timbrata è rimasta in circolazione ben 122 giorni. C’è però da dire una cosa importante che risalta in modo chiaro ed efficace che, la missiva, dopo essere partita dall’Ufficio Postale di BORGO della Repubblica di San Marino, è arrivata in Brasile solo dopo 4 giorni. Lo dimostra questo timbro brasiliano.

Timbro d’arrivo del Brasile
La lettera fu spedita per VIA AEREA perché a quei tempi, se si voleva, si poteva anche spedire oltre Oceano anche via mare, cioè con la sola tariffa per l’estero. Attualmente, negli anni 2000 viaggia tutto, moltissimo per via aerea. Attualmente è tutto più vicino. Grazie agli aerei e ai satelliti, non solo possiamo muoverci più facilmente, ma possiamo vivere alla televisione quello che accade, in tempo reale, sotto i nostri piedi… cioè agli Antipodi. E possiamo anche “vivere” la guerra, come quella in Ucraina, quasi in tempo reale e, quasi quasi possiamo interloquire con gli artefici della guerra… seduti comodamente in poltrona.
Già nel 2003 avevamo potuto vedere in diretta le “bombe intelligenti” invadere l’Iraq e distruggere le inesistenti armi di distruzione di massa… in ogni caso Saddam Hussein fu eliminato… il tutto “grazie” agli Stati Uniti d’America.
Tornando agli aerei che uniscono sempre più i popoli del nostro Globo Terracqueo, non posso dimenticare gli aerei delle nostre poste nobilitati nel 1965. Infatti, in quell’anno viene commemorata la Rete Aerea Postale Notturna.

Francobollo da 40 lire.

Francobollo da 90 lire
Questi francobolli possono significare che la corrispondenza di quei tempi veniva nottetempo trasportata con questa Rete Aerea. Prima, e forse ancora oggi (?), la corrispondenza viene trasportata, almeno in parte, col treno.
Ricordo che negli anni 50, all’ingresso della stazione ferroviaria di Genova Principe c’erano delle buche con l’indicazione dei alcune città italiane fra cui Milano, Torino e Roma. La buca veniva aperta un po’ prima della partenza di quel determinato treno; la corrispondenza veniva prelevata e portata direttamente a quel treno. Ricordo perfettamente che nella tarda serata imbucai più di una volta una lettera per il treno della notte per Roma… e alla mattina dopo la lettera veniva recapitata. La spedivo ESPRESSO. Ora l’ESPRESSO esiste solo nei Bar, almeno in Italia. In Ssvizzera esiste ancora, ma, è carissima… la tassa per il recapito Espresso. Non esistono più i vagoni postali e i bagagliai…ogni treno ne aveva uno.
Da un libro illustrato per bambini, di quando io ero bambino, che parla di treni ho estrapolato questa illustrazione.

IL VAGONE POSTALE E BAGAGLIAIO
Bello il vagone Bagagliaio, il Capostazione e l’uomo che corre trafelato portando una lettera da spedire. È interessante notare sul vagone vicino che c’è ancora la terza classe.
(Continua)