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Archive for marzo 2023

Mi sto veramente divertendo ad analizzare quanto posso aver collezionato ed acquisito in tanti anni. Se penso che quando cominciai a mettere da parte i francobolli non ero proprio interessato al funzionamento delle “cose postali”, oggi come oggi, in un certo senso mi dispiace. Quante cose sono cambiate da allora!

Un tempo, almeno in Italia, se si andava alla posta e c’era molta gente si creava la coda… ma non era una coda ben fatta… uno dietro l’altro come in certi paesi un po’ più a nord dell’Italia… era una coda a fungo e, c’era sempre il “furbetto” che cercava di passare avanti. Ora, in molti uffici postali ci sono i “numerini”… come questo di Poste Italiane.

Numerino dell’Ufficio Postale di Lavena Ponte Tresa in Provincia di Varese

L’interessante del numerino è che se rimane in tasca, sarà possibile conoscere esattamente non solo la data nella quale Pinco Pallino fu in quell’ufficio postale, ma anche l’ora esatta in cui ha preso il numerino.

Per fare il numerino, c’è una bella macchina di un bel giallo, colore della posta. Chi deve usarlo per la prima volta riesce a trovarsi leggermente imbarazzato… poi impara. Anche qui potrebbe averci messo lo zampino l’inventore della micidiale burocrazia italiana.

La macchinetta che eroga i numerini

Inutile dire che, da quando hanno “inventato” l’elettronica o la tecnologia che dir si voglia, per un utente è sempre lavoro in più. In questo caso infatti bisogna scegliere quello si vuole, e, sulle prime si può anche essere imbarazzati. C’è però sempre qualcuno pronto a dare una mano. Da quando esistono i numerini, gli uffici postali si sono dotati di comode sedie… per attendere il proprio numero da seduti anziché in coda.

Anche in Svizzera ci sono i numerini… ma anche altrove in località apparentemente sperdute in mezzo ai ghiacci.

Quello di Svizzera, questo almeno di Viganello è veramente gentile.

Numerino dell’Ufficio Postale di Viganello

Bellissimo perché ringrazia per la pazienza. 

Succede qualche volta, che vi ringraziano per la pazienza, quando telefonate a qualche ufficio e sanno che dovrete aspettare il vostro turno per svariati minuti. Oltre a farvi ascoltare musica, che poi è sempre la stessa e per giunta brutta, tirano in ballo la pazienza… già perduta da tempo. È quasi una presa per i fondelli!

Quello in mezzo ai ghiacci, sicuramente non l’unico, è in Groenlandia a Qaqortoq

È già passato qualche anno da quando fui, grazie a una bellissima crociera, in quel villaggio. Ricordo che era una giornata bellissima con la temperatura attorno ai 5 gradi sotto lo zero.

Era però molto piacevole camminare alla scoperta del villaggio, e… dell’ufficio postale dal quale mi fu possibile spedire alcune cartoline dopo, naturalmente aver acquistato i francobolli. Prima della partenza avevamo acquistato delle Corone Danesi; sì, perché in Groenlandia la moneta corrente è la Corona Danese.

Numerino dell’Ufficio postale di Qaqortoq

 Ciò che però mi stupì in modo particolare è che, senza aver chiesto nulla, dopo aver ritirato i francobolli e averli pagati, l’impiegato ci diede il resto e la ricevuta… ben circostanziata.

La ricevuta dei francobolli acquistati a Qaqortoq

Non credo sia il caso di andare in qualsivoglia ufficio postale italiano, comperare dei francobolli e chiedere la ricevuta. Penso però che potrebbe essere interessante farlo. In Svizzera, quasi regolarmente la ricevuta viene consegnata… se la si desidera.

I francobolli ho potuto usarli per mandare un paio di cartoline ad amici e parenti e… naturalmente… ne ho mandato una anche a me con la speranza di poter acquisire un bel timbro di quell’angolino di mondo lontano… così bello e interessante.

Francobollo e timbro della Groenlandia

La cartolina arrivò e il timbro risultò quasi ben leggibile. Timbro, anche questo, unico e irripetibile… anche perché, molto difficilmente potrò ritornare a visitare quella località.

Certo non dimenticherò Qaqortoq anche perché, dopo la partenza fummo diretti in Canada e la navigazione fu piuttosto particolare… con onde fino a dieci metri per quattro giorni e quattro notti.

Arrivare ad Halifax ed entrare in acque calme fu piuttosto piacevole, nello stesso modo come fu piacevole e scendere a terra e potersi rendere conto che era ancora possibile camminare senza doversi tenere o sperare di non cadere.

Era una giornata festiva e sembrava non ci fosse in giro quasi nessuno. Impossibile quindi spedirmi una cartolina… per l’impossibilità di acquistare il francobollo. Trovai però una delle bellissime buche per le lettere canadesi… belle colorate e molto grandi… forse per quando la gente scriveva molte lettere.

Buca delle lettere ad Halifax

Come sicuramente tutti sanno, tanto la Groenlandia quanto il Canada fanno parte dell’America. Ebbi occasione di dire che, per quanto riguarda i francobolli, mi piacciono se hanno fatto il loro lavoro… quello per cui furono inventati. Inoltre, può essere interessante fare in modo che lavorino andando in giro per il mondo… anche molto lontano.

Questa quartina della Repubblica di San Marino è andata in Brasile… in America appunto… quella del sud.

Busta maltrattata con una quartina del 200 lire del francobollo EUROPA della Repubblica di San Marino del 1976.

Questa busta aperta e richiusa ritornò al mittente dopo 122 giorni dopo essere stata in Brasile.

Retro della busta

Il retro della busta è interessante anche per il fatto che non ci sono solo dei timbri ma anche molto scritto a mano con inchiostro rosso.

Questa povera busta martoriata ma anche abbondantemente timbrata è rimasta in circolazione ben 122 giorni. C’è però da dire una cosa importante che risalta in modo chiaro ed efficace che, la missiva, dopo essere partita dall’Ufficio Postale di BORGO della Repubblica di San Marino, è arrivata in Brasile solo dopo 4 giorni. Lo dimostra questo timbro brasiliano.

Timbro d’arrivo del Brasile

La lettera fu spedita per VIA AEREA perché a quei tempi, se si voleva, si poteva anche spedire oltre Oceano anche via mare, cioè con la sola tariffa per l’estero. Attualmente, negli anni 2000 viaggia tutto, moltissimo per via aerea. Attualmente è tutto più vicino. Grazie agli aerei e ai satelliti, non solo possiamo muoverci più facilmente, ma possiamo vivere alla televisione quello che accade, in tempo reale, sotto i nostri piedi… cioè agli Antipodi. E possiamo anche “vivere” la guerra, come quella in Ucraina, quasi in tempo reale e, quasi quasi possiamo interloquire con gli artefici della guerra… seduti comodamente in poltrona.

Già nel 2003 avevamo potuto vedere in diretta le “bombe intelligenti” invadere l’Iraq e distruggere le inesistenti armi di distruzione di massa… in ogni caso Saddam Hussein fu eliminato… il tutto “grazie” agli Stati Uniti d’America.

Tornando agli aerei che uniscono sempre più i popoli del nostro Globo Terracqueo, non posso dimenticare gli aerei delle nostre poste nobilitati nel 1965. Infatti, in quell’anno viene commemorata la Rete Aerea Postale Notturna.

Francobollo da 40 lire.

Francobollo da 90 lire

Questi francobolli possono significare che la corrispondenza di quei tempi veniva nottetempo trasportata con questa Rete Aerea. Prima, e forse ancora oggi (?), la corrispondenza viene trasportata, almeno in parte, col treno. 

Ricordo che negli anni 50, all’ingresso della stazione ferroviaria di Genova Principe c’erano delle buche con l’indicazione dei alcune città italiane fra cui Milano, Torino e Roma. La buca veniva aperta un po’ prima della partenza di quel determinato treno; la corrispondenza veniva prelevata e portata direttamente a quel treno. Ricordo perfettamente che nella tarda serata imbucai più di una volta una lettera per il treno della notte per Roma… e alla mattina dopo la lettera veniva recapitata. La spedivo ESPRESSO. Ora l’ESPRESSO esiste solo nei Bar, almeno in Italia. In Ssvizzera esiste ancora, ma, è carissima… la tassa per il recapito Espresso. Non esistono più i vagoni postali e i bagagliai…ogni treno ne aveva uno.

Da un libro illustrato per bambini, di quando io ero bambino, che parla di treni ho estrapolato questa illustrazione.

IL VAGONE POSTALE E BAGAGLIAIO

Bello il vagone Bagagliaio, il Capostazione e l’uomo che corre trafelato portando una lettera da spedire. È interessante notare sul vagone vicino che c’è ancora la terza classe.

(Continua)

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Nel capitolo precedente ho mostrato una buca delle lettere posizionata a pochi metri dal confine svizzero. S’è detto che la lettera colà imbucata impiega una media di 12 15 giorni per essere recapitata.

Non si deve dire che, a suo tempo Poste Italiane non si siano date da fare con la Posta Prioritaria… anzi… dopo averla istituita l’hanno ben pubblicizzata.

Anche se la prima Posta Prioritaria fu istituita con un francobollo da 1200 lire nel 1999, è nel 2002 che Poste Italiane comincia a fare pubblicità alla Posta Prioritaria con un pieghevole di tutto rispetto.

Copertina del pieghevole di Poste Italiane del 2002

Con la scusa dell’Euro vengono propagandati i nuovi francobolli di Posta Prioritaria. Poco prima dell’Euro le nostre poste hanno inventato la Posta Prioritaria… dapprima con un unico francobollo che, se non ricordo male era utilizzabile, da solo o più di uno, solo per gli invii di Posta Prioritaria. Ricordo infatti che volevo utilizzarlo, assieme ad altri francobolli, per una Raccomandata, ma non mi fu accettato. Non so se era giusto o no. È un fatto che gli impiegati delle nostre poste, qualche volta possono essere strani, presuntuosi o semplicemente ignoranti.

Ricordo quella volta a Como quando presentai allo sportello una lettera affrancata con una quartina da spedire raccomandata. Chiesi all’impiegato se poteva mettermi un timbro nel centro della quartina. Mi rispose: “So io come devo timbrare”.

Un’altra volta, a Imperia presentai una lettera da spedire raccomandata in Nuova Zelanda. La giovane impiegata, dovendo calcolare la tariffa, non sapendo dov’era la Nuova Zelanda mi disse: “Dev’essere come l’Italia”. Le risposi: “È qui sotto”.

Sempre a Como, questa volta alla Posta Centrale, presentai una lettera da spedire raccomandata con uno dei “moderni” francobolli tipo BZona3 che vale € 3.10. L’impiegata al di là dello sportello, dopo aver guardato pensierosa il francobollo mi chiese cosa valeva… glielo dissi e lei di rimando: “Lei mi garantisce che vale 3 Euro e 10 centesimi?” Sorrisi e, pensando che avrebbe dovuto avere una tabella da consultare… le risposi di sì.

Francobollo del 1999

Indipendentemente dalla saggezza o preparazione degli impiegati delle poste, il primo francobollo italiano di Posta Prioritaria si presentava così. Da notare che inizia ad essere previsto l’Euro. Infatti l’importo è in lire e in Euro.

Il pieghevole è veramente esauriente e aiuta il cittadino per ogni spedizione. Per prima cosa ci mostra in modo molto chiaro quali sono i francobolli offerti… con tutti i vari colori usati.

Spiega anche in modo semplice ed esauriente l’uso di ogni francobollo… per tutto il mondo.

Dove acquistarli.

Sempre nello stesso pieghevole le nostre poste ci dicono anche dove è possibile acquistare i francobolli: “presso tutti gli Uffici Postali”. Son passati più di 20 anni da quando POSTE ITALIANE ci comunicavano che era possibile trovare i francobolli in Euro in tutti gli Uffici Postali. Oggi, sembra quasi che i francobolli siano scomparsi dagli uffici postali… Poste Italiane, che si fanno pure la pubblicità alla televisione, dicono pure le bugie quando asseriscono “testualmente” che negli uffici postali si può avere:

TUTTO QUELLO DI CUI HAI BISOGNO

Non importa. Ormai è dimostrato che Poste Italiane vuole emulare le grandi banche e stampa un fotio di francobolli solo per quelli che vogliono collezonarli e, sembra quasi che “li sopporti” (i francobolli) quando li trova su una busta.

Questi sono i sei francobolli offerti dalle Poste nel 2002

Questi francobolli, così disegnati con tutti quei colori sfumati, fecero un pochino epoca. Infatti, non ne furono emessi solo alcuni, ma addirittura 10 emissioni dal 1999 al 2007.

Fu molto simpatico il pieghevole dell’anno dopo. Questa volta si consiglia di fare la “provvista” di francobolli per quando si dovrà effettuare un invio. Cosa consiglia Poste Italiane?… un libretto di 4 francobolli da € 0.62… questa la tariffa per una lettera prioritaria fino a 20 grammi… per tutta Europa.

Pieghevole del 2003

Sono passati esattamente 20 anni e questa tariffa stracciata è piuttosto aumentata. Oggi, per l’Italia bisogna affrancare con la cifra di € 2.80 e per l’Europa bisogna sborsare ben € 3.40… più di 5 volte tanto.

Mi viene però voglia di chiedermi fino a che punto era necessaria la posta prioritaria? La posta funzionava relativamente bene. Ho voluto prendere in considerazione alcune missive del 1995… quattro anni prima del primo PostaPrioritaria. Ho trovato alcune lettere recapitate veramente in tempi brevi… naturalmente, le mie segnalazioni sono relative a lettere partite dall’Italia e recapitate in Italia… a quei tempi era ancora uso, nella nostra Repubblica, almeno nella Liguria dove io abitavo, mettere sul retro della busta il timbro meccanico d’arrivo; unico modo per poter documentare i tempi dal momento in cui l’oggetto parte al momento in cui arriva a destinazione. Potremmo dire che Poste Italiane si sentiva ancora responsabilizzata nel suo lavoro primario… quello cioè postale… quello di “trattare la corrispondenza in modo trasparente”.

Francobollo e timbro del 1995

La lettera trasportata da questo francobollo commemorante “Le Forze Armate” ha impiegato 3 giorni.

Bella quartina natalizia timbrata in provincia di Frosinone

Anche in questo caso la busta con questa quartina timbrata in modo impeccabile e ben leggibile a LA FORMA è stata recapitata in 3 giorni.

Francobollo del 1995 “Agenzia ANSA”

Questo francobollo ha fatto viaggiare una busta nel 1996; è stata recapitata nello spazio di soli 2 giorni. Questo timbro di Vado Ligure non è assolutamente bello… apposto male… però ancora facilmente leggibile. Purtroppo molti addetti degli uffici postali, non solo non apprezzano chi s’interessa ai francobolli, ma, molto probabilmente li considerano dei “fissati”. In ogni caso non comprendono che chi colleziona francobolli e li acquista senza utilizzarli postalmente, aiuta le casse delle poste comperando a caro prezzo dei semplicissimi pezzetti di carta.

Francobollo del 1995

Questo francobollo, che commemora l’esistenza della Villa Durazzo Pallavicini di Pegli, mi è particolarmente caro. Trasportò una lettera da Gabicce Mare in Liguria in 8 giorni… un po’ troppi per la media di quei tempi. Mi è particolarmente caro perché è a Pegli che oggi fa parte di Genova. È a Pegli che nacqui, e ricordo di aver visitato la villa, una delle più belle d’Italia in assoluto, quando ero giovincello. Lasciai definitivamente Pegli nel 1952, ma rimase sempre nel mio cuore. Mi fu possibile tornare a Pegli, e lo feci con mia sorella molto più giovane di me, nel 2013 e, andammo a visitare la Villa. Feci qualche fotografia… anche questa:

Villa Pallavicini… Il tempietto del francobollo.

Sono passati esattamente 10 anni… ma a me sembra ieri.

Tornando all’”invenzione” del francobollo di Posta Prioritaria, oggi che la normale corrispondenza impiega una vita per essere recapitata… se viene recapitata… mi domando se le varie Poste che hanno inventato quella Prioritaria l’abbiano fatto per spillar quattrini. Prima la posta arrivava bene… e allora? La facciamo arrivare meglio e facciamo arrivare male quella che arrivava bene?

Comunque sia, la Posta Prioritaria non fu inventata dagli italiani; in Svizzera esisteva già nel 1993.

(Probabilmente continua)

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Posta & AFFINI – SEI

S’era detto: “Per visitare quella parte d’Italia del nord che non fece parte della Repubblica di Salò, bisogna venire in Svizzera”.

È proprio così. Infatti, per andare nel comune italiano di Campione d’Italia bisogna entrare in Svizzera perché il comune è completamente circondato da territorio elvetico. Fa parte della provincia di Como e lo dimostra questo timbro postale nel quale la provincia è scritta interamente, anziché, come normalmente, solo la sigla.

Un timbro postale di Campione d’Italia.

Questo piccolo territorio della Repubblica italiana, fino al 31 dicembre 2021, era considerato quasi come se fosse Svizzera ; infatti circolava regolarmente il franco svizzero, i residenti si servivano delle casse malati svizzere, avevano sulla macchina la targa Ticino (non Como) e i telefoni erano gestiti dalla Svizzera. La posta era gestita parzialmente dalla Svizzera e le tariffe erano, da e per la Svizzera, interne. Il cittadino italiano residente a Campione d’Italia utilizzava le banche svizzere… proibito a tutti gli altri italiani.

Dal 1° Gennaio 2020 è cambiato tutto. Campione d’Italia entra a far parte dello spazio doganale europeo. Se prima era possibile affrancare una lettera con francobolli svizzeri (che venivano timbrati a Lugano), ora si può affrancare la corrispondenza solo con francobolli italiani e la Svizzera è considerata ESTERO!!! Se prima una lettera dalla Svizzera era istradata direttamente a Campione con un numero di avviamento postale svizzero a 4 cifre, ora la corrispondenza va in Italia e, con grande tranquillità, raggiunge la destinazione.

Negli anni della Repubblica Sociale Italiana, il Comune di Campione d’Italia, d’accordo con la Legazione Italiana di Berna e, naturalmente, con le poste svizzere, poté avere propri francobolli. Non aderì alla Repubblica di Salò essendo la Legazione di Berna col re. Questi primi francobolli furono stampati in franchi svizzeri e avevano validità solo per la Svizzera e per il Principato del Liechtenstein.

2 Esemplari della prima serie

L’interessante di questi francobolli, oltre alla valuta, è quell’R.R. prima di Poste Italiane… che sta per Regie; si vuol puntualizzare che stanno col re e non con Mussolini.

Ci fu poi un’altra serie… pittorica… con vedute di Campione d’Italia.

2 Esemplari della serie pittorica.

Comunque sia, a guerra finita, il Comune passò sotto la giurisdizione della Repubblica Italiana. Si potevano usare indifferentemente francobolli italiani o svizzeri.

Parlando di quel comune circondato dalla Svizzera non posso non ricordarmi di quel giorno, esattamente il 19 maggio 1984, in cui l’Italia emise 4 francobolli delle serie turistiche. Dato che uno dei quattro francobolli era proprio di Campione d’Italia, andai tranquillamente in loco per avere il timbro speciale del 1° giorno di emissione. Preso atto che la somma di 4 francobolli era esattamente la cifra per una raccomandata per l’interno, cioè 1400 lire, applicai sulla busta una bella quartina e la presentai per la spedizione all’ufficio postale speciale allestito per l’occasione. 

Quando presentai la busta e chiesi la spedizione per posta raccomandata, l’impiegato della posta mi disse che non era possibile perché l’importo per la Svizzera era insufficiente. Gli feci educatamente presente che da Campione d’Italia le tariffe per la Svizzera erano come per l’Italia. Mi guardò storto e mi fece capire che la Svizzera è ESTERO e che quindi era impossibile spedire per posta raccomandata. Gli feci capire che avrebbe dovuto informarsi bene presso qualcuno del posto… essendo lui venuto da lontano e poco informato. Dopo un certo insistente battibeccare, accetto di informarsi e, dopo essersi reso conto della sua ignoranza professionale, mi accetto la raccomandata… in tariffa.

La quartina col timbro del primo giorno d’emissione.

Come forse non dissi, almeno fino al 31 dicembre 2019, la corrispondenza da Campione d’Italia partiva col vaporetto e veniva trasportata a Lugano che la smistava dopo aver obliterato la corrispondenza affrancata con francobolli svizzeri.

Lugano, come molte altre località, aveva uno o più timbri di propaganda locale.

Timbro di propaganda turistica del 1961

Nel capitolo precedente (CINQUE) s’è vista una lettera spedita da Genova a Thun… anche questa bellissima cittadina ha avuto la sua targhetta pubblicitaria.

Targhetta del 1962

Questo timbro mostra il castello della cittadina e sullo sfondo le Alpi Bernesi molto conosciute in tutto il mondo… da sinistra Eiger, Mönch e Jungfrau.

La prima montagna ha la parete nord molto conosciuta e difficilissima da scalare… ha “prodotto” molti morti. L’ultima ha in sé il trenino più alto d’Europa. 

Il francobollo da 50 centesimi fa parte di una lunga serie del 1960 con soggetti della storia postale e monumenti significativi della Svizzera. Questo è lo Spalentor di Basilea… una delle tre porte che permettevano di entrare in città… da questa porta entravano le merci provenienti dall’Alsazia. Questa serie ha 18 esemplari, e penso, ritornerò a parlarne.

Per quanto riguarda le montagne, un francobollo del 1962 celebra i 50 anni della stazione della ferrovia che, quasi tutta in galleria, raggiunge la Jungfraujoch a 3454 mestri sul livello del mare.

Francobollo svizzero del 1962

Rammento volentieri questo trenino perché ci andai, molti anni fa. Il biglietto era ed è piuttosto caro, però, se si prendeva il primo del mattino costava la metà. Questo trenino parte dalla località Kleine Scheidegg dove arrivano i treni tanto da Grindelwald quanto da Wengen… due località sciistiche molto rinomate. A Grindelwald si arriva coll’auto… poi si può proseguire col treno o, come feci io giovanissimo… a piedi. Il punto di partenza per tutte queste località è INTERLAKEN che si trova fra i laghi di Thun e di Brienz.

In questa cartina è molto chiara la posizione di questa cittadina… fra i due laghi. Quello di Thun mi è molto caro… del resto anche quello di Zurigo e il Bodanico (Lago di Costanza)… di cui ho già scritto in altra sede.

Comunque dissi che scriversi è bello… ma delle lettere per posta. Sì, perché se una lettera vi arriva nella buca delle lettere, dovete aprirla e leggerla, la leggete fino in fondo e la ponderate… se vi arriva tramite blog, ci date un’occhiata, scrivete magari mi piace e passate oltre. Questa la ragione per cui non scrivo più articoli seri… di quelli che farebbero pensare… che dovrebbero produrre una reazione. Ne ho un esempio con l’ultimo articolo… quello precedente. Menzionai Palmiro Togliatti asservito a Stalin e dileggiatore dell’Italia, ma, nessuno ha reagito o non è arrivato a leggerlo… probabilmente ha scritto mi piace.

Ho trovato questo bellissimo timbro arrivato per posta.

Sì, mi arrivò per posta nel 1983, su una busta con questo simpatico francobollo:

Francobollo svizzero del 1983

Che poi, anche l’Italia, recentissimamente incita alla scrittura con questo foglietto:

Foglietto italiano del 2022

Questo foglietto con questa scritta ben leggibile produce in me un’irrefrenabile ilarità che mi permette di ridere a crepapelle.

Mi chiedo: “Come si può emettere questi bei francobolli quando gli uffici postali non vendono francobolli commemorativi… se non solo i soliti?” I dirigenti di Poste Italiane pensano proprio che l’italico cittadino sia scemo? Come si fa ad incitare l’italiano a scrivere lettere quando una lettera imbucata in Italia a pochi metri dal confine con la Svizzera e indirizzata in Svizzera a pochissimi chilometri di distanza impiega di media dai 12 ai 15 giorni per arrivare?

Una lettera imbucata appunto in questa buca:

Buca a Lavena Ponte Tresa (VA) a pochi metri dal confine.

La buca che si può vedere qui sopra si trova esattamente sulla prima casa a sinistra a pochi metri dal fiume Tresa… che è quello che si vede e che, da dove l’ho fotografato mi piace immensamente… e che, ogni volta cambia dipendentemente dalla stagione e dal tempo. Questo fiume, che è l’estuario del lago diLugano o Ceresio, divide l’Italia dalla Svizzera…

L’Italia a sinistra, la Svizzera a destra. A sinistra l’UE, a destra sempre la Svizzera. A sinistra le poste della Repubblica Italiana, che fanno di tutto ad eccezione di quel servizio pubblico che dovrebbe essere importante, a destra le poste della Confederazione Elvetica che, rispettano abbastanza bene il loro mandato postale, anche se sono sempre prostrate ad adorare il dio soldo.

Il pensiero però che maggiormente mi sconvolge è il dover prendere atto che quella limpidissima e poetica acqua, durante l’ultima terribile guerra, divideva la morte dalla vita… quella morte prodotta dalla stoltezza dell’Egemonia.

Purtroppo, ancora oggi è l’Egemonia che produce la guerra e… ammazza. Ma non ammazza solo il proprio simile, o addirittura il cugino, ma anche il pianeta per il quale si pretendono le famose emissioni zero di CO2… come se le tonnellate di missili mandati a spasso nei cieli dell’Ucraina facessero fresco. Non so effettivamente se il cosiddetto “riscaldamento globale” sia colpa degli Umani con le emissioni di automobili e varie, o, semplicemente quello che vuole la natura. Infatti, da parte di certi ricercatori, ci sarebbe la convinzione che basta l’eruzione di un vulcano per surriscaldare il pianeta con tonnellate di CO2. È un fatto però che, indipendentemente dal surriscaldamento, questa guerra non ammazza solo che riceve il missile o la cannonata, ma anche genti lontane bisognose di frumento dall’Ucraina.

La Fame nel mondo esiste, e, proprio per debellarla avrebbero inventato la FAO… con sede a Roma. Anche per questo le poste italiane si sono date da fare.

Trittico italiano del 2001

C’è fame nel mondo… c’è fame anche in Italia… di rispetto.

(Probabilmente continua)

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Non è necessario andare a leggere l’articolo… molto breve… il titolo è sufficiente.

Non è il primo motociclista che rischia la pelle a causa dei tanti cinghiali che scorazzano nella Penisola. Non sarebbe il caso di fare qualcosa ?… anche per chi abita regolarmente nella Penisola e, probabilmente, paga pure le tasse ?

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