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COLORI 5
Ho menzionato le scarpe di cioccolato…
Non sono scarpe vere da mettere ai piedi… no… altrimenti si scioglierebbero, però, sembrano scarpe vere. Le vidi in vetrina anni fa alla Rinascente di Milano.
Sono solo scarpe femminili… e sono di tutti i colori con fiocchetti vari e tanta fantasia.
Non so perché hanno attirato la mia attenzione ; non m’è neppure venuto il desiderio di acquistarne una.
Ho trovato interessanti i colori e il fatto che si potrebbe « mangiare una scarpa »… mangiare una scarpa che, per antonomasia è sporca… sempre sporca. Raramente una scarpa è pulita… solo quando è proprio nuova… anzi nuovissima.
Mi sovviene un quasi modo di dire che ebbi occasione di sentire un certo numero di anni fa… e cioè che in fatto di prestito, tutto si può prestare ad eccezione della moglie e delle scarpe… Ebbene, in questo caso si vuol mettere sullo stesso livello la moglie e le scarpe, o vuol significare che le scarpe sono così personali e preziose come la consorte ?
Ho voluto fotografarle ancor più da vicino… e ve le presento :
Probabilmente non mangerei una scarpa così, ma… una bella torta
È di grande interesse, almeno per me, il prendere in considerazione il fatto che più persone si fermano davanti a una vetrina così succulenta e… consumano con gli occhi le dolci bontà messe in mostra dietro a quel vetro.
Rimanendo nell’argomento torte, si può ricordare che, nella vita di tutti i giorni, quando un lavoro è quasi finito, ma non finito del tutto, si suol dire che sarebbe perfetto, o quasi perfetto e che… « manca la ciliegina sulla torta ».
La trovai anni fa e… la misi da parte. È anche lei di Lugano.
Siamo in un argomento caro a tante persone… il cibo. C’è chi mangia per vivere, chi vive per mangiare e chi non ha da mangiare in modo sufficiente… e, purtroppo, c’è anche chi muore di fame… anche a causa di una malnutrizione…
Che poi, anche l’obeso, che di cibo ne ha a sufficienza, anche lui è un caso che andrebbe analizzato fra quelli della « malnutrizione ».
Nel mondo in cui viviamo sembra che sia sempre tutto organizzato… I GRANDIdella terra si riuniscono un po’ qua e un po’ là per rendere tutto sempre migliore ; dalla pace, o dalla meno guerra, alla necessità di conservare i nostri, di ieri soprattutto, beni culturali (UNESCO), nonché la possibilità di pianificare un minimo di nutrimento per ogni popolo e per ogni umano che ha raggiunto, per nascita, la faccia della terra.
Ad occuparsi di cibo e di nutrizione, fra i GRANDIc’è, e ha sede a ROMA, la FAO.
Dalle nostre parti c’è solo l’imbarazzo della scelta e la necessità di avere un borsellino pieno o una buona carta di credito… anche per il mercato.
C’è solo l’imbarazzo della scelta… i colori e le qualità… cereali e spezie… per ogni palato e per ogni casalinga desiderosa di stare dietro ai fornelli.
Oggi stare dietro ai fornelli sembra controproducente… si perde tempo, e poi, i familiari commensali raramente lodano la cuoca… è tutto dovuto. Sembra meglio cibarsi di alimenti precotti… e risparmiare quel tempo per azioni più « intelligenti ».
Le Poste Italiane s’erano già occupate di cibo nel 1994 con 2 francobolli.
In questo francobollo si parla di pane… più precisamente di pagnotte. Ce ne sono alcuni tipi. C’è anche il sacco di farina con la paletta di legno.
Il pane non è solo uno degli alimenti più importanti degli italiani, ma è anche al centro di alcuni modi di dire altamente significativi.
“Mi tolgo il pane di bocca” o similari è molto conosciuto; molto più interessante “Guadagnarsi il pane col sudore della fronte”.
È in questo contesto che mi viene automatico ricordare un momento della storia della mia beneamata Italia… momento che, coi tempi che corrono, non dovrebbe essere ricordato… perché oggi è di moda l’antifascismo. Io però mi rifaccio a uno storico molto importante e, penso come tale, obiettivo: Arrigo Petacco.
Scrisse una specie di biografia di Benito Mussolini “L’UOMO DELLA PROVVIDENZA”.
Comunque sia, il pane, come importante alimento per il popolo italiano, mi ha fatto ricordare “La battaglia del grano” di Mussolini. Pare che l’efficienza di questa “battaglia” abbia portato l’Italia, in soli 6 anni, all’autosufficienza in fatto di cereali.
Non ero ancora nato. Questo francobollo sembra abbia voluto mettere l’accento sulla necessità che ogni italiano avesse la possibilità di vivere con un certo benessere alimentare.
È probabile che, con questi riferimenti, io possa ricevere gli strali di qualche mio lettore. Non è assolutamente mia intenzione fare dell’apologia al fascismo… che ho un poco conosciuto… e che mi ha fatto soffrire non poco.
Molti di quelli che oggi parlano, hanno solo sentito parlare del fascismo, e hanno pure letto del fascismo, hanno voluto documentarsi sul fascismo, e, probabilmente hanno militato nel comunismo e hanno magari pure osannato Stalin e Togliatti. Io, da parte mia, so cosa sono le bombe che possono caderti sulla testa come conseguenza di una guerra terribile, e so pure, anche se marginalmente, cosa vuol dire quel “paradiso comunista” che fu da molti auspicato anche in Italia.
Qui, in questa sede, mi piace, coll’ausilio dei colori che aiutano l’introduzione di riflessioni, essere oggettivo. Il pane del francobollo della FAO e quello col pane in bella vista non poteva evitarmi certe digressioni.
Ci fu un altro francobollo che parlava di cibo… sempre nel 1994.
Non mi sembra particolarmente bello. Esalta la pastasciutta, non solo tanto amata dagli italiani, ma indispensabile, almeno credo, nella dieta mediterranea.
Con gli alimenti ci si può sbizzarrire finché si vuole. Ci sono anche gli alimenti che, in abbondanza, causa zucchero, non vanno bene… senza parlare di quelli “senza zucchero” e coi dolcificanti che sono ancora peggio… come le caramelle.
Che poi, in fondo in fondo, le caramelle diventerebbero la fortuna dei dentisti.
Lasciamo perdere e consideriamo il particolare che se vogliamo andare a cena… una buona cena, abbiamo bisogno di vestirci un po’ bene.
Per Lei, se Lei va a cena con Lui o, anche se va a cena con una Lei, o con delle Lei o con più Lui, desidera sempre avere una borsetta.
Ci sono delle donne che, come borsetta, hanno una specie di valigia nella quale puoi trovare assolutamente di tutto. Che poi, se, sul bus, o sul tram o per la strada le vedi affannosamente “ravanare” in questa “valigia”, è semplicemente che si rendono conto che il cellulare, non sempre nel posto giusto, ha cominciato a squillare… o a fare dei rumori o delle musiche strane. Sì, perché oggi il telefono, non è più un telefono, e quindi squillararamente. È un piccolo computer che fa musica, imita il verso degli animali e conserva album di famiglia e filmati più o meno confidenziali.
Torniamo alla borsetta per una buona cena… non alla valigia.
Normalmente è di piccole dimensioni e dovrebbe essere strettamente abbinata agli altri indumenti… sì, perché la borsetta è una specie di indumento.
Queste di Linate sono poche. Non ci sono molti colori. Una borsetta così potrebbe essere sufficiente per quando s’arriva dopo un viaggio in aereo; però, non dimentichiamolo, la borsetta è importante e l’abbinamento importantissimo… come per le scarpe.
Sì, la scarpa, il colore e la “fattezza” della scarpa è troppo importante. Oggi si entra in un negozio di scarpe e si sceglie e si prova e si va a pagare… alla cassa.
Ma un tempo non era così… o forse è ancora così nei negozi come si deve… Il cliente entrava, spiegava che tipo di calzatura desiderava, veniva fatto accomodare e cominciava a provare un certo numero di scarpe che il commesso o la commessa portava e aiutava a infilare nel piede. Un paio di passi, un passaggio davanti allo specchio e… un altro giro. Il primo gruppo di scatole, con le scarpe rifiutate, vien messo in un angolo e si riparte con un’altra mandata; un continuo susseguirsi di prove, controprove, passaggi davanti allo specchio e… “forse quel paio là che avevamo eliminato potrebbe andare”… e così via.
La pazienza di quei commessi era unica e irripetibile o al passo coi tempi. Sì, perché non bisogna credere che, alla fine, quella signora uscirà dal negozio col pacco del paio di scarpe acquistato… no, no. Quella signora potrebbe non aver trovato quello che desiderava, pronta a continuare la ricerca in un altro negozio.
Da parte mia, devo dire la verità, ho sempre acquistato un paio di scarpe in una manciata di minuti.
Torniamo alla borsetta per la cena… o anche per andare a spasso.
La nostra Lei troverà il colore che desidera:
Se poi Lei andrà con Lui, sarà necessario che anche Lui si vesta bene…
Per vestirsi bene, oggi sembra siano sufficienti un paio di jeans, una camicia e magari una giacchetta, dipendentemente dalla temperatura.
In questo caso però, sarà bene che Lui eviti di vestirsi in modo troppo casual… magari coi pantaloni bucati e le ginocchia al vento.
Per una bella cena, magari Lui solo con Lei, secondo me Lui potrà vestirsi con un bell’abito e terminare il look con una bella cravatta.
Lo so, sembra che le cravatte siano un po’ in disuso; una bella cravatta però, con un nodo fatto bene, è un pochino come quella torta con la ciliegina. Temo però, che oggi, molti uomini non siano capaci di fare un bel nodo alla cravatta.
E allora… ipotizziamo una bella cenetta. Sì? Vogliamo metterci una bella candela?
Per trovare una candela non è necessario andare in un negozio specializzato. Esistono sì delle candele molto belle, e, in questo caso, per avere quella che piace, potrebbe essere necessario fare delle ricerche.
A me son sempre piaciute le candele e, ne ho ricevute molte in regalo… sono però candele che non si accendono… almeno normalmente.
S’è potuto sicuramente comprendere che apprezzo i colori; mi piacciono quando sono tanti insieme, ma anche il singolo colore.
Molte persone, forse moltissime, lavorano o devono lavorare. Molte volte il lavoro piace, altre volte non piace per niente e viene atteso con ansia il venerdì per poter godere 2 giorni di festa.
Anche sul lavoro ci possono essere i colori… ad aiutarci… e, perché no, essere più sereni.