L’ho trova su “LaVerità” dell’11 luglio scorso… e son rimasto di stucco… quasi paralizzato.
Come si fa a parlare di aborto al nono mese?
Posted in medici e medicine on agosto 7, 2020| 31 Comments »
L’ho trova su “LaVerità” dell’11 luglio scorso… e son rimasto di stucco… quasi paralizzato.
Come si fa a parlare di aborto al nono mese?
Posted in Governanti, medici e medicine on agosto 1, 2020| 17 Comments »
C’è chi dice che stiamo vivendo un momento drammatico. In Liguria poi, nell’ultimo mese e mezzo la situazione s’è dimostrata piuttosto paradossale. C’è stato in visita pure il Ministro… ovvero la Ministra che avrebbe minimizzato.
Io, ho potuto andarci… in Liguria… ho visto e rivisto posti bellissimi che sembrano abbandonati. Ci dovrebbe essere la massa di turisti da tutta Europa… invece… poco movimento. Molti alberghi diventati « Residences » con quasi tutte le persiane chiuse. Ovunque cartelloni con scritto VENDESI… anche in russo.
Molti negozi chiusi da tempo, non solo non riaprono, ma vedono chiudersi anche il negozio vicino. Insomma, ho l’impressione che qualcosa non vada… anzi vada di male in peggio.
L’Italia è semplicemente stupenda. Lo « psicodramma » del coronavirus non le ha permesso di scrollarsi di dosso le « malefatte » degli ultimi governi e ha acuito le sofferenze esistenti oltre a crearne di nuove… per non parlare di quelle che verranno.
Ho abitato, studiato e lavorato molto in Liguria ; i disagi ospedalieri che sarebbero stati rilevati recentemente, non sono di adesso ; risalgono sicuramente alla fine degli anni 60… dato che alla fine degli anni 60 ho iniziato a fare il medico in Liguria… quindi risalgono forse anche a prima.
Nei tanti anni che ho lavorato in Liguria ho tentato, anche in modo concreto (Ufficialmente Un Esposto) di fare qualcosa.
Impossibile veder reagire i politici in modo « intelligente ».
Se allora… a quei tempi… avessi parlato di più di manchevolezze come è stato fatto recentemente, nessuno mi avrebbe ascoltato… e nessuno mi ascoltò.
Ora che hanno fatto vedere i Camion con le bare (le bare nei camion non le ho viste), non bisogna neppure più dire niente perché l’hanno detto tutti.
Il Governo ? I Governanti ?
Che fanno ?
Sono sempre in disaccordo… però sempre sulla poltrona.
Il popolo ?
Che fa il popolo ?
Il popolo vede arrivare barconi un po’ dappertutto… vede quelli che prima erano sui barconi scappare un po’ di qua e un po’ di là… e aspetta che ci si occupi di lui… di lui popolo italiano.
Il popolo sta chiedendo AIUTO.
E il Governo che fa ?
Va a spasso ; da una capitale all’altra a chiedere l’elemosina… proprio come questo bagnino ?
Guardate un po’ :
A questo punto credo sia utile fare qualcosa altrimenti viene l’Inverno, l’acqua diventa sempre più fredda e quel Bagnino diventerà un criminale.
Posted in Cantone Ticino, medici e medicine on giugno 4, 2020| 38 Comments »
Su 20 Minuti… piccolo giornale gratuto del Canton Ticino ho trovato questo titolo:
che finisce in questo modo:
Ho l’impressione che il Signor Andrea Carlino di Ginevra non abbia tutti i torti.
Posted in colori, fotografia, medici e medicine, Sanità on Maggio 28, 2020| 42 Comments »
Riesumata… con gioia e un pizzico di nostalgia.
Fa parte degli archivi più o meno dimenticata.
Quanti anni sono passati! Saranno medici tutti 4… e, fra quelli ci sono anch’io.
L’auto, di un bel giallo, è parcheggiata nel punto dove, pare, Mussolini posò la prima pietra della nuova Clinica Chirurgica dell’Università.
Le pietre successive vennero piazzate quando ero già da un po’ laureato.
Ora la Clinica Chirurgica c’è… com’è non lo so… spero meravigliosamente funzionante.
Posted in crisi, francobolli, Libertà, medici e medicine, Poste Italiane on Maggio 2, 2020| 31 Comments »
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Non sempre leggo e non sempre condivido quello che sta scritto su questo blog
https://ilsimplicissimus2.com/2020/05/02/i-talk-show-dei-cardinal-bellarmino/
Quanto riporto qui di seguito dovrebbe farci pensare:
“Eppure in questo 2020 abbiamo potuto sperimentare in pieno la “normalizzazione” e dogmatizzazione della scienza che divenuta nuova religione, pretende non solo di controllare una verità che peraltro non conosce e che per definizione è in divenire dialettico tra le ipotesi, ma anche di prestare anche la propria autorità alla censura delle opinioni non gradite alle elite. Insomma non incarna più Galileo, ma il cardinal Bellarmino con in più i media di massa e i talk show. Anzi peggio perché è diventata ancella del potere e dei poteri economici dai quali dipende ormai strettamente in tutti i settori e in tutti segmenti e filiere in cui può essere suddivisa . E così cerca in maniera grossolana e anche attraverso la manipolazione dei dati o semplicemente attraverso la loro confusione di tenere in vita la narrazione della pandemia che è servita alle elite per scatenare la tempesta perfetta, ormai inevitabile, ma che provocata artificialmente e in modo controllato evita di pagarne lo scotto e anzi manda al macero la democrazia e la libertà. Sarebbe intollerabile anche se si trattasse di qualcosa di davvero letale e non di una sindrome influenzale pantografata fino all’inverosimile per raggiungere alcuni scopi precisi che servono per i decenni futuri: la vaccinazione universale con annessa schedatura biologica, il controllo della popolazione attraverso gli strumenti informatici e il dominio finale e incontrastato della tecnocrazia.”
Ormai i miei decenni sono talmente limitati per cui, con certezza quasi matematica, non potrò arrivare al secondo. Con certi scenari, sono però molto in crisi se penso ai miei figli, ai miei nipoti e a quella moltitudine di persone oneste, che, malgrado tutto sono state portate a credere ogni mossa di certi personaggi… loschi?
Conosco un poco la storia del Cardinale Bellarmino… per la Chiesa Cattolica santo. Ne scrissi nel 22° capitolo del mio libro, e l’introdussi con bel francobollo; faceva parte dell’Inquisizione Romana… che, fra l’altro, bruciava vivo chi la pensava in modo diverso… apparentemente sbagliato; uno di questi fu Giordano Bruno.
Il bel francobollo… mi piace molto… commemora il fondatore della Compagnia di Gesù della quale faceva parte il Cardinale Bellarmino.
Oggi, chi la pensa in modo diverso, viene messo a tacere, ovvero, si cerca di fare in modo che possa essere ascoltato poco o… troppo poco perché possa aver successo.
Io ancora non so a chi devo credere. Mi basterebbe conoscere la verità: Perché veramente è morto Tizio, quanti erano i morti precedentemente veramente sani e quanti, fra i morti, non erano stati vaccinati… “contro” l’influenza.
So per certo che non potrò saperlo mai, e, nello stesso modo come non potrò saperlo mai io, non potrà saperlo mai neppure quella moltitudine di “benpensanti” che ora va a spasso titubante per la strada… con la mascherina e… guardando con sospettosa occhiata chi ha occasione di incontrare.
Posted in cancro, francobolli, Fumatori, medici e medicine, ospedale, pianto, Poste Italiane, sofferenza, speranza on ottobre 8, 2019| 48 Comments »
8 OTTOBRE 2004
Questo è per me un giorno d’importanza capitale.
Quel giorno era il 732230° dall’anno 0 ed era un venerdì. Tutto questo è sicuramente irrilevante per la maggior parte, o tutti i miei rari, ma affezionati lettori.
Ebbene, quel giorno fu per me importantissimo, per due cose… che, in un certo senso mi cambiarono la vita.
Pochi giorni prima mi diagnosticarono un cancro… e, con immensa « gioia » mi resi conto che avrei potuto « finalmente » sperimentare il tavolo operatorio… proprio quel tavolo operatorio sul quale per 20 lunghi anni anestetizzai, in vari ospedali d’Italia e Svizzera, tanti Umani di ogni età… di giorno e di notte.
La mia « gioia » fu tale per cui, ogni volta che ci pensavo, mi veniva il nodo alla gola. Si piange anche per la gioia ?… certamente.
Non ho mai pianto e non mi sono mai lasciato andare a disperazioni varie… semplicemente non seppi reagire a dovere di fronte al comportamento « grossolano » di quel mio collega che mi diagnosticò il disturbo visivamente… o in modo ineluttabile.
Per un anestesista incallito è abbastanza terribile doversi rendere conto che potrà dover cedere all’arma taglientissima del bisturi e alle droghe potenti e violente, ma indispensabili del collega anestesista.
Oggi, proprio oggi, nel 2004, in un momento pomeridiano di quel giorno, mi hanno fatto raggiungere quella sala operatoria che ben conoscevo come operatore sanitario, mi hanno salutato con affetto, mi hanno spedito in quel mondo farmacologico particolare e… mi hanno permesso, dolorante, di ritornare al punto di partenza.
Non ero più quello di prima, con « un pezzo » in meno e un poco di speranza in più.
In poche parole, dopo molti anni col coltello dalla parte del manico, volente o nolente, cominciai a conoscere i miei colleghi stando dall’altra parte… e non fu poco.
Se però vogliamo essere un pochino precisi, un intervento chirurgico non è la fine del mondo, nello stesso modo come è abbastanza quasi normaleun cancro. Quanta gente l’ha avuto ! Quanta gente è morta a causa di un cancro !… e, quanta gente s’è ritrovata con la pelle d’oca dopo la sentenza diagnostica di un medico ?
Tanta gente ! A meno gente la recidiva… ma questa è un’altra storia.
La componente interessante che coinvolse in un modo non indifferente anche la psiche fu il fatto che quell’otto ottobre duemilaquattro, attorno alle 10 del mattino, in un angolo dell’ospedale da me ben conosciuto, poche ore prima del fatidico taglio, fumai la mia ultima sigaretta.
Ebbene sì. Proprio oggi, 15 anni fa, fumai la mia ultima sigaretta.
Qualcuno potrebbe pensare che le sigarette fossero state la causa del mio cancro. Non è così. Fumare non mi danneggiava particolarmente… danneggiava la mia psiche perché per un vero fumatore il problema più grande è quello di poter rischiare di rimanere senza sigarette… potersi trovare ad infilare la mano in « quella » tasca e non trovare la sigaretta. L’intervento mi offrì l’occasione di mettere la parola fine a questa noiosa necessità.
Oggi mi considero un fumatore che non fuma.
Fumai le prime sigarette all’età di 14 anni… anche rubate al Nonno… che aveva la provvista di sigarette di contrabbando.
Le teneva sotto chiave nella scrivania. Noi, mio fratello ed io, avevamo trovato il modo di « scivolare » in quell’angolo della scrivania… senza colpo ferire e senza lasciare tracce. Quando mancava il tabacco fumavamo camomilla o corteccia di vigna con delle pipette da noi confezionate con le canne ; alle volte potevamo usare il tabacco che rimaneva nei mozziconi che si potevano trovare per terra… più facilmente all’altezza delle fermate del tram o sul tram stesso… la gente fumava anche se c’era scritto VIETATO FUMARE… le sigarette di allora erano senza filtro, quindi rimaneva sempre un po’ di tabacco… naturalmente ben carico di nicotina e catrame e… ben calpestato.
Quando qualche adulto ci vedeva fumare ci diceva che non saremmo cresciuti.
Smisi di fumare una sola volta… per 6 mesi.
Questa volta, dopo fumata l’ultima sigaretta, decisi che avrei smesso definitivamente… e così fu. Devo però dire che la mia decisione fu molto sofferta… per mesi e mesi, dopo le dimissioni dall’ospedale, la sofferenza del non fumare fu grande… veramente grande. Così avevo deciso !
Solo un vero fumatore può comprendere il logorio interno dei primi « molti » mesi.
Il tabacco non fa male. Quando Cristoforo Colombo lo vide fumare per la prima volta, chi fumava lo faceva a scopo terapeutico… poi entrò in azione la « Civiltà » che pensò bene di guadagnarci… e anche tanto.
Il business del fumo fu tale e di tali proporzioni, per cui riuscirono a crearne un altro, quello del NON FUMO.
Furono necessari svariati secoli prima che « Qualcuno » sentenziasse che il fumo fa venire il cancro.
Un business dopo l’altro… e noi tutti, o quasi tutti, crediamo a quello che ci propinano. E a propinarcelo furono e sono le industrie delle sigarette che, non si sa cosa riescono a mettere nel tabacco per produrre assuefazione… e danno… e morte.
Comunque sia, oggi sono molto contento ; ricordo con grande piacere che da quindici anni non rifornisco più le industrie del tabacco. Con questa mia gioia punto il dito contro l’industria dei dolcificanti e del « senza zucchero »…
AI POSTERI L’ARDUA SENTENZA
Posted in arte lignea, medici e medicine on agosto 10, 2019| 27 Comments »
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Registrazione del 10 Agosto 2019
Personaggi:
Alessandro, Panchina Ingenua, L’Albero e Panchina Petulante.
Alessandro: “Buongiorno amico mio Albero e Buongiorno a voi Petulante e Ingenua”.
Panchina Ingenua: “Ciao carissimo Alessandro… ti siedi sui miei legni?”
Alessandro: “Certamente e con piacere”.
L’Albero: “Ciao Alessandro, che c’è di nuovo? Hai finito le vacanze?”
Alessandro: “Ma io sono sempre in vacanza… da vecchio. Di nuovo? Certamente. Senti un po’ cosa avrebbe detto a distanza di un anno dal crollo del Ponte Morandi, il procuratore Cozzo: “Il ponte è crollato perché non ce la faceva più a stare in piedi. Come una persona che muore di morte naturale. Certo, bisogna poi capire se il ponte poteva essere salvato, curato. Ed è quello che appureremo con le indagini”.
L’Albero: “Non è possibile. A te verrebbe la pelle d’oca, a me viene la “corteccia d’oca”. Ma come fa un Umano, che dovrebbe essere saggio, a paragonare un ponte a un Umano altrettanto vecchio?”
Ingenua: “Ma voi Umani siete proprio terribili. Sembra che abbia detto: “Il ponte era vecchio, quindi era giusto che “morisse” e che trascinasse nella sua tomba 43 Umani”.
L’Albero: “Non sei proprio per niente ingenua. Forse quell’Umano è tonto o hanno riferito in modo errato. Se un Umano è vecchio e non ce la fa più a vivere, è giusto lasciarlo morire; tant’è vero che certe terapie considerate “accanimento terapeutico” non vanno bene. Ma per un ponte è diverso… non solo, ma, a me sembra allucinante dover prendere atto che, dopo un anno non ci sia nessun colpevole “alla sbarra” e si possa essere così laconici davanti a 43 morti.”
Panchina Petulante: “Fino a questo momento sono stata zitta. Da quello che dite, mi sembra che, non solo furono (e sono) delinquenti quelli che hanno permesso al ponte di crollare, ma, qualcuno di quelli che indagano in un modo così offensivo verso le famiglie di quei morti, potrebbe essere messo tranquillamente in quella categoria.”
Ingenua: “Quale categoria?”
Petulante: “Quella dei delinquenti… e forse qualcosa di più.”
L’Albero: “Dai ragazze, non esagerate. Chi deve indagare su quelle morti ha un compito molto difficile… certo, sembra che se la prenda comoda.”
Petulante: “Forse perché sarebbe scomodo portare “alla sbarra” qualcuno troppo in alto?
L’Albero: “Va bene così… Alessandro deve andare.”
Ingenua: “Ciao Alessandro. La prossima volta stai un po’ di più”.
L’Albero e Petulante: “Ciao Alessandro… saluti a tua moglie”.
Alessandro: “Ciao a tutti”.
Posted in Berna, Cantone Ticino, Governanti, Liguria, medici e medicine, moglie, Svizzera, treno, Uncategorized, Zurigo on marzo 9, 2019| 40 Comments »
Beh, se devo proprio dire la verità, credo che l’italiano medio si sia stufato di sentir parlare di TAV. Come la maggior parte dei miei pochi ma affezionati lettori sanno, abito in Svizzera dove, fra l’altro, certi Servizi funzionano molto bene… anche i treni.
Da pochissimi anni è in funzione la Galleria di base del Gottardo… è lunga 57 chilometri e il treno ci passa dentro ogni giorno con passeggeri e merci ad una velocità di circa 200 chilometri all’ora.
Prima del 2016 si andava a Lucerna e a Zurigo attraverso la galleria, più corta e ad un livello più alto, inaugurata il 22 maggio 1882. Il treno saliva da Biasca fino ad Airolo, s’nfilava nel tunnel e ne usciva dalla parte dove si parla tedesco nel cantone di URI a Göschenen. Da lì scendeva… entrava un po’ in galleria… faceva dei giri… faceva vedere a vari livelli la chiesetta di Wassen finché raggiungeva il Lago dei Quattro Cantoni… per andare dopo Arth Goldau a Basilea o a Zurigo.
Ma prima ancora, prima che decidessero di fare il buco nella montagna per farci passare i treni, se si voleva passare dall’altra parte, cioè dal Cantone Ticino al Cantone di Uri e da lì a Zurigo o Basilea, bisognava andare con la Diligenza… che è molto bella, ma, oggi un po’ scomoda e forse un po’ lenta.
Ordunque, io non so se quando costruirono la prima galleria presero in considerazione i costi e i benefici… e non so neppure se, prima di cominciare a costruirla, si battibeccarono a non finire nel parlamento di Berna.
So per certo che passai in treno in quella galleria moltissime volte, di giorno e di notte e, sul trenoseduto al posto di guida del mio antico Topolino B.
So anche per certo che, per la costruzione di quella galleria ci furono dei morti (quasi 200) e che, molti italiani lavorarono per la costruzione di quella galleria. Ancora oggi ci passano i treni… per il servizio locale e per chi vuole godersi il panorama.
Non sono mai stato sulla linea attuale che porta a Lione da Torino, ma, ho l’impressione che la zuppa sia molto simile a quella del Gottardo. Qui in Svizzera si voleva unire due cantoni della stessa Nazione, il Ticino e Uri, nonché Genova sul Mediterraneo e Amburgo sul Mare del Nord ; per la benedettaTAV si vuole unire l’Italia alla Francia, ma, ancor più l’Europa dell’Est con quella dell’Ovest.
Se bisogna far star meglio i popoli e sperare che si trasporti le merci sulle rotaie anziché in aereo o sui TIR che intasano le autostrade… e le logorano, non si guardino i costi e i benefici… perché i benefici ci saranno, ma non subito, sicuramente fra un po’ di anni.
Sono medico, e, almeno qui da noi, se qualcuno anche vecchio sta male, per curarlo, non si calcolano e i costi benefici… anche se in certi angoli della Terra, prima di iniziare a curare qualcuno, si desidera prima vedere se ha una carta di credito valida.
La nostra Madre Terraè malata. In considerazione del fatto che l’umana popolazione vuole spostarsi sempre di più e pretende di mangiare le fragole a Natale, credo che il mezzo di trasporto meno inquinante sia proprio la ferrovia. Se è veloce si evitano gli inquinamenti di petrolio e gomme nonché aerei… compresi gli inquinamenti fonici per chi abita vicino a trafficati aeroporti.
Un paio di anni fa, prprio qui a Lugano acquistai una rosa per mia moglie. Non era né la festa della donna e neppure il giorno di San Valentino… era un giorno come tutti gli altri ; semplicemente volevo fare un piccolo omaggio alla mia consorte. Il negozietto vendeva solo rose. Dopo aver pagato, sapendo con certezza che in Liguria esistono delle coltivazioni specializzate in rose, chiesi : « Da dove vengono questi fiori ? »
La risposta mi lasciò sconcertato : « Dal Perù ».
« Li portano coll’aereo ? » chiesi.
La risposta fu affermativa.
Potrei sbagliarmi perché è passato già qualche anno ; sono comunque sicuro che la provenienza era da uno stato dell’America del Sud. Fu l’ultima volta che acquistai delle rose in quel negozietto.
Allora non bisogna meravigliarsi se compriamo i limoni che arrivano dall’Argentina, le noci dal Cile o il rosmarino da Israele.
Mi sono stufato di sentir parlare di TAV, ma soprattutto mi secca dover prendere atto che i nostri Governanti non ragionano, almeno secondo me, collegando il cerebro per il bene della popolazione… anche quella che verrà, ma a dipendenza dei voti che potranno perdere o ricevere nella prossima consultazione elettorale.
Anche se son convinto che l’asse EST OVEST dei treni veloci avrebbe dovuto passare da Ventimiglia, penso che sarebbe una buona cosa se l’Italia si svegliasse un po’ e la smettesse di far passare il tempo in modo così inutile… che la facciano questa TAV… intanto è garantito che sarà fatta.
Se, durante i venti anni in cui lavorai come medico anestesista, mi fossi comportato coi tempi di questi nostri Governanti, credo che avrei ricevuto molti premi dai gestori di Pompe Funebri.
MA « LORO », NON DEVONO RENDERE CONTO A NESSUNO DEL LORO OPERATO ? PERCHÉ PER « LORO » NON ESISTONO LE PORTE DELLE GALERE ?
Posted in amore, crisi, Europa, medici e medicine, New York, Nonno, politica, rispetto, sofferenza, soldi, vivere on gennaio 16, 2019| 28 Comments »
Ho letto questo articolo. So che è di una persona che sa cosa sia la sofferenza.
https://maricri48.wordpress.com/2019/01/04/e-il-naufragar-me-dolce/#comments
L’articolo, che vi prego di leggere, semplicemente parla delle sofferenze di certi migranti su una nave che, recentemente, nessuno voleva ; nessuna Nazione voleva farli sbarcare.
Ragioni egoistiche delle nazioni coinvolte ?
Ragioni di spazio ?… perché noi europei siamo già in troppi ?
Ragioni di lavoro ?… perché c’è già abbastanza disoccupazione ?
Ragioni di religione ?… perché l’Europa rischia l’islamizzazione ? o…
…ragioni economiche ?… l’Europa non vuole altri pezzenti e morti di fame ?
E poi ci potranno essere molte altre ragioni… ma non credo razzismo nel vero senso della parola.
Sono un ignorante e non conosco bene tutto quello che succede nella politica italiana e in quella europea… per non parlare di quella mondiale particolarmente astrusa e con tanti punti interrogativi.
Ho fatto il medico. Ho anestetizzato tanta gente… giovanissima e vecchissima ; ho visto morire e ho visto nascere (sala parto)… come chirurgo (poco), ma molto come anestesista (taglio cesareo).
Ho anche fatto il medico « a modo moi »… cioè nell’ambito della medicina naturale e con una metodica veramente antichissima : « l’ipnosi… strettamente medica ».
Ai tempi… proprio ai tempi in cui ero ancora giovane e decisamente quasi solo ottimista, mi trovai ad occuparmi di alcuni giovani eroinomani… l’ipnosi poteva aiutarli.
Un caso :
Due ragazzi, fratelli, eroinomani si trovavano in fase di astinenza… soffrivano e, avrebbero smesso di soffrire se avessero avuto a disposizione l’agognata eroina.
Di fronte a questa « grande », ma « gratuita » sofferenza, l’animo buono e affettuoso del nonno gli mise in moto le gambe e, con la necessaria quantità di pecunia in tasca, lo portò dove era possibile trovare l’oggetto del desiderio… l’oggetto nefasto e paradisiaco (momentaneo) che avrebbe potuto lenire la tanta sofferenza dei nipoti.
L’oggetto nefasto e paradisiaco si chiamava eroina che, come tale, avevano dimostrato essere deleterio.
Il nonno lo sapeva, e sapeva anche che quella dose avrebbe eliminato la sofferenza dei nipoti… ma per poco tempo e che poi tutto sarebbe ritornato ad essere come prima… o peggio.
Questa la situazione prima del mio intervento… senza risultati positivi… se ricordo bene.
Secondo voi, quel nonno così affettuoso, faceva bene ad andare a caccia di eroina per amore dei nipoti ?
Secondo me no…, non foss’altro che per il fatto che l’intervento non avrebbe sortito un risultato positivo e definitivo, ma avrebbe procurato solo danno.
Analogamente, secondo voi, andare a soccorrere un certo numero di migranti sarebbe utile e doveroso ?
Secondo me, chi soffre deve essere aiutato e, quei poveretti dovrebbero essere aiutati… soccorsi, ma in un modo diverso… non per avere degli accattoni in più o degli spacciatori in più sul suolo nazionale. Che poi… loro… dopo essere stati salvati, stipati da qualche parte, distribuiti come se fossero panini un po’ qua e un po’ là in Europa… sono felici ? non sono neppure vivi, perché questa non è vita.
Quindi ? bisogna che ci si dia da fare a livello mondiale… a Ginevra e a New York ci sono tanti di quegli organismi internazionali… che fanno ? sono dei mangiapaneatradimento ?
E poi… almeno da noi… non si sfruttino i migranti per litigare… politicamente.
Posted in amore, caffè, Cantone Ticino, crisi, donna, Energia, medici e medicine, moglie, sofferenza on Maggio 13, 2018| 4 Comments »
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Ottavo Capitolo
La kinesiologia
Claudio è felice come una Pasqua; è convinto di aver finalmente capito cosa è, almeno per ora, importante fare subito: cambiare lassativo.
Nel QUARTO capitolo, si può vedere quali gocce omeopatizzate Claudio diede a Livia. Non è però specificato come arrivò a quella cosiddetta “prescrizione” dal momento che non siamo di fronte a veri e propri medicamenti e neppure di fronte a una ”classica” omeopatia.
Per arrivare a fare una diagnosi, è possibile utilizzare i muscoli… che possono “parlare”, se interrogati nel modo giusto. Potrebbe essere questo un modo di dire della kinesiologia per la diagnostica e la prescrizione terapeutica; per non parlare anche dei vantaggi terapeutici.
Fu George Goodheart chiropratico americano, nel 1964, ad “inventare” la Kinesiologia Applicata, e fu proprio un corso di questa branca della kinesiologia ad attirare Claudio. Ne fu affascinato e si rese conto che può essere molto difficile metterla in pratica nella quotidiana pratica professionale. Prese atto che la “kinesiologia applicata” è un’arte altamente positiva che ha però bisogno di essere coltivata in modo attivo e continuativo. Non la si può improvvisare.
È però possibile comprenderne i principi, accettarli dopo averne preso visione e farne un uso parziale e pratico, eventualmente anche solo ad uso diagnostico. Dal 1964 ad oggi, e quindi nello spazio di soli 50 anni, si sono evolute numerose branche della kinesiologia… non solo “fisiche” ma anche collegate alla “psiche”.
Claudio capì che avrebbe potuto applicare una parte di quei princìpi nell’approccio di tutti i giorni con quei pazienti che, naturalmente, avrebbero potuto “accettare il discorso”. Discorso sicuramente non facile.
Il principio terapeutico della kinesiologia applicata è di una grande semplicità. La difficoltà sta nel riuscire a muoversi nella direzione giusta.
Se consideriamo un triangolo equilatero come nella figura Triade della salute, possiamo vedere una figura geometrica perfettamente armoniosa. Se uno dei lati diventa deficitario (più lungo o più corto) perché si è creato un problema a quel livello, tutti i lati e tutti gli angoli non saranno più uguali. Lo scopo terapeutico della kinesiologia dovrà essere quello di ripristinare la lunghezza del lato e ridare armonia al triangolo. Quanto molto interessante che Claudio capì e che scontra un poco coll’approccio della Medicina Accademica, è che se un lato del triangolo diventa più corto, non si deve agire terapeuticamente su quel lato, ma su uno degli altri due lati modificati (o tutt’e due), per poter riportare il primo lato alla lunghezza giusta. L’esempio calzante è che se ci si trova di fronte a un deficit muscolare tipo torcicollo, non si dovrebbe indebolire con miorilassanti il muscolo patologico, ma agire sull’antagonista. Ma per fare questo, il terapeuta dovrà sempre chiedersi il “perché”; in poche parole, dovrà andare alla radice. È a questo livello che Claudio ipotizza come “artista” il terapeuta kinesiologo… perché è difficile muoversi in quel determinato modo.
Grazie però a una “kinesiologia spicciola”, Claudio ha potuto essere sicuro che Livia è intollerante (non allergica) allo sciroppo. Il muscolo forte di Livia, dopo contatto epidermico con lo sciroppo diventava debole. Intollerante e non allergica perché l’allergia si vede subito, l’intolleranza dopo svariate assunzioni… e dopo mesi.
Anche l’argomento “intolleranze alimentari” dovrebbe diventare un argomento medico di primaria importanza e non rimanere appannaggio di una medicina complementare o alternativa.
Quando è sufficiente, o indispensabile, eliminare un alimento per vedersi avviare una guarigione, significa che l’argomento va preso in seria considerazione, tanto più che in questi processi è coinvolta la mente… così determinante tanto per la malattia quanto per la guarigione.
In questo momento Livia sospende il lassativo, continua a prendere le sue gocce, ma Claudio vorrebbe trovare una strada per accelerare l’eliminazione dall’organismo di Livia delle “tossine” del lassativo. Il problema è così fatto, e cioè che Livia assumendo per molto tempo quelle “lunghezze d’onda” (energie) negative, ne ha fatto una certa provvista. Nel momento che viene interrotta l’assunzione di quel determinato alimento, in questo caso il lassativo, quelle energie negative, che potremmo chiamare tossine, si mobilitano dalle riserve e non fanno altro che peggiorare la situazione; fintanto che ce ne sarà.
Claudio si rammenta che in un paio di casi, aveva visto come positiva l’energia del cristallo Ematite in casi di intolleranze e di allergie. L’energia di questo cristallo, sempre grazie alla kinesiologia summenzionata si rivela utile.
È un’energia che agisce come antidoto nei riguardi di quelle tossine che dovranno essere smaltite. Livia viene adeguatamente testata e prenderà 20 gocce di Ematite 3 volte al dì.
La ricerca del componente “colpevole” è infruttuosa, per cui si considera l’intolleranza verso il prodotto in toto e, almeno per il momento, irrilevante l’eventuale componente psicologica legata a quello sciroppo.
È lo stesso ragionamento che si farebbe se una persona fosse intollerante al caffè; sarà intollerante al caffè come tale e non solo alla caffeina o ad altri eventuali alcaloidi del caffè.
L’esperienza professionale di Claudio ci dimostra che si può essere intolleranti o allergici anche alla semplice acqua.
Arriva nello studio di Claudio un omone di taglia superiore che racconta di convivere con una “igienista dentale”, di essere separato dopo un infelice matrimonio e di essere ansioso.
È un po’ poco per intraprendere una terapia; però sovente accade proprio così; per cui sta a Claudio il saper porre le giuste domande. E Claudio s’informa su molte cose apparentemente banali. Non gli basta sapere se va regolarmente di corpo, ma vuole conoscere la qualità delle feci. Se qualcuno va regolarmente di corpo, ma le feci sono sciolte, vuol dire che qualcosa a livello colon non funziona.
Chiede poi: “Quanta acqua beve nell’arco della giornata”.
Risponde: “Abbastanza”.
“Ma quanta, più o meno; e poi, intendo acqua pura, minerale o del rubinetto”.
La risposta dell’omone: “Non bevo mai acqua pura. Non mi va, non riesco a mandarla giù. Bevo sempre o tisane o sciroppi.” e aggiunge “Se poi, alla sera, dopo aver lavato i denti ho sete, non bevo nulla”.
“Perché?” chiese Claudio.
“La mia compagna igienista dentale mi sgriderebbe dato che nello sciroppo c’è sempre un po’ di zucchero; e allora dovrei lavare di nuovo i denti”.
Claudio è perplesso, anche di fronte all’intransigenza dell’igienista. Comunque sia, dato che lo “strumento terapeutico” più importante che usa Claudio è l’ipnosi, viene da sé che sarà interessante fare chiarezza.
L’Omone è in sonno ipnotico profondo e, dopo i necessari approfondimenti e la richiesta di lasciarsi scivolare indietro nel tempo, Claudio gli chiede dove si trova o cosa vede. L’Omone risponde: “Sono un bimbo piccolo e vedo vicino a me dell’acqua”.
“Che acqua è? Di un lago?”
“No” risponde l’Omone “è acqua che si muove; è un ruscello.”
“Chi c’è insieme a te?” chiede Claudio.
“Non c’è nessuno. Sono solo. Sto giocando nell’erba.”
“Bene” gli dice Claudio “lascia passare il tempo, e, quando succederà qualcosa di importante dimmelo”.
Passano un paio di minuti tranquilli in cui l’Omone respira tranquillamente, finché, all’improvviso, comincia a respirare affannosamente come se avesse paura di qualcosa.
“Cosa sta succedendo” chiede Claudio.
“Sono scivolato nell’acqua; è fredda.”
“E poi?” chiede Claudio perché sa che in queste situazioni non conviene interferire, ma si può chiedere.
“Sono tutto nell’acqua, non riesco a tornare indietro, l’acqua scorre, mi porta giù, sono con la testa sott’acqua, non riesco più a respirare, ho paura, non so cosa devo fare. Sto affogando.”
“Stai morendo?”
“Sì”
“Bene,” gli dice Claudio “dimmi quando sarai morto”.
Sembra cinismo, ma non lo è. In questi casi bisogna lasciare che le cose vadano come devono e seguano il loro corso. Il bimbo è caduto in acqua e annaspando in cerca di aria, riempie i propri polmoni di acqua e muore.
Ha bevuto molta acqua!
Dopo poco l’Omone dirà “Sono morto”, il viso ritornerà in uno stato di distensione e descriverà quello che vedrà dall’alto fra cui il proprio corpo nell’acqua del ruscello.
Al risveglio quest’uomo ricorderà “stupitissimo” tutto. Se all’inizio della seduta Claudio si rivolse a lui col “lei”, continuò col “tu” dato che stava parlando con un bimbo. Al risveglio l’Omone non ricordava assolutamente il “tu”. Lui era quel bimbo che affogò nel ruscello.
Quando l’Omone ritornò, disse a Claudio: “ Ora bevo l’acqua. Ma lo sa che l’acqua è proprio buona?”
Si può essere increduli o scettici, ma questa persona, in una vita precedente era quel bimbo; dopo aver rivissuto quell’avvenimento “come se fosse la prima volta”, svanì l’avversione, o allergia, o intolleranza all’acqua.
Poté anche risolvere il problema del divorzio che la moglie non voleva concedergli. Lui temeva la moglie.
In uno dei prossimi capitoli verrà affrontato l’argomento e l’Omone troverà la ragione che gli faceva temere la moglie.
Dopo aver approfondito la realtà delle intolleranze alimentari, sarà bene verificare l’erronea dizione della Medicina Accademica nei riguardi del lattosio e del glutine.
L’intolleranza al lattosio è l’incapacità presente in alcuni individui di digerire lo zucchero del latte, il Lattosio appunto, con conseguenti sintomi gastrointestinali quali flatulenza, meteorismo, crampi e diarrea; è provocato da una carenza dell’enzima deputato alla sua idrolisi, la lattasi, che scompone il lattosio nei due composti più semplici, Glucosio e Galattosio. Non sembra quindi una vera intolleranza.
L’intolleranza al glutine o celiachia o morbo celiaco è una condizione genetica. Essere celiaci significa essere “intolleranti” al glutine, gruppo di proteine che si trovano nel frumento, nell’orzo e nella segale.
Con l’introduzione del glutine, i celiaci producono anticorpi che creano uno stato d’infiammazione della mucosa che distrugge progressivamente i villi intestinali; gli alimenti non vengono più assorbiti, ed è così che si manifesta una serie di complicazioni, quali: diarrea, anemia, magrezza, decalcificazione, depressione e irritabilità.
Sarà poi necessario spendere un po’ di tempo e parole per spiegare meglio cos’è l’energia dei colori e dei cristalli. Intanto Livia, per fortuna non peggiora, ma neppure migliora. Continua a prendere le gocce; Claudio continua a misurarle regolarmente la pressione che non è alta, ma il polso è ancora bradicardico e l’extrasistolia la fa da padrona. Si va ancora una volta a “trovare” la collega di Claudio, la Dr.ssa Canapa perché, fra l’altro, si rende necessario prendere una decisione circa la Risonanza Magnetica.
La dottoressa è l’unico medico che finora ha anteposto la visita “fisica” ai controlli “tecnologici”.
Claudio la vide per spiegare la “scoperta” dell’intolleranza allo sciroppo e le portò, il giorno dopo Livia.
“Ti prego Giacinta, le disse Claudio “tu che per un certo tempo hai fatto l’anestesista, metti due dita sul polso di Livia.”
“Va bene.” la Dr.ssa Canapa mette due dita sul polso di Livia, passano non più di due minuti, ed esclama: ”Un polso impossibile! Se siete d’accordo faccio subito un elettrocardiogramma”.
“Certamente” è la risposta all’unisono.
E fu così che, dopo l’elettrocardiogramma, fu deciso di fare la Risonanza Magnetica… senza grande entusiasmo data l’organizzazione tipo fabbrica del Centro Cardiologico.