Sto ascoltando una musica meravigliosa di Saint-Saëns…
Mentre la musica fluisce in me mi sovviene quanto avevo purtroppo dimenticato; e come quasi sempre è il mio fantastico nipotino a ricordarmelo.

Camille Saint-Saëns
Non aveva ancora compiuto l’anno. Era in casa nostra ed ebbi l’idea di mettere un disco di musica classica. Quella musica che i “normali” giovani d’oggi non apprezzano e considerano noiosa. Solo noi “matusa” possiamo ascoltarla e capirla.
Fu un momento fantastico. Questo bimbo, seduto per terra, stette fermissimo ad ascoltare per molto tempo.
Lo vidi rapito da quelle note… quasi le avesse già sentite e apprezzate.
Questo nipotino ascoltava la musica, non solo come se la avesse già sentita, ma, potremmo dire, da intenditore.
Credo fosse una sinfonia di Beethoven!
Cos’è la musica se non un potentissimo veicolo di serenità?.. anche se legata a sofferenza?
Mi spiego meglio.
Qualche anno fa, dopo una recidiva del mio cancretto mi trovai, mio malgrado, con un ago nella vena a dover accettare l’invasione di un liquido apparentemente benefico, in realtà distruttore di cellule cattive e cellule buone. Per alleviare quelle ore durante le quali quel “liquido” aggrediva il mio organismo e produceva dolore al braccio, ascoltavo, con un Ipod che mi aveva regalato mio figlio, musica classica. Ricordo perfettamente, in particolare “MOLDAVA” di Smetana. Musica stupenda che fluiva delicatamente e magicamente in me come un fiume.

MOLDAVA - IL FIUME DI PRAGA

FIUME MOLDAVA
Esiste molta musica classica decisamente entusiasmante. Quella di Smetana mi aveva rapito e continuai ad ascoltarla durante quei momenti particolari.
Non si deve dimenticare che “quei momenti particolari” sono collegati a una malattia piuttosto subdola. Non sai mai se sei guarito.
Inoltre gli oncologi cercano con tutte le loro forze di prolungarti la vita, non il vivere.
Torniamo alla musica.
Abbiamo visto e letto che in Venezuela la musica è straordinariamente importante.

IL MAESTRO CLAUDIO ABBADO
Ecco cosa ci dice il grande Direttore d’orchestra Claudio ABBADO:
Il mio soggiorno in Venezuela, dove la musica ha una valenza sociale enorme, e dove sono nate centinaia di orchestre giovanili, mi ha riconfermato che la musica salva davvero i ragazzi dalla criminalità, dalla prostituzione e dalla droga. Li ho visti, facendo musica insieme trovano se stessi.
Come eravamo contenti quando, ancora adolescenti, potevamo andare, alla domenica pomeriggio, all’Opera, al Teatro Carlo Felice raffazzonato dopo la distruzione totale dell’ultima guerra!
Ricordo perfettamente i posti. Era poco più di una panca su cui era messo un cuscino piuttosto piatto. Era la musica ciò che interessava gli ascoltatori. Non c’era il “mondo in” che andava per farsi vedere ma difficilmente capiva la bellezza di un’opera. C’era il popolo, quello vero, quello amante della musica, quello che ascolta la musica col cuore e, di fronte a determinate note, sente un “brivido” indefinibile inebriare ogni cellula dalla radice dei capelli fino alla punta dei piedi.
Non è un inebriarsi come dopo una “canna” o una dose di una qualsivoglia droga; è un inebriarsi che stimola dal profondo sentimenti forse sopiti dalla cosiddetta civilizzazione.

IL TEATRO CARLO FELICE DISTRUTTO DALLA GUERRA
Tutto ciò che arriva dall’esterno (fumato, inalato o iniettato) “mette a tacere” una parte dei nostri sentimenti e ci costringe a quel che non siamo.

IL TEATRO CARLO FELICE RICOSTRUITO
La musica arriva in noi dall’esterno e risveglia la musica che è in noi nonché la spiritualità soffocata.
Rileggere le parole del Maestro Abbado ci obbliga a pensare.
CHE BELLO ASCOLTARE MUSICA!
SE POI CON UNA GRANDE ORCHESTRA… NON CI SONO PAROLE!
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