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GABBIANI

 

Si guardi con circospezione questa foto :

GABBIANI CHE S’AZZUFFANO… per un pezzo di pane.

Loro sono gabbiani… d’Inverno… e d’Inverno fa freddo e… hanno diritto ad aver fame.

 

Se un qualche Umano, in questo caso il sottoscritto con la mia nipotina, porge loro un pezzo di pane, o anche tre o quattro alla volta, loro affamati si « buttano a pesce »… in questo caso si « buttano a gabbiano »… i pesci sono sotto e si cuccano con comodo quello che rimane.

 

Ho guardato più volte questa foto… e mi sono reso conto che noi Umani siamo peggio… anche se non abbiamo fame.

Ho pensato a quello che è accaduto recentemente a Roma… e mi sono chiesto : « Ma, i nostri Parlamentari, Deputati e Senatori non assomigliano un po’, o un po’ tanto a quei gabbiani affamati ? »

La differenza ?

Gli Umani appena menzionati… AFFAMATI… DI UNA POLTRONA !!!

 

MA ALLORA È VERO CHE IL GENERE UMANO È GUASTO ?

 

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LA RIPRODUZIONE DELL’ARTICOLO È VIETATA

 

Registrazione del 2 novembre 2018

Personaggi:

L’Albero, Alessandro, Panchina Ingenua e Panchina Petulante.

 

 

L’Albero: “Caro Alessandro, che piacere vederti. Cosa hai fatto in tutto questo tempo?”

Alessandro: “Niente di speciale. Ho avuto molte cose a cui pensare… anche al fatto che mi sto accorgendo di essere un po’ vecchio davvero… sì, sì, proprio così. E tu, vedo che cinci a perdere il tuo bel verde… cominci a prepararti per l’Inverno.”

L’Albero, oggi 2 novembre 2018, comincia appena appena ad ingiallire.

L’Albero: “Per te importante è lo spirito. Sì, mi sto preparando al sonno invernale.”

Panchina Ingenua: “Sì, lo sento anch’io dalle tue chiappe che il tuo spirito è buono. Ti vieni a sedere? Ti abbraccerei… ma non posso; però i miei legni sono per te diventati quasi morbidi… solo per te.”

Alessandro: “Cara Petulante, non cambierai mai. Devo dire che si sta bene. Brava.”

L’Albero: “Abbiamo sentito che in Italia ci sono stati dei disastri terribili… anche e particolarmente nella tua Liguria. Tu hai ancora dei parenti a Genova?”

Panchina Petulante: “Buongiorno Alessandro… sì, abbiamo sentito; è stato terribile.”

L’Albero: “Anche qui il vento non ha mica scherzato. Mi ha portato via un po’ di foglie e rami… la Primavera prossima provvederò a rimpiazzare tutto. Ora caro Alessandro raccontaci un po’ cosa sai della tua Liguria.”

Alessandro: “Come siete gentili… quasi affettuosi. Sì, ho ancora dei parenti a Genova e vicino a Genova. Loro non hanno avuto danni, salvo la caduta di olive da alberi in un terreno non lontano dalla città. Un altro mio parente che possiede un centinaio di alberi di olive pronte per il frantoio, ha dovuto soffrire vedendole in buona parte strappate via dalla furia del vento… e pensare che si trova in provincia di Imperia dove l’olio d’oliva è sopraffino.”

L’Albero: “Mi dispiace moltissimo per quel tuo parente. Noi alberi “lavoriamo” anche molto per voi Umani… e so per certo che i miei colleghi ulivi godono immensamente quando possono offrirvi degli ottimi frutti. Tutto potrà riprendersi; l’importante è che voi Umani dovreste rispettare un po’ di più la natura che vi circonda. Sì, perché voi Umani siete un po’ birichini e, se un albero vi arriva in testa, potrebbe darsi che sia malato perché gli avete avvelenato l’aria.”

Alessandro: “ Lo so, lo so. Basta prendere in considerazione l’uso sconsiderato della plastica.”

L’Albero: “L’uso sconsiderato della plastica è un esempio che dimostra per l’ennesima volta che il Genere Umano è difettoso. Anche l’immensa considerazione del PIL è una dimostrazione dell’esistenza di voi difettati.”

Petulante: “Ma cosa dici caro nostro Albero? Il PIL dimostra le condizioni di benessere o meno di una popolazione… o di una Nazione; dove sarebbe il difetto di cui tu vorresti parlare?

L’Albero: “Le recenti tempeste che hanno messo in ginocchio alcune parti d’Italia potrebbero essere una dimostrazione di quello che vi sto dicendo. Cercate ora di seguire il mio ragionamento.

Il PIL è sempre sotto osservazione. Ogni Nazione, almeno dalle nostre parti, vuole che cresca. Se, per esempio, tanti automobilisti si mettono in marcia, ci sarà un maggior consumo di carburante… e allora il PIL crescerà; se tutti gli automobilisti se ne stanno un po’ di tempo in coda e viaggiano molto lentamente, consumeranno una quantità maggiore di carburante e il PIL crescerà ulteriormente… quindi dipende dai consumi. Se, facendo un altro esempio, in una determinata località tutti avessero un orticello e non dovessero andare lontano per raggiungere il posto di lavoro e, utilizzassero tutti i mezzi pubblici, il PIL crescerebbe poco… e crescerebbe ancor meno se tutti o quasi tutti, oltre ad avere l’orticello avessero anche qualche gallina e, in cooperativa qualche mucca e qualche maiale.

Quindi, se si consuma in modo “ufficiale” il PIL va su, in caso contrario, il PIL non sale o, addirittura scende. Quando scende, nel nostro caso, la popolazione vive più serenamente.

Ingenua: “Queste cose le sappiamo… si chiama anche “Auspicata decrescita”… più o meno. Dov’è il nesso logico fra il difettato Genere Umano e i recenti terribili fatti avvenuti in Italia e, tanto per poter concentrare il discorso, in Liguria… terra del mio amico Alessandro… del quale sento con gioia le calde chiappe?

L’Albero: “Se tu avessi un pizzico di pazienza…

Appunto recentissimamente, una buona parte della costa ligure è stata disastrata; a Rapallo i marosi hanno fatto sgretolare la diga del porto; più o meno la stessa cosa è accaduta a Santa Margherita… molte imbarcazioni sono andate distrutte. Inoltre, la strada litoranea che da Santa Margherita Ligure portava a Portofino… non c’è, per buona parte, più.

Naturalmente, dopo i primi momenti in cui tutti si danno da fare e nessuno chiede niente, entra in azione la “ricostruzione”. Per quanto riguarda le barche si cerca di salvare il salvabile, ma, dopo questa prima fase nella quale verranno chiamate in causa anche le assicurazioni, ogni proprietario di barca cercherà di ripararla o di comprarne un’altra e, per quanto riguarda il porto turistico, verrà costruita un’altra diga… più robusta; e poi, non solo ci si darà da fare per ripristinare i collegamenti con Portofino, ma dovrà essere ricostruita la strada.

Ecco che, per fare tutte queste cose, dovranno lavorare, dapprima i cantieri navali, poi chi dovrà progettare le ricostruzioni di dighe e strade… e poi le maestranze per ricostruire… oltre ad attrezzature e materiali. Se poi si guardano un po’ le foto della strada martoriata che va a Portofino, si possono vedere molti cavi e tubi che, dovranno essere ripristinati o sostituiti da maestranze specializzate. In poche parole, solo quello che è accaduto nel Tigullio darà molto lavoro a tante persone, e allora, cosa succederà?

Ingenua: “ Ho capito… ora ho capito. Succederà che il PIL salirà… grazie al terribile fatto che tanta gente è stata male e ha sofferto.”

L’Albero: “Bravissima… vedo che sono riuscito a spiegarmi e tu hai anche compreso che il PIL salirà come conseguenza di una calamità naturale. Ora, io ho preso in considerazione una piccola porzione di territorio della Repubblica Italiana, ma, se si pensa che quasi dappertutto in Italia ci sono stati “disturbi e danni” causati da piogge e vento, è chiaro che in molte Regioni si dovrà lavorare e spendere soldi per rimettere in ordine la situazione. Se poi si aggiungono le incurie degli Umani che si sono dimenticati che si potrebbe prevenire… anziché curare, il PIL potrà crescere ancora di più.”

Petulante: “Scusate, ma, mi viene da ridere perché penso a quello che potrà succedere.”

L’Albero: “Sarebbe a dire?”

Petulante: “Potrà succedere che se il PIL, questo benedetto PIL, effettivamente salirà, anche di poco… anche più di quanto prevedono gli “Economisti”, gli Umani che sono o saranno al Governo, gongoleranno e penseranno di essere stati bravi.”

L’Albero: “Il tuo pensiero e il tuo sorridere sono molto validi… tanto più che hai menzionato gli Economisti… Questi Umani, io ancora non li ho capiti. Sono pagati per prevedere e non prevedono quasi mai qualcosa di intelligente. Ma tu Alessandro, non dici niente? Te ne stai lì zitto zitto.”

Alessandro: “Cosa vuoi che dica. Meglio star zitti. State dimostrando i limiti degli Umani e delle umane cose… e pensare che troppi Umani fanno la voce grossa e pensano di essere dei piccoli padreterni!”

L’Albero: “Ma noi non vogliamo parlar male di nessuno… anche se a noi alberi capita spesso di dover soffrire a causa della vostra incuria.”

Ingenua: “È vero caro nostro Albero. Qui noi ti proteggiamo quanto possiamo.”

L’Albero: “Grazie cara. Caro Alessandro, volevo chiederti se hai dei riscontri filatelici di Portofino… tu che ti sei sempre dilettato coi francobolli”

Alessandro: “Sì, un francobollo del 1974… uno dei primi francobolli delle Poste Italiane circa località “notevoli” d’Italia. Quel francobollo uscì assieme a quello di Gradara. Ve lo presento:

Francobollo del 1974

 

Non è speciale… però ci presenta una località veramente unica. Non solo l’insenatura naturale, ma le case del borgo… uniche. Vi presento anche il timbro che accompagnò questo francobollo.”

TIMBRO DI PORTOFINO

L’Albero: “Ma tu Alessandro sei già stato da quelle parti?”

 

 

Alessandro: “Certamente. Più di una volta. Ai tempi, quando ero veramente giovane, il Tigullio era una méta domenicale dei genovesi. Ora vi mostro un pezzo della strada completamente distrutta:

 

Da GenovaQuotidiana

 

Si vede la strada… che non c’è più, però si vede anche uno scoglio con un pino… un tuo collega caro Albero.

Te lo faccio vedere anche in una foto ripresa dal mare dal mare:

Da IL SECOLO XIX. Il pino de la Carega.

 Ebbene questo alberello che, chissà per quale ragione è riuscito a crescere su quello scoglio, ha resistito a onde alte più di 10 metri; ha resistito a quelle onde che hanno spazzato via la strada. È diventato un simbolo per i liguri del posto.”

L’Albero: “Fantastico il mio collega. Chissà com’è stato male! Piango però per tutti i colleghi miei distrutti dalle intemperie in Veneto e nel Trentino.”

Alessandro: “Sì, veramente difficile da credere quanti alberi abbiano perso la vita.”

Petulante e Ingenua: “Molti continueranno a vivere… come noi… veniamo da alberi… e siamo vive e contente di poter essere utili alle chiappe di voi Umani… anche se qualche volta…”

L’Albero: “…anche se qualche volta…”

Petulante e Ingenua: “Sì, qualche volta abbiamo a che fare con degli Umani così maleducati…”

Alessandro: “Ora devo andarmene… ma tornerò presto. Vi abbraccio.”

L’Albero, Petulante e Ingenua: “Ciao… e, salutaci tua moglie.”

 

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Questo è quanto ho potuto leggere sul corriere… con questa fotografia.

Corriere

Effettivamente è molto interessante e incomprensibile come un iceberg possa presentarsi squadrato in quel modo. Non so e non mi è dato sapere dove è sta fatta la foto… e, sinceramente non m’interessa perché viene fatto del sensazionalismo per qualcosa che forse non lo è e che vuol farci essere ossequienti verso chi detiene il potere… in questo caso la NASA.

Ma perché tutto questo discorso?

Semplicissimo, perché, proprio nel 2015, quindi esattamente 3 anni fa, mi son trovato a fotografare qualcosa del genere, ma, non solo un pezzettino come la foto del Corriere, ma, in un certo senso, completo.

Sono diventato vecchio e, mi diverto sempre di più, nel senso che mi trovo a sorridere, nel dovermi rendere conto che chi ci governa insiste nel tentativo di inculcarci l’esistenza, da parte di “loro”, di un comportamento piuttosto unico destinato a proteggerci dalle calamità naturali e dai vicini (o lontani) molesti e portatori di disgrazie. Contemporaneamente, potremmo dire sottobanco, continuano a permettere, per esempio, la produzione di oggetti pericolosi, detti volgarmente armi, che saranno venduti per l’impinguamento di chi già è grasso. Sempre contemporaneamente, non si muovono in modo sistematico per il territorio dove “vive” il popolo e lasciano il cosiddetto “dissesto idrogeologico” alla mercé delle bombe d’acqua… sempre più frequenti e catastrofiche.

Loro, sempre loro, direbbero che il dissesto e i “Servizi” malfunzionanti, non potranno essere messi “in ordine” perché mancano i “soldoni”.

Ma perché, almeno per noi italiani, mancano?

Perché la malvagia Europa non ce li dà… o non ci permette di spendere quelli che ci sono… o per altri motivi sempre collegati all’Europa che vuole o non vuole.

Francobollo del 1981

Si sa che i francobolli possono anche raccontarci qualcosa. Ebbene, per quanto riguarda i “dissesti”, ne parlò già un francobollo da 80 lire nel 1981, poi, nel 1995, un altro francobollo con sovrapprezzo ci disse che esistono le alluvioni … dopo quello dell’alessandrino. È chiaro e garantito che non si può prevedere e prevenire tutto, ma, se si spendessero sistematicamente un po’ di pecunia per il terreno della Patria, forse, quando la pioggia arriva torrenziale, i danni sarebbero limitati… o non ci sarebbero per niente.

PRO ALLUVIONATI del 1995

 

I Servizi… ma cosa sono questi benedetti servizi?

Tutto ciò di cui la popolazione ha diritto dopo aver pagato le tasse… dalla scuola ai treni passando attraverso le aule dei tribunali.

Se i servizi non funzionano è la conseguenza dell’evasione fiscale e magari pure dei capitali trasportati all’estero?

Sembrerebbe proprio così… almeno ce lo vogliono far credere.

Quindi, mancano i soldi perché non tutti i cittadini pagano le tasse o portano i soldi alle Isole Cayman e allora…

cadono i soffitti delle aule scolastiche,

le case per i terremotati non arrivano… e se arrivano fanno acqua,

la corrispondenza viene recapitata quando capita,

i tribunali lavorano a singhiozzo e le cause hanno tempi lunghi,

i gabinetti dei treni sono difettosi o sporchi e…

muore tanta gente… proprio quella che in quel momento si trovava su quel ponte autostradale “difettoso”.

O è il Genere Umano difettoso?

Dicevo che son diventato vecchio…

ho visto la guerra,

i bombardamenti anglo-americani,

la Repubblica di Salò,

il referendum per il regno o la repubblica,

tanti manifesti inneggianti al Partito Comunista Italiano e altrettanti inneggianti alla Democrazia Italiana,

VERDEAZZURRONOTIZIE

Gino Bartali che salva l’Italia da una rivoluzione,

le camionette della Polizia incendiate in quel di Genova perché il congresso di un legittimo partito dava fastidio ai portuali… e non solo,

tanti Governi sempre pronti a fare riforme,

la Lega Nord che sputa su Roma ladrona,

Governanti non eletti dal popolo… e molto altro… fra cui ciò che è accaduto negli ultimi anni.

Ho studiato in Italia, ma l’ho lasciata il giorno dopo la laurea perché, come scrissi sul mio libro:

Una Nazione che non paga, o permette che non venga pagato chi lavora, non dovrebbe essere degna di rimanere al cospetto della civiltà.

Ritornai, ma fui “costretto” a ripartire a causa di certe istituzioni nazionali violente, grette e irrispettose.

Ho avuto la fortuna di diventare vecchio e di poterla raccontare. Oggi sono obbligato a sorridere, o piangere?, di fronte al mentecattismo di Governanti che “lavorano” per il popolo (!) dimenticandosi delle vere esigenze della popolazione.

Mi son permesso di enunciare per sommi capi alcune delle vere esigenze… e “quelle farebbero la tanto decantata “crescita” perché permetterebbero di “lavorare”. Permetterebbero di “fare” a chi veramente vuol “fare” senza la necessità di essere “furbi o furbetti”.

Lo so, sembra ch’io abbia inventato l’acqua calda, ma perché non si trova la forza di mettere da parte gli innumerevoli “travet” della burocrazia che sfoderando “la legge” non permettono di “fare” a chi vorrebbe fare?

Tutto è partito da un pezzo di ghiaccio ben squadrato e misterioso… che solo la NASA sarebbe riuscita a trovare e ora ce lo fa vedere. Perché “loro”, solo loro ci sanno fare e noi dobbiamo essere ossequienti.

Forse oggi c’è qui da noi “Qualcuno” che vuol produrre dei cambiamenti… e forse è vero. Perbacco, lasciamoglielo fare… Perché quelli che si sono installati a Bruxelles e a Strasburgo dietro a una scrivania e un microfono per paura di perdere la scrivania e il microfono mettono i bastoni nelle ruote paventando la povertà di tutti?

Non voglio e non potrei sostituirmi a chi ci governa, ma, anche se è spesso amaro, continuo a sorridere. Penso che non ci vorrebbe molto a collegare il cervello… non proprio del tutto, ma un pochino… poco poco… e il Genere Umano si troverebbe ad essere un po’ meno difettoso.

Eccola la mia foto:

ICEBERG

È bello… o no? questo pezzo di ghiaccio che Madre Natura mi ha permesso di fotografare?

Ma non è più bello di quello della NASA?

Forse qualcuno si chiederà dove sono andato a trovarlo. Forse un giorno ve lo dirò, ma non oggi.

 

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 Registrazione del 31 maggio 2018

 

Personaggi:
L’Albero, Panchina Ingenua e Alessandro.

 

L’Albero: “Buon giorno Alessandro, finalmente vieni anche da noi.”

Panchina Ingenua: “Sapessi quanto mi manca il calore delle tue chiappe! Ciao Alessandro… che bello sentirti… dico fisicamente.”

PANCHINA INGENUA

Alessandro: “Buon Giorno amici. Ci sono… e mi fa piacere esserci.”

L’Albero: “Sai com’è caro Alessandro? È che ho ascoltato “in differita” tutto quello che vi siete detti un po’ di giorni fa circa quanto accadde ai poveri Umani di Trieste. So che, con la dipartita dalla città dei titini, le sofferenze dei triestini non finirono lì, non foss’altro che per il fatto che non potevano sentirsi italiani.”

L’Albero

Alessandro: “Appunto. È questo uno dei tanti argomenti Umani che dobbiamo ancora affrontare.”

L’Albero: “E potremo farlo oggi. Sto infatti contattando il mio collega Tasso, nonché l’Ulivo che da qui vedo con facilità. Di tutto quello che vi siete detti l’altra volta, c’è un particolare che non son riuscito a comprendere, e cioè, in che modo l’Umano Palmiro Togliatti poté governare in Italia se aveva la cittadinanza dell’Unione Sovietica dopo che “sputò” sulla cittadinanza italiana e sui cittadini italiani. Fu, se non ricordo male nel 1930, ma ricordo benissimo quello che disse, e cioè: È motivo di particolare orgoglio aver rinunciato alla cittadinanza italiana perché come italiano mi sentivo un miserabile mandolinista e nulla più. Come cittadino sovietico sento di valere diecimila volte più del migliore cittadino italiano. Quando presi atto che quell’Umano poté governare in Italia dopo aver offeso il popolo italiano, nonché i mandolinisti, credo anche di poter capire con quale facilità possano esistere degli Umani attuali Presidenti della Repubblica che, di fronte a una situazione grave come l’attuale, pasticciano la crisi in un modo a dir poco grottesco. Mio caro Alessandro, so perfettamente che un tempo i cittadini italiani, se ricevevano la cittadinanza di un’altra Nazione, perdevano la cittadinanza italiana. Anche se poté sembrare un’offesa nei riguardi dell’italianità, anni dopo questi cittadini poterono “riavere” la cittadinanza dello stivale. Già mi sembra poco serio, ridare la cittadinanza a chi l’aveva perduta volontariamente perché aveva voluto seguire altre strade, quella però dell’Umano Togliatti mi sembra sia stato piuttosto grottesco o puerile o disonesto verso tutti gli altri Umani d’Italia permettere posizioni di prestigio a chi aveva volutamente e in modo altisonante disprezzato l’italiano. Ma è proprio vero? Può darsi che non sia vero che l’Umano Togliatti avesse la cittadinanza dell’Unione Sovietica, ma, se è vero, trovo gravissimo quanto accadde… tanto più che la presenza di quel perfido Umano provocò molti morti e molti pianti.

 Ingenua: “Sarò ingenua, ma, da quello che dici, capisco tante cose… e anche perché le italiche genti continuano ad accettare che “Altri d’Europa” dettino legge dove non dovrebbero.”

 Alessandro: “Ho l’impressione che tu, caro Albero amico mio abbia messo l’accento su un tasto molto delicato. Pensa che il Ministro della Giustizia Orlando avrebbe detto: “Io sono uno degli ultimi togliattiani”… ripeto:”Della Giustizia”. È da piangere o da ridere?”

L’Albero: “Per oggi, fermiamoci qui… e speriamo che “Chi di dovere” in Italia capisca qual è il bene dell’Italia, ma che soprattutto sappia amare la Patria.”

Alessandro: “Sì, sì… ci vediamo presto e contatteremo di nuovo Tasso e i suoi fratelli e finiremo il discorso di Trieste. Ciao a tutti.

Ingenua: “Mi dispiace che tu vada via… ma ti aspetto. Ciao.”

 

 

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TUTTO HA UN LIMITE

Guardate un po’.

Da “La Settimana Enigmistica”

Anche la Luna che sembrava tranquilla… ha reagito.

E gli italiani? Credo che non ne possano più… dei politici.

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IL PRESIDENTE

 Registrazione dell’8 maggio 2018

Personaggi:

Alberone, Alessandro, L’Esercito del Lungolago e I Fratelli di Alberone.

 

 

 

Alberone: “Buon Giorno caro Alessandro. Mi fa piacere vederti.”

 

Alessandro : “Anche a me. Come sei bello con tutte quelle foglie nuove… sembrano tanti batuffoli di ovatta.”

ALBERONE

Alberone: “ Vedrai che cresceranno e diventeranno dei bellissimi rami. Lo sai cosa si dice da queste parti… della tua bella Patria?”

Alessandro: “Chi dice?”

Alberone: “Tutti quelli che vengono a sedersi sulle tante panchine che ci sono da queste parti. Il mio “Esercito del Lungolago” è bravo a captare e registrare.”

Alessandro: “Sì? Siete tutti così belli! Beh… raccontami.”

L’Esercito del Lungolago (all’unisono): “Grazie Alessandro… rischiamo di diventare rossi.”

L’ESERCITO DEL LUNGOLAGO

Alberone: “Si sente dire che il vostro Presidente, l’Umano Mattarella è proprio come un bravo Papà che dice ai propri figlioli che litigano: “Vogliatevi bene. Cercate di andare d’accordo.” Si sarebbe dimenticato che lui ha un’autorità e dovrebbe dimostrarla. Com’è possibile che parli per mezz’ora, dicendo pochissimo di concreto minacciando un Governo Sterile.”

Alessandro: “Non ha detto sterile… ha detto neutro.”

Alberone: “Beh, più o meno è la stessa cosa. Se il Governo neutro non può fare nulla di radicale e importante per la Nazione, non è sterile?”

L’Esercito del Lungolago (all’unisono): “Da quello che sentiamo, abbiamo l’impressione che sia meglio un Governo sterile piuttosto che un Governo che, legiferando, riesce a far aumentare il numero dei poveri veri. Almeno, se rimane tutto com’è, il numero dei poveri non aumenta.”

Alberone: “Potreste anche aver ragione, però oggi l’Italia ha bisogno di un Governo che sappia dare un impulso al meglio… non al mediocre.”

L’Esercito del Lungolago (all’unisono): “Ma come vuoi che possano fare? Non sono stati capaci, in due mesi, di dare un po’ di flessibilità ai loro pensieri… o alle loro convinzioni. La flessibilità non è ipocrisia. C’è in natura, e noi alberi possiamo dimostrare che la flessibilità è determinante per la nostra sopravvivenza. Se i nostri rami fossero rigidi, un po’ di vento potrebbe sradicarci molto facilmente; per fortuna Madre Natura ha dato “flessibilità” ai nostri rami che, in questo modo, possono assorbire la forza del vento. La flessibilità potrebbe essere di vitale importanza per gli Umani d’Italia.”

I FRATELLI DI ALBERONE

Alberone: “Ma cosa si può pretendere da chi per mesi sbandiera il desiderio di “lavorare” per il popolo italiano, e poi, al momento buono s’irrigidisce pensando di essere un padreterno… solo perché ha preso un po’ di voti. Avete ragione… “Loro” sanno solo essere ipocriti… e non conoscono la flessibilità… così vitale.”

I Fratelli dell’Alberone: “Scusate se interveniamo… dato che anche noi sentiamo cosa dicono gli Umani. A noi sembra che l’Umano Mattarella, dopo aver parlato molto, ma dicendo ben poco, sia piuttosto un incapace. La situazione dell’Italia è drammatica e, tutto quello che sa fare lui è minacciare un Governo neutro. Ma che cavolo di Presidente è? Non si offendano gli Umani d’Italia, ma… cambiate presidente.”

I FRATELLI DI ALBERONE

Alessandro: “Ho l’impressione che voi alberi del Lungolago di Lugano amiate l’Italia più di quei milioni che hanno votato… e di quei milioni che si son guardati bene di andare alle urne. Che altro dirvi? Speriamo che si diano una regolata e che si ricordino che, prima di dire che lo fanno per il bene degli italiani, dovrebbero collegare il cervello… per non dire troppe bugie. Devo andare… vi saluto, vi ringrazio e mi complimento per le vostre foglie.”

Alberone: “A nome di tuti noi… Buona Fortuna a te amico e a tutti gli Umani d’Italia.”

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I MONFALCONESI

 Registrazione del 2 marzo 2018

 

Personaggi:
Albero Tasso, Alessandro, I Fratelli di Tasso, Panchina Rotonda e Alberone.

 

Albero Tasso: “Buon Giorno Alessandro… come stai?”

ALBERO TASSO SPRUZZATO DI NEVE

Alessandro: “Ho un po’ freddo… sai io preferisco il caldo. Ho voluto salutarti e poterti vedere in abito invernale tutto spruzzato ni neve.”

Tasso: “Ti piaccio? A me piace un po’ di vero fresco che mi lascia quell’umidità a noi vegetali piuttosto importante. Cosa racconti d’interessante?”

IL LIBRO DI STEFANO ZECCHI

 Alessandro: “Nulla di particolare. Ti ricordi che, quando parlammo della città di Fiume, che accennammo al dramma dei Monfalconesi? Avevo letto qualcosa a riguardo. La prima volta che lessi dei Monfalconesi, fu nel libro di STEFANO ZECCHI Rose Bianche a Fiume. Certo che quello è un romanzo, ma, quando ho continuato a documentarmi mi sono reso conto che quello, per molte persone fu un vero dramma e, per il partito di Togliatti una grande sconfitta, nonché un comportamento similcriminale.”

Tasso: “Chissà perché, da quello che so, penso che potresti anche aver ragione. Il comportamento del PCI fu veramente criminale perché abbandonò molte persone, con mogli e figli, alle malvagità del regime di Tito.”

I Fratelli di Tasso: “Prima di tutto… Buon Giorno Alessandro; in secondo luogo, non potreste fare un po’ di ordine? Raccontate le cose come se leggeste un libro giallo cominciando dall’ultima pagina. Avete parlato di questi Monfalconesi senza spiegare se si tratta di Umani o di cioccolatini… potrebbero anche essere dei biscotti provenienti da Monfalcone. Noi sappiamo che a Monfalcone ci sono dei Cantieri Navali molto importanti da dove sono state varate delle navi che hanno lasciato un’impronta nella marineria mondiale, ma non abbiamo capito, se la dizione “Monfalconesi” riguarda Umani di Monfalcone o cioccolatini.”

Alessandro: “Avete ragione… anche voi spruzzati di neve. I Monfalconesi non sono né biscotti e neppure cioccolatini. Ai tempi, 1947, furono menzionati come tali, e piuttosto genericamente, i tecnici e le maestranze italiane che con le loro famiglie e in gran segreto, emigrarono nella novella Jugoslavia di Tito per rimpiazzare chi era stato ammazzato o era fuggito in Italia. Non venivano tutti da Monfalcone, ma credevano tutti nel socialismo dettato dall’Unione Sovietica e nella fratellanza italo-slava. Fu un’emigrazione contro corrente stimolata dalla consapevolezza che il loro contributo avrebbe potuto aiutare la nascita di un socialismo puro a tutto vantaggio non tanto del popolo jugoslavo che consideravano come un loro fratello, quanto di tutta la collettività socialista.”

I FRATELLI DI TASSO SPRUZZATI DI NEVE.

I Fratelli di Tasso: “Ora cominciamo a comprendere. Ma, sono partiti dall’Italia spontaneamente, o c’è stata un’organizzazione particolare?”

Tasso: “Naturalmente ci fu una “Mente” che organizzò tutto. Sì, perché nella Jugoslavia di Tito, dopo lo stallo della guerra, non solo bisognava ricostruire, ma, anche dopo aver eventualmente ricostruito, le industrie senza mano d’opera specializzata rimanevano paralizzate. Questo accadeva non solo per le Industrie di Fiume e i Cantieri Navali di Pola, ma anche per altre industrie in altre zone del Paese.”

I Fratelli di Tasso: “Chi era la Mente a cui alludi? Un Umano d’Italia o un Umano di Jugoslavia?”

Tasso: “In Italia, a tessere le fila con le autorità Jugoslave pare fosse il Partito Comunista Italiano nella persona dell’Umano Pietro Secchia, vice nel partito. Il trasferimento dei Monfalconesi avvenne nel massimo segreto; quelli trasferiti in Jugoslavia furono circa 2000, e tutti volontari, tutti iscritti al PCI e buona parte ex combattenti partigiani nelle file italo-slovene. La loro fede incrollabile vedeva nell’URSS un faro per il futuro del proletariato. E poi, non dimentichiamolo, non si trasferirono solo gli Umani uomini, ma anche molte famiglie.”

Panchina Rotonda: “Vi ho ascoltato e mi sono chiesta dov’è il dramma di cui parla Alessandro; e poi, Alessandro, potresti anche venire a sederti su di me invece di stare lì in piedi. Ti faccio schifo?”

Alessandro: “Hai ragione. Mi siedo, mi siedo e ti ringrazio… sto bene qui.”

Da Wikipedia. PIETRO SECCHIA

 Rotonda: “Come dicevo, non ho capito qual’è il dramma. Loro, quelli che chiamate i Monfalconesi sono andati là e sicuramente, se gli slavi avevano bisogno di loro avranno sicuramente ricevuto anche vitto e alloggio. Dov’è il problema?“

Tasso: Il problema viene dopo, non molto tempo dopo. Cercherò, anche coll’aiuto di Alessandro di fare un po’ di chiarezza. La mano d’opera specializzata di cui il regime comunista di Tito aveva urgente bisogno sarebbe stata “spedita” clandestinamente da accordi fra il PCI e i dirigenti Jugoslavi. Circa 2000 Monfalconesi emigrarono oltre confine, anche con famiglia, e, sempre fedelissimi del PCI, furono alloggiati in confortevoli alloggi e iniziarono di buona lena a lavorare anche per la costruzione di un buon socialismo.”

I Fratelli di Tasso: “Quindi va tutto bene… e sono tutti contenti.”

Tasso: “Sono tutti contenti fino al 1948 quando Tito, il Capo della Federazione Jugoslava decide di non più obbedire ai dettami comunisti di Stalin… dettami ai quali sempre obbedì Togliatti. Fu significativa la Riunione di Bucarest, dal 20 al 22 giugno 1948 dei massimi partiti comunisti europei; c’erano anche Togliatti e Secchia. Cosa accadde in quella riunione? Semplicemente fu decretata l’espulsione di Tito e della Federazione Jugoslava dal Cominform. La notizia diventò di dominio pubblico tramite Radio Praga il 28 giugno dello stesso anno. Pare che Togliatti ebbe una posizione di primo piano… e con lui quel Pietro Secchia che aveva ottenuto la clandestina fuoruscita dall’Italia dei Monfalconesi.”

I Fratelli di Tasso: “Cos’è il Cominform?”

Alessandro: “Il Cominform, fondato nel 1947 era un’organizzazione internazionale che riuniva i partiti comunisti dei vari paesi europei… fra cui l’Italia.”

I Fratelli di Tasso: “Ora cominciamo a capire cosa potrebbe essere accaduto ai Monfalconesi. Essendo loro fedeli al PCI di Togliatti e all’Unione Sovietica, potrebbero essere stati cacciati… mandati via dalla Jugoslavia?”

IL DITTATORE DELLA FEDERAZIONE JUGOSLAVA (da Wikipedia)

Tasso: “No, le cose andarono diversamente, ed è per quello che si può parlare proprio di tragedia. I Monfalconesi erano in tanti e credevano ciecamente nella politica di Stalin. Di fronte al voltafaccia di Tito che rinnegò i dettami dell’Unione Sovietica, i Monfalconesi si sentirono offesi e reagirono con determinazione. In varie riunioni di partito si misero contro Tito inneggiando a Stalin e al PCI… che pensavano li proteggesse e li aiutasse.”

Rotonda: “ Cosa fece il PCI? Li aiutò?”

I Fratelli di Tasso: “Secondo noi, dopo quello che ci hai raccontato, non avrebbe potuto aiutarli, dato che fra Tito e Togliatti venne a crearsi una frattura. Crediamo di aver capito bene, e cioè che Togliatti faceva tutto quello che gli ordinava Stalin.”

Rotonda: “Neanche quell’Umano Secchia fece qualcosa per aiutarli?”

Tasso: “Immaginiamoci se un Umano come Secchia sarebbe stato capace di dare una mano a chi aveva mandato oltre confine! Pensate un po’ che, proprio lui, qualche anno dopo, nel 1956, quando i carri armati sovietici repressero nel sangue il desiderio di libertà degli ungheresi, si trovò ad esultare… quando seppe dell’intervento sovietico.”

I Fratelli di Tasso: “Allora, volete dirci come andò a finire?”

Alessandro: “Andò a finire molto male perché molti di quei personaggi che credevano nel comunismo di Stalin furono prelevati e una buona parte portati in un “Centro di rieducazione”. È raccontato molto bene, in modo romanzato, sul libro di Stefano Zecchi.”

Rotonda: “Cosa intendi per “Centri di Rieducazione?”

L’ISOLA CALVA (GOLI OTOK)

Alessandro: “È un modo di dire “generoso” per menzionare i Gulag jugoslavi dell’interno o di certe isole. A tener d’occhio gli italiani che non avevano voluto accettare il “socialismo di Tito”, c’era l’OZNA, la famigerata polizia politica del regime… che per un po’ lasciò correre, ma che, a un certo punto reagì violentemente. Dopo averli sequestrati, portò una parte dei dissidenti su un’isola, di nome ISOLA CALVA (Goli Otok), nella quale il soggetto da rieducare, dal momento in cui metteva piede sull’isola veniva preso generosamente a bastonate, aveva ben poco da mangiare, e, l’occupazione maggiore che aveva era quella di spaccare pietre usando altre pietre.”

Rotonda: “Come sarebbe a dire? Quei poveretti avevano lasciato le loro terre per andare ad aiutare la crescita del socialismo puro in nome della fratellanza fra i popoli e, a causa di divergenze fra l’Umano Stalin e l’Umano Tito furono massacrati di botte perché fedeli all’ideologia del dittatore dell’URSS?”

Tasso: “Proprio così. Non tutti finirono sull’Isola Calva, ma anche, con famiglia, in Campi di concentramento in regioni più lontane; e non tutti ebbero la fortuna di poterlo raccontare… perché alcuni non riuscirono a sopravvivere.”

Alessandro: “Caro Tasso devo correggerti, perché la fortuna di poterlo raccontare, che significa che non morirono, è giusto, ma quello che è sbagliato riguarda il particolare che “non poterono raccontarlo”.”

I Fratelli di Tasso: “Come sarebbe a dire? Non comprendiamo.”

Alessandro: “Sarebbe a dire che, chi è riuscito a ritornare e l’avrebbe voluto raccontare non l’ha potuto fare perché il PCI non gliel’ha permesso… per non rovinare il “buon nome” del Comunismo.”

I Fratelli di Tasso: “Ma se il PCI li ha abbandonati… non è così?

Tasso: “Ma sì cari fratelli, avete capito benissimo. Non bisogna dimenticare che molti Umani, oltre ad essere malvagi possono avere un Quoziente Intellettivo molto basso, e, oltre a questo particolare piuttosto importante, non sono capaci di cambiare le proprie idee neppure di fronte all’evidenza… diciamo più evidente. Io non riesco a capacitarmi, forse perché sono un albero che ha vissuto molto, ma com’è possibile ch’io dica bravo a chi mi ha dato delle botte?”

I Fratelli di Tasso: “Forse per paura di ritorsioni.”

Tasso: “Non ci avevo pensato. Avete ragione, può darsi che così fosse. D’altra parte, chi tirava le fila del Comunismo Italiano era l’Umano Togliatti; lui aveva ben conosciuto uno degli Umani più malvagi di quei tempi, l’Umano Stalin, e da lui prendeva ordini… e sicuramente non gli mancava la malvagità… sicuramente aveva imparato bene la lezione.”

Rotonda: “I miei legni rabbrividiscono al pensiero che gli Umani possano e soprattutto riescano ad essere così malvagi. Penso però che dopo la morte di Stalin e la normalizzazione dei rapporti fra Jugoslavia e URSS, abbiano lasciato liberi quei Monfalconesi che erano ancora vivi… o no?”

Tasso: “Pensi in modo sbagliato. Pare che gli ultimi Monfalconesi ancora detenuti abbiano riacquistato la libertà solo nel 1956.”

Rotonda: “Allora chissà cosa avranno raccontato.”

Tasso: “No, no… non bisognava, pare, danneggiare il partito. ”

Rotonda: “Che rabbia mi fai caro Tasso. Se potessi farlo, d’ora in avanti, bucherei le chiappe degli Umani che vengono a sedersi su di me. Ma ce ne sono ancora Umani così malvagi?… ma anche cretini.”

Alessandro: “Non devi accanirti contro noi Umani. Ce ne sono tanti bravissimi… anche se, ho sentito recentemente l’Umano Orlando dire: “Io sono uno degli ultimi togliattiani”, che visto così sembra pure un bravo ragazzo.

Rotonda: “Vuol dire che o è ignorante perché non ha studiato la storia, o è cattivo e non si vergogna di dirlo.”

I Fratelli di Tasso: “Che paura! Un Umano così fa il Ministro della Giustizia? Poveretti voi Umani d’Italia… le nostre cortecce vibrano di inquietudine al pensiero che la stupenda Italia abbia certi ministri.”

Alessandro: “Avete ragione. Sapete cosa vi dico? M’è venuto tardi e… vi saluto, tanto più che, prima di andare a casa mi ero ripromesso di andare a salutare, qui vicino, il vostro collega ALBERONE.”

Tasso: “Anche noi ti salutiamo e lo salutiamo… a presto… Ricordati Alessandro che dovremo parlare di Trieste e dell’Istria.”

I Fratelli di Tasso e Rotonda: “A presto Alessandro.”

 

100 metri più in là.

 

Alessandro: “Ciao Alberone. È tanto che non vengo a trovarti… volevo farti un salutino.”

L’ALBERONE innevato.

Alberone: “Vi ho sentito mentre parlavi con Tasso e i suoi fratelli. È molto interessante quello che vi dicevate. Scusa se parlo lentamente, sono mezzo addormentato. Mi piace tanto questa fresca neve, però, se devo proprio dirti la verità, sto aspettando la Primavera. Circa quello che vi stavate dicendo, non so se il problema possa interessare molto gli Umani. A loro non interessa quello che è successo… non interessa la storia, quella vera, quella importante… quella che, in un certo senso, accade tutt’ora, perché gli Umani malvagi passano sovente anche qui vicino a me e vicino all’”Esercito del Lungolago” dei miei colleghi. Oggi interessano i soldi, che ce n’è sempre meno, e il calcio… ah quello sì che interessa. È un’industria che appassiona! E poi, avere possibilmente una bella macchina… ma grossa… di quelle grosse.”

Alessandro: “Che delusione! Però, penso che non ci sarebbe niente di male nel sapere che certi “cattivi” potrebbero di nuovo arrivare.”

 

“L’ESERCITO DEL LUNGOLAGO DI LUGANO”

 Alberone: “Hai ragione caro Alessandro. Ci sono quelli che ti mettono in guardia e ti dicono che i cattivi possono di nuovo ritornare… basta prendere in considerazione la propaganda elettorale degli Umani italiani che vogliono avvertire gli elettori che potrebbero venire di nuovo i Fascisti… ma loro potrebbero essere peggio… o ignoranti… sì, quelli che ci credono. Io li sento qualche volta quando se ne stanno seduti su queste panchine… Sai, io non sono cattivo, ma, mi piacerebbe far cadere loro sulla testa un mio bel ramo… bello pesante.”

Alessandro: “Lasciamo perdere. Più in là verrò a trovarvi. Continua a dormire. Ti abbraccio.”

Alberone: “Stammi bene.”

 

 

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QUESTO ARTICOLO È PIUTTOSTO LUNGO CON DEI CONCETTI INTERESSANTI. PER FAVORE NON SCRIVERE MI PIACE SE NON L’HAI LETTO TUTTO.

LA RIPRODUZIONE DELL’ARTICOLO È VIETATA

 

Registrazione del 24 febbraio 2018

Personaggi:
Alessandro, L’Albero, Panchina Ingenua e Panchina Petulante.

Alessandro: “Posso disturbare un poco il tuo sonno invernale? Guarda un po’, amico mio, cosa ho trovato… è del 2013… di cinque anni fa.”

L’Albero: “Ma sì che puoi disturbarmi. Cos’è che hai trovato?”

L’ALBERO

Alessandro: “Una chiacchierata fra coniugi abitanti qui in Ticino, questa: ”

 

Un paio di settimane prima della data delle elezioni, Leandro riceve per posta, al proprio domicilio una grossa busta; il mittente era il Consolato Generale d’Italia dal quale Leandro dipendeva.

Il plico è abbastanza consistente e comunica in modo perfettamente comprensibile come si vota e come si può rispedire gratuitamente le schede dopo aver esercitato il “diritto” di voto.

Appunto! Il diritto di voto! A volte si dice che è un dovere; È probabile. È un fantastico diritto! Potersi esprimere liberamente!

Che bello poter votare senza doversi recare nell’ultimo comune di residenza in Italia! Ora si può votare grazie all’efficienza dei nostri Consolati.

 

L’Albero: “Tu svegli il mio sonno invernale per farmi leggere qualcosa vecchio di 5 anni?”

Alessandro: “Hai ragione, È vecchio di 5 anni, ma sembra piuttosto attuale… e fa pure ridere. Senti senti… questo è bello:

 

A Leandro viene automatico ricordare come il Consolato Italiano di Zurigo seppe essere efficiente in passato. Fu nel lontano 1966 quando, in terra elvetica, Leandro stava per sposare Sandra. A quei tempi, chi sposava un cittadino italiano acquisiva automaticamente la cittadinanza italiana.

Leandro avrebbe sposato Sandra dapprima in Municipio e il giorno dopo in chiesa. Prima ancora del matrimonio in Municipio, Leandro procurò al Consolato tutti gli estremi burocratici di Sandra assieme a una fotografia. Poche ore dopo il matrimonio in Municipio, Leandro e Sandra si recarono in Consolato col certificato che dimostrava essere Sandra la moglie di Leandro. Fu loro consegnato un passaporto nuovo di zecca; era già pronto! Da quel momento nella Repubblica Italiana c’era una cittadina in più!

Ancora oggi Leandro ricorda la gioia della moglie fresca sposa e fresca italiana.

 

L’Albero: “Hai ragione. Che bello leggere che una persona di cittadinanza svizzera è gioiosa nel momento in cui diventa italiana!

Alessandro: “Veramente. Vediamo come continua:

 

Torniamo alle elezioni parlamentari del 2013.

Nella busta ricevuta dal Consolato c’erano anche le 2 schede; una per esprimere il voto per la Camera dei Deputati e una per il Senato.

Leandro, assieme a Sandra, apre le schede e comincia ad analizzare la presenza sulle schede dei vari partiti in lizza.

Ora comincia il bello.

Finché la data delle elezioni è lontana, si fanno varie considerazioni, si seguono con interesse i notiziari televisivi e si capisce che al momento buono si deciderà a chi dare il voto. Si pensa che sarà difficile prendere una decisione ma, e questo è il lato apparentemente positivo, si può rimandare.

“Ma come votiamo?” chiede Sandra.

“Ora che vedo le schede” risponde Leandro “sono veramente molto confuso.”

“Per chi votiamo?” insiste Sandra.

“Ti ripeto che non lo so. Mi verrebbe voglia di buttar via tutto. Però non si può; non è serio. Abbiamo la fortuna di poter votare; pensa quanti popoli non conoscono neppure questa parola. E pensare che in Italia non è da molto tempo che le donne possono votare; per non parlare della Svizzera!”

“Cerchiamo allora di analizzare questa scheda. Li conosciamo quasi tutti ad eccezione di Giannino e Ingroia. Anche se votando per loro rischiamo di buttare il voto, vale ugualmente la pena di dare un’occhiata.”

 

L’Albero: “Sì, mi ricordo che si parlava molto di loro.”

Panchina Ingenua: “Ciao Alessandro. Cosa fai lì in piedi? Potresti anche salutare. Vieni a sederti… ti ho già scaldato i miei legni.”

PANCHINA INGENUA

Alessandro: “Scusami cara Ingenua. Vengo subito… e con piacere.”

Panchina Petulante: “Io sono stata zitta, ma ho fatto male. Ha ragione Ingenua a dire che potresti salutare.”

Alessandro: “Abbi anche tu le mie scuse. La foga di far leggere quello che ho trovato, nella speranza di non disturbare troppo il suo sonno…”

L’Albero: “Andiamo avanti. Leggiamo:

 

Ecco cosa dice Wikipedia di Oscar Giannino:

Come giornalista si è occupato principalmente di politica ed economia. Candidato premier (formalmente Capo della forza politica) alle elezioni politiche italiane del 2013 per Fare per Fermare il Declino (FID), lista elettorale che esprime le idee del movimento d’opinione Fermare il Declino da lui fondato assieme ad economisti ed intellettuali nell’estate del 2012, si è dimesso dalla presidenza del movimento il 20 febbraio 2013, a tre giorni dalle elezioni politiche, a causa dello scandalo riguardante tre titoli accademici che si era attribuito senza averli conseguiti, ma rimane “candidato premier” a causa dell’impossibilità, data la legge elettorale, di ritirare la propria candidatura.

“Non mi sembra proprio di poterlo considerare serio. La stravaganza con la quale si veste potrebbe dare un po’ di brio al governo, ma la storia dei titoli accademici mi sembra sufficiente per metterlo da parte.” Pensa Leandro.

“E Ingroia?” chiede Sandra.

“Antonio Ingroia” risponde Leandro “è un magistrato siciliano. Fra l’altro farebbe parte di chi ha indagato Marcello dell’Utri. Probabilmente è un bravo magistrato. Perché non continua a fare il magistrato? E poi, come politicante è saltato fuori dal nulla; e poi mi sembra troppo di sinistra; gli estremi non vanno mai bene; in ogni caso sarebbe un voto perso.”

“Ora” si dicono Sandra e Leandro “non ci resta che analizzare i quattro Grandi: Berlusconi, Bersani, Grillo e Monti.”

 

Alessandro: “Ora sì che diventa interessante. Non sembra che siano passati 5 anni. Proprio così:

 

“Cominciamo, in ordine alfabetico con Berlusconi.” Dice Leandro.

“A quello il voto proprio non lo do.” risponde Sandra “Ci ha raccontato un mucchio di frottole quando era al Governo. Insieme poi a Tremonti?”

“Eppure” dice Leandro “ quando la racconta alla televisione, dice delle cose giuste. Peccato che non le ha fatte quando poteva. Avevi ragione Sandra quando ipotizzavi che sarebbe ritornato in ballo con la promessa di togliere l’IMU.”

“Lo so. Ora però con la promessa di restituzione a chi l’ha pagato, la sta facendo proprio sporca.”

“Quindi, il primo dei 4 è definitivamente bocciato.”

 

L’Albero: “Hai ragione. Sembra oggi. Fa molte promesse. A quei tempi rimborsava l’IMU, oggi dà ai pensionati almeno 1000 Euro al mese.”

Alessandro: “Beh, in fatto di promesse… Andiamo avanti:

 

“Passiamo ora a Bersani” continua Leandro “il patetico.”

“Credo proprio che voterò per lui.” dice Sandra “In fondo ha anche lui la buona volontà. Anche lui vuol fare le cose bene.”

“Ma come si fa a considerarlo valido. Lui ha partecipato, come Ministro della Repubblica, a più di un governo; con Prodi e con D’Alema. Fu addirittura Ministro per lo Sviluppo Economico. Chissà se sa come si sviluppano le fotografie. C’era anche lui quando nel 2006 Prodi trovò il Tesoretto? Credo proprio di sì. E tu vuoi votare chi, fra l’altro, ha avallato la scarsa o insufficiente capacità dell’ultimo governo Monti?”

“Non riesco proprio a vedere altre possibilità. Non mi dà fiducia ma, chi altrimenti potrebbe darmela?”

“Non lo so proprio. C’è però un particolare molto interessante per noi italiani che abitiamo all’estero.”

“E cioè?” chiede Sandra.

“Leggendo bene le istruzioni ho scoperto che gli italiani all’estero, dipendentemente da dove abitano, possono dare una o due preferenze.”

“Invece gli italiani residenti in Italia?”

“Loro no. Siamo dei privilegiati.” Risponde ironicamente Leandro che preferirebbe abitare in Italia. “Quindi, assodato che voterai per Bersani, vorrei ancora prendere in considerazione il grande Monti che, ad ogni piè sospinto si gloria di aver salvato l’Italia dal baratro.” continua Leandro “cosa ne pensi di lui?”

 

L’Albero: “C’era ancora Bersani… che sperava di diventare capo del Governo. Questo Leandro lo chiama patetico. Un po’ lo è.”

Alessandro: “Ma sì, quando parla puoi anche dargli fiducia. Poverino… è stato silurato da Renzi. Sentiamo cosa dicono di Monti:”

 

Leandro: “Da come parla mi sembra che voglia, in futuro, lavorare per la crescita. Mi sembra però che abbia usato questa parola prima ancora delle elezioni, però non mi sembra che sia riuscito a combinare molto. L’impressione è che i fatti non abbiano seguito le parole.”

“Aveva anche detto che si sarebbe ritirato; invece ha imparato così bene che è rimasto. Probabilmente si è accorto che viaggiare a spese della Repubblica è bello.”

Sandra: “Però, rispetto alle pagliacciate di Berlusconi è stato bravissimo ed è riuscito, all’estero, a salvare la faccia dell’Italia.”

Leandro: ”Avrà salvato la faccia dell’Italia ma si è dimenticato di dare agli italiani la possibilità di lavorare. Se si vuole che un’economia funzioni, non basta far pagare certe tasse, bisogna mettere il cittadino nelle condizioni di poter lavorare. Se i servizi non funzionano… Quando arrivò speravo facesse molto. Lui e i suoi Ministri, oltre a far pagare l’Imu, scontentare i pensionati e creare gli esodati cosa hanno fatto di buono? Sono d’accordo sul fatto che se si possiede un immobile si debba pagare una tassa; ma l’Imu non è una tassa, è un furto. Certe cifre per poche stanze abbastanza popolari! Comunque vedremo.”

 

L’Albero: “Eh sì, pare proprio che all’Umano Monti sia piaciuto stare al Governo. Può darsi che sia stato bravo, però, non si può governare con la teoria. In una Nazione c’è un popolo… che vuole vivere, quindi la pratica è molto importante.”

Petulante: “Già allora c’erano i “grillini”. Chissà che considerazioni fecero Sandra e Leandro. Mi sembrano piuttosto simpatici.”

Alessandro: “Hai ragione. Ecco cara amica ciò che t’interessa:

 

“Dobbiamo ancora analizzare Beppe Grillo.” continua Leandro “Anche se è genovese come me, mi sembra che gridi un po’ troppo. E poi, è chiaro che non ha esperienza. La politica è anche un po’ ipocrisia; e lui non mi sembra ipocrita, e questo potrebbe essere un pregio.”

Risponde Sandra: “Io non voterò assolutamente per lui. Sotto tutti i punti di vista non mi piace.”

Leandro è molto perplesso. Dopo aver analizzato i 4 partiti si rende conto che l’elettore si trova davanti a una strada senza sbocco. Infatti se si volesse analizzare bene la situazione e si volesse mettere a punto una definizione dell’attuale situazione bisognerebbe dire che esiste forse qualche piccolo spiraglio di onestà. Mettere il cittadino di fronte a certe difficoltà è quasi delinquenziale.

Ci fu in passato un dramma simile; forse meno tragico per l’elettore. Fu quando Indro Montanelli scriveva sul “Giornale Nuovo”: TURATEVI IL NASO E VOTATE DC. Fu quando si volle evitare il famoso sorpasso del PCI di Berlinguer.

Ora è tramontato il PCI e l’U.R.S.S.; è rimasto però Napolitano… e Bersani.

A questo punto è necessario prendere una decisione. Leandro è ben contento di poter dare delle preferenze. La propaganda elettorale che utilizza il servizio postale arriva anche a Lugano. Decide di analizzare i candidati più che i partiti e, turandosi un po’ il naso, dopo aver escluso di spedire una scheda nulla, in accordo con Sandra decidono per quelli che sembrano i meno peggio: Bersani e Monti, anche se…

Anche se Leandro dà ancora un’occhiata ai candidati del Movimento 5 Stelle e decide: alla Camera M5S, al Senato Monti.

Dopo aver affidato il voto alle poste svizzere per il recapito al Consolato non resta che aspettare con curiosità i risultati.

 

Petulante: “Caro Alessandro, mi sembra che oggi, 5 anni dopo, anche se qualcosa nei partiti è cambiato, leggendo il colloquio fra gli Umani Sandra e Leandro, ho l’impressione proprio di essere ai tempi dell’Umano Indro Montanelli. Dopo 5 anni, se l’italiano vuol votare con saggezza non trova nessuno a cui dare il voto; in ogni caso, non può darlo al presuntuoso “rottamatore” che, dopo il famoso Referendum aveva promesso di andarsene… e invece è ancora lì… più arrogante che mai.”

L’Albero: “È vero Alessandro. Se vorrai votare dovrai turarti il naso… votare e attendere.”

Ingenua: “Come andò l’altra volta? C’è scritto?”

Alessandro: “Sì, sì. Vediamo:

 

L’attesa dura circa 10 giorni. In questi 10 giorni Leandro e Sandra possono vedere i vari canali televisivi che dovrebbero far decidere il popolo degli indecisi.

Fu in questo periodo che Leandro cominciò a sperare di aver fatto bene a dare un voto ai grillini. “Chissà se riusciranno a far stare a casa un certo numero di quei politicanti matusa e presuntuosi.” Pensa Leandro “Se i Grillini sapranno governare non lo so; certo non potranno far peggio di quell’anticaglia che siede da anni a Palazzo Madama e a Montecitorio.”

Quando cominciano ad arrivare i risultati, cominciano anche le sorprese.

È a quel punto che Leandro si ricorda della sua paziente Adina. Si era innamorata del suo aguzzino. Lei giovane inglese in terra giapponese subisce dapprima le irradiazioni della prima bomba atomica, poi, frutto di esperimenti e sevizie, si innamora dell’uomo che maggiormente la maltratta e la porta a morte. Si ricorda che in terra svedese si parlò della “Sindrome di Stoccolma”.

“Ma come è possibile” chiede Sandra “che un numero così alto di italiani abbia la memoria così corta? Ma di che cosa hanno bisogno per capire che certi personaggi vanno cacciati?”

“Hai perfettamente ragione.” termina Leandro “Forse verrà il giorno in cui le tasse saranno eque, i precariati saranno eccezioni, i servizi funzioneranno e i dipendenti dello Stato, fra cui i Governanti, si muoveranno veramente per il bene e la serenità dei cittadini.”

 

 

L’Albero: “Me lo ricordo ora come andò a finire. E voi Umani d’Italia state ancora scontando il dramma di quei voti. Prima l’Umano Letta, poi l’Umano Renzi ed infine l’Umano Gentiloni.”

Ingenua: “A me interessa sapere chi è Adina? Mi sento un po’ gelosa.”

Alessandro: “È un personaggio importante del mio libro.”

Ingenua: “Tu sei uno scrittore?”

Alessandro: “No. Ho semplicemente scritto un libro… un po’ autobiografico dove racconto anche alcune mie esperienze professionali.”

Ingenua: “Mi piacerebbe tanto poterlo leggere.”

Alessandro: “Ti capisco, ma non posso venire qui a leggerti tutto il libro, e non posso neppure dirti di andartelo a comprare.”

Ingenua: “Spiritoso.”

Alessandro: “Posso però, leggerti un pezzetto, poche righe; quello che scrissi quando, appena laureato, partii da Genova per andare a lavorare a Zurigo. C’è qualcosa che rispecchia un certo malcostume italiano… che forse oggi è ancora peggio. Potrebbe andar bene, ma non solo per i politici che verranno eletti per governare.”

L’Albero e Petulante: “Interessa anche a noi. Leggi quel passo che scrivesti.”

Alessandro: “Eccovi il passo… proprio dal libro:

Da “TUTTO VERO Istantanee di vita.

L’Albero: “Mi piace moltissimo l’ultima frase. Bisognerebbe sbandierarla ai quattro venti… specialmente a quei “pescecani” che pensano di essere nella civiltà.

Ingenua: “Andasti a Zurigo con un animale? Dove tenevi il topolino di cui hai scritto?”

L’Albero: “Il Topolino è un’automobile della FIAT nata prima della guerra.”

Ingenua: “Ma io non lo sapevo che esistesse una macchina con quel nome. Era una macchina grande come quelle che usano le mamme per portare i bimbi all’asilo?”

Alessandro: “No, assolutamente. La mia era vecchia di 15 anni… ma per me era bellissima. Ci ho messo la foto sul libro… te la faccio vedere. Proprio questa foto. Sembra di colore bianco, ma in realtà il colore era di un bellissimo giallo.

Da “TUTTO VERO Istantanee di vita.

Petulante: “Che bella macchinina! Grazie per avercela fatta vedere.”

Alessandro: “Figurati. Piuttosto mi sto accorgendo che è tardi e che abbiamo tenuto sveglio per molto tempo il nostro amico Albero. Vi saluto con affetto, ma vi faccio ancora vedere la vignetta di 5 anni fa del giornale di Zurigo TAGES ANZEIGER.

Da “TAGES ANZEIGER”

L’Albero: “È vero, è stato però molto piacevole stare con voi. Torno nel mio sonno invernale.”

Ingenua e Petulante: “A presto Alessandro. ”

 

 

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Registrazione del 15 novembre 2017

Personaggi:
L’Albero, Alessandro, Panchina Petulante, Panchina Ingenua.

 

L’Albero: “Caro Alessandro, che bello vederti! Ti piace il mio vestito autunnale?”

Alessandro: “Sì, sei bellissimo. Molti tuoi colleghi hanno già perso tutte le foglie e stanno già dormendo… tu no… fai le cose per bene. Ti ho fotografato con immenso piacere. Ti ho fatto un primo piano con pochi rami assieme a Petulante.”

PETULANTE E L’ALBERO

Panchina Petulante: “Grazie Alessandro. Questa volta starai un po’ seduto su di me. È tanto che non sento il calore delle tue chiappe.”

Alessandro: “Va bene carissima.”

Panchina Ingenua: “Capperi come sono gelosa; cara sorella, questa non me la dovevi fare. Sono proprio triste.”

Alessandro: “Non prendertela… poi vengo da te.”

L’Albero: “Ho sentito dire che il vostro Umano Gentiloni è arrabbiato perché da Bruxelles gli hanno detto che non deve contar balle agli italiani. Avrebbe detto che l’Italia non è il fanalino di coda dell’Europa.”

Alessandro: “Ci sarebbe da ridere perché, anche se l’Italia non è l’ultima, poco ci manca… e poi, la gente non è contenta e non si sente sicura… e poi, ce l’hanno sempre col PIL, come se il PIL fosse l’indice della serenità. Basta che si creino un po’ di code in autostrada, viene consumata un po’ più di benzina, si “intossica” l’aria che respiriamo… e il PIL sale… e allora sono tutti intossicati e contenti.”

L’Albero: “Hai ragione; sbandierano sempre il PIL come se fosse il massimo del benessere e della felicità. Ma voi Umani siete proprio tutti un po’ ritardati o semplicemente avete dei capi piuttosto… mi viene da dire ipocriti?”

Alessandro: “E anche arrabbiati… anche se sorridono sempre. Mi viene da pensare al gabbiano che ho visto sul lungolago… te lo faccio vedere.

GABBIANO ARRABBIATO

Mi sembrava arrabbiato… forse con un suo simile. Ho cercato di fargli capire che non era il caso, che la giornata era bella anche se eravamo all’imbrunire o quasi, ho cercato di consigliargli un buon rilassamento e di pensare a un bel pesce. Dato che sicuramente anche loro vanno a letto presto come le galline, ho pensato di augurargli una buona notte. Gli anche ho detto che era bello… ma non come i gabbiani di mare; e forse ho sbagliato.

L’Albero: “E lui come ha reagito?”

Alessandro: “S’è offeso e se n’è andato.”

IL GABBIANO SE NE VA

Ingenua: “È andata bene che non è venuto a beccarti. Anch’io sono offesa… dato che fa freddo, volevo farti dei massaggi alle chiappe.”

 Alessandro: “Vengo da te, ma, non esagerare mentre parlo con l’Albero.”

L’Albero: “Stavo dicendo che gli Umani vostri Governanti mi sembrano un po’ ipocriti, o falsi o… piccoli delinquenti? Ricordo che un po’ di anni fa avevate un Umano che si chiamava Tremonti… o forse c’è ancora con lo stesso nome. Mi sembra che dicesse che in Italia va tutto bene e che le banche sono solide. Forse si sbagliò o non fu informato bene; è un fatto che ho sentito dire che molti clienti di un certo numero di banche piangono e hanno perso tutto… e ho anche sentito dire, forse mi sbaglio, che i Governanti hanno salvato le banche per evitare disoccupazione ma se ne sono fregati dei cittadini turlupinati. Non mi sembra molto bello. Già ebbi occasione di chiederti perché voi Umani dovete sempre combattervi e ammazzarvi, ora ti chiedo perché potete lasciare in libertà, cioè senza punizione, quei manigoldi che hanno permesso certi furti?

Alessandro: “Mi fai quasi vergognare di far parte della categoria degli Umani. Alla tua domanda non c’è risposta, ovvero se proprio un Umano fosse obbligato a rispondere, non potrebbe fare altro che dire: “E se ci fosse connivenza?”

L’Albero: “Ma ti rendi conto che depredare un Umano di ogni suo avere appellandosi alla congiuntura economica diventa l’equivalente di un omicidio? Come si fa a razziare in questo modo e rimanere, apparentemente però, con le mani pulite? Ma le mani di quegli Umani grondano sangue… e continuano a comparire in pubblico… e a dettar legge. Comunque fra non molto mi addormenterò fino a Primavera. Come puoi notare le mie foglie sono in parte ancora un po’ verdi, ma presto saranno di un giallo meraviglioso.”

L’ALBERO QUASI PRONTO PER ADDORMENTARSI.

Alessandro: “Sei molto bello… ma diventerai ancora più bello… lo so. E voi, care sorelle cosa ne pensate del vostro vicino?”

Petulante e Ingenua: “Gli vogliamo molto bene e avremo piacere di raccogliere su di noi buona parte delle sue foglie… però, ogni tanto lo sveglieremo perché parlare con lui è molto piacevole.”

Ingenua: “Come stai Alessandro? Stai ancora un attimo qui col mio calore. Volevo chiedere all’Albero se non gli sembra esagerata la parola “razziare”…  poi ti lascio andare a casa.”

L’Albero: “No cara Ingenua; la parola razziare non è esagerata perché Quei Figuri che hanno portato la povertà nelle case di chi aveva risparmiato per una vita sono l’equivalente di chi porta morte in un villaggio e vi appicca il fuoco… anzi peggio perché, subdolamente avevano promesso e garantito benessere.”

Ingenua: “Sì, ti ho capito… che Umani! Ciao Alessandro, ti lascio andare da tua moglie, ma ti aspetto presto.”

Petulante: “Ciao Alessandro.”

L’Albero: “A presto… saluti cari ai tuoi lettori.”

Alessandro: “Arrivederci.”

 

 

 

 

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PER FAVORE NON SCRIVERE MI PIACE SE NON L’HAI LETTO TUTTO.

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Registrazione del 21 giugno 2017

Personaggi:
Passante Alessandro, Albero Tasso, Panchina Rotonda, L’Albero, Panchina Petulante, Panchina Ingenua, I Fratelli di Tasso.

 

Alessandro: “Ciao caro Tasso, come si sta qui? Sempre bene?”

Tasso: “È bello trovarti ogni tanto da queste parti; penso tu stia bene.”

Alessandro: “Ma certo, anche se gli anni passano e gli acciacchi, anche loro ogni tanto, si fanno sentire. Vado a sedermi su Rotonda; per fortuna ora non c’è nessuno.”

Tasso: “Ti aspetta. Penso sia tua intenzione continuare il discorso dell’altra volta.”

Alessandro: “Giusto. Mi sta veramente molto a cuore sapere quello che ebbero a patire gli italiani in quegli anni a causa della malvagità delle popolazioni slave… e non solo in Istria, ma anche a Fiume e a Zara sulla costa della Dalmazia.”

Tasso: “Noi, e per noi intendo anche i miei due fratelli, captammo tanti pianti e tante sofferenze, oggi però, vorrei essere con te quasi clamoroso.”

Alessandro: “Cos’è, una sorpresa?”

Tasso: “Non proprio, ma una quasi disillusione.”

Panchina Rotonda: Sei comodo Alessandro? Interrompo per salutarti e per dirti di non farci caso. Tasso ogni tanto fa l’enigmatico; sai lui che è vecchio vuol sentirsi importante. Scusami Tasso se vi ho interrotto.”

Tasso: “Va bene sei scusata.”

Rotonda: “Grazie Tasso. Tu lo sai, io sono giovanissima. I miei legni no, ma ormai la mia personalità, o meglio la mia legnità è questa e qualche volta sono pure un po’ sbarazzina.”

Tasso: “Ma sì, ho imparato a conoscerti. Comunque dicevo che, caro Alessandro, sarei stato con te un po’ clamoroso per il fatto che quello che ti racconterò potrebbe produrre un pizzico di clamore fra i tuoi lettori.”

Alessandro: “Non so ancora se sei saggio, sono però consapevole del fatto che sei un buon vecchio che, con tutti i contatti che hai con mezzo mondo la sai lunga… ma con oggettività.”

Tasso: “È questa la cosa più importante: l’oggettività. Voi Umani cominciate ad averla molti, ma molti anni dopo che un avvenimento è accaduto. La vostra è un’oggettività di parte… e quindi piuttosto soggettiva.”

Alessandro: Ma io conosco abbastanza le vicissitudini di quei luoghi; mi sono abbastanza documentato, però, trovo molto più vivido il racconto dei tuoi simili coi quali hai avuto contatto molti anni fa.”

Tasso: “ Il problema è che io non volevo parlarti delle vicissitudini istriane, ma di quanto accadde pochi anni prima in quella regione oggi Slovenia indipendente con l’UE e l’EURO.”

Probabilmente sono pochi quelli che ricordano o sanno quanto accadde da quelle parti. Quando ancora esistevano le province e il Regno d’Italia; quando lasciarono parlare i cannoni e i carri armati di Mussolini e di Hitler; quando l’Italia si sentì gloriosamente padrona di Lubiana e di una fetta di Slovenia. Fu allora che crearono la provincia di Lubiana.”

L’ESPANSIONE DEL REGNO D’ITALIA DAL 1941 AL 1943.

Alessandro: “Conosco un poco l’argomento, ma non così bene come possono averlo raccontato a te.”

Tasso: “Grazie Alessandro. Quando appunto il regio esercito italiano, aiutato da Hitler, invase la Slovenia, fece di Lubiana e del suo territorio una provincia a tutti gli effetti. È necessario dire che, a differenza di Fiume, Pola e Zara per esempio, il territorio sloveno non era italofono, per cui l’invasione produsse una forte reazione nella popolazione slava e l’esercito italiano si trovò a dover sopprimere certe reazioni. Gli sloveni avevano tutti i diritti di non accettare di essere inglobati nell’aggressivo Regno d’Italia, per cui, anche se con poca gentilezza, cercarono in tutti i modi di dimostrare la loro opposizione. Fu così che, se da una parte ci furono comportamenti violenti di ribellione con atti guerriglia, dall’altra la reazione apparentemente difensiva dell’occupante arrivò ad essere piuttosto esagerata.”

Rotonda: “Quindi, se non ho capito male, la guerriglia dei partigiani sloveni con atti di sabotaggio fu quasi legittima?”

Tasso: “Penso di poterti rispondere con un sì. In fondo l’esercito italiano aveva annesso Lubiana e ne aveva fatto una provincia; secondo la miopia del fascismo imperante, l’annessione voleva considerarsi definitiva.”

Alessandro: “Bene, vieni un po’ al sodo. Ho l’impressione che tu non mi abbia ancora comunicato la “clamorosità” con cui hai esordito.”

Tasso: “Hai quasi ragione. Quello che mi fu possibile captare da miei colleghi di allora, è la terribile malvagità degli italiani verso quelle popolazioni… che giustamente non volevano lasciarsi soggiogare. Il regio esercito di Vittorio Emanuele III, non solo reagì uccidendo, fucilando e incendiando case e villaggi, ma, e questo molti Umani non lo sanno ma è giusto che lo sappiano, l’Italia si macchiò in modo molto grave deportando molti civili in veri e propri campi di concentramento.”

Rotonda: “Ma i campi di concentramento non furono una specialità germanica?”

Tasso: “Sì, così credono in molti. Gli italiani però furono veramente molto malvagi. Basti considerare il Campo di Arbe (oggi Rab in Croazia) dove morirono molti civili colà deportati.”

Rotonda: “Anche se ti posso sembrare sciocca, qual era in fondo l’interesse di avere una provincia in più, e per conservarla, dover ammazzare tanta gente fra cui molti civili?”

Tasso: “Cara Rotonda, devi sapere che, da che mondo è mondo, gli Umani hanno sempre avuto la smania di sentirsi potenti e di aggredire il vicino. Durante la Seconda Guerra Mondiale sembrava che il Reich tedesco volesse unificare l’Europa… cercò però di farlo con dispotismo e seminando terrore.”

Rotonda: “È molto meglio come stanno facendo oggi gli europei con l’Unione Europea. Sono tutti in pace e in modo perfettamente democratico.”

Tasso: “Che siano in pace è vero, che tutto sia in modo perfettamente democratico è piuttosto discutibile. Purtroppo si ha l’impressione che la Germania, uscita a brandelli dall’ultimo conflitto, voglia di nuovo farla da padrona mettendo in ginocchio i paesi del Sud Europa… e anche del nord? L’altra volta lo fece coi cannoni, questa volta sembra che lo voglia fare facendo leva sull’economia. Gli Umani non si ammazzano fra di loro solo coi cannoni, ma anche “derubandosi” in modo apparentemente legale. Si può morire di fame o anche annientati moralmente con l’inetta partecipazione dei Governi locali.”

L’Albero con Panchina Petulante e Panchina Ingenua: “È un po’ che sentiamo i vostri discorsi. Li troviamo molto interessanti e ci stupiamo molto di quello che dite.”

Tasso: “Ultimamente 7 Grandi della Terra si sono riuniti in pompa magna a Taormina. Avrebbero dovuto discutere il loro ruolo per il benessere dei popoli e del Pianeta. Pensi che ci siano riusciti? Per niente. Ognuno ha cercato di portar acqua al proprio mulino, e qualcuno ha addirittura fatto dietro front circa accordi raggiunti a Parigi per far soffrire meno il nostro pianeta. È interessante vedere e guardare la solita foto di gruppo. Uno, o una dei 7 si distingue, quasi a voler dire: “Son qua io… ed io solo so come si deve fare in Europa.” Lo dicevamo poco fa. Non capisco perché gli Umani debbano o ammazzarsi o derubarsi in continuazione fino a distruggersi.

Da “LA STAMPA: ” FOTO DEI 7 GRANDI A TAORMINA.

L’Albero: “Questa foto è bellissima. Ci sono tutte le bandiere nazionali… e ci sono pure due bandiere dell’Europa. C’è proprio un “soggetto” che, non solo si distingue nella foto, ma anche nella realtà delle sofferenze di alcune popolazioni. Ora però ci farebbe piacere se continuassi il discorso della provincia slovena. Hai detto che ci sono stati dei campi di concentramento gestiti dagli italiani?”

Tasso: “Proprio così. Non posso farvi tutta la storia perché sarebbe troppo lungo. Vi dissi prima del campo di concentramento di Arbe; ma non fu l’unico. Nel 1941 ne fu costruito uno a Gonars in provincia di Udine; in quel campo furono trasferiti una parte dei cittadini maschi rastrellati a Lubiana dall’esercito italiano nella notte dal 22 al 23 febbraio 1942.”

Rotonda: “Come hanno fatto a trovarli?”

Tasso: “Hanno circondato tutta la città col filo spinato e hanno controllato tutti gli umani che entravano e uscivano dalla città. Pensate, questa recinzione con reticolato e filo spinato, costruita dagli italiani era lunga ben 41 chilometri.”

Rotonda: “E poi hanno portato gli Umani nel campo di concentramento di Gonars. E gli atri cittadini di Lubiana sono stati lasciati in pace?”

Tasso: “Per modo di dire. Molti sono stati fucilati presso una cava abbandonata vicino alla città. Sicuramente più di 100.”

Rotonda: “Perché li hanno fucilati?”

Lapide in onore degli ostaggi fucilati. Da Wikipedia

Tasso: “Per rappresaglia. C’è pure una lapide coi nomi di molti umani giustiziati.”

Rotonda: “E quelli che avevano portato nel campo di concentramento?”

Tasso: “Molti sono morti. Sai, le condizioni igieniche del campo erano pessime; non solo, se mangiavano, mangiavano molto male, ma le malattie ne ammazzavano molti.”

Rotonda: “Furono gli italiani a fare tutto questo?”

Tasso: “Certo che sì. Non sempre è vero quando si dice “Italiani brava gente”. Forse si potrebbe dire che si trovarono obbligati ad essere malvagi a causa dell’alleanza un po’ subordinata al Terzo Reich. Era l’umano Mussolini che voleva l’espansione dell’Italia fino ad avere un vero Impero. Probabilmente era stato contagiato da Hitler e dalle “Panzer Division” molto più efficienti del Regio Esercito. Un po’ di colpa può ricadere anche sui generali italiani, fra cui il Generale Mario Roatta e la sua famosa CIRCOLARE N. 3C.”

Ingenua: “Ho sentito tutto e tutto questo mi ha rattristato. Mi sembra così strano sentire che l’Italia s’era creata una provincia in Slovenia. Ma tu hai parlato anche di un Campo di Concentramento ad Arbe. Gli italiani sono stati così cattivi anche lì?.

L’Albero: “C’è qui Alessandro che vuol farci vedere due foto che dimostrano la reale esistenza italiana in Slovenia… in particolare a Lubiana.”

Alessandro: “Certamente. La prima è una lettera spedita da Lubiana a Trieste. Non è mia, ma dimostra una lettera raccomandata spedita con francobolli italiani timbrati a Lubiana.

RACCOMANDATA DA LUBIANA A TRIESTE

 

È chiarissima e, sicuramente farebbe gola a un collezionista di corrispondenze particolari e viaggiate… sì, perché questa è la funzione dei francobolli.

La seconda è questa targa automobilistica “in prova” della provincia di Lubiana.

Ingenua: “Che strana targa!”

LUBIANA “in prova”

Alessandro: “È la targa dei garagisti… come quelle che qui in Svizzera oltre al numero hanno una U.”

Ingenua: “Grazie Alessandro. Ora vogliamo sapere di Arbe.”

Tasso: “A questo punto passo la parola ai miei fratelli. Loro sono molto più informati. Hanno un debole per quell’isola; se potessero emigrerebbero. Sono due maschietti!”

Ingenua: “Hai deciso di farci ridere? Certo che, ogni tanto bisogna anche ridere.”

I FRATELLI DI TASSO

I Fratelli di Tasso: “Sì certamente. Sappiamo che quell’isola è molto bella. Nostri colleghi ce ne hanno parlato molto bene; ci hanno parlato, in passato naturalmente anche del terribile campo di concentramento gestito dal regio esercito italiano in quei terribili anni 40. Gli iitaliani, dopo aver invaso, assieme all’esercito del Terzo Reich, la Slovenia, ovvero, dopo aver annientato l‘esercito del Regno di Jugoslavia, si son trovati alle prese con sloveni, croati e dalmati non troppo d’accordo circa l’annessione di quella porzione di Slovenia che diventerà a tutti gli effetti la provincia di Lubiana. L’Umano Mario Robotti Generale di Corpo d’Armata si trovò ad essere desideroso di internare qualcosa come 30.000 civili slavi. Fu così che nella parte sud orientale dell’isola fu allestito un campo per civili; dapprima con solo tende, poi, parzialmente in legno e muratura. Da quello che mi trovai a capire, il campo fu messo su all’italiana, per cui, quando ci fu un bel nubifragio, non solo un po’ di tende furono divelte e allagate, ma ci furono pure dei morti fra cui 4 bambini. Sì, perché il campo era per civili… quelli che aiutavano i partigiani slavi e quelli che rimanevano dopo l’aver dato alle fiamme un villaggio. Pare che gli uomini venissero giustiziati sul posto.”

Ingenua: “Ma quello che dite è terribile.”

Rotonda: “Perché vi piacerebbe trasferirvi su quell’isola?”

I Fratelli di Tasso: “Perché è bellissima. Questa foto fa venir voglia di andarci subito.”

Arbe

Rotonda: “È un posto stupendo. Adesso si chiama Rab. Avete ragione.”

Ingenua: “Quanti Umani ci hanno portato?

I Fratelli di Tasso: “Sembra che siano stati internati più di 7000 civili fra cui donne, vecchi e bambini, e poi più di 2000 ebrei rastrellati qua e là. Pare che gli ebrei siano stati messi in quel campo per non consegnarli ai tedeschi… che li avrebbero dirottati subito ai campi di sterminio.”

Ingenua: “Era brutto quel campo?”

I Fratelli di Tasso: “Bruttissimo. Le condizioni erano pessime, tant’è vero che molti degli internati sono morti di stenti a causa soprattutto del freddo e della fame… al punto che, dopo il famoso 8 settembre 1943, il comandante del campo, un Tenente Colonnello dei Carabinieri fu giustiziato proprio dagli internati.”

Tasso: “Non credo sia il caso di andare nei particolari. Le nefandezze degli umani italiani furono molte… oltre ai campi di concentramento, ce n’erano molti altri sparsi anche nell’Italia del centro e del nord, dove gli internati morivano uccisi dalle condizioni disumane del campo e dei carcerieri. Non è neppure il caso di analizzare altre “cattiverie” prodotte dai generali italiani in quegli anni 40. È interessante con questo, purtroppo, dover sfatare il detto: ITALIANI BRAVA GENTE. Sì perché quanto accadde che ho voluto bonariamente e quasi ironicamente definire il loro operato cattiverie, avrei dovuto dire veri e propri crimini di guerra.”

L’Albero: “Caro Tasso, perché ci racconti tutto questo?

Petulante: “Volevo chiedertelo anch’io. Perché ci togli il gusto di considerare bello tutto quello che fanno gli umani d’Italia?”

Tasso: Non voglio che si arrivi a considerare crudeli e malvagi gli umani d’Italia, ma, dal momento che, finalmente il Governo italiano pochi anni fa ha decretato il 10 febbraio la giornata nella quale sarà necessario ricordare le sofferenze dell’italica gente d’Istria, Fiume e Dalmazia dal 1943 in avanti, m’è sembrato giusto far presente che non solo gli slavi furono malvagi… anche se esagerarono un pochino assai, ma che anche gli italiani furono molesti e criminali… e questo poco prima quando pensavano alla grandezza del loro Duce.”

L’Albero: “Ma, secondo te, a chi potrebbe essere rivolto questo… chiamiamolo ricordo?”

Tasso: “A moltissime persone quasi di ogni età… perché è giusto sapere e conoscere quello che la politica e i Governanti di allora, quelli del passato postbellico e quelli di oggi non hanno voluto dire. Secondo voi, i cittadini di avant’ieri oggi anziani, i cittadini di ieri oggi adulti e i cittadini di oggi interessatissimi a telefonini, chat e jeans bucati all’altezza del ginocchio, sanno che un po’ di anni fa c’era un Regno d’Italia che aveva inglobato entro i propri territori una porzione balcanica chiamata provincia di Lubiana? Quasi tutti, ad eccezione di coloro che abitavano da quelle parti, non lo sanno; e quindi non sanno neppure quante vite costò avere una provincia in più. Dobbiamo quindi rivolgerci a quasi tutti, ma, particolarmente a quei giovani che hanno interessi un po’ meno frivoli, affinché sappiano… perché la realtà storica va guardata in faccia e può esserci d’insegnamento per il futuro.”

Alessandro: “Hai ragione. Io infatti, fino a pochi anni fa ne sapevo poco o nulla. Qualcosina imparai dai francobolli, ma solo folcloristicamente parlando. Devo dire che la filatelia può essere utile anche a questo livello per chi desiderasse aver interesse di approfondire quello che gli presentano i francobolli. Sapevo, per esempio che esistevano, e avevano un certo valore, i francobolli italiani soprastampati dai tedeschi a Zara, ma non sapevo assolutamente la storia terribile di quella povera città.”

DUE DEI TANTI FRANCOBOLLI ITALIANI SOPRASTAMPATI DALLE TRUPPE TEDESCHE D’OCCUPAZIONE

Tasso: “Vedi Alessandro che tu sai qualcosina perché ti avevano parlato dei francobolli, ma, quelli che non hanno mai apprezzato i francobolli, se gli parli della provincia di Lubiana, potrebbero chiederti: “Che bestia è?” Scherzo naturalmente. I colpevoli di questa situazione sono purtroppo i politici… proprio loro… quelli che lo fanno di professione e che rarissimamente hanno interesse a fare il bene del popolo.”

Petulante: “Forse ne sanno un pochino di più gli abitanti dell’ex Jugoslavia che sono immigrati da noi nel nostro Canton Ticino.”

IN MEMORIA ALLA 1433 VITTIME

Tasso: “Giusto amica mia. Penso che, per oggi potremo terminare questo nostro importante incontro con quanto, in modo sconcertante, scrisse nell’agosto del 1942 il Generale Mario Robotti: “qui si ammazza troppo poco”, e la lapide di Arbe dove sono elencati molti dei poveretti che hanno finito di vivere nel campo di concentramento.

E poi mi fa sicuramente piacere far sapere ad Alessandro che, dal punto di vista filatelico Arbe e Veglia furono importanti ai tempi di Fiume e Gabriele d’Annunzio.”

Alessandro: “Certamente. I francobolli possono aiutare. Peccato che le amministrazioni postali cercano di utilizzare sempre meno i francobolli. Un grande saluto a tutti voi.”

Ingenua: “Ciao Alessandro. Ho seguito bene tutti i vostri discorsi. Ricordati che ho grande piacere quando vieni a trovarmi, ma ho anche grande piacere nell’ascoltare quello che dite.”

I Fratelli di Tasso: “Ciao a tutti. A presto.”

L’Albero: “A presto.”

Tasso: “Spero di non essere stato noioso… cosa dici Rotonda?”

Rotonda: “Assolutamente no. Ciao”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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