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Archive for the ‘risparmio’ Category

Mi sono accorto che qualcuno è andato a leggere… o forse ha letto questo mio breve articolo:

https://quarchedundepegi.wordpress.com/2013/01/22/il-francobollo-insegna-18-e-puo-aiutare-a-riflettere/

Menzionai questo francobollo:

FRANCOBOLLO DELLA REPUBBLICA ITALIANA.

Sta scritto:

“LA REPUBBLICA INCORAGGIA E TUTELA IL RISPARMIO IN TUTTE LE SUE FORME”.

Quella scritta fa parte della Costituzione?

Se sì, bisognerebbe eliminarla o prendere in seria considerazione l’incriminazione di chi ci ha governato.

Ma come fa il popolo italiano a sopportare le continue sevizie di una classe dirigente così fantasticamente emancipata verso la mancanza di serietà?

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 PER FAVORE NON SCRIVERE MI PIACE SE NON L’HAI LETTO TUTTO.

LA RIPRODUZIONE DELL’ARTICOLO È VIETATA

 

 Registrazione del 15 gennaio 2018

 

Personaggi:
L’Albero, , Alessandro, Panchina Ingenua e Panchina Petulante.

 

L’Albero: “Caro Alessandro, nel mio leggero dormiveglia di oggi ti ho intravisto. Mi fa piacere la tua presenza. Cosa c’è di nuovo?”

Alessandro: “Veramente nulla di particolare. Dall’ultima volta che ci siamo visti non posso dire che sia successo molto. Il mondo degli Umani continua fra alti e bassi, però, sarei portato a dire che i bassi sono piuttosto preponderanti.”

Panchina Ingenua: “Siediti un po’ su di me. Ti sto aspettando da tanto. Vieni, sentirai i miei legni belli caldi, anche se fa freddo. Lo faccio solo per te.”

Alessandro: “Come sei gentile cara Ingenua. Io sto sempre bene qui da te… mi sento quasi a casa… ma solo quasi.”

L’Albero: “Ti ricordi come l’ultima volta che abbiamo fatto quattro chiacchiere che io, utilizzai la parola “razziare” nel riguardo di quegli Umani che “uccidono razziando?”

Alessandro: “Sì, me lo ricordo… talmente bene per cui te lo ripeto parola per parola:

Ma ti rendi conto che depredare un Umano di ogni suo avere appellandosi alla congiuntura economica diventa l’equivalente di un omicidio? Come si fa a razziare in questo modo e rimanere, apparentemente però, con le mani pulite? Ma le mani di quegli Umani grondano sangue… e continuano a comparire in pubblico… e a dettar legge.

Ma perché mi dici questo?”

L’Albero: “Perché l’altro giorno, mentre dormivo, Petulante mi ha svegliato perché voleva che fotografassi quello che stava guardando un tipo seduto sui suoi legni.”

Panchina Petulante: “Ho fatto bene no? Mi sembrava direttamente collegato al discorso dell’altra volta.”

Alessandro: “Insomma, volete spiegarvi? Non ho sempre tempo da perdere. Siete il massimo della simpatia, ma adesso ditemi cosa avete visto.”

Petulante e Ingenua: “Abbiamo visto la personificazione delle banche disegnato da un umorista.”

Alessandro: “Ma dove l’avete trovato?”

Petulante: “Su un giornale di Zurigo… il TAGES ANZEIGER. Un Umano lo stava leggendo stando sui miei legni.”

Alessandro: “Me la fate vedere?”

Petulante: “Come sei impaziente… Eccoti la vignetta… cosa ne dici?“

Da “TAGES ANZEIGER”

Alessandro: “Da una parte mi viene da ridere, ma, se bisogna proprio essere sinceri, non credo di aver visto recentemente qualcosa di più crudo… dal punto di vista bancario.”

L’Albero: “Hai ragione caro Alessandro. La traduzione di questa vignetta dimostra che voi Umani avete perso completamente il punto di vista… chiamiamolo bancario. Un tempo voi Umani avevate l’assistenza delle banche se vi era necessario un aiuto pecuniario per andare avanti; se potevate risparmiare portavate una parte dei vostri soldi in banca che vi ringraziava versandovi, alla fine dell’anno degli interessi; se volevate fare degli acquisti importanti, la banca vi aiutava facendovi pagare degli equi interessi e, se volevate acquistare un appartamento, vi aiutava facendovi ipotecare, con piccola burocrazia, l’appartamento di vostro interesse. Infine, succedeva anche che, se volevate risparmiare per la vostra vecchiaia, con obbligazioni o altri oculati consigli vi aiutava affinché al momento buono poteste trovarvi una piccola rendita sufficiente a poter continuare a vivere decorosamente. E poi, non dimentichiamolo, la banca era al vostro servizio.”

Ingenua: “Perché, oggi com’è la situazione?”

L’Albero: “Per prima cosa, la banca non è più al servizio degli Umani; in secondo luogo, se proprio vuoi sapere come sono le banche oggi, devi solo guardare la vignetta: puoi dare i tuoi risparmi alla banca… che li accetterà di buon grado, però, quando l’anno starà per finire e tu ti aspetterai gli interessi, ti accorgerai che, non solo non riceverai interessi, ma, sarà sparita una parte di quello che le avrai dato.”

Ingenua: “Ma allora è un furto. Dici che le banche rubano?”

L’Albero: “Guai. Non mi permetterei mai di dire che un’istituzione come quella delle banche si comporti come un comune delinquente. Se i tuoi soldi spariscono è colpa della congiuntura, del mercato, dei cambi e… di tutto quello che preferisci… ma spariscono, e chi ha risparmiato si rattrista e s’impoverisce.”

Petulante: “Sei un bel tipo tu caro Albero… che hai paura di offendere gli Umani. Io so che qualcuno disse; “Nulla si crea e nulla si distrugge”. Allora, tutti quei bigliettoni che sono stati messi nel porcellone, dove sono andati a finire se non vengono restituiti, almeno restituiti al risparmiatore?”

L’Albero: “Gli Umani dicono che è la “congiuntura”. Cosa sia esattamente la congiuntura non lo so. So per certo che ci sono dei grossi nomi di Umani che si chiamano economisti che sanno tutto… però alla fine gli Umani poveri sono sempre di più.”

Ingenua: “Potete dire tutto quello che volete; secondo me c’è qualcuno che ruba… e ruba molto… anzi moltissimo e se n’infischia di tutto. A cosa servono le banche?”

Alessandro: “Non può essere così. Sono le leggi del mercato… o no? Forse cara Ingenua hai proprio ragione tu. Vi saluto, devo andare.”

L’Albero e Petulante: “Ciao Alessandro.”

Ingenua: “Torna presto, ho bisogno di sentire le tue chiappe sui miei legni.”

 

 

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Lunedì 19 dicembre 2016

 

Petulante: “Sorella, hai mai sentito parlare del Monte dei Paschi?”

Sorella Ingenua: “Volevi dire pascoli? Dove vanno le pecore?”

Petulante: “Ma cosa dici. Monte dei Paschi è una banca antichissima di Siena.”

Ingenua: “Ora che ci penso, ne ho sentito parlare… ma tanto tempo fa da due umani distinti che avevano appoggiato le loro chiappe sui miei legni. Sembravano preoccupati perché c’erano dei problemi.”

Petulante: “Il fatto è che ultimamente pare che i problemi siano aumentati. Ne sento parlare ogni tanto da gente che passa qui vicino. Chiedo all’Ulivo se sa qualcosa di più.  Magari le nostre colleghe vicino a lui… I nostri alberi dormono profondamente.”

Petulante: “Ulivo… mi senti?”

Ulivo: “Ma sì che ti sento. Non sono altissimo, ma sono abbastanza vicino a te. Cosa desideri? Vuoi sapere di Roma?”

Petulante: “Anche. Ora però volevo sapere qualcosa del Monte dei Paschi; quell’antichissima banca di Siena che fa impazzire tutti. Ho sentito che hanno fatto le cose così bene per cui hanno bisogno di 5, dico cinque miliardi di Euro.”

Ulivo: “Hai perfettamente ragione. Ho chiesto anche ai miei colleghi qui vicini a me, e mi hanno confermato quello che tu dici. Vedi, da quello che ho sentito, attualmente in Italia giocano a mettere le banche a rischio, poi lo Stato le salva e i clienti rimangono con un pugno di mosche in mano. Sapessi quanti italiani fiduciosi nella loro banca si sono ritrovati sul lastrico.”

Petulante: “Siamo a quei punti?”

Ulivo: “La cosa più bella è che se tu fossi stata, anche qui in Svizzera, cliente di una banca, diventando vecchia, avresti potuto vivere di rendita. Oggi non più; se metti i soldi in banca, se ne hai tanti, devi ancora tu pagare alla banca; e poi… loro, i capi, si pigliano tanti di quei soldi…”

Ulivo 2: “Scusate se m’intrometto, ma, la cosa terribile è che le banche di soldi ne guadagnano molti, altrimenti non potrebbero pagare multe milionarie a quei Paesi, tipo Stati Uniti, dove sono andate a “lavorare” e a fare le loro furbizie.”

L'Ulivo 2 e 3.

L’Ulivo 2 e 3.

Petulante: “Dite davvero?”

Ingenua: “Non avrei mai immaginato cose simili. Qui vicinissimo a noi c’è una banca piuttosto importante. Dite che anche questi non danno praticamente nessun interesse ai loro clienti?”

Ulivo: “Certamente. È l’effetto della globalizzazione e dell’avidità dei nostri tempi. Gli umani, quelli altolocati, hanno dimenticato la parola “amore”. A parole sono bravissimi… poi…”

Ingenua: “Che tristezza!”

Ulivo: “Per farla breve, il Monte dei Paschi, così ho sentito, se non trova 5 miliardi di Euro fallisce. Ma non vogliono lasciarla fallire; pare anche che accettino soldi anche da molto lontano, come Cina, Qatar, ecc.”

Petulante: “Qatar? Ma non dicono che sovvenzionano anche l’Isis?”

Ulivo: “Chi lo sa! Ma poi, oggi è indifferente da dove arrivano i soldi. L’importante che siano veri.”

Ulivo 3: “Già, già, ora che è “proibito” riciclare il denaro sporco.”

Ingenua: “Esistono anche le macchine che lavano i soldi? Così non ci sono più i microbi.”

Petulante: “Sorellina bella, è il solito modo di dire. Lavare il denaro sporco significa rimettere in circolazione i soldi che “arrivano” da traffici illeciti… e quindi sporchi.”

Ingenua: “Grazie della spiegazione.”

Petulante si rivolge agli Ulivi: “Ma secondo voi, questa storia del Monte dei Paschi, prima o dopo finirà? È da molto tempo che ne parlano.”

Ulivo: “Ma certo che finirà. Tutto finisce. E penso che stia per finire anche l’Umana Raggi come sindaco di Roma.”

Ulivo 1: “Che poi, non può fare come vuole. Chi la comanda è un genovese, un certo Beppe Grillo.”

Petulante: “Raccontate su… son proprio curiosa.”

Ulivi all’unisono: “Se ce la facciamo… domani. Ora andiamo a dormire.”

Petulante: “Buon riposo.”

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Ho trovato questa bellissima notizia: questa arzilla signora:

Lee Watchtsetter - da web

Lee Watchtsetter – da web

vive da sette anni su una nave da crociera.

La nave - da web

La nave – da web

Si può trovare questa notizia dappertutto sul web, per cui può non essere per niente nuova.

La ragione per cui ve la racconto è che ho trovato un commento molto brutto. Questo:

89 crociere??? ma è giusto lasciare che questi vecchi continuino a sperperare ricchezza inutilmente quando milioni di loro compatrioti fanno la fame?

Non so chi l’ha scritto perché non è firmato. Mi chiedo, dato che anch’io sono finito nella categoria dei vecchi, se dovrei mettermi in un angolo, lasciarmi morire e aspettare che gli eredi, dopo avermi aiutato a chiudere gli occhi, saltino addosso a quello che sono riuscito a risparmiare durante una vita.

Perché non posso godermi, nel modo che preferisco, quello che ho risparmiato grazie all’onesto lavoro di una vita?

Non aggiungo altro… per ora.

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SE NON HAI TEMPO PER LEGGERE FINO IN FONDO… LASCIA PERDERE.

NON SCRIVERE “Mi piace” SE NON L’HAI LETTO TUTTO.

Chiesero ad Alessandro Depegi di scrivere qualcosa su “IL DISPREZZO”.

Considerando il momento drammatico nel quale sembra si voglia pretendere di far precipitare l’Italia, anche se sarà inutile, mi piace esprimere agli italiani il pensiero di un italiano che è andato a vivere all’estero a causa dell’ignoranza (termine benevolo) di Burocrati e Legislatori.

Questo è quanto Alessandro Depegi riuscì a partorire:

La parola disprezzo sembra una parolaccia; quasi sinonimo di odio. Se si dice che non si dovrebbe mai odiare, perché l’odio mette in moto tossine difficilmente degradabili che danneggiano chi odia, analogamente non si dovrebbe mai disprezzare nulla e nessuno.

Leandro ha cercato di analizzare questo particolare problema, e si è reso conto che non è così.

Ha cercato sul dizionario il significato della parola, e ha trovato: Sentimento di chi, giustamente o ingiustamente, ritiene una persona o una cosa troppo inferiore a sé, o vile in sé stessa, o comunque indegna della propria stima e considerazione.

Leandro si è reso conto che, spesso e volentieri, si usa il termine disprezzo per sottolineare il suo opposto, come, per esempio: “Non disprezzerei l’idea di vincere alla lotteria” anche se, chi dice o pensa questo non compra mai il biglietto della lotteria.

Tornando al disprezzo vero e proprio, quello o quelli per cui Leandro sente un disprezzo quasi viscerale sono quegli individui che permettono o addirittura desiderano l’altrui sofferenza, definita “gratuita”.
Nella categoria di quelli che lo “permettono”, Leandro non può evitare di considerare certi vigliacchi politicanti da strapazzo che, pur di non perdere ciò che hanno acquisito, non prendono posizione e permettono appunto la sofferenza “gratuita”.
I campi nei quali agiscono questi ignobili personaggi sono un po’ dappertutto; per Leandro però, che ne ha vissuto una “buona fetta”, un campo che sta sotto gli occhi di tutti è quello della Sanità. Il riferimento non è verso quei clamorosi casi di malasanità fortunatamente isolati e frutto d’imperdonabili errori, ma sempre errori che non possono far parte della normalità, ma verso quell’osceno “andazzo” che permette di maltrattare chi soffre.
Non sono sofferenze volute, ma permesse quelle che “abbandonano” un malato su una barella in un rumoroso corridoio privo di servizi, quelle che “obbligano” a lunghe attese chi dovrebbe sottoporsi a importanti esami come colonscopie, TAC, Risonanze magnetiche o anche urgenti interventi chirurgici e quelle che consentono lunghe code per semplicemente ottenere un appuntamento presso un sanitario.
La dignità di chi già si trova a soffrire non può e non deve essere calpestata solo perché è necessario risparmiare.
Leandro non concepisce il trincerarsi dietro al: “Mancano i fondi.” I soldi ci sono, solo che vengono usati nel modo sbagliato o finiscono in tasche molto profonde.
Inoltre, sempre parlando di Sanità, non dovrebbe essere neppure concepibile una lunga sala d’attesa per chi si presenta al Pronto Soccorso; diventa concepibile solo di fronte a imprevedibili catastrofi.

Sempre con cognizione di causa, essendo il disprezzo un non apprezzamento, Leandro non può apprezzare quelle organizzazioni sindacali che producono scioperi più o meno generali solo ed esclusivamente per ragioni politiche. Secondo Leandro, queste organizzazioni vorrebbero sostituirsi ai governanti, quando la loro funzione dovrebbe essere quella di tutelare il mondo del lavoro aiutando il lavoratore a comprendere che ha sì dei diritti ma anche dei doveri.
I Governanti, almeno in Italia, sono eletti democraticamente e dovrebbero muoversi per il bene del popolo.

Da Adnkronos

Da Adnkronos

Sanno i sindacalisti che, con uno sciopero generale, provocano infinite sofferenze “gratuite”? È quello che vogliono? Credono in quel modo violento di salvaguardare la dignità dei lavoratori che rappresentano?
Se è quello che vogliono, pur di ottenere dei miglioramenti per il mondo del lavoro, non siamo più nel campo di chi permette sofferenze, ma di chi vuole produrre sofferenze quanto mai “gratuite”.
Secondo Leandro, che si trovò più volte a soffrire a causa di astensioni dal lavoro, il diritto di sciopero e la minaccia di sciopero dovrebbero essere presi in considerazione solo in situazioni estreme; in caso contrario non si dovrebbe poter neppure pensare all’esistenza di un contesto civile. Viene da sé che lo stesso ragionamento di inciviltà si applica anche ai Governanti incapaci di essere tali per il bene del Paese.

Il massimo del disprezzo va poi a chi vuole a tutti i costi l’altrui sofferenza, a chi priva della libertà e della vita anche un solo uomo o una sola donna, a chi appellandosi alla ragion di stato, a odio popolare o a pretese religiose, priva popolazioni intere della patria, di ogni avere o anche della vita.
Non è necessario andare indietro ai tempi del genocidio degli Armeni o ai tempi di Hitler. Oggi, o se si preferisce nei giorni che stiamo vivendo, alcune popolazioni vengono private di terre, libertà e vita.

Palazzo Ephrussi a Vienna

Palazzo Ephrussi a Vienna

Leandro rimane inorridito di fronte a quelle violenze accadute in passato tipo quella del banchiere Viktor Ephrussi che, da un giorno all’altro, a causa del famoso Anschluss voluto da Hitler, si trova in quel di Vienna, con tutta la famiglia ad essere privato di tutto.

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Ho preso più volte in considerazione l’operato dei miei nipotini. Il nipotino più grande, che poi è quello che ha ispirato il mio lontano Articoletto 1, ha cominciato, chissà perché (ma non per colpa mia!) a interessarsi ai francobolli.
Questo avvenimento mi ha fatto enorme piacere. Anch’io, già da bambino, mi ero trovato ad avere un debole per i francobolli. Viene da sé che il nonno vada a scartabellare nei propri abbandonati francobolli per aiutare il nipotino.
Ed ecco cosa ho trovato. Questo francobollo del 1971:

RisparmioGuardando bene questo francobollo si capisce bene che siamo di fronte a un francobollo italiano. Infatti c’è scritto ITALIA.

È interessante leggere quanto sta scritto in alto:

“La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme”

Forse nel 1971 era vero. Spedire una lettera costava 50 lire. Oggi spedire una lettera costa € 0.70. Se consideriamo che 50 lire equivalgono a € 0.0258228. Questo significa che il prezzo della spedizione di una lettera è aumentato 27 volte tanto. Anche rispettando l’inflazione globalizzata del nostro pianeta non possiamo dire che la Repubblica abbia tutelato il risparmio degli italiani. Per fortuna che c’è stato l’incoraggiamento al risparmio altrimenti oggi tanti italiani non avrebbero nulla da vendere per poter mangiare e arrivare alla fine del mese.

Normalissimo francobollo

Normalissimo francobollo svizzero

I soliti benpensanti direbbero: “Ma anche in Svizzera i prezzi sono aumentati!” È vero. Se nel 1971, in Svizzera volevo spedire una lettera spendevo 30 centesimi; oggi ne dovrei pagare 100 di centesimi. C’è stato un incremento di 3.3 ben lontano dal 27 della Repubblica Italiana.

Mi sembra abbastanza chiaro. I nostri Governanti hanno usato i nostri soldi molto male; e poi si lamentano se i soldi finiscono oltre confine!

Siamo di fronte a un importante appuntamento elettorale. Tutti predicano molto bene. Quanti possono dire di veramente “amare la patria”?

Dipenderà dal nostro voto se quei quattro soldi che abbiamo ancora in tasca o potremo onestamente guadagnare, continueranno ad avere ancora un po’ di valore.

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Questa proprio non me la sarei aspettata.
Le cose alla Costa Crociere vanno proprio male. Ma come è possibile che una nave di quel tipo con così tante persone a bordo debba andare alla deriva a causa di un incendio?

Questo in prima pagina nel CORRIERE DEL TICINO:

Corriere del Ticino del 28 febbraio 2012

Dopo quello che è successo alla Costa Concordia un’altra crociera si potrebbe proprio dire “andata in fumo”.

MOLTO FUMO E NIENTE ARROSTO!

Infatti i crocieristi ricevono gli alimenti dagli elicotteri.

Sucede questo a causa della pretesa del profitto per cui è necessario il risparmio esagerato?

Come è possibile che un incendio apparentemente prontamente domato, immobilizzi una grande nave in mezzo all’oceano? Ma se è stato prontamente domato, avrebbe dovuto essere possibile riparare i danni e rimettere la nave nelle condizioni di rimettersi in moto.

Mi verrebbe voglia, da profano, di fare alcune maliziose ipotesi.

Mi limito a considerare che la fragilità di certe navi è troppo alta o l’errore umano…  

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