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Archive for the ‘sofferenza’ Category

Questo lessi nel blog della bravissima Luisa Zambrotta.

Oggi…  pubblico con quello che il tempo non mi ha permesso di scrivere… perché in partenza.

 

https://wordsmusicandstories.wordpress.com/2020/08/24/ricorrenze-e-coincidenze/#like-11982

 

Disse  Jorge Luis Borges:

 

“Non posso spiegarle il mio Paese, perché non lo capisco, come a volte non capisco me stesso. Se vuole una spiegazione, posso inventarne più di una. Amo l’Argentina, ma non la capisco, come non capisco l’universo.”

 

Anch’io amo follemente il mio Paese, la mia Italia… ma non riesco a capirla.

 

Non riesco a comprendere per quale folle ragione gli “intelletti” d’italica stirpe siano così cocciuti e testardi nel voler pretendere di distruggere il “BEL PAESE”… e continuare a dire che lo fanno “per il bene degli italiani”.

 

Sono nato in Italia e, quando ho cominciato a comprendere qualcosa mi son trovato a credere che la guerra fosse una cosa normale. Ho dovuto pensare con la “testa” dei Grandi e immaginare che alla guerra avrebbe potuto seguire una strana parola… “pace”. Prima i bombardamenti, poi uno strano “armistizio” che fece stare ancora peggio per cui si dovette temere i propri connazionali “brigate nere” e non farsi trovare insieme a quei connazionali che, dopo l’8 settembre 1943, smessa la divisa del regio esercito, avevano bisogno di essere aiutati. Guai dare una mano… si rischiava la pelle… perché c’erano anche i tedeschi… che comandavano e non volevano… perché si sentivano traditi.

FRANCOBOLLI CHE PARLANO DI GUERRA… e sofferenze

Con la pace e col fatto che hanno fatto finta di mettersi d’accordo sono cresciuto un poco e ho cominciato a conoscere i nuovi confini d’Italia… ho cominciato anche a credere di capire l’Italia.

I confini sono stati ridotti… non erano più con una grande Venezia Giulia e la Francia ebbe qualche paesello in più.

 

A scuola, in Prima Media mi trovai a dover svolgere il tema: “Perché amo l’Italia”.

Lo so, sembra una barzelletta. La guerra era finita da poco, le macerie dei bombardamenti erano ancora ben visibili… come facevo a sapere se amavo l’Italia?… tanto più che non la conoscevo, e, se la conoscevo, la mia era una conoscenza molto ristretta.

 

Ora, dopo 84 anni, conosco un poco l’Italia a gli italiani ma, come dice Borges, non riesco a capire i miei connazionali.

 

Come finì la guerra, dopo le prime elezioni che sembrava potessero portare all’anarchia, superata la calamità dei comunisti al governo, l’Italia dimostrò le proprie capacità; si parlò di “miracolo economico italiano” o qualcosa del genere.

da “studiarapido”

Non capisco come si possa pretendere di voler a tutti i costi affossare l’Italia solo per salvarsi la poltrona; non capisco perché non si vuol capire che solo facendo funzionare i Servizi è possibile il bene del Paese e di chi ci vive; non capisco neppure come si possa, a certi livelli, parlare di Giustizia quando certi apparati vivacchiano e sembrano remare contro.

 

Infine, per farla breve, non riesco proprio a capire come si possa accettare di essere governati da personaggi così incompetenti con un curriculum così “alieno” nei riguardi delle “cose” dello Stato.

 

Amo l’Italia… quell’Italia che ha veramente tutto e potrebbe dettar legge ad ogni livello. Non capisco perché si comporta da “pezzente” e va a chiedere l’elemosina… e poi non sa come fare a spendere i soldi.

 

ITALIANI… GOVERNANTI… SVEGLIATEVI… AVETE TUTTO… DOVETE SOLO IMPARARE AD ESSERE ONESTI E RISPETTOSI VERSO GLI ALTRI E VERSO LE COSE VOSTRE E QUELLE DEGLI ALTRI.

 

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8 OTTOBRE 2004

 

Questo è per me un giorno d’importanza capitale.

Quel giorno era il 732230° dall’anno 0 ed era un venerdì. Tutto questo è sicuramente irrilevante per la maggior parte, o tutti i miei rari, ma affezionati lettori.

 

Ebbene, quel giorno fu per me importantissimo, per due cose… che, in un certo senso mi cambiarono la vita.

 

Pochi giorni prima mi diagnosticarono un cancro… e, con immensa « gioia » mi resi conto che avrei potuto « finalmente » sperimentare il tavolo operatorio… proprio quel tavolo operatorio sul quale per 20 lunghi anni anestetizzai, in vari ospedali d’Italia e Svizzera, tanti Umani di ogni età… di giorno e di notte.

La mia « gioia » fu tale per cui, ogni volta che ci pensavo, mi veniva il nodo alla gola. Si piange anche per la gioia ?… certamente.

Non ho mai pianto e non mi sono mai lasciato andare a disperazioni varie… semplicemente non seppi reagire a dovere di fronte al comportamento « grossolano » di quel mio collega che mi diagnosticò il disturbo visivamente… o in modo ineluttabile.

Per un anestesista incallito è abbastanza terribile doversi rendere conto che potrà dover cedere all’arma taglientissima del bisturi e alle droghe potenti e violente, ma indispensabili del collega anestesista.

Un bisturi

Oggi, proprio oggi, nel 2004, in un momento pomeridiano di quel giorno, mi hanno fatto raggiungere quella sala operatoria che ben conoscevo come operatore sanitario, mi hanno salutato con affetto, mi hanno spedito in quel mondo farmacologico particolare e… mi hanno permesso, dolorante, di ritornare al punto di partenza.

Non ero più quello di prima, con « un pezzo » in meno e un poco di speranza in più.

 

In poche parole, dopo molti anni col coltello dalla parte del manico, volente o nolente, cominciai a conoscere i miei colleghi stando dall’altra parte… e non fu poco.

 

Se però vogliamo essere un pochino precisi, un intervento chirurgico non è la fine del mondo, nello stesso modo come è abbastanza quasi normaleun cancro. Quanta gente l’ha avuto ! Quanta gente è morta a causa di un cancro !… e, quanta gente s’è ritrovata con la pelle d’oca dopo la sentenza diagnostica di un medico ?

Tanta gente ! A meno gente la recidiva… ma questa è un’altra storia.

 

La componente interessante che coinvolse in un modo non indifferente anche la psiche fu il fatto che quell’otto ottobre duemilaquattro, attorno alle 10 del mattino, in un angolo dell’ospedale da me ben conosciuto, poche ore prima del fatidico taglio, fumai la mia ultima sigaretta.

 

Ebbene sì. Proprio oggi, 15 anni fa, fumai la mia ultima sigaretta.

DUE SIGARETTE

Qualcuno potrebbe pensare che le sigarette fossero state la causa del mio cancro. Non è così. Fumare non mi danneggiava particolarmente… danneggiava la mia psiche perché per un vero fumatore il problema più grande è quello di poter rischiare di rimanere senza sigarette… potersi trovare ad infilare la mano in « quella » tasca e non trovare la sigaretta. L’intervento mi offrì l’occasione di mettere la parola fine a questa noiosa necessità.

Oggi mi considero un fumatore che non fuma.

Fumai le prime sigarette all’età di 14 anni… anche rubate al Nonno… che aveva la provvista di sigarette di contrabbando.

Le teneva sotto chiave nella scrivania. Noi, mio fratello ed io, avevamo trovato il modo di « scivolare » in quell’angolo della scrivania… senza colpo ferire e senza lasciare tracce. Quando mancava il tabacco fumavamo camomilla o corteccia di vigna con delle pipette da noi confezionate con le canne ; alle volte potevamo usare il tabacco che rimaneva nei mozziconi che si potevano trovare per terra… più facilmente all’altezza delle fermate del tram o sul tram stesso… la gente fumava anche se c’era scritto VIETATO FUMARE… le sigarette di allora erano senza filtro, quindi rimaneva sempre un po’ di tabacco… naturalmente ben carico di nicotina e catrame e… ben calpestato.

Quando qualche adulto ci vedeva fumare ci diceva che non saremmo cresciuti.

Smisi di fumare una sola volta… per 6 mesi.

Questa volta, dopo fumata l’ultima sigaretta, decisi che avrei smesso definitivamente… e così fu. Devo però dire che la mia decisione fu molto sofferta… per mesi e mesi, dopo le dimissioni dall’ospedale, la sofferenza del non fumare fu grande… veramente grande. Così avevo deciso !

Solo un vero fumatore può comprendere il logorio interno dei primi « molti » mesi.

1950 – QUANDO IL TABACCO FACEVA ANCORA BENE A TUTTI !!!

Il tabacco non fa male. Quando Cristoforo Colombo lo vide fumare per la prima volta, chi fumava lo faceva a scopo terapeutico… poi entrò in azione la « Civiltà » che pensò bene di guadagnarci… e anche tanto.

Il business del fumo fu tale e di tali proporzioni, per cui riuscirono a crearne un altro, quello del NON FUMO.

Furono necessari svariati secoli prima che « Qualcuno » sentenziasse che il fumo fa venire il cancro.

Un business dopo l’altro… e noi tutti, o quasi tutti, crediamo a quello che ci propinano. E a propinarcelo furono e sono le industrie delle sigarette che, non si sa cosa riescono a mettere nel tabacco per produrre assuefazione… e danno… e morte.

 

Comunque sia, oggi sono molto contento ; ricordo con grande piacere che da quindici anni non rifornisco più le industrie del tabacco. Con questa mia gioia punto il dito contro l’industria dei dolcificanti e del « senza zucchero »…

 

AI POSTERI L’ARDUA SENTENZA

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SCRISSI :

 

Mi son trovato a rileggere quanto scrissi alla fine del mio articolo che parlava di Campione d’Italia… in provincia di Como, dove, tra l’altro, oggi c’è “il deserto”… a causa del Casinò che è fallito… uno dei 4 italiani.

CAMPIONE D’ITALIA DAL LAGO

 

https://quarchedundepegi.wordpress.com/2017/06/06/telefoni-lettere-francobolli-e-buche-13-campione-ditalia/

 

Lascio il fazzoletto d’Italia (1) e imbocco la strada di casa (2)… di quella che è diventata la mia casa. Ogni volta che un italiano lascia l’Italia si rattrista… non tanto perché lascia l’Italia, ma perché sa di lasciare un territorio bellissimo dove un crescente malgoverno sta distruggendo un Paese Meraviglioso.

 

1 – “Fazzoletto” perché il comune di Campione d’Italia è completamente circondato da territorio elvetico… ed è piccolo.

2 – Oggi, la mia “casa” è in Svizzera.

L’IMBARCADERO DI CAMPIONE D’ITALIA… dove sventola il tricolore.

 

Qualcuno è convinto che quello attuale sia un BUONGOVERNO. Se devo essere sincero… non mi dispiacerebbe. Io spero con tutto il cuore di poter un giorno vedere l’Italia rialzarsi e gioire per gioia e serenità… con tutti gli italiani.

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LA RIPRODUZIONE DELL’ARTICOLO È VIETATA

 

Questo stupendo film del 1960 con Alberto Sordi ci ricorda un momento terribile della storia italiana… quando terribileè troppo poco.

LA LOCANDINA DEL FILM

Per un po’ non volevo più scrivere sul blog… anche perché il farlo è piuttosto inutile ; è bello scrivere per se stessi… sì, perché gli articoli seri non piacciono… o non vengono letti ma subiscono ugualmente il « Mi piace ».

Oggi però 8 settembre 2019 alla vigilia della presentazione alle Camere di un Governo che non riesco a comprendere con un Ministro degli Esteri che comprendo ancora meno, non ho potuto evitare di rammaricarmi pensando anche a quanto accadde 76 anni fa.

Già 76 anni fa i governanti dimostrarono di essere degli incapaci a gestire la « Cosa Pubblica »… Quanti morti e quante sofferenze dopo quell’Armistizio !

LA PRIMA PAGINA DI UN GIORNALE DI 76 ANNI FA.

Scrivo queste poche righe sperando che qualche giovane consideri la necessità di conoscere quei terribili momenti della nostra storia. Io avevo 7 anni e ricordo benissimo come sembrò che la guerra fosse finita. Non solo cominciarono dei guai ancora peggiori, ma, al confine orientale dell’Italia, non finirono neppure dopo il 1945.

 

Ai tempi, il Re Vittorio Emanuele III con Badoglio e il « massimo » che poteva essere imbarcato, scapparono da Ortona su una nave militare… addirittura scortati da un incrociatore. La nave che, nottetempo, li portò tutti a Brindisi era una Corvetta Antisommergibile BAIONETTA.

 

Oggi non c’è nessun BAIONETTA che può salvare chi non vuol « morire »… oggi ci sono le poltrone che garantiscono, almeno per un po’ di tempo, tranquillità economica e notorietà.

Corvetta Antisommergibile Baionetta (da Wikipedia)

Allora, molti italiani morirono come conseguenza di quell’armistizio mal programmato e pessimamente gestito ; oggi, da un po’ di anni, molti italiani soffrono come conseguenza di Governi incapaci di gestire la « cosa pubblica ». Ma la componente peggiore è che oggi, e forse proprio domani 9 settembre 2019, un certo numero di personaggi verranno osannati perché possano continuare a « distruggere » l’Italia e gli italiani e, a rendere addirittura ridicolo il nome dell’Italia.

 

QUESTE SÌ CHE SARANNO SOFFERENZE GRATUITE !!!

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Fu così che un paio di giorni fa andai, come altre volte, col solito trenino in quel di Lavena Ponte Tresa in provincia di Varese.

 

IL TRENINO

Ci vanno molti dalla Svizzera… anche per fare la spesa. Io dovevo, fra l’altro, spedire un mio libro a un’amica. Dall’Italia, anche se raccomandata, costa sensibilmente meno.

“Perché raccomandata?” mi si potrebbe chiedere?

“Perché” risponderei “l’onestà dei dipendenti delle Poste Italiane è irreprensibile, e dispiace quando ci si rende conto che un libro arriva a risultare “smarrito”. Rimane la speranza che il ritrovatore del plico col libro abbia potuto apprezzarne la lettura”.

Tornando al “paio di giorni fa”, avvicinandomi al ponte che segna la “differenza” fra la Svizzera e l’Italia, essendo quel giorno piuttosto ventoso mi fece piacere vedere sventolare le bandiere… dato che ogni Nazione ne ha almeno una, perché non esibirla almeno in quel punto dove finisce il territorio?… o comincia se la direzione di marcia è opposta?

Il pensiero ha fatto presto a svanire. Ha preso il sopravvento la ragione per cui stavo attraversando il confine e andare in quella che è la mia Patria… la prima o la seconda? La risposta dice che si equivalgono… anche perché il sangue che scorre nelle mie vene è al 50 % svizzero… l’altro 50%, è ovvio, italiano.

 

Non rimasi molto in territorio italiano e, mentre m’incamminai verso la Confederazione, la vista delle bandiere che garrivano al vento, meglio dello sventolare, mi fece sentire patriottico… quasi dimenticando lo sfacelo nel quale sta scivolando lo Stivale… presi in mano la macchina fotografica, e…

LE BANDIERE DELL’ITALIA

Pochi metri ancora e…

LA BANDIERA SVIZZERA

Trovo interessante poter condividere il mio patriottismo… o amor patrio che di si voglia.

Ogni volta che attraverso il confine e torno in Svizzera, lascio con rammarico l’atmosfera italiana, ma, non posso fare a meno di non rattristarmi al pensiero di come, in Italia, vien portato avanti l’impegno di Governo. È sofferenza!

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La morte di un capodoglio a causa di un malloppo di plastica mi sembra terribilmnte importante.

Da un qualche giornale

La plastica assassina ? No noi Umani.

 

E noi continuiamo a produrre e a usare la plastica come niente fosse.

 

È sempre più importante il PIL.

Il benessere del pianeta e dei suoi abitanti passano in secondo ordine.

 

Oltre al PIL, a mettere in movimento la sostanza cerebrale degli Umani è l’amianto.

Trovi da qualche parte un po’ di amianto… FERMI TUTTI !

Non sto dicendo che sia necessario sottovalutare i danni dell’amianto… no… proprio no.

 

Ma vi rendete conto che la PLASTICA ci sta uccidendo tutti ?

 

Abbiamo al Governo due personaggi favolosi… uno si chiama DI MAIO e l’altro SALVINI…

Litigano sempre ; sembra che da un momento all’altro debbano sfidarsi a duello sulla pubblica piazza… ma poi ricominciano ad amarsi.

 

Loro lavorano per il bene del popolo… lo dicono sempre.

PERCHÉ NON SI DANNO DA FARE PER IL BENE DEL PIANETA ?

Credo che se mangiamo un pesce, ingurgitiamo anche delle frazioni infinitesimali di plastica. D’accordo… calorie 0… ma, se andiamo avanti così facciamo la fine del capodoglio.

 

Mi sovviene che, ai tempi dei tempi, quando ero ancora veramente giovane, e mi piaceva remare, mi trovai a remare su una barca in compagnia di una fanciulla… la padrona della barca.

Era a Genova… a QUINTO AL MARE.

Mentre serenamente remavo e chiacchieravo con la fanciulla tranquillamente seduta a poppa, vidi una piccola barca staccarsi dalla riva, dirigersi col suo rematore a pochi metri da riva… non più di cento… fermarsi.

Quell’uomo, prese un secchio pieno d’immondizia, lo scaricò in mare e ritornò tranquillamente a riva.

Oggi non si fa più così… ma allora non esisteva ancora la plastica, però, oggi, sembrerebbe che di plastica ne venga buttata molta in mare, altrimenti non esisterebbero le enormi isole di plastica.

ISOLA DI PLASTICA NEL TIRRENO… da SCIENZE NOTIZIE

Come si può constatare di isole di plastica non ce n’è solo nell’Oceano Pacifico, ma anche qui da noi.

 

Eppure, se andate a comprare qualcosa continuano a offrirvi il sacchetto di plastica ; d’accordo, ora un po’ meno, però, non sarebbe il caso di essere drastici ?

 

Mi sembra che se il PIL che cresce fa bene ai Governanti  e l’amianto fa male a chi lo respira, la plastica ci ucciderà tutti… indirettamente.

 

CHE GODURIA !

 

Penso che potrebbe essere buona cosa se, in modo capillare si cominciasse TUTTI a rifiutare quella plastica che verrebbe inesorabilmente gettata… anche l’acqua minerale.

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È di Francesco Marchetti, che ringrazio, questa splendida fotografia.:

Da “Francesco Marchetti”

È la fotografia di una statua che mi piacerebbe andare a godere di persona… ma, almeno per il momento, non posso.

È a Rimini… è “LA SPOSA DEL MARINAIO”.

È bellissima, e, per associazione d’idee, non ho potuto non ricordare il gruppo scultoreo che vidi anni fa ad Halifax in Canada.

Prima però, per rimanere in tema, mi son ricordato di un Grande pittore “MASSIMO CAMPIGLI” che le Pose Italiane hanno voluto ricordare con un francobollo del 1995.

FRANCOBOLLO CON TIMBRO GENTILE

Ho voluto mettere in evidenza il timbro dell’ufficio postale di PENNABILLI in provincia di Pesaro e Urbino). Qui, dato che si usavano ancora i francobolli, è chiara la gentilezza dell’operatore che ha voluto l’ottima leggibilità del timbro.

Oltre che gentilezza, qui c’è anche una vera educazione e il rispetto verso l’apparente pedanteria del collezionista… che può avere desideri particolari.

Ricordo infatti che un tempo ormai abbastanza lontano fui in un ufficio postale nella città di Como e, in occasione della spedizione allo sportello di una Raccomandata, chiesi gentilmente all’”operatore” se gli era possibile obliterare i francobolli in un determinato modo; gli chiesi cioè dove mi avrebbe fatto piacere veder timbrare i francobolli e la busta.

Mi guardò piuttosto storto e mi disse: “So io dove devo mettere i timbri”, e li mise dove voleva lui senza seguire i miei desideri di “stupido” collezionista. Feci finta di niente; mi resi conto che quell’uomo, sì perché era un uomo che probabilmente pensava di possedere una mascolinità particolare, non si rendeva conto che lui era un operatore al servizio del cliente, e non viceversa, e che il francobollo, o i francobolli appiccicati sulla busta erano di mia proprietà e, dopo il recapito di proprietà del destinatario. Lui era semplicemente un tramite che doveva verificare la validità dell’importo pagato (francobollo) e, se l’importo risultava sufficiente, avviare la spedizione obliterando il francobollo onde non venisse utilizzato per un’altra spedizione.

Credo che quell’uomo, ci tengo a dire che era un uomo, perché le donne hanno quasi sempre modi più gentili, si sentisse particolarmente importante nella sua funzione di timbratore e annullatore di francobolli… in barba ai noiosissimi collezionisti di pezzetti di carta.

SOLO IL FRANCOBOLLO

Chissà come si sentì dopo avermi “licenziato!”

La statua di Rimini ci mostra una donna con la figlioletta… che salutano.

Quando fui ad Halifax in Canada, fui attratto da un gruppo scultoreo opera dello scultore Armando Barbon nato a Spresiano in provincia di Treviso. L’autore della statua vive in Canada.

Vidi questa statua in occasione di una crociera che ci portò a New York; lo scalo ad Halifax mi permise di comprendere che quella cittadina diede il benvenuto a molti emigranti dall’Europa al Canada. Da qui, col treno proseguivano in quell’immensa nazione. Lasciavano a casa moglie e figli… che non sapevano quando avrebbero rivisto il loro congiunto.

Ho trovato stupendo l’abbigliamento di quell’uomo che partiva nella peranza di un futuro migliore per sé e per la famiglia che l’avrebbe aspettato o seguito. È con la giacca e pantaloni normali (oggi avrebbe i jeans) e con quella valigia che mostra addirittura alcuni angoli coi rinforzi.

HALIFAX – L’EMIGRANTE

Quell’uomo parte con decisione… sì, perché nella vita non basta volere, bisogna riuscire a decidere.

LA TARGA ESPLICATIVA IN TRE LINGUE

Questa la targa esplicativa del gruppo bronzeo. Può interessare poter prendere atto che la targa è scritta in tre lingue: l’inglese e il francese che sono le due lingue ufficiali del Canada… e l’italiano, perché di origini italiane l’emigrato autore del gruppo bronzeo.

Rimangono distaccati ad aspettare la moglie e i due figlioletti.

LA MOGLIE E I FIGLI… CHE SALUTANO

Non sappiamo se, al momento in cui Armando Barbon partì per il Canada, aveva una moglie e due figli piccoli.

Mi piace questo particolare della famiglia che saluta. La moglie (oggi avrebbe i pantaloni) non saluta… ma è triste. I bimbi salutano. Ancora non comprendono cosa voglia dire emigrare.

So cosa voglia dire emigrare… e so quanto si possa amare l’Italia una volta fuori… quanto si possa gioire con commozione ogni volta che si viene a conoscenza di “conquiste” positive da parte dei Governanti o di singoli cittadini… e quanto si possa soffrire ogni volta che si percepisce l’imperizia di chi ha ricevuto il mandato per governare… non per distruggere.

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Chissà come si muoverebbe.

Magari, per andare a far visita al Principe di Monaco, anziché prendere la strada di Ventimiglia andrebbe verso il Brennero per raggiungere la Baviera.

Corrierone.

Ma vi rendete conto? In che mani stiamo per finire? O ci siamo già?

CHE SOFFERENZA!!! Ho paura… tanta paura.

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Mi son trovato per caso fra le mani questo bel francobollo… e mi son detto: “Ma qui siamo di fronte a qualcosa di molto importante. Un francobollo per una terra famosa; ma questa terra famosa ha avuto la disavventura di subire un terribile terremoto!… esattamente 10 anni dopo… e devastante!

FRANCOBOLLO ITALIANO del 2006

A quei tempi, un po’ più di due anni fa non si parlava d’altro… e, fra l’altro si parlava anche di ricostruzione.

Ma chi si dimostrò particolarmente affettuoso… come un padre verso i propri figli?

Lui… proprio Lui… IL PRESIDENTE. E gli diedero fiducia. Si trovarono a credergli quando disse: “Non vi abbandoneremo”.

AMATRICE dopo il terribile terremoto del 2016 (Wikipedia)

Chissà… non sono mai stato ad Amatrice, né prima e neppure dopo il terremoto, ma credo che, se si riesce, almeno per un attimo, ad immedesimarsi in chi, di colpo, tutto in una volta e senza ombra di possibile reazione, si ritrova a perdere tutto, ha bisogno di un aiuto concreto… e lo vorrebbe subito. Crede nell’autorità che gli dice che non l’abbandonerà; spera di poter presto riavere un angolo tutto suo. In quei terribili momenti di smarrimento l’autorità diventa un’ancora di salvezza.

MA NON DEVE DELUDERE IN QUEL MODO. Se non si sente all’altezza di mantenere una promessa… meglio non aprir bocca.

Me lo ricordo nitidamente. Credo che non dimenticherò mai quelle parole… e ora… non dimenticherò mai certe ipocrisie… che non dovrebbero accadere verso cittadini spaesati e inermi. Ho cercato più volte di mettermi empaticamente nella stuazione di chi perde TUTTO. È terribile… di colpo scompare ogni certezza.

“Fa parte della vita” direte voi.

“Certo che fa parte della vita… anche l’ipocrisia beffarda di certe autorità?”

Non lo dimenticherò mai. Ogni volta che lo sento parlare, dato che la Televisione ce lo propina anche a reti unificate come messaggio alla popolazione, mi rammento di quelle belle parole… di quella diplomatica e nauseante ipocrisia.

 

È LUI IL GARANTE DELLA COSTITUZIONE!!!!!

 

 

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Ho letto questo articolo. So che è di una persona che sa cosa sia la sofferenza.

 

https://maricri48.wordpress.com/2019/01/04/e-il-naufragar-me-dolce/#comments

 

 

L’articolo, che vi prego di leggere, semplicemente parla delle sofferenze di certi migranti su una nave che, recentemente, nessuno voleva ; nessuna Nazione voleva farli sbarcare.

Ragioni egoistiche delle nazioni coinvolte ?

Ragioni di spazio ?… perché noi europei siamo già in troppi ?

Ragioni di lavoro ?… perché c’è già abbastanza disoccupazione ?

Ragioni di religione ?… perché l’Europa rischia l’islamizzazione ? o…

…ragioni economiche ?… l’Europa non vuole altri pezzenti e morti di fame ?

 

E poi ci potranno essere molte altre ragioni… ma non credo razzismo nel vero senso della parola.

 

Sono un ignorante e non conosco bene tutto quello che succede nella politica italiana e in quella europea… per non parlare di quella mondiale particolarmente astrusa e con tanti punti interrogativi.

Ho fatto il medico. Ho anestetizzato tanta gente… giovanissima e vecchissima ; ho visto morire e ho visto nascere (sala parto)… come chirurgo (poco), ma molto come anestesista (taglio cesareo).

Ho anche fatto il medico « a modo moi »… cioè nell’ambito della medicina naturale e con una metodica veramente antichissima : « l’ipnosi… strettamente medica ».

Ai tempi… proprio ai tempi in cui ero ancora giovane e decisamente quasi solo ottimista, mi trovai ad occuparmi di alcuni giovani eroinomani… l’ipnosi poteva aiutarli.

 

Un caso :

Due ragazzi, fratelli, eroinomani si trovavano in fase di astinenza… soffrivano e, avrebbero smesso di soffrire se avessero avuto a disposizione l’agognata eroina.

 

Di fronte a questa « grande », ma « gratuita » sofferenza, l’animo buono e affettuoso del nonno gli mise in moto le gambe e, con la necessaria quantità di pecunia in tasca, lo portò dove era possibile trovare l’oggetto del desiderio… l’oggetto nefasto e paradisiaco (momentaneo) che avrebbe potuto lenire la tanta sofferenza dei nipoti.

L’oggetto nefasto e paradisiaco si chiamava eroina che, come tale, avevano dimostrato essere deleterio.

Il nonno lo sapeva, e sapeva anche che quella dose avrebbe eliminato la sofferenza dei nipoti… ma per poco tempo e che poi tutto sarebbe ritornato ad essere come prima… o peggio.

Questa la situazione prima del mio intervento… senza risultati positivi… se ricordo bene.

 

Secondo voi, quel nonno così affettuoso, faceva bene ad andare a caccia di eroina per amore dei nipoti ?

 

Secondo me no…, non foss’altro che per il fatto che l’intervento non avrebbe sortito un risultato positivo e definitivo, ma avrebbe procurato solo danno.

 

Analogamente, secondo voi, andare a soccorrere un certo numero di migranti sarebbe utile e doveroso ?

 

Secondo me, chi soffre deve essere aiutato e, quei poveretti dovrebbero essere aiutati… soccorsi, ma in un modo diverso… non per avere degli accattoni in più o degli spacciatori in più sul suolo nazionale. Che poi… loro… dopo essere stati salvati, stipati da qualche parte, distribuiti come se fossero panini un po’ qua e un po’ là in Europa… sono felici ? non sono neppure vivi, perché questa non è vita.

 

Quindi ? bisogna che ci si dia da fare a livello mondiale… a Ginevra e a New York ci sono tanti di quegli organismi internazionali… che fanno ? sono dei mangiapaneatradimento ?

E poi… almeno da noi… non si sfruttino i migranti per litigare… politicamente.

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