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Archive for the ‘solitudine’ Category

Se ne sentiva la mancanza.
Devo dire la verità, non sto più nella pelle dalla gioia.

Sentire un po’ di nuovo parlare di scioperi mi fa sentire come se mi fosse possibile riempirmi i polmoni in modo consistente di un’aria positiva che assomiglia al nettare.

Una Nazione che pretende di essere civile non può progredire senza scioperi… ma con una certa frequenza. Ma come farebbe il famoso PIL a non crescere se non ci fossero gli scioperi dei tram, dei bus, delle metropolitane, dei treni e degli aerei? Si pensi un poco come sarebbe terribile rendersi conto che tutto ciò che si programma va in porto? L’autobus in orario, il treno che raggiunge senza intoppi l’aeroporto e l’aereo che decolla e atterra senza problemi… e poter andare a lavorare e produrre. Ma se così fosse sarebbe solo terribile.

Pensate un po’ come ci si sentirebbe soli se, ogni tanto… con una certa frequenza non ci fossero le strade bloccate da folcloristici cortei… come questo di Genova.

QUANTI BEI COLORI!

E poi, pensate un po’ alla monotonia dei contratti di lavoro rinnovati prima della scadenza. Nessuno più che deve brontolare. È bello brontolare… è bello indire uno sciopero… è bello inneggiare ai sindacati. E poi, quando sono tutti d’accordo e decidono lo Sciopero Generale… così, tanto per fare qualcosa.

Ci mancano gli scioperi delle navi da crociera. Quei croceristi che arrivano da lontano, dopo aver profumatamente pagato una suite con balcone; perché non organizzare uno sciopero… così non trovano la nave e sono obbligati a cercarsi un albergo?… facciamo vivere anche gli albergatori… o no?

Bando alle ciance… credo che l’Italia senza scioperi e con la controparte onesta… non potrebbe più chiamarsi ITALIA.

CHE BELLA L’ITALIA! POVERA ITALIA!

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Come sono indietro!… con tutto. Spero mi si vorrà scusare.

Dopo 4 giorni e quattro notti con onde… mica male, saltiamo lo scalo di St John’s… colpa delle onde che hanno obbligato la nave a rallentare, e arriviamo finalmente ad Halifax.

Una bella onda.

Una bella onda.

Ancora onde...

Ancora onde…

Non abbiamo goduto particolarmente questa tappa dato che era domenica e la città in “posizione di riposo”. Ero già stato in Canada: a Montreal e a Toronto nel 1999.

Finalmente  la nave non “balla” più. Quelle “simpatiche” onde che ci hanno accompagnato per 4 giorni e 4 notti diventano un ricordo. La nave attracca in faccia a una simpatica isola (George’s Island) con un bel faro.

George's Island col faro.

George’s Island col faro.

Dall’altra parte si vede la città, la stazione ferroviaria e alcuni alberi col “vestito” autunnale.

La stazione ferroviaria.

La stazione ferroviaria.

Halifax è la capitale della NOVA SCOTIA e fu una porta importante dell’immigrazione in Canada. Infatti, appena scesi dalla nave, s’incontra questo vagone ferroviario che vuole indicarci che da qui partirono per il Canada più di un milione di immigrati… per tutto il Canada.

Il vecchio vagone ferroviario.

Il vecchio vagone ferroviario.

Proprio vicino al vagone possiamo trovare questa targa esplicativa…che ho fotografato, e  che è ben leggibile.

Targa ricordo in inglese e in francese

Targa ricordo in inglese e in francese

Dove prima gli immigrati ricevevano la prima accoglienza, c’è ora un museo… proprio dell’immigrazione!

Ingresso del Museo.

Ingresso del Museo dell’immigrazione.

Quel giorno non ho fatto alcuna gita, ma, come piace fare a me, ho bighellonato… senza una meta particolare, senza però perdere l’ubicazione della nave… per poter tornare a bordo prima della partenza.

Vicino a queste panchine sulle quali mi sono seduto tranquillamente, ho trovato un bellissimo recente monumento “all’emigrante”… nel quale mi sono leggermente identificato… dato che anch’io sono un emigrato. Ve lo mostrerò bene la prossima volta. C’è scolpita la sofferenza, la speranza e la solitudine.

Le due panchine... ad Halifax.

Le due panchine… ad Halifax.

Vicino alla passeggiata lungo il mare, ho trovato queste case, sicuramente vecchie:

Case.

Case.

…e queste, nell’interno, che potrei considerare significative.

altre costruzioni... ad Halifax.

altre costruzioni… ad Halifax.

Dopo aver fatto questo piacevole giro ed aver acquistato alcuni ricordi per parenti ed amici, torno sulla nave. Prossimo ed ultimo scalo: New York.

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SON TORNATO… volando 3

Prima di raggiungere il villaggio sperduto, almeno per noi, di Qaqortoq, penso possa essere interessante soffermarsi su quanto accadde con la nostra nave nello stretto PRINS CHRISTIAN SUND.

2 interessanti avvenimenti preannunciati all’altoparlante dal capitano, con dovizia di particolari:

Il barchino che ha preso il ghiaccio.

Il barchino che ha preso il ghiaccio.

1 – Dopo alcune miglia nello stretto, la nave si ferma, cala in mare un paio di “barchini” che si dirigono verso un ghiacciaio e vanno a prendere un certo quantitativo di blocchi di ghiaccio…

Al ritorno dalla "missione" passa sotto il balcone della nostra cabina.

Al ritorno dalla “missione” passa sotto il balcone della nostra cabina.

Trattasi di ghiaccio molto antico e purissimo. Con questo ghiaccio sarebbero poi state preparate, per i croceristi che volevano stare in coda all’aperto e al gelo, bibite… naturalmente ghiacciate.

Considerato il freddo, non ero dell’idea di mettermi in coda; ho però potuto fotografare la folla in coda sulla nave.

La "folla" in coda.

La “folla” in coda.

In quest’altra foto si possono vedere gli avventori che vengono serviti e, sulla destra quell’uomo coi pantaloni bianchi che con la scure spacca il ghiaccio “rubato” alla natura.

Si beve e si spacca il ghiaccio!

Si serve il popolo della nave e si spacca il ghiaccio!

2 – Il secondo avvenimento ha visto la nave fermarsi nuovamente… un paio d’ore dopo. Una scialuppa (Tender) viene messa in acqua per portare birra e prosciutto ai cittadini inuit di un piccolo villaggio, poco più di un minimo agglomerato di casette: Aappilattoq che conta poco più di cento abitanti. Si trova, come da cartina a due terzi del percorso.

Cartina del passaggio

Cartina del passaggio

Il Tender lascia la nave.

Il Tender lascia la nave.

Si vede la fiancata della nave coi cavi che hanno messo in acqua l’imbarcazione.

Il Tender sta raggiungendo il villaggio.

Il Tender sta raggiungendo il villaggio.

Si vedono a destra un paio di casette. Il Tender raggiungerà il villaggio inuit e regalerà agli abitanti delle birre e dei prosciutti. Chi era presente ha raccontato che le birre sparirono in un attimo e che, gli abitanti, alla vista dei prosciutti sfoderarono in un attimo affilati coltelli… per tagliare la graditissima porzione di suino.

Alcune case del villaggio.

Alcune case del villaggio.

Si possono vedere ancora alcune case del villaggio.

Sembra impossibile, per noi abituati alle grandi città e ai supermercati,  che alcune persone, in realtà pochissime anime, possano vivere tutto l’anno in un ambiente così sperduto e desolato.

Come si sa, la Groenlandia ha l’autonomia e dipende dalla civilissima Danimarca. Riceve sicuramente il massimo appoggio e la massima assistenza, però…

IL FASCINO RIMANE INDISCUTIBILE… e lo vedremo quando scenderemo a terra il giorno dopo questa magnifica traversata.

 

 

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SON TORNATO… volando 2

Mi piacerebbe, almeno fotograficamente, rendervi partecipi delle bellezze che ho potuto godere nel profondo nord.

Già conoscevo l’Islanda essendoci stato un po’ di anni fa. In ogni caso ci accolse con un tempo piuttosto incerto e, oltre che ventoso, piuttosto nuvolo. Dove rimasi particolarmente impressionato fu in Groenlandia; dapprima nello stretto PRINS CHRISTIAN SUND nel sud del paese. Si tratta di uno stretto lungo circa 100 chilometri che mette in contatto l’Oceano Atlantico col Mare di Labrador.

Un paio di giorni prima ci dissero che il passaggio nello stretto poteva essere impossibile a causa di un iceberg che ne ostruiva l’ingresso. Per fortuna, il giorno stesso l’iceberg se n’era andato e potemmo godere, per tutta la giornata, l’incantevole, e silenziosa natura sulla quale aveva nevicato la notte precedente. Il tempo girò su uno stupendo azzurro intenso.

Vorrei farvi vedere queste undici fotografie che ho semplicemente numerato. Sono una piccola parte di quelle che “affannosamente” son riuscito a fare.

Sì, c’era l’affanno perché lo spettacolo, che cambiava continuamente, era tale per cui bisognava perderne il meno possibile. E poi, per me fu sicuramente unico nonché irripetibile.

stretto PRINS CHRISTIAN SUND 1

stretto PRINS CHRISTIAN SUND 1

stretto PRINS CHRISTIAN SUND 2

stretto PRINS CHRISTIAN SUND 2

stretto PRINS CHRISTIAN SUND 3

stretto PRINS CHRISTIAN SUND 3

stretto PRINS CHRISTIAN SUND 4

stretto PRINS CHRISTIAN SUND 4

stretto PRINS CHRISTIAN SUND 5

stretto PRINS CHRISTIAN SUND 5

stretto PRINS CHRISTIAN SUND 6

stretto PRINS CHRISTIAN SUND 6

stretto PRINS CHRISTIAN SUND 7

stretto PRINS CHRISTIAN SUND 7

stretto PRINS CHRISTIAN SUND 8

stretto PRINS CHRISTIAN SUND 8

stretto PRINS CHRISTIAN SUND 9

stretto PRINS CHRISTIAN SUND 9

stretto PRINS CHRISTIAN SUND 10

stretto PRINS CHRISTIAN SUND 10

stretto PRINS CHRISTIAN SUND 11

stretto PRINS CHRISTIAN SUND 11

Pue essendo su una nave che trasportava qualche migliaio di persone, s’è potuto in alcuni momenti “godere” una terribile solitudine.

Spero sia tutto di vostro gusto.

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CONTATTO UMANO

Oggi è Natale. Soffrono molto le persone sole non necessariamente povere.
Questa Vignetta dovrebbe far ridere ma dimostra come l’umorista come il clown può, con la sua “produzione”, rattristarci o, per lo meno, farci meditare sulla realtà delle cose.

da "LA SETTIMANA ENIGMISTICA"

C’è chi dice che sia più solo chi abita in una grande città piuttosto che chi abita in un paesello sperduto.

Chi abita in un grande condominio, incontra molta gente, saluta molta gente, ma non c’è assolutamente contatto umano.

Chiarissima la didascalia della vignetta.

Quanti individui sulla faccia della terra passano le loro giornate davanti allo schermo di un computer!

Purtroppo tanta gente “odia” il Natale. Da parte mia, attualmente lo vivo in modo diverso rispetto al periodo in cui aspettavo Gesù Bambino. Certo il Natale potrebbe o sembrerebbe essere una Festa di Famiglia. E chi è solo? O si isola perché non ha più affetti… o non vuole averli… o ha voluto perderli… o le vicissitudini della vita glieli ha fatti perdere… o non riesce a trovare l’anima gemella… o non sa cosa sia l’Amore… o… o…

A questo punto posso considerarmi fortunato. Il mio pensiero va a chi, veramente sfortunato, vive male la solitudine e non riesce a farsene una ragione. A queste persone dedico questo articolo natalizio.

A queste persone consiglio “LA FAVOLA DELLA PRINCIPESSA”.

C’È SEMPRE UNA SOLUZIONE POSITIVA. BISOGNA SOLO CERCARLA CON FIDUCIA!

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