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Archive for the ‘Svizzera’ Category

 

Proprio così. Oggi, proprio oggi, ovvero fra poco…

SI PARTE

Un bel mezzo di locomozione svizzero

E poi… a Covid piacendo… si ritornerà.

UN ABBRACCIO AD AMICI E LETTORI.

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Sì, sono in molti a sapere quali sono le incombenze di genitori responsabili. Prima ancora dell’età scolara, molti bimbi vogliono trovarsi adeguati a quanto circola intorno a loro. Ancora prima di andare a scuola, ogni bimbo che va a spasso coi genitori gradisce trovarsi sulle spalle uno zainetto.

 

Zainetti a Zurigo… Coop City.

 

Però, per arrivare ad essere genitori “responsabili”, sappiamo tutti che, oltre alla necessità di essere in due, proprio per il desiderio di essere responsabili si desidera fare le cose bene.

Prima si può arrivare a conoscersi e, proprio per questo, qualche volta ci si trova amabilmente a cena, magari, come abbiamo visto a lume di candela.

Più di una coppia ha preso la “grande decisione” durante o dopo una cena… più o meno romantica. La decisione “responsabile” prevede un matrimonio. Non è che senza matrimonio si sia meno responsabili, però, il matrimonio, quello vero con tutti i crismi della legalità, è un pochino anche come una buona polizza assicurativa… anche se non tutti sono d’accordo.

 

Comunque sia, se si convola a nozze, è quasi di rigore per lei un vestito bianco lungo, un velo e uno strascico più o meno lungo… con dei paggetti che lo reggono amorevolmente.

Lui, un tempo poteva addirittura essere con una tuba. Oggi è quasi di rigore un abito scuro… naturalmente giacca e cravatta. Lei avrà sicuramente delle scarpe bianche… che userà una volta sola… a meno che non abbia intenzione di convolare a nozze una seconda volta.

Scarpe bianche alla CARITAS di Lugano

Un tempo le spose arrivavano al giorno fatidico con un bel corredo. Non mi è dato sapere cosa avrebbe dovuto esserci esattamente. Mi sembra di sapere per certo che le lenzuola per il letto matrimoniale erano molto importanti… con le cifre però.

Oggi tutto è cambiato; non ci si sposa più, si convive, ci si divide i compiti o addirittura può succedere che “lei” vada a lavorare e “lui” facci il casalingo… a tutti gli effetti… anche così registrato all’anagrafe.

Lui fa tutto in casa… proprio come un tempo si pretendeva che facesse lei.

I tempi sono sicuramente cambiati; non si lavano più i piatti; in ogni economia domestica c’è una bella lavastoviglie nella quale si possono mettere oggetti super sporchissimi e quel fantastico “sapone” ben reclamizzato renderà brillante ogni pezzo.

Non si può però immaginare una cucina, o un angolo cottura senza teli da cucina o canovacci di ottimo lino.

Teli da cucina di puro lino a Klaipeda (Lituania)

Ce n’è di tutti i colori e per tutti i gusti…. Specialmente quando è necessario asciugare una qualche stoviglia un po’ delicata.

È quasi normale per una coppia appena sposata andare in viaggio di nozze.

Questo viaggio poteva essere molto importante, specialmente quando era decisamente “proibita” la convivenza prima del fatidico giorno. Era utile per “consumare” e per conoscersi… per imparare cosa vuol veramente dire vivere insieme. Oggi il viaggio di nozze s’è trasformato in una vacanza speciale… non sempre tale. Alcune volte è addirittura pagato da parenti e amici che, anziché regalare un oggetto, vengono sollecitati ad “offrire” denaro. L’importante è andare lontano… molto lontano; sarà perfetto potersi sorbire tante ore di aereo e mandare foto e Mail da sotto una palma vicino ad un mare bollente.

Oggi, senza conoscere la geografia, si va appunto molto lontano e non si conoscono le bellezze di “girato l’angolo”.

Potrà quindi diventare “in” andare in viaggio di nozze senza uscire dai confini della Patria e gustarsi un poco di quella gastronomia che la regione limitrofa può offrire.

Un bel posticino “colorato”, almeno per chi abita in Svizzera e non intende uscire dai confini della nazione, è questo:

APPENZELL

Quel giorno pioveva. Non ci fui come turista; ebbi però il tempo di godermi le case colorate come queste; si specchiavano nell’asfalto come se fosse un lago.

Queste erano e sono solo una piccola parte delle bellezze architettoniche che offre questa cittadina… capitale del Cantone Appenzello Interno.

Per chi ha o avrà dei bimbi, andando in giro per la città, potrà essere interessante quello che riescono a far fare ai bimbi delle scuole.

Ho trovato delle semplici panchine… di quelle che s’incontra volentieri se si cammina e si guarda… panchine colorate; frutto del “lavoro” dei bimbi delle scuole locali.

 

Come dicevo purtroppo quel giorno pioveva e non mi fu possibile sedere su una di quelle panchine.

È bello poter considerare come ogni scolaro abbia potuto colorare la propria mano a piacimento e poi lasciare la propria impronta non solo digitale su quella panchina dipinta di giallo… che poi il giallo sembra essere il colore che piace di più ai più veramente giovani.

 

 

 

 

Panchina N° 1 – MACCHIAMO DI COLORE

Panchina N° 2 – Ognuno ha scritto il proprio nome.

Non solo han voluto lasciare nome e impronta, ma hanno saputo disegnare una delle loro bellissime case con giustamente il verde della natura e, perché no… una chiesetta… forse a significare la cristianità per noi in Europa così importante.

A dirigere la pitturazione delle panchine c’erano sicuramente degli adulti… adulti intelligenti però, perché permisero un lavoro eseguito col punto di vista di un bimbo.

Come può un bimbo vedere un arcobaleno?

Molto grande se non immenso.

Panchina N° 3 – Mettiti tranquillo…

Lo scopo di una panchina è proprio questo.

Sì, perché, che ci sia davanti un bel panorama, la serenità di un lago, la maestosità di un mare che si perde all’orizzonte o un muro più o meno colorato, starsene seduti “tranquilli” su una panchina senza pensare o con pensieri sereni può solo essere positivo. Che poi, se si è su una panchina siffatta con colori gradevoli quasi come ci detta la natura, non può essere che produttivo… non solo per il corpo e i muscoli che “riprendono fiato”, quanto per la mente che pretende di rincorrere problemi e… soluzione di problemi più o meno giustificati.

Qualche volta i problemi sembra siano senza soluzione e il nostro cerebro s’arrovella in continuazione. Le meningi diventano roventi e il cranio rischia un deflagrante scoppio. Qualche volta c’è la risorsa… ce lo dicono i bimbi dell’Appenzell.

 

Panchina N° 4 – …MEDITA.

 Lo so, non è facile meditare, però, poco alla volta, lentamente, lasciarsi trasportare con lo spirito in un paesaggio idilliaco circondato dal verde equilibrante permette di liberare la mente, trovare la semplicità e arrivare alla soluzione.

Il paesaggio della panchina è proprio come quello che possiamo trovare tutto intorno a questa cittadina.

Si pensi un po’ un viaggio di nozze alla scoperta di una cittadina quasi d’altri tempi e di una natura tranquilla e rilassante senza piscine megagalattiche e serate alle ore piccole in locali altisonanti. Chissà! Ma non è di moda.

Io ci sono arrivato in treno, e in treno sono ripartito. Nel frattempo smise di piovere e, proprio dal treno mi fu possibile fotografare quel verde meraviglioso, quel cielo tendente all’azzurro e le casette modello presepe.

Così è una parte della Svizzera… molto bella e pittoresca… che molti treni riescono a farci vedere con serenità… non troppa a causa delle tariffe esagerate.

Ecco che dal finestrino ho fissato un angolo del paesaggio che si rivela molto simile a quello della panchina n° 4.

 

Dal treno… manca solo la chiesetta.

Non si può parlare di Appenzell senza rammentare un paio di pezzetti colorati chiamati comunemente francobolli.

 

Francobollo del 1968 – Chiesa di San Maurizio

Questo francobollo fa parte di una serie dedicata ai vari monumenti più o meno importanti delle varie città svizzere. Nel 1982 ci fu l’emissione dedicata allo Zodiaco. Ogni costellazione aveva un corrispettivo. Nel francobollo da 1.60 sono l’illustrate alcune delle bellissime case di Appenzell.

 

 

 

 

 

 

Francobollo svizzero del 1982

Anche il timbro merita due parole. Non è colorato, ma ben disegnato. È di un paesello sul lago di Zug… poco lontano da Zurigo.

Il ritorno a casa dopo un viaggio di nozze in tutta serenità, potrà permettere di ricordare le atmosfere semplici di giornate vissute nella calma.

Che fare per rendere oltremodo positivo quel viaggio non altisonante?

 

Mettere insieme in un bell’album le fotografie fatte… e scrivere con penne colorate… come quelle acquistabili a Lugano.

 

L’album con le fotografie e delle belle didascalie di vari colori ha due funzioni.

La prima è chiara… mettere uno o più avvenimenti in bella vista dentro un album di piacevole fattura che può essere visto da chi passa da quelle parti o da chi desidera rendersi conto quale potrebbe essere stato quel viaggio.

Un’altra funzione, ben collaudata, è ad uso dei protagonisti inseriti nell’album stesso. Qualche anno dopo, o anche molti anni dopo quel fatidico “sì” potrebbe esserci qualche momento non proprio idilliaco fra lui e lei; una terapia, se c’è buona volontà, è quella di sfogliare insieme l’album… rivivere con la mente quei momenti e ri-prendere atto che c’era un grande amore che potrà essere coltivato come se fosse un orticello. Sfogliare l’album delle vite che si sono messe insieme può rimettere in moto quel “motorino” che sembrava assopito per mancanza di lubrificante; l’album può essere come una goccia d’olio che permette agli ingranaggi di girare bene… con l’entusiasmo ritrovato.

Penne di tutti i colori a… Lugano.

I colori sono belli e, aver avuto una vita colorata è ancora più bello.

Se poi, ai colori della vita, aggiungiamo i colori indossati in giornate fredde, c’è solo l’imbarazzo della scelta… lana, lane e lana ancora.

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Durate il mio « silenzio » nel mio blog, in Italia e nel Mondo vi sono stati molti accadimenti che avrebbero continuato a dimostrarmi che il Genere Umano è guasto ; non è escluso quello italico che annaspa per poter arrivare chissà dove… o dove possono interessare i soldi e le poltrone.

È fantastico come le « CIME » dei nostri Governanti siano riusciti a risolvere l’annoso problema dell’ILVA e l’altrettanto annoso dell’ALITALIA. Per quanto riguarda la Compagnia di bandiera, i contribuenti d’Italia continuano a vedersi depauperare.

Intanto un altro ponte autostradale è saltato…l’Amazzonia continua a bruciare e Trump gioca coi dazi come se fosse il « Gioco dell’oca ».

Ora però arrivano le tanto agognate FESTE.

Quello che un tempo veniva chiamato Santo Natale sta arrivando davvero.

Oggi lo chiamiamo semplicemente Natale… ha perso la santa connotazione ed è diventato una festa volta ad un consumismo piuttosto sfrenato… anche per chi ne ha pochi… di soldi. Non se ne può fare a meno. A Natale bisogna fare dei regali e bisogna mangiar bene.

Già alla fine di novembre son cominciate le « luminarie »… per ricordarci che bisognerà fare dei regali… e magari riceverne qualcuno.

Quand’ero bambino credevo che a Natale fossero tutti buoni e tutti contenti. Ora che sono un po’ cresciuto, mi accorgo che non era e non è così. Pazienza !

Voglio però illudermi che così possa essere e che una maggior percentuale di « Genere Umano » riesca ed essere più… « Umano ».

 

Voglio augurarvi Buon Natale dapprima con una serie del Vaticano del 1964.

Serie natalizia del 1964

È una Natività « giapponese ». Un dipinto della pittrice Teresa Kimiko Koseki. Non è la solita Natività di un pittore italiano.

 

Oggi, a certi livelli, il Natale deve anche essere stilizzato e non di tipo religioso… chissà perché !..

 

Sembrerebbe, ripeto sembrerebbe, che in uno dei tanti Cantoni svizzeri, per certe categorie politiche, sia sconsigliato parlare di Festa del Natale, meglio Festa dell’Inverno… per non « disturbare » quegli stranieri che, vivendo in Svizzera,  non hanno niente a che fare con le nostre tradizioni.

 

BUON NATALE con francobollo svizzero recentissimo e « modernissimo ».

 

 

Francobollo della serie natalizia svizzera del 2019

Penso che, a questo punto sia necessario anche un francobollo natalizio italiano. Ho trovato questo del 1978 ; è una Natività del Giorgione. Il timbro calza a pennello per mettere a fuoco il terribile dilettantismo col quale certi personaggi riescono a non governare la nostra penisola.

Non hanno ancora capito che il benessere di un’economia dipende dal buon funzionamento delle infrastrutture e dei servizi.

Francobollo italiano del 1978

Nel centro della quartina di questo francobollo c’è un timbro speciale di Ventimiglia in provincia di Imperia.

Lo metto bene in evidenza.

Obliterazione del 29 settembre 1979

Si può osservare un ponte. È un ponte ferroviario ricostruito della linea Ventimiglia Cuneo, un tempo la linea era tutta in territorio italiano, oggi, dopo la Seconda Guerra Mondiale, parzialmente in territorio francese.

Orbene, i Nazisti in ritirata, fecero saltare i ponti della ferrovia. Nel 1979, dopo la ricostruzione, fu riattivata la linea.

È una bella linea… è panoramica e suggestiva… potrebbe essere sfruttata turisticamente… ma fu dismessa. Oggi, stando all’orario TRENITALIA, viaggiano su quella linea solo 4 treni al giorno… 2 verso Cuneo e 2 verso Ventimiglia.

È questa l’ennesima dimostrazione che non si vuole sfruttare le risorse che sono a disposizione… o non se ne ha la capacità.

 

Credo che « Loro » non ne abbiano la capacità… e che il loro QI non riesca a raggiungere il livello minimo indispensabile.

In questo, come in molti altri casi non li si può considerare colpevoli, quanto colpevole potrebbe essere il popolo che li ha messi su quelle poltrone. Nel caso, da dimostrare, che manchi la volontà, allora dovrebbero essere considerati dei criminali… alla stessa stregua di chi uccide deliberatamente o guida senza patente o senza assicurazione.

 

Tutto questo non lo si dovrebbe pensare… dato che sta arrivando il Santo Natale.

 

Un mio GRAZIE particolare a chi mi ha dimostrato amicizia… quasi affetto.

 

BUON NATALE A TUTTI I MIEI LETTORI… INDISTINTAMENTE

 

 

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CRESCITA?… MEGLIO ZERO? 2

 

S’era detto che spedire una lettera da Lugano a Lugano significa far viaggiare un oggetto per almeno 60 chilometri quando la distanza fra l’impostazione e il punto di recapito è qualche centinaio di metri; troppo?

 

Ebbene, l’altro giorno, mi recai in Italia, in Provincia di Varese (esistono ancora le Province?) a Lavena Ponte Tresa. La cittadina confina con la Svizzera, col comune di Ponte Tresa. Ad un paio di centinaia di metri dalla frontiera c’è l’Ufficio Postale di Poste Italiane.

UFFICIO POSTALE DI LAVENA PONTE TRESA.

Dovevo inviare un paio di raccomandate; ne approfittai per spedirmene una e verificare con garanzia matematica con quale ecologico entusiasmo si comportano tanto le Poste d’Italia quanto quelle di Svizzera.

Detto fra parentesi, la posta svizzera si fregia di una scritta “PRO CLIMA” per sventolare a tutti l’interesse verso il Pianeta Terra.

La raccomandata fu spedita il 2 ottobre 2019 e arrivò a Lugano il 5 ottobre.

Abbastanza veloce… 3 giorni, se si pensa che da Lavena Ponte Tresa a Lugano… in linea d’aria ci sono 8 chilometri.

Da Lavena Ponte Tresa (Italia) a Lugano (Svizzera)… 8 chilometri.

È necessario però prendere in considerazione il “grande viaggio” che fece questa lettera… turisticamente parlando… quasi impagabile.

LA LETTERA RACCOMANDATA da LAVENA PONTE TRESA (VA) a LUGANO.

Per prima cosa la lettera fu spedita a Milano… primi 62 chilometri (in linea d’aria).

 

LA LETTERA RACCOMANDATA da LAVENA PONTE TRESA (VA) a LUGANO.

 

Da Milano fu spedita a Zurigo… 217 chilometri (sempre in linea d’aria).

Da Milano a Zurigo (Svizzera))

Infina… Da Zurigo finalmente a Lugano… 154 chilometri.

 

Da ZURIGO A LUGANO

 

In totale, questa lettera, per essere recapitata all’ufficio postale di Lugano fece ben 433 chilometri… in linea d’aria.

Quindi, per compiere gli 8 chilometri, ne ha compiuti ben 425 in più… evviva il PRO CLIMA delle Poste Svizzere.

 

Non credo però di poter dire “Brave” alle Poste Italiane. Se infatti io imbuco una lettera nella buca dell’ufficio postale di Lavena Ponte Tresa… indirizzata a Lugano, la lettera andrà prima a Milano (62 chilometri), e da Milano, non so se viene spedita direttamente a Lugano, o se va addirittura fino a Zurigo per essere poi dirottata a Lugano.

Se viene dirottata direttamente a Lugano, la lettera viaggia per 125 chilometri anziché 8… e non mi sembra ecologicamente da virtuosi.

 

Naturalmente, per far le cose bene, e cioè comportarsi ecologicamente, ci vuole un po’ più di personale… ne varrebbe la pena? È giusto diminuire sempre di più il personale per fare sempre di più utili?

Questa è “LA CRESCITA?”

Quanto ho scritto e documentato sembra banale o addirittura stupido.

“Per una lettera è il caso di fare tanto rumore e consumare così tanta energia?” mi si potrebbe chiedere.

“Risponderei: “Ma non è con le piccole cose che si possono fare le grandi cose?”

 

Ma perché la crescita deve essere una maledizione per il Genere Umano?

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COLORI 5

 

Ho menzionato le scarpe di cioccolato…

Non sono scarpe vere da mettere ai piedi… no… altrimenti si scioglierebbero, però, sembrano scarpe vere. Le vidi in vetrina anni fa alla Rinascente di Milano.

MILANO – LE SCARPE DI CIOCCOLATO

Sono solo scarpe femminili… e sono di tutti i colori con fiocchetti vari e tanta fantasia.

Non so perché hanno attirato la mia attenzione ; non m’è neppure venuto il desiderio di acquistarne una.

Ho trovato interessanti i colori e il fatto che si potrebbe « mangiare una scarpa »… mangiare una scarpa che, per antonomasia è sporca… sempre sporca. Raramente una scarpa è pulita… solo quando è proprio nuova… anzi nuovissima.

Mi sovviene un quasi modo di dire che ebbi occasione di sentire un certo numero di anni fa… e cioè che in fatto di prestito, tutto si può prestare ad eccezione della moglie e delle scarpe… Ebbene, in questo caso si vuol mettere sullo stesso livello la moglie e le scarpe, o vuol significare che le scarpe sono così personali e preziose come la consorte ?

Ho voluto fotografarle ancor più da vicino… e ve le presento :

SCARPE DI CIOCCOLATO… ingrandite.

Probabilmente non mangerei una scarpa così, ma… una bella torta

LUGANO Al Porto– UNA VETRINA DI TORTE. QUANTI BEI COLORI !

È di grande interesse, almeno per me, il prendere in considerazione il fatto che più persone si fermano davanti a una vetrina così succulenta e… consumano con gli occhi le dolci bontà messe in mostra dietro a quel vetro.

Rimanendo nell’argomento torte, si può ricordare che, nella vita di tutti i giorni, quando un lavoro è quasi finito, ma non finito del tutto, si suol dire che sarebbe perfetto, o quasi perfetto e che… « manca la ciliegina sulla torta ».

LA TORTA CON LA CILIEGINA

La trovai anni fa e… la misi da parte. È anche lei di Lugano.

Siamo in un argomento caro a tante persone… il cibo. C’è chi mangia per vivere, chi vive per mangiare e chi non ha da mangiare in modo sufficiente… e, purtroppo, c’è anche chi muore di fame… anche a causa di una malnutrizione…

Che poi, anche l’obeso, che di cibo ne ha a sufficienza, anche lui è un caso che andrebbe analizzato fra quelli della « malnutrizione ».

Nel mondo in cui viviamo sembra che sia sempre tutto organizzato… I GRANDIdella terra si riuniscono un po’ qua e un po’ là per rendere tutto sempre migliore ; dalla pace, o dalla meno guerra, alla necessità di conservare i nostri, di ieri soprattutto, beni culturali (UNESCO), nonché la possibilità di pianificare un minimo di nutrimento per ogni popolo e per ogni umano che ha raggiunto, per nascita, la faccia della terra.

Ad occuparsi di cibo e di nutrizione, fra i GRANDIc’è, e ha sede a ROMA, la FAO.

Francobollo italiano del 1995 dedicato alla FAO.

Dalle nostre parti c’è solo l’imbarazzo della scelta e la necessità di avere un borsellino pieno o una buona carta di credito… anche per il mercato.

QUANTI BEI COLORI AL MERCATO DI SAN NICOLA A GENOVA !!!

C’è solo l’imbarazzo della scelta… i colori e le qualità… cereali e spezie… per ogni palato e per ogni casalinga desiderosa di stare dietro ai fornelli.

Oggi stare dietro ai fornelli sembra controproducente… si perde tempo, e poi, i familiari commensali raramente lodano la cuoca… è tutto dovuto. Sembra meglio cibarsi di alimenti precotti… e risparmiare quel tempo per azioni più « intelligenti ».

Le Poste Italiane s’erano già occupate di cibo nel 1994 con 2 francobolli.

Francobollo italiano del 1994

In questo francobollo si parla di pane… più precisamente di pagnotte. Ce ne sono alcuni tipi. C’è anche il sacco di farina con la paletta di legno.

Il pane non è solo uno degli alimenti più importanti degli italiani, ma è anche al centro di alcuni modi di dire altamente significativi.

Mi tolgo il pane di bocca” o similari è molto conosciuto; molto più interessante “Guadagnarsi il pane col sudore della fronte”.

È in questo contesto che mi viene automatico ricordare un momento della storia della mia beneamata Italia… momento che, coi tempi che corrono, non dovrebbe essere ricordato… perché oggi è di moda l’antifascismo. Io però mi rifaccio a uno storico molto importante e, penso come tale, obiettivo: Arrigo Petacco.

Scrisse una specie di biografia di Benito Mussolini “L’UOMO DELLA PROVVIDENZA”.

Comunque sia, il pane, come importante alimento per il popolo italiano, mi ha fatto ricordare “La battaglia del grano” di Mussolini. Pare che l’efficienza di questa “battaglia” abbia portato l’Italia, in soli 6 anni, all’autosufficienza in fatto di cereali.

1932 – Francobollo Decennale – PERCHÉ L’ITALIA ABBIA PANE PER TUTTI I SUOI FIGLI

Non ero ancora nato. Questo francobollo sembra abbia voluto mettere l’accento sulla necessità che ogni italiano avesse la possibilità di vivere con un certo benessere alimentare.

È probabile che, con questi riferimenti, io possa ricevere gli strali di qualche mio lettore. Non è assolutamente mia intenzione fare dell’apologia al fascismo… che ho un poco conosciuto… e che mi ha fatto soffrire non poco.

Molti di quelli che oggi parlano, hanno solo sentito parlare del fascismo, e hanno pure letto del fascismo, hanno voluto documentarsi sul fascismo, e, probabilmente hanno militato nel comunismo e hanno magari pure osannato Stalin e Togliatti. Io, da parte mia, so cosa sono le bombe che possono caderti sulla testa come conseguenza di una guerra terribile, e so pure, anche se marginalmente, cosa vuol dire quel “paradiso comunista” che fu da molti auspicato anche in Italia.

Qui, in questa sede, mi piace, coll’ausilio dei colori che aiutano l’introduzione di riflessioni, essere oggettivo. Il pane del francobollo della FAO e quello col pane in bella vista non poteva evitarmi certe digressioni.

Ci fu un altro francobollo che parlava di cibo… sempre nel 1994.

Francobollo italiano del 1994.

Non mi sembra particolarmente bello. Esalta la pastasciutta, non solo tanto amata dagli italiani, ma indispensabile, almeno credo, nella dieta mediterranea.

Con gli alimenti ci si può sbizzarrire finché si vuole. Ci sono anche gli alimenti che, in abbondanza, causa zucchero, non vanno bene… senza parlare di quelli “senza zucchero” e coi dolcificanti che sono ancora peggio… come le caramelle.

Valencia… CHE ESPOSIZIONE DI CARAMELLE… E SIMILI!

Che poi, in fondo in fondo, le caramelle diventerebbero la fortuna dei dentisti.

Lasciamo perdere e consideriamo il particolare che se vogliamo andare a cena… una buona cena, abbiamo bisogno di vestirci un po’ bene.

Per Lei, se Lei va a cena con Lui o, anche se va a cena con una Lei, o con delle Lei o con più Lui, desidera sempre avere una borsetta.

Ci sono delle donne che, come borsetta, hanno una specie di valigia nella quale puoi trovare assolutamente di tutto. Che poi, se, sul bus, o sul tram o per la strada le vedi affannosamente “ravanare” in questa “valigia”, è semplicemente che si rendono conto che il cellulare, non sempre nel posto giusto, ha cominciato a squillare… o a fare dei rumori o delle musiche strane. Sì, perché oggi il telefono, non è più un telefono, e quindi squillararamente. È un piccolo computer che fa musica, imita il verso degli animali e conserva album di famiglia e filmati più o meno confidenziali.

Torniamo alla borsetta per una buona cena… non alla valigia.

Normalmente è di piccole dimensioni e dovrebbe essere strettamente abbinata agli altri indumenti… sì, perché la borsetta è una specie di indumento.

MILANO LINATE

Queste di Linate sono poche. Non ci sono molti colori. Una borsetta così potrebbe essere sufficiente per quando s’arriva dopo un viaggio in aereo; però, non dimentichiamolo, la borsetta è importante e l’abbinamento importantissimo… come per le scarpe.

Sì, la scarpa, il colore e la “fattezza” della scarpa è troppo importante. Oggi si entra in un negozio di scarpe e si sceglie e si prova e si va a pagare… alla cassa.

Ma un tempo non era così… o forse è ancora così nei negozi come si deve… Il cliente entrava, spiegava che tipo di calzatura desiderava, veniva fatto accomodare e cominciava a provare un certo numero di scarpe che il commesso o la commessa portava e aiutava a infilare nel piede. Un paio di passi, un passaggio davanti allo specchio e… un altro giro. Il primo gruppo di scatole, con le scarpe rifiutate, vien messo in un angolo e si riparte con un’altra mandata; un continuo susseguirsi di prove, controprove, passaggi davanti allo specchio e… “forse quel paio là che avevamo eliminato potrebbe andare”… e così via.

La pazienza di quei commessi era unica e irripetibile o al passo coi tempi. Sì, perché non bisogna credere che, alla fine, quella signora uscirà dal negozio col pacco del paio di scarpe acquistato… no, no. Quella signora potrebbe non aver trovato quello che desiderava, pronta a continuare la ricerca in un altro negozio.

Da parte mia, devo dire la verità, ho sempre acquistato un paio di scarpe in una manciata di minuti.

Torniamo alla borsetta per la cena… o anche per andare a spasso.

La nostra Lei troverà il colore che desidera:

A MENDRISIO… AL FOXTOWN

Se poi Lei andrà con Lui, sarà necessario che anche Lui si vesta bene…

Per vestirsi bene, oggi sembra siano sufficienti un paio di jeans, una camicia e magari una giacchetta, dipendentemente dalla temperatura.

In questo caso però, sarà bene che Lui eviti di vestirsi in modo troppo casual… magari coi pantaloni bucati e le ginocchia al vento.

Per una bella cena, magari Lui solo con Lei, secondo me Lui potrà vestirsi con un bell’abito e terminare il look con una bella cravatta.

Lo so, sembra che le cravatte siano un po’ in disuso; una bella cravatta però, con un nodo fatto bene, è un pochino come quella torta con la ciliegina. Temo però, che oggi, molti uomini non siano capaci di fare un bel nodo alla cravatta.

MILANO – GALLERIA VITTORIO – Ma non sono belle?

E allora… ipotizziamo una bella cenetta. Sì? Vogliamo metterci una bella candela?

MERANO – ALLA CONAD

Per trovare una candela non è necessario andare in un negozio specializzato. Esistono sì delle candele molto belle, e, in questo caso, per avere quella che piace, potrebbe essere necessario fare delle ricerche.

A me son sempre piaciute le candele e, ne ho ricevute molte in regalo… sono però candele che non si accendono… almeno normalmente.

S’è potuto sicuramente comprendere che apprezzo i colori; mi piacciono quando sono tanti insieme, ma anche il singolo colore.

Molte persone, forse moltissime, lavorano o devono lavorare. Molte volte il lavoro piace, altre volte non piace per niente e viene atteso con ansia il venerdì per poter godere 2 giorni di festa.

Anche sul lavoro ci possono essere i colori… ad aiutarci… e, perché no, essere più sereni.

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Siamo all’inizio di una estinzione di massa, e tutto ciò di cui potete discutere sono i soldi, e le favole di una eterna crescita economica. 

Se è vero che Greta Thunberg s’è espressa in questo modo all’ONU davanti ai “GRANDI” della Terra, devo dire che è stata grande… molto grande.

Io l’avevo sempre sottovalutata, ma oggi devo rendermi conto che ha detto a “Quella gente” qualcosa di sacrosantamente vero.

È alla parola crescita che bisognerebbe mettere l’accento.

Non ho mai sopportato la parola “crescita” dei nostri Governanti… e neppure degli altri. Sembra che si debba crescere in eterno a discapito della popolazione e del benessere.

Non credo che abbia servito molto… quel discorso. Penso che sia riuscito a dare un po’ di leggero prurito alle orecchie dei “GRANDI” della Terra… ammesso che siano “GRANDI”… ma con una materia grigia piuttosto scadente?

Credo, penso utopisticamente e ipotizzo che di fronte a certi discorsi, i GRANDi e le GRANDI ORGANIZZAZIONI potrebbero cercare di “crescere” un po’ meno e pensare un pochino anche al benessere della popolazione. Credo che sia chiaro a tutti che “crescita” non va di pari passo con “serenità”. E poi, a soffrire di più sembra che sia il Pianeta.

 

UN GHIACCIAIO IN GROENLANDIA

Ho detto “sembra” dato che c’è chi asserisce che i ghiacci si scioglierebbero lo stesso anche senza la CO2 in più.

 

Se è vero che nel Matrimonio (oggi in disuso o quasi obsoleto) e nelle Convivenze (oggi in auge) è grazie alle Piccole Cose che il rapporto funziona… se è ugualmente vero che le Piccole Cose sommate diventano Grandi Cose, penso che i GRANDI e le GRANDI ORGANIZZAZIONI potrebbero cominciare dalle Piccole Cose.

Questo Supermercato è una GRANDE ORGANIZZAZIONE svizzera con filiali in tutta la Confederazione.

Non faccio nomi perché non voglio parlar male di qualcuno, ma vorrei, anche poco poco, aiutare a trovare una strada per evitare il soffocamento della nostra beneamata Terra.

Si osservi attentamente questa pubblicità divulgata attraverso un giornaletto che arriva regolarmente nelle case di moltissime famiglie:

MIRTILLI DAL PERÙ

Oggi si vendono molto i mirtilli… e li si trovano abbastanza facilmente… o sono diventati “di moda” o, credo, hanno imparato a coltivarli.

Ai miei tempi, cioè quando ero giovane…  cioè qualcosa come 65 anni fa, quando d’Estate mi trovavo in Val d’Aosta, s’andava nel bosco, con dei “pettini” particolari, a raccoglierli. Noi sapevamo dov’erano, e, in un pomeriggio ne raccoglievamo un po’, ma non delle quantità industriali. Non solo non erano dietro l’angolo, e, in più, bisognava fare attenzione alle vipere.

Probabilmente hanno imparato a coltivarli anche in Perù, ma, dico io, è proprio necessario trasportarli in Europa? Probabilmente in aereo.

Ma l’aereo inquina o no?

Ma certo che inquina… e consuma un mucchio di energia.

Ho mangiato mirtilli polacchi, svizzeri e piemontesi… ma la Polonia è vicina rispetto al Perù… il Piemonte vicinissimo… e poi, un po’ di mirtilli possono essere trasportati col treno.

Lo stesso discorso vale per questo pollo dal Brasile:

POLLO DAL BRASILE

Ma anche il Brasile non è girato l’angolo, e, anche in Europa ci sono moltissimi allevamenti di polli, e anche di ottima qualità.

Questo, almeno secondo me, è un esempio recentissimo e chiarissimo di osceno consumo di energia con disinteresse nei riguardi dell’ecologia. Chi vende in questo modo non ha rispetto per tutti noi, e, chi compra questi prodotti, o non pensa o non legge o… se ne straffffotte di tutto quello che ci raccontano.

Il discorso non è valido se l’acquisto di prodotti che vengono da lontano, è per prodotti unici… come ad esempio il Parmigiano Reggiano.

Un altro osceno consumo di energia è quello di far viaggiare inutilmente oggetti di corrispondenza o pacchi.

In questo caso, siamo sempre in Svizzera, è la POSTA che, con la scusa della razionalizzazione, fa viaggiare chilometri e chilometri la corrispondenza… anche quando potrebbe non essere necessario.

Lettera da Lugano a Lugano

Questa lettera fu imbucata a poche centinaia di metri dal luogo di recapito. Essendo stato, il francobollo, obliterato a CADENAZZO, che dovrebbe essere un Centro Logistico, questo oggetto di corrispondenza ha compiuto più di 60 chilometri.

A me non sembra ecologicamente valido…

Certamente più oggetti consumano maggiore energia… inutilmente… inquinando.

Non so cosa accada in altre Nazioni. Penso però che la “zuppa” sia la stessa… a discapito della nostra salute? O per un maggior profitto?

Non so esattamente cosa accada con Poste Italiane. Penso che potrebbe essere peggio.

 

È giusto il profitto di una GRANDE ORGANIZZAZIONE (POSTA SVIZZERA)… che lede, anche se molto indirettamente, la salute della popolazione?

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Non bisogna parlar sempre male delle poste. Un tempo ci lamentavamo… ma le cose funzionavano abbastanza bene. Il postino arrivava regolarmente e, quasi sempre alla stessa ora… se non addirittura due volte al giorno.

Mi piace oggi ricordare alcuni piccoli particolari che riguardano le timbrature… che quasi mai venivano prese in considerazione… e che ho in parte accantonato.

Le poste mettevano nei loro timbri la località di partenza, la data e l’ora in cui veniva obliterato il francobollo… e un po’ di pubblicità… di qualunque tipo.

Ora non più… anche perché la corrispondenza è minima e l’affrancatura con un francobollo vero, ancora « più » minima.

In questo caso si chiedeva di scrivere le lettere su carta più leggera… sicuramente per ridurre i costi di trasporto.

Obliterazione del 1960

Evidentemente, se la corrispondenza da trasportare pesava meno, si consumava meno energia. Sembrerebbe che nel 1960 s’era più ecologici di adesso… che si parla sempre di ecologia.

Oggi, si timbra molto lontano, se si timbra… e si trasporta con « tranquillità ».

Timbro degli anni 50. Non si riesce purtroppo a leggere l’anno preciso.

In questo caso si desidera chiedere agli automobilisti una guida corretta. Di autostrade ce n’erano poche. Sulle strade normali era più facile abbagliare il conducente dell’auto che s’incrociava.

Ricordo, in chiave quasi anedottica, che negli abitati era obbligatorio, di notte naturalmente, usare le cosiddette « luci di città »… oggi, mi sembra si chiamino « di posizione ». Mio fratello, in un paesello della Val d’Aosta, fu multato dai Carabinieri perché aveva i fari anabbaglianti… e dovette pagarla.

E pensare che oggi si consigliano gli anabbaglianti anche di giorno… obbligatori sulle autostrade.

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Il treno del Sole e il treno dell’Etna arrivavano a Torino. A Torino c’era, e c’è tutt’ora ma snaturata (perché FIAT vuol dire Fabbrica Italiana Automobili Torino), la FIAT. E Torino diventa una « grande » città. C’era il Salone dell’Automobile e il Salone della Tecnica…

Qualcuno si ricorda com’era la FIAT 1800 ?

Era così… da Wikipedia

FIAT 1800 e 2300

Questo è un timbro svizzero… in italiano. Qui veniva propagandata la colletta di maggio in favore della Croce Rossa Svizzera.

Obliterazione del 1984

Non so se le poste si facevano pagare per propagandare la « colletta ». È bello poter pensare che offrissero i loro timbri in favore della Croce Rossa.

E poi ci sono tanti altri timbri che hanno tanto da raccontarci.

Sarà interessante prendere in considerazione quelli delle varie località.

Peccato che hanno smesso di farlo.

Sì, perché OGGI non c’è più alcuna personalizzazione… come in questo :

Francobollo svizzero del 2018

C’è almeno la bellezza del francobollo che commemora i 125 anni di quella ferrovia conosciuta in tutto il mondo che, porterà poi gli escursionisti fino a 3454 metri s.l.m. Siamo nelle Alpi Bernesi. Il bello di questo francobollo che, oltre alle montagne, ci mostra l’antica ferrovia a cremagliera con la vaporiera che spinge. Interessante il particolare della locomotiva che ha « il sedere » sollevato per permettere al tender, a causa delle rotaie in grande pendenza, di rimanere orizzontale.

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Non bevo molta birra.

Qui in Ticino, o anche in Italia, solo d’Estate quando fa bel caldo.

Chissà perché, quando vado oltre Gottardo, cioè o nella Svizzera tedesca o nella Svizzera Romanda… al ristorante ordino quasi sempre birra… anche d’Inverno.

 

Da qui è facile andare in Italia… e ci vado spesso… col trenino.

Perché non fare anche un po’ di spesa ?… fra cui qualche bottiglietta di birra ?… come questa ?

Birra di Sardegna

Ecco, proprio questa m’è piaciuta…

E poi, m’ha ricordato la bellezza e la simpatia della Sardegna.

Questa non vuole assolutamente essere una pubblicità… però, devo dire, che, fra tante birre ho voluto rendere un omaggio particolare alla Sardegna.

 

Fui una sola volta (purtroppo) in Sardegna… nel nord dell’isola… e poi a Palau con bimbi, a quei tempi due, e roulotte.

Era il lontano 1975… e lo ricordo ancora con immenso piacere… sì, perché se si viaggia con la roulotte, si gode maggiormente il territorio.

 

Nell’apprezzare la Sardegna, non è possibile dimenticarsi che anche POSTE ITALIANE, hanno dedicato un francobollo alla Sardegna… un bel francobollo… che solo a guardarlo dimostra l’esistenza di misteri e stimola prepotentemente il desiderio di partire alla volta della genuinità di quell’isola.

Francobollo italiano del 2007.

Molti sono i ricordi del nostro soggiorno in Sardegna, e, in particolare a Palau ; mi piace ricordare la « Roccia dell’orso » che raggiunsi a piedi assieme al mio bimbo… allora di 8 anni.

Non ho foto di buche delle lettere di Sardegna. Chissà se un qualche mio lettore dalla Sardegna potrà arrivare a ricordarsi di me!

Sarebbe bello.

 

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Registrazione del 1° Giugno 2019

Personaggi:

L’Albero, Alessandro, Panchina Ingenua e Panchina Petulante.

 

 

L’Albero : « Perbacco caro Alessandro… non vieni più a trovarci ».

 

Alessandro : « Vado sempre di fretta ».

 

Panchina Ingenua : « Ma siediti un po’ qui… fatti un po’ coccolare ».

 

Alessandro : « Va bene… siete proprio carinissimi ».

 

L’Albero : «Ma dove sei stato ? »

 

Alessandro : «Sono stato velocemente a « trovare » la casa dove abitava mia Nonna ».

 

Panchina Petulante : « Cosa significa ? »

 

Alessandro : « Significa che a me piace tanto andare a rivedere la casa dove abitava mia Nonna… sul Lago di Costanza. Quando ero bambino, proprio giovane, dopo che smisero di scoppiare le bombe e fu nuovamente possibile attraversare il confine e andare in Svizzera, ritrovai la mia Nonna per qualche giorno. Il bello però è che quando fui leggermente più grandicello, mi lasciarono stare da mia Nonna un bellissimo lungo mese. Sapevo un pochino di tedesco, ma, durante quel mese, anche se con mia Nonna parlavo italiano, con tutti gli altri parlavo tedesco o addirittura il dialetto. In poche parole, per un bellissimo lungo mese mi trovai a vivere come i locali… a giocare coi bimbi del vicinato… ad andare in riva al lago a passeggiare… ad andare a pescare… ad andare al porto a veder partire i vaporetti… a far visita ai parenti ».

 

L’Albero : « Quindi ti trovasti a vivere con tua Nonna e coi turgovesi del luogo? »

 

Alessandro : «Certamente. Ne ho un ricordo coinvolgente, nel senso che quando ci penso mi sento ancora andare a spasso per la città a piedi nudi… proprio come i bimbi del luogo.

 

Ingenua : « Che bello ! Lo sai che, da come sento fremere le tue chiappe sui miei legni, comprendo i tuoi sentimenti ? »

 

Alessandro : « Sì, anche se per poco, mi piace rivedere la casa dove abitava mia Nonna. Sapete, un mese è lungo quando si è bambini ».

 

L’Albero : « Hai qualche ricordo particolare ? »

 

Alessandro : « Sì, ce ne sono più di uno… di ricordi. Un giorno o l’altro ve li racconterò. È la chiesa del posto che mi fa un po’ commuovere… ogni volta che la vedo. Sapete, mia Nonna era molto pia e andava tutte le mattine in Chiesa… che, tra parentesi, è molto bella… ve la voglio far vedere :

LA CHIESA DAL PORTO

Io avevo imparato a far bene il chierichetto… alla svizzera… con grande precisione. Quello però che ricordo con enorme piacere è che al sabato pomeriggio andavo sul campanile, fino in cima, col sacrestano, a far suonare le campane.

Beh, voi dovreste saperlo che in Svizzera, al sabato pomeriggio, a quella determinata ora, le campane di tutte le chiese, che siano cattoliche o protestanti, suonano tutte le campane per 15 minuti. A me piaceva moltissimo.

Le campane erano mosse da motorini elettrici. In cima a questo campanile c’erano 6 campane di grandezza diversa… che suonavano… e suonavano. Che bello ! Quanto mi piaceva stare lassù ! »

 

Ingenua : « Quasi mi commuove questa tua gioia di bimbo mentre vai su quel campanile « semplicemente » per suonare le campane ».

 

Petulante : « Cara sorella, le campane sono un bellissimo simbolo della cristianità degli Umani. Noi, coi nostri legni, non possiamo capire quanto possa essere importante per gli Umani il suono delle loro campane… specialmente ora che l’avanzare dell’Islam non gradisce questo suono ».

Alessandro : «Care « ragazze » vi ringrazio per i vostri apprezzamenti, ma, non è qui il caso di fare della polemica di tipo religioso. Vi faccio vedere ancora il campanile visto dal basso… guardate che bello ».

IL CAMPANILE

L’Albero : « Alessandro ha ragione. Bello il Campanile. Da lì sei poi ripartito e sei tornato a casa ? »

 

Alessandro : «Certamente, ma non dalla strada più breve… e cioè da Zurigo. Son passato da San Gallo ».

 

L’Albero : « Bella città. Per gli svizzeri San Gallo è anche un Cantone molto importante… un po’ decentrato, confinante però coll’Austria e col Principato del Liechtenstein. »

Il Canton San Gallo… in verde.

 

Alessandro : «Rimasi poco, praticamente appena in tempo per entrare in una pasticceria…

Prendere atto delle tante leccornie in vendita e acquistare, per la gioia di mia moglie… e naturalmente anche mia… il BIBER… con pasta di mandorle e una specie di pane. Non so esattamente come facciano questa prelibatezza.

Prelibatezze

Ho comperato quello con lo stemma del cantone, e, in quel momento particolare, non m’era mai venuto in mente prima, ho pensato che, specialmente di questi tempi, non sarebbe stato da regalare a certi italiani impegnati politicamente. »

 

L’Albero : « Come fai a dire questo ? »

 

Alessandro : «Beh, tu che sei al di sopra di tutti, e, stai crescendo ancora, conosci perfettamente lo stemma del Cantone di San Gallo. »

 

L’Albero : « Certo che lo conosco »

Lo stemma del Cantone di San Gallo.

Alessandro : «Benissimo. Ora prendiamo un pochino in considerazione lo stemma del cantone e confrontiamolo con l’emblema del Partito Nazionale Fascista. Guarda un po’ quanto sono simili.

P.N.F.

Comunque sia, mia moglie era molto contenta. Lei non si fa assolutamente nessun problema. Lei è nata e cresciuta in Svizzera, e quello che, insieme a me non riesce a capire perché ci si affanni in Italia così tanto a voler essere antifascisti, quando ormai il fascismo è morto e sepolto. »

 

L’Albero : « Ma sì. Anch’io sento e capto sovente questa apparentemente paura. Sembra diventata una specie di moda. Se qualcuno dice che al tempo del fascismo i treni arrivavano in orario e spera che i treni si comportino bene, viene tacciato per fascista. Beh, tu Alessandro che vai volentieri in treno, qui in Svizzera, sai che i treni viaggiano quasi sempre in orario, ma, noi, qui in Svizzera non siamo mica fascisti… semplicemente ci piace un pochino l’ordine e la puntualità. »

 

Petulante : « Albero… mi fai ridere quando parli di moda e antifascismo. Ma la moda è un’altra cosa… la moda è quella delle Umane… anche se poche signore proprio ben vestite, alla moda, vengono ad appoggiare le loro chiappe su di me. Qualche volta mi piacerebbe poter sentire e toccare certi vestiti. »

 

Ingenua : « Ma cosa dici sorella ! A me piace sentire le chiappe di Alessandro… peccato che sento che se ne vuole andare. Eh sì caro Alessandro… le sento le tue vibrazioni… sento che stai per andartene.»

 

Alessandro : «Hai ragione, ma non prima di avervi mostrato la prelibatezza di San Gallo che ho portato a mia moglie. »

BIBER DI SAN GALLO CON LO STEMMA DEL CANTONE

Ingenua : « Sono sicura che tua moglie l’ha gradita… è simpatica. Vi ho visto l’altro giorno quando passavate qui vicino a braccetto ».

 

Alessandro : «Quanto sei carina. Ora me ne vado. Un salutone a tutti voi. »

 

L’Albero, Petulante e Ingenua : « Ti abbracciamo col nostro ligneo pensiero. Torna presto ».

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 Ogni tanto passo la frontiera… la frontiera fra la Svizzera e l’Italia… vado in Italia:

 

quell’Italia che mi ha dato i natali quando ancora Benito Mussolini dettava legge,

quell’Italia che preferì la Repubblica a Umberto II,

quell’Italia che ebbe fra i propri Governanti un cittadino dell’Unione Sovietica,

quell’Italia che maltrattò gli italiani profughi dall’Istria, Fiume e Dalmazia,

quell’Italia del famoso miracolo economico,

quell’Italia che rese immortale la Vespa e la FIAT 500,

quell’Italia che si tappò il naso e votò Democrazia Cristiana,

quell’Italia che svende i propri Gioielli,

quell’Italia che stravede per un pallone… anche se non è sempre quello,

quell’Italia che tentò la svolta con un reddito di cittadinanza e una quota 100,

quell’Italia, infine, che ancora non sa se amare o odiare l’Europa.

 

Mi piace, ogni tanto, attraversare la frontiera.

Mi piace andarci col trenino… così posso camminare.

Mi piace, ogni volta, bere un buon caffè… al bar… in piedi.

Mi piace portarmi la macchina fotografica.

 

Ogni volta la luce è diversa. Gli specchi d’acqua del Ceresio e del Tresa possono assumere risvolti magici, ogni volta diversi.

 

Oggi, mentre tornavo al trenino, e camminavo alla svelta perché qui in Svizzera tutti i treni cercano di osservare l’orario e non fa piacere vedere il treno dal di dietro, ecco spuntare un barchino quasi silenzioso con una bella e simpatica scia.

IL CERESIO

La foto non è perfetta… la luce non è ideale… ma a me è piaciuta… e ve l’ho passata.

 

Qualcuno potrebbe chiedersi “Cos’è il Ceresio e cos’è il Tresa.

 

Il Ceresio è il Lago di Lugano.

Il Tresa è il fiume emissario del Lago di Lugano. È un fiume corto. Si forma appunto a Ponte Tresa sponda svizzera, a Lavena Ponte Tresa sponda italiana. Per qualche chilometro segna il confine fra l’Italia e la Svizzera… poi scorre in territorio italiano e sfocia ne Lago Maggiore presso Luino.

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