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Archive for the ‘treno’ Category

 

Proprio così. Oggi, proprio oggi, ovvero fra poco…

SI PARTE

Un bel mezzo di locomozione svizzero

E poi… a Covid piacendo… si ritornerà.

UN ABBRACCIO AD AMICI E LETTORI.

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Sì, sono in molti a sapere quali sono le incombenze di genitori responsabili. Prima ancora dell’età scolara, molti bimbi vogliono trovarsi adeguati a quanto circola intorno a loro. Ancora prima di andare a scuola, ogni bimbo che va a spasso coi genitori gradisce trovarsi sulle spalle uno zainetto.

 

Zainetti a Zurigo… Coop City.

 

Però, per arrivare ad essere genitori “responsabili”, sappiamo tutti che, oltre alla necessità di essere in due, proprio per il desiderio di essere responsabili si desidera fare le cose bene.

Prima si può arrivare a conoscersi e, proprio per questo, qualche volta ci si trova amabilmente a cena, magari, come abbiamo visto a lume di candela.

Più di una coppia ha preso la “grande decisione” durante o dopo una cena… più o meno romantica. La decisione “responsabile” prevede un matrimonio. Non è che senza matrimonio si sia meno responsabili, però, il matrimonio, quello vero con tutti i crismi della legalità, è un pochino anche come una buona polizza assicurativa… anche se non tutti sono d’accordo.

 

Comunque sia, se si convola a nozze, è quasi di rigore per lei un vestito bianco lungo, un velo e uno strascico più o meno lungo… con dei paggetti che lo reggono amorevolmente.

Lui, un tempo poteva addirittura essere con una tuba. Oggi è quasi di rigore un abito scuro… naturalmente giacca e cravatta. Lei avrà sicuramente delle scarpe bianche… che userà una volta sola… a meno che non abbia intenzione di convolare a nozze una seconda volta.

Scarpe bianche alla CARITAS di Lugano

Un tempo le spose arrivavano al giorno fatidico con un bel corredo. Non mi è dato sapere cosa avrebbe dovuto esserci esattamente. Mi sembra di sapere per certo che le lenzuola per il letto matrimoniale erano molto importanti… con le cifre però.

Oggi tutto è cambiato; non ci si sposa più, si convive, ci si divide i compiti o addirittura può succedere che “lei” vada a lavorare e “lui” facci il casalingo… a tutti gli effetti… anche così registrato all’anagrafe.

Lui fa tutto in casa… proprio come un tempo si pretendeva che facesse lei.

I tempi sono sicuramente cambiati; non si lavano più i piatti; in ogni economia domestica c’è una bella lavastoviglie nella quale si possono mettere oggetti super sporchissimi e quel fantastico “sapone” ben reclamizzato renderà brillante ogni pezzo.

Non si può però immaginare una cucina, o un angolo cottura senza teli da cucina o canovacci di ottimo lino.

Teli da cucina di puro lino a Klaipeda (Lituania)

Ce n’è di tutti i colori e per tutti i gusti…. Specialmente quando è necessario asciugare una qualche stoviglia un po’ delicata.

È quasi normale per una coppia appena sposata andare in viaggio di nozze.

Questo viaggio poteva essere molto importante, specialmente quando era decisamente “proibita” la convivenza prima del fatidico giorno. Era utile per “consumare” e per conoscersi… per imparare cosa vuol veramente dire vivere insieme. Oggi il viaggio di nozze s’è trasformato in una vacanza speciale… non sempre tale. Alcune volte è addirittura pagato da parenti e amici che, anziché regalare un oggetto, vengono sollecitati ad “offrire” denaro. L’importante è andare lontano… molto lontano; sarà perfetto potersi sorbire tante ore di aereo e mandare foto e Mail da sotto una palma vicino ad un mare bollente.

Oggi, senza conoscere la geografia, si va appunto molto lontano e non si conoscono le bellezze di “girato l’angolo”.

Potrà quindi diventare “in” andare in viaggio di nozze senza uscire dai confini della Patria e gustarsi un poco di quella gastronomia che la regione limitrofa può offrire.

Un bel posticino “colorato”, almeno per chi abita in Svizzera e non intende uscire dai confini della nazione, è questo:

APPENZELL

Quel giorno pioveva. Non ci fui come turista; ebbi però il tempo di godermi le case colorate come queste; si specchiavano nell’asfalto come se fosse un lago.

Queste erano e sono solo una piccola parte delle bellezze architettoniche che offre questa cittadina… capitale del Cantone Appenzello Interno.

Per chi ha o avrà dei bimbi, andando in giro per la città, potrà essere interessante quello che riescono a far fare ai bimbi delle scuole.

Ho trovato delle semplici panchine… di quelle che s’incontra volentieri se si cammina e si guarda… panchine colorate; frutto del “lavoro” dei bimbi delle scuole locali.

 

Come dicevo purtroppo quel giorno pioveva e non mi fu possibile sedere su una di quelle panchine.

È bello poter considerare come ogni scolaro abbia potuto colorare la propria mano a piacimento e poi lasciare la propria impronta non solo digitale su quella panchina dipinta di giallo… che poi il giallo sembra essere il colore che piace di più ai più veramente giovani.

 

 

 

 

Panchina N° 1 – MACCHIAMO DI COLORE

Panchina N° 2 – Ognuno ha scritto il proprio nome.

Non solo han voluto lasciare nome e impronta, ma hanno saputo disegnare una delle loro bellissime case con giustamente il verde della natura e, perché no… una chiesetta… forse a significare la cristianità per noi in Europa così importante.

A dirigere la pitturazione delle panchine c’erano sicuramente degli adulti… adulti intelligenti però, perché permisero un lavoro eseguito col punto di vista di un bimbo.

Come può un bimbo vedere un arcobaleno?

Molto grande se non immenso.

Panchina N° 3 – Mettiti tranquillo…

Lo scopo di una panchina è proprio questo.

Sì, perché, che ci sia davanti un bel panorama, la serenità di un lago, la maestosità di un mare che si perde all’orizzonte o un muro più o meno colorato, starsene seduti “tranquilli” su una panchina senza pensare o con pensieri sereni può solo essere positivo. Che poi, se si è su una panchina siffatta con colori gradevoli quasi come ci detta la natura, non può essere che produttivo… non solo per il corpo e i muscoli che “riprendono fiato”, quanto per la mente che pretende di rincorrere problemi e… soluzione di problemi più o meno giustificati.

Qualche volta i problemi sembra siano senza soluzione e il nostro cerebro s’arrovella in continuazione. Le meningi diventano roventi e il cranio rischia un deflagrante scoppio. Qualche volta c’è la risorsa… ce lo dicono i bimbi dell’Appenzell.

 

Panchina N° 4 – …MEDITA.

 Lo so, non è facile meditare, però, poco alla volta, lentamente, lasciarsi trasportare con lo spirito in un paesaggio idilliaco circondato dal verde equilibrante permette di liberare la mente, trovare la semplicità e arrivare alla soluzione.

Il paesaggio della panchina è proprio come quello che possiamo trovare tutto intorno a questa cittadina.

Si pensi un po’ un viaggio di nozze alla scoperta di una cittadina quasi d’altri tempi e di una natura tranquilla e rilassante senza piscine megagalattiche e serate alle ore piccole in locali altisonanti. Chissà! Ma non è di moda.

Io ci sono arrivato in treno, e in treno sono ripartito. Nel frattempo smise di piovere e, proprio dal treno mi fu possibile fotografare quel verde meraviglioso, quel cielo tendente all’azzurro e le casette modello presepe.

Così è una parte della Svizzera… molto bella e pittoresca… che molti treni riescono a farci vedere con serenità… non troppa a causa delle tariffe esagerate.

Ecco che dal finestrino ho fissato un angolo del paesaggio che si rivela molto simile a quello della panchina n° 4.

 

Dal treno… manca solo la chiesetta.

Non si può parlare di Appenzell senza rammentare un paio di pezzetti colorati chiamati comunemente francobolli.

 

Francobollo del 1968 – Chiesa di San Maurizio

Questo francobollo fa parte di una serie dedicata ai vari monumenti più o meno importanti delle varie città svizzere. Nel 1982 ci fu l’emissione dedicata allo Zodiaco. Ogni costellazione aveva un corrispettivo. Nel francobollo da 1.60 sono l’illustrate alcune delle bellissime case di Appenzell.

 

 

 

 

 

 

Francobollo svizzero del 1982

Anche il timbro merita due parole. Non è colorato, ma ben disegnato. È di un paesello sul lago di Zug… poco lontano da Zurigo.

Il ritorno a casa dopo un viaggio di nozze in tutta serenità, potrà permettere di ricordare le atmosfere semplici di giornate vissute nella calma.

Che fare per rendere oltremodo positivo quel viaggio non altisonante?

 

Mettere insieme in un bell’album le fotografie fatte… e scrivere con penne colorate… come quelle acquistabili a Lugano.

 

L’album con le fotografie e delle belle didascalie di vari colori ha due funzioni.

La prima è chiara… mettere uno o più avvenimenti in bella vista dentro un album di piacevole fattura che può essere visto da chi passa da quelle parti o da chi desidera rendersi conto quale potrebbe essere stato quel viaggio.

Un’altra funzione, ben collaudata, è ad uso dei protagonisti inseriti nell’album stesso. Qualche anno dopo, o anche molti anni dopo quel fatidico “sì” potrebbe esserci qualche momento non proprio idilliaco fra lui e lei; una terapia, se c’è buona volontà, è quella di sfogliare insieme l’album… rivivere con la mente quei momenti e ri-prendere atto che c’era un grande amore che potrà essere coltivato come se fosse un orticello. Sfogliare l’album delle vite che si sono messe insieme può rimettere in moto quel “motorino” che sembrava assopito per mancanza di lubrificante; l’album può essere come una goccia d’olio che permette agli ingranaggi di girare bene… con l’entusiasmo ritrovato.

Penne di tutti i colori a… Lugano.

I colori sono belli e, aver avuto una vita colorata è ancora più bello.

Se poi, ai colori della vita, aggiungiamo i colori indossati in giornate fredde, c’è solo l’imbarazzo della scelta… lana, lane e lana ancora.

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Da un po’ di tempo… ora abbastanza tanto, si parla di riscaldamento globale e di cataclismi più o meno metereologici causati appunto da eccesso di CO2 e appunto riscaldamento globale. Si consigliano i mezzi pubblici e si considera più utile andare in treno piuttosto che in aereo… quand’è possibile.

Ed ecco la notizia :

Da GenovaQuotidiana

Il Presidente della Regione che scalpita perché in questo modo l’economia della Regione andrebbe a rotoli.

Ma per andare da Genova a Roma, non sarebbe meglio andare in treno ?… e se il treno veloce ancora non c’è, non sarebbe il caso di scalpitare alla grande perché si decidano a fare qualcosa di buono dal punto di vista ferroviario anche per Genova e la Liguria ?

Il terzo valico ?

Quando potremo andare un po’ alla svelta da Milano a Genova… e viceversa ?… e da Genova a Ventimiglia ?

Il Coronavirus ha dimostrato che l’inquinamento può diminuire. Si guardi queste cartine :

Da La Stampa : Inquinamento prima e dopo.

E allora… vogliamo deciderci a far funzionare i treni come si deve ?… anziché andare in aereo da qui a lì ?

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LA RIPRODUZIONE DELL’ARTICOLO È VIETATA

 

Non bisogna parlar sempre male delle poste. Un tempo ci lamentavamo… ma le cose funzionavano abbastanza bene. Il postino arrivava regolarmente e, quasi sempre alla stessa ora… se non addirittura due volte al giorno.

Mi piace oggi ricordare alcuni piccoli particolari che riguardano le timbrature… che quasi mai venivano prese in considerazione… e che ho in parte accantonato.

Le poste mettevano nei loro timbri la località di partenza, la data e l’ora in cui veniva obliterato il francobollo… e un po’ di pubblicità… di qualunque tipo.

Ora non più… anche perché la corrispondenza è minima e l’affrancatura con un francobollo vero, ancora « più » minima.

In questo caso si chiedeva di scrivere le lettere su carta più leggera… sicuramente per ridurre i costi di trasporto.

Obliterazione del 1960

Evidentemente, se la corrispondenza da trasportare pesava meno, si consumava meno energia. Sembrerebbe che nel 1960 s’era più ecologici di adesso… che si parla sempre di ecologia.

Oggi, si timbra molto lontano, se si timbra… e si trasporta con « tranquillità ».

Timbro degli anni 50. Non si riesce purtroppo a leggere l’anno preciso.

In questo caso si desidera chiedere agli automobilisti una guida corretta. Di autostrade ce n’erano poche. Sulle strade normali era più facile abbagliare il conducente dell’auto che s’incrociava.

Ricordo, in chiave quasi anedottica, che negli abitati era obbligatorio, di notte naturalmente, usare le cosiddette « luci di città »… oggi, mi sembra si chiamino « di posizione ». Mio fratello, in un paesello della Val d’Aosta, fu multato dai Carabinieri perché aveva i fari anabbaglianti… e dovette pagarla.

E pensare che oggi si consigliano gli anabbaglianti anche di giorno… obbligatori sulle autostrade.

PUBBLICITÀ

Il treno del Sole e il treno dell’Etna arrivavano a Torino. A Torino c’era, e c’è tutt’ora ma snaturata (perché FIAT vuol dire Fabbrica Italiana Automobili Torino), la FIAT. E Torino diventa una « grande » città. C’era il Salone dell’Automobile e il Salone della Tecnica…

Qualcuno si ricorda com’era la FIAT 1800 ?

Era così… da Wikipedia

FIAT 1800 e 2300

Questo è un timbro svizzero… in italiano. Qui veniva propagandata la colletta di maggio in favore della Croce Rossa Svizzera.

Obliterazione del 1984

Non so se le poste si facevano pagare per propagandare la « colletta ». È bello poter pensare che offrissero i loro timbri in favore della Croce Rossa.

E poi ci sono tanti altri timbri che hanno tanto da raccontarci.

Sarà interessante prendere in considerazione quelli delle varie località.

Peccato che hanno smesso di farlo.

Sì, perché OGGI non c’è più alcuna personalizzazione… come in questo :

Francobollo svizzero del 2018

C’è almeno la bellezza del francobollo che commemora i 125 anni di quella ferrovia conosciuta in tutto il mondo che, porterà poi gli escursionisti fino a 3454 metri s.l.m. Siamo nelle Alpi Bernesi. Il bello di questo francobollo che, oltre alle montagne, ci mostra l’antica ferrovia a cremagliera con la vaporiera che spinge. Interessante il particolare della locomotiva che ha « il sedere » sollevato per permettere al tender, a causa delle rotaie in grande pendenza, di rimanere orizzontale.

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IL DITTATORE

LA RIPRODUZIONE DELL’ARTICOLO È VIETATA

Dopo aver letto quanto scritto da Almerighi, che non conosco, riportato da Poetella, che ben conosco, ho dovuto pensarci due volte prima di mettere in onda questo articolo. Non mi piace essere frainteso. Volevo metterlo come commento… ma troppo lungo

 

https://poetella.wordpress.com/2019/08/11/signor-ministro/

 

 

Ho sempre cercato, nella mia vita, di essere oggettivo… e cerco di esserlo anche in questo caso. Si fa presto a parlare di Piazzale Loreto, nello stesso modo come si fa troppo presto a osannare qualcuno che si pensa possa salvare l’Italia.

 

Che l’Italia sia messa male è un fatto. Che i Servizi non funzionino o funzionino male è lapalissiano.

Per risollevare una Nazione ci vuole onestà e che i Servizi funzionino… ma che funzionino davvero…, non per modo di dire.

Se un treno arriva con dieci minuti di ritardo, non si deve dire : « Sono solo dieci minuti »… per esempio.

 

Dopo decenni di promesse e disservizi, una parte degli italiani ha cominciato a sperare che « Qualcuno » potesse fare qualcosa… e, dopo due fantasmi, ha sperato, o spera che Quello lì sia quello buono. Forse non lo è, però, non credo proprio che si debba essere così catastrofici.

 

Io, dopo aver vissuto il fascismo e aver potuto guardare in faccia le Brigate Nere ; dopo aver visto di persona, anche se marginalmente, il Paradiso Comunista,  non credo che « Quello lì » possa essere considerato così male… So che, nella mia oggettività, potrei sbagliarmi. Sono però convinto che, se l’italiano, tutti gli italiani… ma tutti… proprio tutti non si danno una regolata e non la smettono di essere furbi o furbetti, prima o dopo potranno cominciare a piangere davvero perché un castigamatti potrà arrivare quando meno se l’aspettano.

 

Io non lo vedrò perché sono abbastanza vecchio… mi dispiacerà per quei nipoti che se lo dovranno sorbire.

 

Comunque :

Non tutti i Dittatori finiscono appesi a testa in giù.

Non è accaduto a Franco così gradito dal nostro Benito.

Non è accaduto a Tito… così gradito dal nostro Palmiro.

 

È un fatto però, che ogni dittatura, in un modo o nell’altro… finisce.

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BINARI

SI PARTE ANCORA… MA SI RITORNERÀ

 

 

Siamo nuovamente in partenza… sapendo che… ci sarà comunque un ritorno.

POSSONO PORTARE LONTANO

Nel frattempo il blog potrà riposare.

 

UN GRANDE SALUTO A CHI MI SEGUE… E A CHI NON HA VOGLIA DI FARLO… E ANCHE A CHI MANCA IL TEMPO PER FARLO.

 

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Si parte… e si ritornerà.

Così:

e così:

Autopostale

Un abbraccio a tutti i miei amici… e… anche agli altri.

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LA RIPRODUZIONE DELL’ARTICOLO È VIETATA

 

Registrazione del 1° Giugno 2019

Personaggi:

L’Albero, Alessandro, Panchina Ingenua e Panchina Petulante.

 

 

L’Albero : « Perbacco caro Alessandro… non vieni più a trovarci ».

 

Alessandro : « Vado sempre di fretta ».

 

Panchina Ingenua : « Ma siediti un po’ qui… fatti un po’ coccolare ».

 

Alessandro : « Va bene… siete proprio carinissimi ».

 

L’Albero : «Ma dove sei stato ? »

 

Alessandro : «Sono stato velocemente a « trovare » la casa dove abitava mia Nonna ».

 

Panchina Petulante : « Cosa significa ? »

 

Alessandro : « Significa che a me piace tanto andare a rivedere la casa dove abitava mia Nonna… sul Lago di Costanza. Quando ero bambino, proprio giovane, dopo che smisero di scoppiare le bombe e fu nuovamente possibile attraversare il confine e andare in Svizzera, ritrovai la mia Nonna per qualche giorno. Il bello però è che quando fui leggermente più grandicello, mi lasciarono stare da mia Nonna un bellissimo lungo mese. Sapevo un pochino di tedesco, ma, durante quel mese, anche se con mia Nonna parlavo italiano, con tutti gli altri parlavo tedesco o addirittura il dialetto. In poche parole, per un bellissimo lungo mese mi trovai a vivere come i locali… a giocare coi bimbi del vicinato… ad andare in riva al lago a passeggiare… ad andare a pescare… ad andare al porto a veder partire i vaporetti… a far visita ai parenti ».

 

L’Albero : « Quindi ti trovasti a vivere con tua Nonna e coi turgovesi del luogo? »

 

Alessandro : «Certamente. Ne ho un ricordo coinvolgente, nel senso che quando ci penso mi sento ancora andare a spasso per la città a piedi nudi… proprio come i bimbi del luogo.

 

Ingenua : « Che bello ! Lo sai che, da come sento fremere le tue chiappe sui miei legni, comprendo i tuoi sentimenti ? »

 

Alessandro : « Sì, anche se per poco, mi piace rivedere la casa dove abitava mia Nonna. Sapete, un mese è lungo quando si è bambini ».

 

L’Albero : « Hai qualche ricordo particolare ? »

 

Alessandro : « Sì, ce ne sono più di uno… di ricordi. Un giorno o l’altro ve li racconterò. È la chiesa del posto che mi fa un po’ commuovere… ogni volta che la vedo. Sapete, mia Nonna era molto pia e andava tutte le mattine in Chiesa… che, tra parentesi, è molto bella… ve la voglio far vedere :

LA CHIESA DAL PORTO

Io avevo imparato a far bene il chierichetto… alla svizzera… con grande precisione. Quello però che ricordo con enorme piacere è che al sabato pomeriggio andavo sul campanile, fino in cima, col sacrestano, a far suonare le campane.

Beh, voi dovreste saperlo che in Svizzera, al sabato pomeriggio, a quella determinata ora, le campane di tutte le chiese, che siano cattoliche o protestanti, suonano tutte le campane per 15 minuti. A me piaceva moltissimo.

Le campane erano mosse da motorini elettrici. In cima a questo campanile c’erano 6 campane di grandezza diversa… che suonavano… e suonavano. Che bello ! Quanto mi piaceva stare lassù ! »

 

Ingenua : « Quasi mi commuove questa tua gioia di bimbo mentre vai su quel campanile « semplicemente » per suonare le campane ».

 

Petulante : « Cara sorella, le campane sono un bellissimo simbolo della cristianità degli Umani. Noi, coi nostri legni, non possiamo capire quanto possa essere importante per gli Umani il suono delle loro campane… specialmente ora che l’avanzare dell’Islam non gradisce questo suono ».

Alessandro : «Care « ragazze » vi ringrazio per i vostri apprezzamenti, ma, non è qui il caso di fare della polemica di tipo religioso. Vi faccio vedere ancora il campanile visto dal basso… guardate che bello ».

IL CAMPANILE

L’Albero : « Alessandro ha ragione. Bello il Campanile. Da lì sei poi ripartito e sei tornato a casa ? »

 

Alessandro : «Certamente, ma non dalla strada più breve… e cioè da Zurigo. Son passato da San Gallo ».

 

L’Albero : « Bella città. Per gli svizzeri San Gallo è anche un Cantone molto importante… un po’ decentrato, confinante però coll’Austria e col Principato del Liechtenstein. »

Il Canton San Gallo… in verde.

 

Alessandro : «Rimasi poco, praticamente appena in tempo per entrare in una pasticceria…

Prendere atto delle tante leccornie in vendita e acquistare, per la gioia di mia moglie… e naturalmente anche mia… il BIBER… con pasta di mandorle e una specie di pane. Non so esattamente come facciano questa prelibatezza.

Prelibatezze

Ho comperato quello con lo stemma del cantone, e, in quel momento particolare, non m’era mai venuto in mente prima, ho pensato che, specialmente di questi tempi, non sarebbe stato da regalare a certi italiani impegnati politicamente. »

 

L’Albero : « Come fai a dire questo ? »

 

Alessandro : «Beh, tu che sei al di sopra di tutti, e, stai crescendo ancora, conosci perfettamente lo stemma del Cantone di San Gallo. »

 

L’Albero : « Certo che lo conosco »

Lo stemma del Cantone di San Gallo.

Alessandro : «Benissimo. Ora prendiamo un pochino in considerazione lo stemma del cantone e confrontiamolo con l’emblema del Partito Nazionale Fascista. Guarda un po’ quanto sono simili.

P.N.F.

Comunque sia, mia moglie era molto contenta. Lei non si fa assolutamente nessun problema. Lei è nata e cresciuta in Svizzera, e quello che, insieme a me non riesce a capire perché ci si affanni in Italia così tanto a voler essere antifascisti, quando ormai il fascismo è morto e sepolto. »

 

L’Albero : « Ma sì. Anch’io sento e capto sovente questa apparentemente paura. Sembra diventata una specie di moda. Se qualcuno dice che al tempo del fascismo i treni arrivavano in orario e spera che i treni si comportino bene, viene tacciato per fascista. Beh, tu Alessandro che vai volentieri in treno, qui in Svizzera, sai che i treni viaggiano quasi sempre in orario, ma, noi, qui in Svizzera non siamo mica fascisti… semplicemente ci piace un pochino l’ordine e la puntualità. »

 

Petulante : « Albero… mi fai ridere quando parli di moda e antifascismo. Ma la moda è un’altra cosa… la moda è quella delle Umane… anche se poche signore proprio ben vestite, alla moda, vengono ad appoggiare le loro chiappe su di me. Qualche volta mi piacerebbe poter sentire e toccare certi vestiti. »

 

Ingenua : « Ma cosa dici sorella ! A me piace sentire le chiappe di Alessandro… peccato che sento che se ne vuole andare. Eh sì caro Alessandro… le sento le tue vibrazioni… sento che stai per andartene.»

 

Alessandro : «Hai ragione, ma non prima di avervi mostrato la prelibatezza di San Gallo che ho portato a mia moglie. »

BIBER DI SAN GALLO CON LO STEMMA DEL CANTONE

Ingenua : « Sono sicura che tua moglie l’ha gradita… è simpatica. Vi ho visto l’altro giorno quando passavate qui vicino a braccetto ».

 

Alessandro : «Quanto sei carina. Ora me ne vado. Un salutone a tutti voi. »

 

L’Albero, Petulante e Ingenua : « Ti abbracciamo col nostro ligneo pensiero. Torna presto ».

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 Ogni tanto passo la frontiera… la frontiera fra la Svizzera e l’Italia… vado in Italia:

 

quell’Italia che mi ha dato i natali quando ancora Benito Mussolini dettava legge,

quell’Italia che preferì la Repubblica a Umberto II,

quell’Italia che ebbe fra i propri Governanti un cittadino dell’Unione Sovietica,

quell’Italia che maltrattò gli italiani profughi dall’Istria, Fiume e Dalmazia,

quell’Italia del famoso miracolo economico,

quell’Italia che rese immortale la Vespa e la FIAT 500,

quell’Italia che si tappò il naso e votò Democrazia Cristiana,

quell’Italia che svende i propri Gioielli,

quell’Italia che stravede per un pallone… anche se non è sempre quello,

quell’Italia che tentò la svolta con un reddito di cittadinanza e una quota 100,

quell’Italia, infine, che ancora non sa se amare o odiare l’Europa.

 

Mi piace, ogni tanto, attraversare la frontiera.

Mi piace andarci col trenino… così posso camminare.

Mi piace, ogni volta, bere un buon caffè… al bar… in piedi.

Mi piace portarmi la macchina fotografica.

 

Ogni volta la luce è diversa. Gli specchi d’acqua del Ceresio e del Tresa possono assumere risvolti magici, ogni volta diversi.

 

Oggi, mentre tornavo al trenino, e camminavo alla svelta perché qui in Svizzera tutti i treni cercano di osservare l’orario e non fa piacere vedere il treno dal di dietro, ecco spuntare un barchino quasi silenzioso con una bella e simpatica scia.

IL CERESIO

La foto non è perfetta… la luce non è ideale… ma a me è piaciuta… e ve l’ho passata.

 

Qualcuno potrebbe chiedersi “Cos’è il Ceresio e cos’è il Tresa.

 

Il Ceresio è il Lago di Lugano.

Il Tresa è il fiume emissario del Lago di Lugano. È un fiume corto. Si forma appunto a Ponte Tresa sponda svizzera, a Lavena Ponte Tresa sponda italiana. Per qualche chilometro segna il confine fra l’Italia e la Svizzera… poi scorre in territorio italiano e sfocia ne Lago Maggiore presso Luino.

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Fu così che un paio di giorni fa andai, come altre volte, col solito trenino in quel di Lavena Ponte Tresa in provincia di Varese.

 

IL TRENINO

Ci vanno molti dalla Svizzera… anche per fare la spesa. Io dovevo, fra l’altro, spedire un mio libro a un’amica. Dall’Italia, anche se raccomandata, costa sensibilmente meno.

“Perché raccomandata?” mi si potrebbe chiedere?

“Perché” risponderei “l’onestà dei dipendenti delle Poste Italiane è irreprensibile, e dispiace quando ci si rende conto che un libro arriva a risultare “smarrito”. Rimane la speranza che il ritrovatore del plico col libro abbia potuto apprezzarne la lettura”.

Tornando al “paio di giorni fa”, avvicinandomi al ponte che segna la “differenza” fra la Svizzera e l’Italia, essendo quel giorno piuttosto ventoso mi fece piacere vedere sventolare le bandiere… dato che ogni Nazione ne ha almeno una, perché non esibirla almeno in quel punto dove finisce il territorio?… o comincia se la direzione di marcia è opposta?

Il pensiero ha fatto presto a svanire. Ha preso il sopravvento la ragione per cui stavo attraversando il confine e andare in quella che è la mia Patria… la prima o la seconda? La risposta dice che si equivalgono… anche perché il sangue che scorre nelle mie vene è al 50 % svizzero… l’altro 50%, è ovvio, italiano.

 

Non rimasi molto in territorio italiano e, mentre m’incamminai verso la Confederazione, la vista delle bandiere che garrivano al vento, meglio dello sventolare, mi fece sentire patriottico… quasi dimenticando lo sfacelo nel quale sta scivolando lo Stivale… presi in mano la macchina fotografica, e…

LE BANDIERE DELL’ITALIA

Pochi metri ancora e…

LA BANDIERA SVIZZERA

Trovo interessante poter condividere il mio patriottismo… o amor patrio che di si voglia.

Ogni volta che attraverso il confine e torno in Svizzera, lascio con rammarico l’atmosfera italiana, ma, non posso fare a meno di non rattristarmi al pensiero di come, in Italia, vien portato avanti l’impegno di Governo. È sofferenza!

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