È uscito nel 2010. Questo francobollo apparentemente insignificante ci parla di un uomo con la U maiuscola. Un Uomo che avrebbe potuto, col suo coraggio e con la sua umanità, dar dei punti ai nostri imbelli Governanti.
Ho scritto coraggio e umanità.
Sentii parlare per la prima volta di questo grande uomo nel 2002 quando ebbi la fortuna di vedere il film su Perlasca con Luca Zingaretti.
Quest’uomo salvò da morte quasi sicura, si calcola, 5200 ebrei destinati dai nazisti ai campi di sterminio. L’interessante di questa storia è che seppe agire in fretta e con determinazione rischiando in proprio.
Ho scritto “imbelli Governanti”. Stando al Wikizionario l’opposto di imbelle è, fra l’altro, audace e coraggioso. Fra i miei lettori, se ce n’è qualcuno oggettivo, c’è qualcuno che ha l’impressione che negli ultimi anni i nostri Governanti abbiano dimostrato audacia e coraggio? E l’attuale Governo di Tecnici cosa ha fatto finora?.. più che decretare Roma Capitale d’Italia? Ma lo sapevamo già… o no?
Hanno detto tutti che l’Italia rischia il naufragio. Ma allora ci vuole o no audacia e coraggio quando una nave rischia il naufragio?
Questo meraviglioso Uomo, Giorgio Perlasca, morto nel 1992, tornato in patria da Budapest nel 1945, dopo aver “strappato” vite umane dalle mani dei nazisti, riprese il proprio lavoro come nulla fosse accaduto. Ecco in che modo sappiamo di lui dal sito PERLASCA:
Se non fosse stato per alcune donne ebree ungheresi da lui salvate in quel terribile inverno di Budapest la sua storia sarebbe andata dispersa. Queste donne, a fine degli anni ’80 misero sul giornale della Comunità ebraica di Budapest un avviso di ricerca di un diplomatico spagnolo, Jorge Perlasca, che aveva salvato loro e tanti altri correligionari durante quei mesi terribili della persecuzione nazista a Budapest e alla fine della ricerca ritrovarono un italiano di nome Giorgio Perlasca.
Chiunque può trovare molte notizie sulla vita di quest’uomo che dimostrò sicuramente molta modestia.
Speriamo che un qualche italiano riesca con modestia e coraggio a fare qualcosa di buono senza ricorrere solo alle solite strategie.
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
Io credo che Giorgio Perlasca sia una delle prove dell’esistenza di Dio. Non è solo quello che fece, ma come lo fece. Però, fin qui, gli scettici potrebbero trovare mille motivazioni: in fondo manifestò la sua indole, il suo carattere, e gli andò bene.
Il fatto è che, tornando in patria, tornò silenziosamente al suo lavoro, senza dire nulla di ciò che aveva fatto neanche ai familiari. Pare che, verso gli ultimi anni della sua vita, non possedendo nulla e avendo anche lo sfratto, non sapeva a che santo votarsi. Il fatto miracolosamente coincise con la ricerca messa in moto da quelle donne ungheresi che lui aveva salvato, che portò alla ribalta la sua storia.
Venuta a conoscenza di quanto aveva fatto per salvare la vita agli ebrei ungheresi, la comunità ebraica si prese carico della sua situazione e lui potè terminare tranquillamente i suoi giorni, con in più il tributo di riconoscenza che finalmente è stato possibile riconoscergli.
Giorgio Perlasca è nominato tra i Giusti delle Nazioni, cioè tra coloro che seppero riconoscere il male e misero senza esitare a repentaglio la propria vita per combatterlo.
http://www.giorgioperlasca.it/giorgioperlasca/TraigiustidelleNazioni.aspx
Cara Ifigenia,
Se dimostra l’esistenza di Dio non lo so. Sicuramente in tutto quello che fece c’era un’energia particolare. Presi la foto del Perlasca dal sito che mi comunichi.
Certe energie mi riportano anche all’esistenza dell’angelo custode. Mi fai ricordare un avvenimento di tanti anni fa in cui sicuramente ci fu l’influsso di “Qualcuno”. Potrebbe essere l’argomento per un articolo. Vedremo.
Io aspetto… 😉
Cara Ifigenia,
Cercherò di farti aspettare poco.
Anch’io ho conosciuto la storia di Perlasca solo grazie alla fiction con Zingaretti. Un grande Uomo, non c’è dubbio.
Leggendo il tuo articolo (sempre interessanti gli punti che trai dalla storia dei francobolli!), mi è venuto subito in mente un altro grande Uomo: Giovanni Palatucci. Anche lui, inviato a Fiume nel 1937, dove gli verrà affidato l’incarico di responsabile dell’ufficio stranieri, salvò più di cinquemila ebrei dall’internamento. In una lettera che scrisse ai genitori nel ’41 raccontava: “Ho la possibilità di fare un po’ di bene, e i beneficiati da me sono assai riconoscenti. Nel complesso riscontro molte simpatie. Di me non ho altro di speciale da comunicare”. Quel “po’ di bene” in realtà fu un gesto generoso e rischioso che, tuttavia, da uomo di fede considerava un atto di carità cristiana per nulla “speciale”. (Qui trovi altre notizie: http://web.tiscalinet.it/comitatopalatucci/palatucci.html )
Fare un confronto con i nostri governanti è davvero impossibile ma è anche vero che la storia ci insegna che i gesti eroici vengono compiuti da “piccoli uomini”. Chi ha il potere si sente grande quando in realtà, di fronte a tanti “piccoli grandi” uomini, è proprio “piccolo piccolo”.
Grazie Marisa per quanto mi scrivi. Ho letto di Giovanni Palatucci. Veramente un grande Uomo che ha pagato con la vita il proprio coraggio e il proprio amore per il prossimo. Ho cercato e ho trovato che nel 2009 le poste italiane gli hanno dedicato un francobollo. Vedremo.
Per quanto riguarda i nostri Governanti non credo di sbagliare quando dico che manca “coraggio”. Non abbiamo bisogno di gesti eroici; abbiamo bisogno di ordinaria amministrazione fatta con coraggio e senso di responsabilità.
Credi che, facendo l’anestesista, non abbia dovuto essere coraggioso e responsabile? Ero da solo. “Quelli” sono in gruppo.
Non riesco nemmeno a immaginare quanto coraggio e senso di responsabilità debba avere un anestesista. Non so se dico una bestialità, ma penso anche più di un chirurgo. Per questo ammiro te e tutti i tuoi colleghi.
Ti racconto un aneddoto, anche se è off topic.
Quando sono stata operata di appendicectomia (avevo 19 anni, non proprio una bambina), avevo, come si dice, una fifa blu. Vedendo un medico trafficare con un ago sul mio braccio, chiesi: “Ma mi risveglio, dopo?”. Lui, molto calmo, mi rispose: “Beh, dipende dall’anestesista …”. Chiesi, allora, chi fosse. E lui rispose con un mezzo sorriso: “Io”. A quel punto, rendendomi conto di aver fatto una gaffe, avrei voluto sprofondare … effettivamente sono sprofondata, ma in un sonno profondo. Ovviamente mi sono risvegliata, dopo, anche se devo ammettere che sono stata malissimo per ore, con lo stomaco in subbuglio. Non credo fosse colpa sua, comunque.
Ciao e buona domenica.
Cara Marisa,
Quante volte mi sono sentito chiedere la possibilità di non risveglio. L’anestesista maneggia droghe micidiali e deve, in pochi secondi, prendere un mucchio di decisioni oppure, dipendentemente dall’intervento, essere tranquillo per qualche ora. L’anestesia, ho sempre detto, è un’arte. Il risveglio deve essere tranquillo e poco dopo la fine dell’intervento. Il tuo stomaco in subbuglio può essere dipeso dagli anestetici usati e dalla tua “strizza” precedente l’intervento. Mi fermo qui.
[…] https://quarchedundepegi.wordpress.com/2011/12/03/il-francobollo-insegna-11-giorgio-perlasca/ […]
anche x me , la fiction è stata determinante x la presa di coscenza della vita di quest’Uomo… un angelo tra follia umana di quei tempi, grazie quarc:-*
Cara Rosa,
Mi fa piacere. Sono d’accordo con te.
Quarc