Ho fatto un accenno all’Islanda con quel furgone bianco e rosso. Sì, in Islanda ci sono andato… e più di una volta… in aereo e con la nave. Ogni volta m’è piaciuta molto… malgrado il freddo o il non caldo… dipendentemente dalla stagione.
Il primo contatto con l’Islanda l’ebbi nel 1990 dopo aver spedito una lettera affrancata col dittico di Natale del 1989, gentilmente ritornata, a SEYDISFIÖRDUR
Busta spedita in Islanda nel 1990.
Questo il timbro di quella località islandese… sul retro della busta.
Timbro islandese
Qualcuno potrebbe chiedersi dov’è questa località. Come accade abbastanza frequentemente guardando la televisione, ci raccontano, anche nei particolari, di località lontane, ma non ci fanno vedere una carta che possa farci comprendere dove ci troviamo. Ebbene, relativamente a questa, possiamo vedere dalla cartina che si trova nella parte est dell’isola :
Ubicazione di SEYDISFIÖRDUR
Misi piede in Islanda, la prima volta alla fine dell’anno 2000. Ci andai con mia moglie e, come prima e unica volta, con l’aereo. Dopo essere atterrati all’aeroporto di Keflavik, la nostra destinazione fu la capitale Reykjavik. Ricordo con piacere come sula tratta Copenhagen Reykjavik, sull’aereo di linea islandese, assieme a quanto ci diedero da mangiare, chiesi di bere una birra… molto buona !
Trattandosi di un viaggio organizzato, ci portarono direttamente in albergo, e, da lì, ogni giorno un autobus veniva a prelevarci e a portarci a spasso nell’Islanda invernale.
Ogni giorno fu un’esperienza nuova… dalla serra nella quale crescono gli alberi di banane all’aneddoto che, quando saranno pescati i salmoni, sarà il sindaco di Reykjavik il primo a poter pescare… poi potranno pescare anche tutti gli altri.
Naturalmente mi scrissi una cartolina proprio da Reykjavic… e proprio il primo giorno lavorativo dell’anno 2001… dopo aver vissuto il Capodanno con fuochi artificiali in tutta la città.
Questo il francobollo e il timbro nitidissimo.
Un giorno ci portarono alla Laguna Blu. Appunto scrissi testualmente nel VENTOTTO : « in certe zone si può fare il bagno all’aperto quando la temperatura dell’aria è sotto zero ».
Così fu. C’è dell’acqua termale bella calda che permette di immergersi gioiosamente mentre a voler stare all’esterno è utile un caldo piumino e un bel colbacco per riparare il produttore di idee… la sostanza cerebrale.
Quando nel 2018, grazie a una crociera che girò tutto intorno all’isola, andammo ad Akureyri, conosciuta come la Capitale del Nord, oltre il Circolo Polare Artico, mi mandai una cartolina col francobollo dell’anno prima che illustra la Laguna Blu.
Francobollo islandese del 2017
Mi sembra che il francobollo riesca a ben illustrare il freddo esterno con una specie di aurora boreale mentre un paio di persone sono immerse nell’acqua calda.
È strano, ma forse anche interessante il fatto che proprio mentre scrivo della Laguna Blu, i vari telegiornali parlano di un vulcano islandese che s’è risvegliato e di molte persone evacuate; parlano anche della chiusura e della protezione degli impianti della Laguna.
Ci sarebbe molto da dire sull’Islanda; dato che questo non è un reportage di viaggi, ecco, per finire la foto dell’Ufficio Postale della capitale.
Ufficio Postale di Reykjavik… con la sua buca delle lettere.
Si sa che in Islanda fa abbastanza freddo… ma non solo in Islanda. Altri paesi europei vivono nel freddo… anche intenso… in Inverno naturalmente.
Anche nella Lapponia finlandese fa freddo… ma, le buche delle lettere si fanno fare compagnia dalla neve.
Buca finlandese invernale… in Lapponia.
Nei capitoli precedenti misi l’accento su alcuni dei castelli “celebrati” dalla lunga serie ordinaria “Castelli d’Italia”; penso continuerò a farlo. Questa volta però non resisto all’idea di mettere in risalto un castello svedese; gli è che ho appena rievuto un biglietto augurale proprio dalla Svezia con un francobollo che mette in evidenza un castello che, non solo vidi, ma che, nel lontano 1970 visitai viaggiando da Stoccolma al sud della Svezia… per la precisione a Ystad.
Mi piace ricordare quel periodo lontano perché, giovane e ottimista, credevo intensamente nella Medicina Accademica. Per questa ragione acquistai a rate una roulotte che ci permise di rimanere lontano da casa per più di un mese e andare a Stoccolma ad imparare qualcosa di nuovo in quella prestigiosa Università.
A Stoccolma ci rimasi ben 18 giorni; alla mattina andavo in ospedale e mia moglie rimaneva a casa in roulotte in un attrezzatissimo campeggio; al pomeriggio facevamo i turisti. Nei fine settimana andavamo anche più lontano.
Il ritorno ci vide, da Ystad sul traghetto polacco, attraversare la Polonia e la Cecoslovacchia fino a Praga. Non si dimentichi che la Polonia e la Cecoslovacchia erano sotto il regime comunista… al di là della “cortina di ferro”. E fu proprio la “curiosità” quella che m’incitò a chiedere il visto per la Polonia: volevo vedere, nel limite del possibile, come si viveva nel regime voluto da Stalin dopo la Seconda Guerra Mondiale: decisamente meglio nella nostra tartassata democrazia. Ebbi anche un simpatico contatto con un francese che, credendo nel comunismo, si trasferì in Polonia. Era con la sua compagna; per lui, dopo aver visto la targa Genova, bussare alla nostra porta ed entrare nella roulotte fu come ritornare nella Francia che aveva lasciato… nella quale non poteva ritornare.
Un anno dopo quel bellissimo viaggio cominciai a conoscere, per puro caso… che esiste una medicina naturale cosiddetta “alternativa”. Da allora conobbi particolarmente l’esistenza della Medicina Psicosomatica e mi fu possibile affrontare alcune meravigliose tecniche che possono, non solo aiutare, ma aiutare a risolvere sofferenze umane. Non sto qui a discorrere sulla mia attività professionale, mi viene però automatico pensare con disappunto a come la Medicina Accademica non vuole vedere quella medicina naturale nata molto prima dell’attuale Medicina molto chimica.
A parte l’ipnosi medica, vecchia quanto il mondo, esiste oggi il principio dell’omeopatia e quello della kinesiologia, particolarmente la kinesiologia spicciola, che potrebbero essere di enorme utilità e far risparmiare all’organismo dannose intossicazioni da farmaci.
Non sapremo mai se queste realtà sono la conseguenza di pigrizia, ignoranza crassa o interesse per il dio soldo.
Quello che sottolineo volentieri è il fatto che partendo da un semplice francobollo sono arrivato alla Medicina Accademica.
Il francobollo svedese col castello di Kalmar.
Naturalmente, dopo aver visitato il castello, prima di proseguire il viaggio verso sud, cioè verso il traghetto che ci portò in Polonia, acquistammo almeno una cartolina… una cartolina ormai d’epoca (1970).
Cartolina del 1970
Questo VENTINOVE è il mio primo scritto del 2024. Non posso terminarlo senza un auspicio verso Poste Italiane che proprio ieri ha permesso che la posta svizzera mi recapitasse un plico augurale in busta chiusa… era affrancato con questo francobollo ed arrivò dopo 26 giorni:
Spedito dalla provincia di Torino.
L’auspicio è che Poste Italiane cominci a prendere in considerazione il fatto che l’utente paga il francobollo che appiccica sulla busta. Consideri che, onestamente, la missiva dovrà essere recapitata entro certi termini. Se non verrà recapitata entro certi termini, l’onestà andrà a farsi friggere e chi ha incassato l’importo del francobollo può essere considerato un ladro.
Qualcuno potrà pensare che sia un caso. Non è un caso, ma una regola perché, “caso” volle che mi arrivasse (da Trieste timbrata a Padova) una missiva così affrancata dopo 25 giorni.
Spedito da Trieste.
Quindi:
Cara Poste Italiane,
È chiaro che hai dimenticato la parola “rispetto” e “onestà”. Vedi, se ti riesce in questo 2024 di ritornare nei binari giusti e farti stimolare a non più rubare. Capisco che può essere difficile ritornare all’onestà… dopo tanto tempo… però puoi provarci.
Tanti auguri di Buon Anno.
Alessandro
(Probabilmente continua)
la lentezza delle poste italiane ormai è cronicità, del resto facendo tagli di personale a più non posso, va da sè che qualcosa non funzioni. Il tuo post mi ha entusiasmato per il tuo racconto di viaggio ( deve essere stato splendido quello in roulotte) Inoltre mi sono rifatta gli occhi con tre splendidi francobolli : quello con la befana è simpaticissimo, gli altri due (islandese e svedese) piccole opere d’arte della tua invidiabile collezione
Buon proseguo di post!!
Cara Daniela,
Ti ringrazio per quello che hai scritto. Sì, il viaggio in Svezia con ritorno attraverso la Polonia e la Cecoslovacchia fu bellissimo e interessantissimo. Circa la cronicità della posta, posso essere d’accordo, ma non sul fatto che sia cronico il rubare.
Buona notte.
Quarc
son d’accordo con te, ma ci sono molte ruberie legalizzate cui nemmeno più pensiamo, prendi ad esempio le bollette delle varie utenze di cui si dovrebbero pagare solo i consumi, e invece sono appesantite da una cospicua parte di tasse…è il sistema distorto e truffaldino che lo consente.
Ciao, buon fine settimana
I “furti legalizzati” sono all’ordine del giorno… anche qui in Svizzera. Considero un “furto legalizzato” far pagare le tasse su quel che si riceve di poca pensione. I soldi che ricevo come pensione sono soldi che io diedi a suo tempo allo stato e che ora mi vengono restituiti… quindi non è un guadagno.
Ciao Daniela.
Quarc
Non ho mai visitato l’Islanda ma so che è molto bella, e della Svezia conosco solo Stoccolma. Mi ha colpito molto il tuo soggiorno là con tua moglie: mattino in ospedale e pomeriggio a fare i turisti.🤗
Mi unisco al tuo invito alle Poste Italiane, che pare oramai consideri la posta come un lavoro secondario
Ti mando un caro saluto
Cara Luisa,
E ti posso dire che quell’anno a Stoccolma, almeno durante i 18 giorni della nostra presenza, il tempo fu piuttosto bello e ci fu possibile godere la permanenza. Circa Poste Italiane, se non vuole più occuparsi della posta, che cambi nome e la smetta di stampare francobolli… tant’è, rubare indisturbati fa comodo.
Buon Pomeriggio… e grazie.
Quarc
Grazie per la gentile risposta, carissimo Quarc ❤️
Auguro un buon pomeriggio anche a te
Mi concentro sull’ ultima parte…
Sai cosa manca secondo me alle poste del nostro paese ?
Manca l’ unità, l’ univocità, in altre parole manca la “testa”.
Il problema grande è che non esiste uno standard per il servizio (?) che danno: sono talmente frammentate, ogni ufficio lasciato a se’ stesso, che i risultati del loro lavoro (nei casi in cui viene preso come un vero lavoro) dipendono esclusivamente dalla sorte. Una lettera imbucata oggi ha le stesse probabilità di arrivare in tempo, arrivare dopo un anno, non arrivare per niente. Il tutto a seconda delle persone che l’ hanno maneggiata.
Fra un po’ ci vorrà la raccomandazione, la “buona parola”, anche per far recapitare correttamente una busta.
A questo punto mi spiace, ma se continua così tanto vale affidarsi ai “corrieri” per le spedizioni fisiche ed alla Rete per quelle elettroniche. Lì almeno valgono le leggi della concorrenza e abbiamo la possibilità di usarle scegliendo secondo la nostra convenienza.
Certo manca la “testa”… ma manca anche e soprattutto l’onestà e il rispetto.
Finché Poste Italiane stampa francobolli… è suo dovere fare un servizio decente. Che poi, se paghi, il servizio è ottimo. Mi son divertito a spedire un’Assicurata a Genova… è arrivata il giorno dopo… altrimenti si rischia di dover pagare. Forse, come dici tu manca la “testa”… ma anche la volontà.
Grazie e… Buon Pomeriggio.
Quarc
Buon anno Quarc
Felice di leggerti
Felice di risponderti.
Buon Anno Meteora… e Buon Pomeriggio.
Quarc