Come ebbi occasione, più volte, di comunicare che scrivo “Posta & Affini” per mio diletto e col piacere di comunicare verso chi potrebbe essere interessato a questo ed a simili correlati argomenti, mi stupisco, anche se non dovrei stupirmi, nell’aver dovuto prendere atto che nessuno ha espresso stupore di fronte al fatto che le poste, inquinando, trasportano in modo esagerato gli oggetti di corrispondenza…
Qualche volta, come ho avuto occasione di scrivere, un francobollo, un semplice francobollo, può far ricordare momenti particolari dell’infanzia.
È il caso di questo francobollo svizzero che ci fa vedere la cabina di una famosa teleferica.
Francobollo svizzero del 1949
Certo che la Confederazione Elvetica, di teleferiche, ne ha per tutti i gusti. Questa però, quella del Säntis nel Cantone di Appenzello Esterno, per me è particolare perché non può non rammentarmi una giornata particolare… proprio su quella funivia… col mio nonno genovese e una parente della svizzera tedesca. Non ricordo molto; ricordo solo che la giornata era molto bella e che viaggiare su quella teleferica fu elettrizzante… naturalmente anche per la presenza del Nonno. Non conoscevo molto questo Nonno paterno… lo chiamavano “Il Professore”,,, in dialetto genovese naturalmente. Aveva insegnato ai futuri ragioneri, ma la componente di lui più interessante era il fatto che a Genova, al tempo degli Zar, era il direttore della Banca Russa. Quella posizione non era poi particolarmente prestigiosa; era però, almeno per noi bambini, molto interessante sentir raccontare che ogni tanto, specialmente d’Inverno doveva andare a San Pietroburgo. Andava con la moglie mia Nonna e, naturalmente non andava in aereo… andava in treno. Il viaggio era sicuramente una mezza avventura, anche se, penso andassero col vagone letto o, per lo meno in uno scompartimento di Prima Classe. Quando arrivavano a San Pietroburgo, per raggiungere l’albergo prendevano la slitta trainata da cavalli… sicuramente un’atmosfera particolare.
Mio Nonno, almeno come lo ricordo, vestiva sempre di nero… giacca, pantaloni, panciotto e cravatta nera. Nel taschino del panciotto teneva la “cipolla” per controllare l’ora. Fumava… sì, fumava molto… dalle 40 alle 50 sigarette al giorno… col bocchino però. A Genova dicevano che non usava mai fiammiferi, perché avrebbe acceso la sigaretta col mozzicone di quella precedente!!! Certo che questa notizia farà “ribrezzo” agli accaniti nemici del tabacco. È un fatto che, superati abbondantemente gli 80, smise spontaneamente di fumare e campò ancora tranquillamente un po’ di anni.
Il francobollo fa parte della serie ordinaria del 1949 “Tecnica e Paesaggi”. Ero giovane e, per me non era troppo interessante il dover studiare. Lo studio era un obbligo come poteva essere un obbligo quello di non dire bugie; è un fatto però che, malgrado tutto e abbastanza contrariamente a quanto succede oggi, avevo le idee abbastanza chiare circa il futuro… avevo già deciso che avrei fatto il medico, quindi sapevo di dover studiare. Era difficile studiare! La maggior parte degli insegnanti non sapeva che era necessario rendere interessante la materia che insegnavano… che cioè avrebbero dovuto far scivolare le nozioni nel cerebro dell’allievo come se fosse un bel gioco. Per me era molto più interessante vedere e guardare i francobolli che frequentemente arrivavano sulle lettere o sulle buste che mio Papà mi portava dall’ufficio. Tant’è vero, penso oggi, un insegnante oculato avrebbe potuto insegnare la storia o la geografia partendo da un francobollo come questo.
Francobollo “Tecnica e Paesaggi” da 25 centesimi.
Questo francobollo, secondo me molto bello anche dal punto di vista grafico, ci porta sul Lago di Lugano… proprio nelle vicinanze di casa mia.
In primo piano il cosiddetto “ponte-diga” che attraversa il lago. A sinistra la località di Melide. Sul ponte passa la strada e la ferrovia… quella che da Chiasso porta a Lugano e poi a Zurigo o Basilea. A sinistra una montagna; si chiama San Salvatore. Una funicolare porta, da Lugano sulla vetta da dove si gode uno stupendo panorama, e dove un buon ristorante può far gioire il palato. Anni fa ci portai i miei nipotini ticinesi e con loro mi gustai un’ottima torta con panna… lo ricordano con grande piacere. Sulla destra ci sono delle case e un campanile… è l’enclave di Campione d’Italia… comune italiano completamente circondato da territorio svizzero. Sullo sfondo la città di Lugano con sulla destra, per chi guarda, il Monte Bré… servito dal bus cittadino e da una funicolare. Sullo sfondo le montagne luganesi. Questo francobollo potrebbe introdurre un’interessante chiacchierata con gli alunni.
Anche questo potrebbe aiutare ad insegnare:
Coppia da 20 centesimi sempre della serie “Tecnica e Paesaggi”.
Qui siamo in mezzo alle montagne nella zona del Passo del GRIMSEL. Il passo mette in comunicazione il Cantone di Berna coll’alto Vallese, vicino al ghiacciaio del Rodano. La strada, d’Estate molto frequentata da turisti, costeggia i laghi artificiali produttori di energia elettrica. Il francobollo rende bene l’idea della diga e dell’acqua. Quante cose si potrebbero insegnare partendo da un francobollo come questo!
Purtroppo sembra manchi sempre di più la voglia di fare nel modo giusto, ma aumenta il desiderio, come necessità primaria, di guadagnare molti soldi.
Francobollo da 60 centesimi… sempre della stessa serie.
Questo francobollo ci mostra un treno che da un ponte molto alto sta per entrare in una galleria aperta su una parete rocciosa. Non è un treno qualunque… è quel trenino svizzero rosso a scartamento ridotto che diventerà patrimonio mondiale dell’UNESCO. Questo trenino tutto svizzero arriva fino a Tirano… in Italia.
Foto da me scattata mentre il treno entra in galleria
Fui più di una volta su quei trenini… che da Zermatt in Vallese spaziano nel Canton Grigioni. Una volta sola sul ponte commemorato nel francobollo. Ricordo che mi fu possibile scattare la fotografia attraverso il finestrino nel momento il cui la testa del treno entrava in galleria.
È risaputo che la Svizzera ha molti trenini e molti treni “privati”. Ne vorrei menzionare uno, a scartamento normale che, ai miei tempi, cioè quando ero veramente giovane aveva la sigla BLS (Bern Lötschberg Simplon)… arrivava fino a Domodossola dopo aver attraversato la galleria del Sempione… sì, perché la tratta Brig Domodossola era, e forse lo è ancora, gestita dalle ferrovia svizzere.
La galleria del Sempione si sa è piuttosto lunga e fu una grande conquista italo-svizzera di qualche anno fa… del 1906.
50 anni dopo, esattamente nel 1956, Poste Italiane sentì la necessità di commemorare con un francobollo quella conquista. Il francobollo non è male, ma ha 3 errori piuttosto grossolani.
Francobollo italiano del 1956
Il primo treno che passò nella galleria del Sempione era a trazione elettrica.
Il treno viaggia a sinistra… e non a destra come nel francobollo.
La diligenza sulla strada con tre cavalli è quella del passo del Gottardo… e non ha niente a che fare col Sempione.
Esistono altri francobolli sbagliati… il più famoso è il Gronchi Rosa.
Il passo del Sempione non può non farmi ricordare quanto mi accadde nell’ormai lontanissimo 1964… quando lavoravo e vivevo a Sion in Vallese. Fu così che un tardo pomeriggio mi venne la nostalgia di Genova; era venerdì e sapevo di essere libero fino al lunedì. Anziché andare verso il tunnel del Gran San Bernardo, mi diressi verso Briga con l’intenzione di entrare in Italia col treno navetta che trasporta le auto da Briga a Iselle di Trasquera. Dopo aver cenato in un ristorante della zona, dovetti rendermi conto che a quell’ora estiva non c’erano più treni navetta. Ero stanco ma determinato; misi in moto la mia Giulietta t.i. e mi diressi verso il passo… lo raggiunsi e, chilometro dopo chilometro, arrivai a Domodossola e… Milano. Ormai era buio. Attraversai la città (la tangenziale non esisteva ancora) e imboccai l’autostrada per Genova. Dopo pochi chilometri mi resi conto della difficoltà di tenere l’auto sulla carreggiata… quasi come se la strada fosse “ondulata”. Era la stanchezza che mi stava facendo dei brutti scherzi… ma non l’avevo ancora capito, tant’ è vero che appena vidi una pattuglia della Polizia Stradale, mi fermai e chiesi loro quasi testualmente se la strada aveva dei problemi… se era diritta!!! Non reagirono alla mia domanda, non capirono che potevo essere stanco e pericoloso… semplicemente mi dissero di andare tranquillo e che era tutto in ordine. A quel punto capii… ero stanco. Appena possibile mi fermai ad un posteggio, vicino ad un camioncino, chiusi la macchina, tirai giù il sedile e… mi addormentai.
Quando mi svegliai il camioncino non c’era più e l’orologio mi comunicò che avevo dormito per almeno due ore. Oggi, ricordando quell’episodio, penso che i due poliziotti, di fronte alla mia strana domanda, avrebbero dovuto reagire in un modo diverso. Fortuna fu che mi feci una bella dormita e potei proseguire per la mia Genova.
La Stazione ferroviaria di Briga in un francobollo del 2016
Briga però mi rammenta un episodio accaduto a mio zio… che abitava vicino a Berna.
Mio zio stava passeggiando sul marciapiede della stazione nell’attesa di un treno che li portasse a casa. A quei tempi, tempi lontani per me… tempi che vedeva i dipendenti delle ferrovie svizzere, come delle poste, dedicati al loro lavoro e desiderosi di un sempre buon risultato. Sapevano, mio zio e l’amico, che secondo l’orario, avrebbero dovuto aspettare più di un’ora. A loro s’avvicina un ferroviere che chiede se può essere loro utile per qualcosa. La risposta fu semplice: “Vogliamo tornare a casa, ma non ci sono treni prima di un’ora”. Il ferroviere, ricevuto il messaggio, si allontana… e torna dopo pochi minuti dicendo press’a poco: “Se andate sul tale binario ho fatto preparare un locomotore con un vagone che vi potrà portare a casa”. Raggiunsero quel binario e trovarono un vagone tutto per loro attaccato ad un locomotore con sigla BLS… che li portò a casa.
Chi mi legge pensa ch’io abbia sognato. No, non ho sognato. Fu mio zio a raccontarmelo. L’efficienza era la cosa più importante… quasi come oggi!
Francobollo della serie “Castelli d’Italia”.
Proprio così! Oggi la parola efficienza è diventata obsoleta, ma ha acquistato un’importanza enorme il dio denaro e la mancanza di rispetto… verso le persone e verso le cose.
Anche nel 1980, quasi 50 anni fa, al tempo dei francobolli “Castelli d’Italia”, erano in molti a lamentarsi… ma le cose andavano abbastanza bene; oggi non si lamenta più nessuno, o per lo meno lo fa sottovoce; oggi è di moda “dimostrare” in tanti sulla pubblica piazza.
Questo un francobollo con un bellissimo famoso castello… quello di Sirmione… che non ha bisogno di presentazione.
(Possibilmente continua)
Un articolo pieno di informazioni e francobolli interessanti🙏
Devo dire che la foto che hai scattato mentre il treno entra in galleria è davvero bella!!!
PS: ciò che è capitato a tuo zio ha quasi dell’incredibile
Cara Luisa,
Ti ringrazio per il tuo apprezzamento. Quella storia del treno con un vagone sarebbe da non credere… se non l’avesse raccontata a me mio zio… al quale volli un sacco di bene.
Buon Pomeriggio.
Quarc
E’ straordinaria, ma credibile
A me è capitato un Scozia: con alcune amiche ero rimasta su un vagone che ad una stazione era stato staccato, senza che ce ne rendessimo conto. Il capostazione, vista la nostra angoscia perché avremmo perso le coincidenze con dei bus locali, ci ha fatto accompagnare fino all’ultima destinazione in taxi (gratuitamente)
Ti credo. Qualche volta la gentilezza supera l’immaginazione.
Buona serata.
Quarc
Buona serata anche a te, carissimo Quarc
Tutto molto interessante. Buona domenica Quarc😀
Grazie Ziokos,
Buon Pomeriggio.
Quarc
Una bel racconto d’altri tempi. Grazie.
Sì, proprio d’altri tempi.
Buon Pomeriggio Neda.
Quarc
Caro Quarc,
ciò che di volta in volta ci fai l’ onore di condividere rafforza sempre di più la mia convinzione dell’ innata bontà delle persone. Grazie per i tuoi ricordi e per la tua Sapienza.
Ti abbraccio più forte del solito,
Alberto.
Caro Albert1,
Grazie… grazie di cuore.
Contraccambio l’abbraccio… e Buona serata.
Quarc