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Continuo a “divertirmi”, tempo permettendo, e, purtroppo, a dover prendere atto che nelle piccole cose dell’Amministrazione postale di due Paesi confinanti, gli addetti ai lavori, o la programmazione tecnologica delle macchine può essere deficitaria. Immaginiamoci quale catastrofe può accadere quando con la cosiddetta “Intelligenza Artificiale” condizionerà l’inerme popolazione del pianeta.

Questo capitolo è da leggere e ponderare con attenzione. Chi lo leggerà potrà pensare all’inutilità di questa mia fatica, non solo, ma potrà anche pensare alla possibile stupidità dell’autore. Può pensarlo e non leggere; potrebbe anche pensare che questo mio scritto varrebbe come monito o denuncia verso tutti quelli che, lavorando e percependo un salario, “maneggiano” materiale altrui che potrebbe anche essere molto importante… non solo a livello postale, ma anche a livello di ogni “Servizio” per il cittadino… si pensi solo un pochino agli danni della Magistratura che ha tenuto “erroneamente” in prigione un individuo per ben 33 anni!!!Ebbene, la Magistratura è un servizio al cittadino come il treno, i mezzi pubblici cittadini, la spazzatura, la Sanità e… il Servizio Postale. Se si può sorridere di fronte ad una Raccomandata che non arriva, si dovrebbe poter sorridere anche se il treno che uso tutti i giorni per andare a lavorare viene soppresso o se per una visita reumatologica devo aspettare più di un anno? È dimostrato che in Italia molti Servizi non funzionano o non li si vuol far funzionare.

Tutto cominciò il 31 marzo 2023 quando, dopo aver attraversato la frontiera, imbucai a Lavena Ponte Tresa (VA) questa busta a me indirizzata. Ero riuscito ad avere un francobollo con l’effige di Monica Vitti. Avevo molto apprezzato l’attrice, in più di un film e, desideravo avere il francobollo timbrato e viaggiato. Me lo indirizzai Fermo Posta, per avere il timbro d’arrivo, all’ufficio postale di Lugano Cassarate.

Dopo il 31 marzo andai più volte allo sportello dell’Ufficio Postale di Cassarate a chiedere se c’era qualcosa a mio nome… la risposta fu sempre NO… per questa busta col francobollo di Monica Vitti.

Chi ha smarrito, o rubato… o gettato la busta? Non lo saprò mai. Certo è che quella busta con quel francobollo non è mai arrivata. Chiunque giurerebbe che solo Poste Italiane può aver smarrito una lettera perché in Svizzera certe cose non possono succedere. Chissà!

È un fatto però che un po’ di tempo dopo, con un altro francobollo di Monica Vitti ed uno, in un certo senso genovese, perché commemorava il grande violinista Paganini, ripresi l’argomento e, sempre dallo stesso ufficio postale inviai la busta allo stesso ufficio postale svizzero… questa volta per posta Raccomandata.

Era l’8 agosto 2023 e consegnai allo sportello questa missiva con questi 3 francobolli.

A questo punto, dato che la moderna tecnologia ci permette di controllare il viaggio di certe missive, andai, coi numeri necessari a verificare l’arrivo in Svizzera della mia busta.

Trattandosi di una Raccomandata che, per quanto riguarda l’affrancatura, richiede una cifra abbastanza consistente, pensai che da Milano l’oggetto di corrispondenza ripartisse subito alla volta della Svizzera.

Mi fu necessario aspettare 2 giorni per poter conoscere la situazione della lettera. Quando presi atto che stava succedendo qualcosa di strano era appunto già il 10 di agosto. La missiva, dopo aver raggiunto il “Centro Scambi Internazionale” fu dirottata nella direzione opposta alla Svizzera… nientemeno che ad Ancona!!!

Certo che rimasi piuttosto perplesso.

Attesi gli eventi e, il giorno dopo, posso vedere che qualcuno s’accorge che la lettera deve andare all’estero e ritorna al “Centro Scambi Internazionale.

È la volta della Svizzera che sta per prendere in consegna la raccomandata.

Alle 12.10 dell’11 agosto 2023, si noti la precisione, la lettera parte dall’Italia per entrare in territorio Elvetico… ma ci arriva ben 4 giorni dopo… il 15 agosto… ma non arriva a Lugano che è vicinissima all’Italia… attraversa le Alpi e va nel “Centro Lettere Internazionale (Briefzentrum International) della Svizzera da dove riparte alle 23.45, 15 minuti prima della Mezzanotte per arrivare 3 giorni dopo nell’Ufficio Postale di Lugano 6 Cassarate.

Mi sembra tutto chiaro. Finalmente la raccomandata è approdata nel punto giusto.

Il giorno 18 agosto 2023 è venerdì. Decido di andare a ritirare la lettera lunedì o martedì della settimana dopo.

Da notare che il mittente è una mia parente che abita a Genova. Per Poste Italiane, il piu delle volte non va bene un mittente che non sia in Italia… nello stesso modo come la mia carta d’Identità svizzera, agli sportelli di Poste Italiane viene rifiutata!!!

A partire dal 21 agosto, andai almeno tre volte a reclamare la raccomandata a me indirizzata. Malgrado le mie insistenze la risposta fu sempre: “Non c’è niente”… e pensare che le impiegate erano sempre diverse.

Nell’attesa che accadesse qualcosa, trovai presso la tecnologia di Poste Italiane che il 22 settembre 2023 la Raccomandata prese la via del ritorno al mittente impiegando ben 11 giorni per arrivare nuovamente nel Centro Scambi Internazionale…in Italia. Secondo la Svizzera la “Documentazione è incompleta”… chissà cosa vuol dire.

In definitiva, dopo “solo” 11 giorni la Raccomandata entra ufficialmente in Italia per continuare la sua strada verso Genova.

La strada però è ancora lunga perché da questo fatidico “Centro Scambi Internazionale” che potrebbe essere tanto a Mantova come a Pantelleria o a Marsala, la raccomandata impiega altri lunghi 11 giorni per arrivare a Milano e, solo 3 giorni per raggiungere la città di Genova.

Dal giorno dopo, finalmente alle 16.01 la raccomandata viene consegnata alla mia parente.

Dopo qualche giorno, la mia parente genovese mi spedisce la lettera… non ho la più pallida idea di come sia stata “trasformata”. Chissà quanti timbri e quante scritte!

Nulla di tutto questo. Eccola:

Per prima cosa, ciò ce salta subito all’occhio è il fatto che i francobolli non sono timbrati… quindi riusabili. In secondo luogo, quando l’ufficio postale di Cassarate decise di spedire al mittente la Raccomandata, avrebbe, per lo meno, potuto mettere un timbro con la data; ha messo solo quel rettangolino giallo, che è una gran “bugia”, che dichiara che nessuno, carta d’Identità alla mano, ha richiesto la lettera. Inoltre, nessun timbro genovese… meglio non sbilanciarsi… o risparmiare l’inchiostro?

E pensare che untempo la Posta svizzera era un fiore all’occhiello della Confederazione. Ora, per loro, la cosa più importante è “GUADAGNARE”… un tempo era “FAR BENE IL PROPRIO LAVORO”. Infatti, i tre impiegati svogliati che, dopo aver letto la mia carta d’Identità mi hanno comunicato che per me non c’era nulla… non hanno fatto bene il loro lavoro. Forse aspettavano l’ora di chiusura per andarsi a dedicare al “tempo libero”?

AH il tempo libero! Che bello il tempo libero… non dover più pensare al lavoro… Che noia il lavoro! Che fare durante il tempo libero? Dove andare? Come divertirsi? Sì perché bisogna divertirsi. Gli svizzeri di quella Svizzera dove si parla tedesco usano la parola “SPASS”. E allora c’è chi risolve “I Problemi del tempo libero”.

Oggi però la cosa più importante è guadagnare molto, non importa in che modo… oppure “fare la guerra”. In secondo luogo è importantissimo risolvere ogni burocrazia “online” oppure col classico “clic”. Tutti devono sapersi muovere col “clic”… anche i vecchi che hanno conosciuto il gusto e il piacere di guardarsi in faccia… di sorridere, di piangere, di gioire e di, perché no, arrabbiarsi. Oggi è difficile muoversi senza uno smartphone in tasca… uno smartphone che ti aiuta anche a sapere quanto fa 2 più 2… sì, perché oggi tutto è delegato allo smartphone… o anche a orologi molto sofisticati. Non ci si dovrà meravigliare se in futuro riusciranno a “fare le valigie” se si deve partire o a stirare le camicie. È un fatto però che certe pretese della tecnologia sfociano nella maleducazione verso chi, nella propria semplicità, ha raggiunto una certa età e non ha mai maneggiato un computer… neppure un COMMODORE.

Anche per la Posta Svizzera è importante arrivare alla fine dell’anno potendo dire di aver guadagnato un po’ di milioni. Non è importante il Servizio Pubblico; l’ufficio postale era un punto di riferimento importante nei paesi, più o meno di montagna; è lì che si fermava normalmente l’autopostale. Dove c’è ancora l’ufficio postale e arriva una raccomandata, nessuno si chiede se potrebbe essere importante. Una raccomandata potrebbe essere molto importante; non sempre, o raramente, frutto di una vecchia mente forse un po’ cretina, come in questo caso, che apprezza l’oggetto postale.

Oggi, quella busta si presenta così:

Come si può vedere ho tolto i francobolli non timbrati e ho pensato di farli “ripartire” dallo stesso ufficio italiano.

Lo si vedrà, intanto, dopo tutto quello che ho scritto, sono sicuro che qualcuno penserà: “Ma cosa rompe questo; non ha ancora capito che oggi tutto è cambiato, che si comunica con Email e che la corrispondenza cartacea è obsoleta?”

Rispondo che, la corrispondenza cartacea esiste ancora e che, malgrado tutto ha in sé un certo calore. Inoltre, se è vero che dalle piccole cose, come nel matrimonio, si capiscono come vanno le grandi cose, se il funzionamento della posta è una piccola cosa, si può capire come, molto più in alto le “cose” non vadano bene.

Prima di evidenziare come può viaggiare bene una raccomandata con gli stessi francobolli, e approdare “gentilmente” in territorio elvetico, non posso non considerare spassoso o sconfortante il comportamento di certi “addetti ai lavori” tanto delle Poste italiane quanto delle Poste svizzere.

Considerando il fatto che Lavena Ponte Tresa (VA) dista da Lugano 9 chilometri, questa lettera è andata prima a Milano (61 km)… poi a Zurigo (218 km)… poi a Lugano (155 km)… ben 434 chilometri!!!

L’oggetto arriva a destinazione in tempi relativamente brevi, malgrado i 434 chilometri… e lo dimostra il timbro di Lugano.

E, per finire posso dire di avere il francobollo timbrato di Monica Vitti… grande attice del’italica gente.

Se questa fosse una favola, potrebbe avere una sua morale… lascio al lettore.

Un semplice appello a POSTE ITALIANE:

La si smetta di “smarrire” la corrispondenza; col tempo diventa rubare… e, oltre tutto, non è corretto. È proibito rubare.

(Possibilmente continua)

Come ebbi occasione, più volte, di comunicare che scrivo “Posta & Affini” per mio diletto e col piacere di comunicare verso chi potrebbe essere interessato a questo ed a simili correlati argomenti, mi stupisco, anche se non dovrei stupirmi, nell’aver dovuto prendere atto che nessuno ha espresso stupore di fronte al fatto che le poste, inquinando, trasportano in modo esagerato gli oggetti di corrispondenza… 

Qualche volta, come ho avuto occasione di scrivere, un francobollo, un semplice francobollo, può far ricordare momenti particolari dell’infanzia.

È il caso di questo francobollo svizzero che ci fa vedere la cabina di una famosa teleferica.

Certo che la Confederazione Elvetica, di teleferiche, ne ha per tutti i gusti. Questa però, quella del Säntis nel Cantone di Appenzello Esterno, per me è particolare perché non può non rammentarmi una giornata particolare… proprio su quella funivia… col mio nonno genovese e una parente della svizzera tedesca. Non ricordo molto; ricordo solo che la giornata era molto bella e che viaggiare su quella teleferica fu elettrizzante… naturalmente anche per la presenza del Nonno. Non conoscevo molto questo Nonno paterno… lo chiamavano “Il Professore”,,, in dialetto genovese naturalmente. Aveva insegnato ai futuri ragioneri, ma la componente di lui più interessante era il fatto che a Genova, al tempo degli Zar, era il direttore della Banca Russa. Quella posizione non era poi particolarmente prestigiosa; era però, almeno per noi bambini, molto interessante sentir raccontare che ogni tanto, specialmente d’Inverno doveva andare a San Pietroburgo. Andava con la moglie mia Nonna e, naturalmente non andava in aereo… andava in treno. Il viaggio era sicuramente una mezza avventura, anche se, penso andassero col vagone letto o, per lo meno in uno scompartimento di Prima Classe. Quando arrivavano a San Pietroburgo, per raggiungere l’albergo prendevano la slitta trainata da cavalli… sicuramente un’atmosfera particolare.

Mio Nonno, almeno come lo ricordo, vestiva sempre di nero… giacca, pantaloni, panciotto e cravatta nera. Nel taschino del panciotto teneva la “cipolla” per controllare l’ora. Fumava… sì, fumava molto… dalle 40 alle 50 sigarette al giorno… col bocchino però. A Genova dicevano che non usava mai fiammiferi, perché avrebbe acceso la sigaretta col mozzicone di quella precedente!!! Certo che questa notizia farà “ribrezzo” agli accaniti nemici del tabacco. È un fatto che, superati abbondantemente gli 80, smise spontaneamente di fumare e campò ancora tranquillamente un po’ di anni.

Il francobollo fa parte della serie ordinaria del 1949 “Tecnica e Paesaggi”. Ero giovane e, per me non era troppo interessante il dover studiare. Lo studio era un obbligo come poteva essere un obbligo quello di non dire bugie; è un fatto però che, malgrado tutto e abbastanza contrariamente a quanto succede oggi, avevo le idee abbastanza chiare circa il futuro… avevo già deciso che avrei fatto il medico, quindi sapevo di dover studiare. Era difficile studiare! La maggior parte degli insegnanti non sapeva che era necessario rendere interessante la materia che insegnavano… che cioè avrebbero dovuto far scivolare le nozioni nel cerebro dell’allievo come se fosse un bel gioco. Per me era molto più interessante vedere e guardare i francobolli che frequentemente arrivavano sulle lettere o sulle buste che mio Papà mi portava dall’ufficio. Tant’è vero, penso oggi, un insegnante oculato avrebbe potuto insegnare la storia o la geografia partendo da un francobollo come questo.

Questo francobollo, secondo me molto bello anche dal punto di vista grafico, ci porta sul Lago di Lugano… proprio nelle vicinanze di casa mia.

In primo piano il cosiddetto “ponte-diga” che attraversa il lago. A sinistra la località di Melide. Sul ponte passa la strada e la ferrovia… quella che da Chiasso porta a Lugano e poi a Zurigo o Basilea. A sinistra una montagna; si chiama San Salvatore. Una funicolare porta, da Lugano sulla vetta da dove si gode uno stupendo panorama, e dove un buon ristorante può far gioire il palato. Anni fa ci portai i miei nipotini ticinesi e con loro mi gustai un’ottima torta con panna… lo ricordano con grande piacere. Sulla destra ci sono delle case e un campanile… è l’enclave di Campione d’Italia… comune italiano completamente circondato da territorio svizzero. Sullo sfondo la città di Lugano con sulla destra, per chi guarda, il Monte Bré… servito dal bus cittadino e da una funicolare. Sullo sfondo le montagne luganesi. Questo francobollo potrebbe introdurre un’interessante chiacchierata con gli alunni.

Anche questo potrebbe aiutare ad insegnare:

Qui siamo in mezzo alle montagne nella zona del Passo del GRIMSEL. Il passo mette in comunicazione il Cantone di Berna coll’alto Vallese, vicino al ghiacciaio del Rodano. La strada, d’Estate molto frequentata da turisti, costeggia i laghi artificiali produttori di energia elettrica. Il francobollo rende bene l’idea della diga e dell’acqua. Quante cose si potrebbero insegnare partendo da un francobollo come questo!

Purtroppo sembra manchi sempre di più la voglia di fare nel modo giusto, ma aumenta il desiderio, come necessità primaria, di guadagnare molti soldi.

Questo francobollo ci mostra un treno che da un ponte molto alto sta per entrare in una galleria aperta su una parete rocciosa. Non è un treno qualunque… è quel trenino svizzero rosso a scartamento ridotto che diventerà patrimonio mondiale dell’UNESCO. Questo trenino tutto svizzero arriva fino a Tirano… in Italia.

Fui più di una volta su quei trenini… che da Zermatt in Vallese spaziano nel Canton Grigioni. Una volta sola sul ponte commemorato nel francobollo. Ricordo che mi fu possibile scattare la fotografia attraverso il finestrino nel momento il cui la testa del treno entrava in galleria.

È risaputo che la Svizzera ha molti trenini e molti treni “privati”. Ne vorrei menzionare uno, a scartamento normale che, ai miei tempi, cioè quando ero veramente giovane aveva la sigla BLS (Bern Lötschberg Simplon)… arrivava fino a Domodossola dopo aver attraversato la galleria del Sempione… sì, perché la tratta Brig Domodossola era, e forse lo è ancora, gestita dalle ferrovia svizzere.

La galleria del Sempione si sa è piuttosto lunga e fu una grande conquista italo-svizzera di qualche anno fa… del 1906.

50 anni dopo, esattamente nel 1956, Poste Italiane sentì la necessità di commemorare con un francobollo quella conquista. Il francobollo non è male, ma ha 3 errori piuttosto grossolani. 

Il primo treno che passò nella galleria del Sempione era a trazione elettrica.

Il treno viaggia a sinistra… e non a destra come nel francobollo.

La diligenza sulla strada con tre cavalli è quella del passo del Gottardo… e non ha niente a che fare col Sempione.

Esistono altri francobolli sbagliati… il più famoso è il Gronchi Rosa.

Il passo del Sempione non può non farmi ricordare quanto mi accadde nell’ormai lontanissimo 1964… quando lavoravo e vivevo a Sion in Vallese. Fu così che un tardo pomeriggio mi venne la nostalgia di Genova; era venerdì e sapevo di essere libero fino al lunedì. Anziché andare verso il tunnel del Gran San Bernardo, mi diressi verso Briga con l’intenzione di entrare in Italia col treno navetta che trasporta le auto da Briga a Iselle di Trasquera. Dopo aver cenato in un ristorante della zona, dovetti rendermi conto che a quell’ora estiva non c’erano più treni navetta. Ero stanco ma determinato; misi in moto la mia Giulietta t.i. e mi diressi verso il passo… lo raggiunsi e, chilometro dopo chilometro, arrivai a Domodossola e… Milano. Ormai era buio. Attraversai la città (la tangenziale non esisteva ancora) e imboccai l’autostrada per Genova. Dopo pochi chilometri mi resi conto della difficoltà di tenere l’auto sulla carreggiata… quasi come se la strada fosse “ondulata”. Era la stanchezza che mi stava facendo dei brutti scherzi… ma non l’avevo ancora capito, tant’ è vero che appena vidi una pattuglia della Polizia Stradale, mi fermai e chiesi loro quasi testualmente se la strada aveva dei problemi… se era diritta!!! Non reagirono alla mia domanda, non capirono che potevo essere stanco e pericoloso… semplicemente mi dissero di andare tranquillo e che era tutto in ordine. A quel punto capii… ero stanco. Appena possibile mi fermai ad un posteggio, vicino ad un camioncino, chiusi la macchina, tirai giù il sedile e… mi addormentai.

Quando mi svegliai il camioncino non c’era più e l’orologio mi comunicò che avevo dormito per almeno due ore. Oggi, ricordando quell’episodio, penso che i due poliziotti, di fronte alla mia strana domanda, avrebbero dovuto reagire in un modo diverso. Fortuna fu che mi feci una bella dormita e potei proseguire per la mia Genova.

Briga però mi rammenta un episodio accaduto a mio zio… che abitava vicino a Berna. 

Mio zio stava passeggiando sul marciapiede della stazione nell’attesa di un treno che li portasse a casa. A quei tempi, tempi lontani per me… tempi che vedeva i dipendenti delle ferrovie svizzere, come delle poste, dedicati al loro lavoro e desiderosi di un sempre buon risultato. Sapevano, mio zio e l’amico, che secondo l’orario, avrebbero dovuto aspettare più di un’ora. A loro s’avvicina un ferroviere che chiede se può essere loro utile per qualcosa. La risposta fu semplice: “Vogliamo tornare a casa, ma non ci sono treni prima di un’ora”. Il ferroviere, ricevuto il messaggio, si allontana… e torna dopo pochi minuti dicendo press’a poco: “Se andate sul tale binario ho fatto preparare un locomotore con un vagone che vi potrà portare a casa”. Raggiunsero quel binario e trovarono un vagone tutto per loro attaccato ad un locomotore con sigla BLS… che li portò a casa.

Chi mi legge pensa ch’io abbia sognato. No, non ho sognato. Fu mio zio a raccontarmelo. L’efficienza era la cosa più importante… quasi come oggi!

Proprio così! Oggi la parola efficienza è diventata obsoleta, ma ha acquistato un’importanza enorme il dio denaro e la mancanza di rispetto… verso le persone e verso le cose.

Anche nel 1980, quasi 50 anni fa, al tempo dei francobolli “Castelli d’Italia”, erano in molti a lamentarsi… ma le cose andavano abbastanza bene; oggi non si lamenta più nessuno, o per lo meno lo fa sottovoce; oggi è di moda “dimostrare” in tanti sulla pubblica piazza.

Questo un francobollo con un bellissimo famoso castello… quello di Sirmione… che non ha bisogno di presentazione.

(Possibilmente continua)

Quando la realtà mi permise di lavorare come “libero professionista” e avere uno studio tutto mio con mobili di mia proprietà, oltre a “lavorare” con tecniche piuttosto all’avanguardia, utilizzando ciò che esisteva da tempi immemorabili, potevo far gioire gli occhi di chi arrivava da me con una piccola collezione di candele.

Sì, proprio così! Avevo una collezione di candele che faceva bella mostra di sé su un ripiano del mobile principale. Molte erano state da me acquistate, ma alcune mi furono regalate da miei pazienti. Quello che facevo io, non faceva parte della normalità. Certo che potevo anche trovarmi occupato a misurare “la pressione”o a mettere la mano sulla pancia del paziente/cliente per prendere in considerazione eventuali “noie” locali, certamente era così, ma, il mio lavoro principare era nell’ambito della medicina psicosomatica o somatopsichica… che includeva appunto la psiche e… l’inconscio.

Questo ranocchio, sicuramente giovane, è molto simpatico e, in un certo senso fa tenerezza. Chissà che non stia pensando a un qualche stress del passato e che l’ipnosi potrebbe portagli beneficio? 

La rana e il ranocchio sono presenti su moltissimi francobolli… a livello mondiale. Anche la Svizzera ha emesso i suoi francobolli.

Certo questo ranocchio non è bello e simpatico come quello della candela. Fa parte della serie Pro Juventute (Cap. TRENTA) del 1997. Questa rana ha un nome scientifico piuttosto bizzarro: “Bombina Variegata”. Il timbro della località che ha obliterato il francobollo è molto bello. Ai tempi ogni ufficio postale aveva il suo timbro… non sempre bello. Questo è uno di quelli che propagandava turisticamente la località.

Sono molti, o moltissimi gli animali che possiamo trovare sui francobolli. Anche l’Italia ha emesso francobolli con animali… non moltissimi però.

Sicuramente vengono prediletti i cani e i gatti, che sono, in un certo senso gli animali più facili da incontrare.

Fra i cani avrei scelto il Pastore tedesco… non perché è il cane che preferisco, ma perché mi sembra ben riuscito nel francobollo.

Trovo tipica la lingua fuori di un cane che sembra in movimento. Le razze canine sono piuttosto “infinite”; ogni continente ha i suoi cani speciali e particolari. Ne esistono molto grandi… quasi come vitelli e… minimi… che stanno quasi in una mano. Indipendentemente dal fatto che alcuni cani possono essere considerati pericolosi, dispiace l’andazzo di abbandonare l’animale… quando non “serve” più.

L’altro animale che piace tanto all’italica gente è il gatto… potremmo definire il gatto quell’”Animale che si fa gli affari suoi”… pur essendo alle volte molto affettuoso.

Si pensi che nel 1993 si poteva spedire un oggetto come STAMPE all’estero con 600 lire, pari oggi a € 0.30. L’oggetto di corrispondenza partì da Carrara e arrivò nello spazio di soli 3 giorni in Svizzera a GENTILINO… come nome sembra tutto un programma. Oggi non esiste più la dizione stampe, il prezzo è più che quadruplicato (€ 1.30) e la missiva arriva mediamente dopo 14 giorni. Questi potrebbero essere i progressi della tecnologia applicata alle poste.

Timbro di Gentilino

Nel timbro di pubblicità sta scritto in basso COLLINA D’ORO; è il comune di cui fa parte anche Montagnola. Fu a Montagnola che visse lo scrittore e pittore Hermann Hesse dal 1919 fino alla morte. Ci fui e visitai il Museo del famoso scrittore. Hermann Hesse ebbe anche il Premio Nobel per la letteratura e, naturalmente ebbe anche più di un francobollo.

Un francobollo interessante è quello italiano che commemora Villa Nobel… a Sanremo. Veramente a Sanremo esiste la Villa Nobel dove lo scienziato inventore della dinamite e ideatore del “Premio Nobel” visse gli ultimi anni. Morì infatti a Sanremo… quella Sanremo che quasi tutti conoscono grazie alla kermesse canora che ogni anno ci fa sentire tante canzoni e ci mostra il Teatro Ariston… come se fosse chissà che cosa.

Alfred Nobel fu commemorato su un francobollo svizzero nel 1997.

Francobollo svizzero del 1997

Come si fa a terminare il ricordo di Sanremo senza un francobollo sanremasco e una piccola curiosità?

Il francobollo di Sanremo fa parte di quelle serie turistiche di Poste Italiane iniziate con la valorizzazione di Portofino e Gradara… quasi sempre con la stessa cornice.

Guardando il francobollo si vede chiaramente sulla sinistra la famosa “Chiesa Russa” e, sullo sfondo il Casinò di Sanremo. È nel Casinò che iniziò il Festival di Sanremo. L’Ariston non è altro che un Cinema-Teatro adattato alla “frenesia” del Festival. Può essere interessante il fatto che il francobollo è stato timbrato proprio a Sanremo.

Sicuramente molti non sanno che sulle alture di Sanremo esiste San Romolo e che fino al 1981 una funivia collegava Sanremo col Monte Bignone fra cui proprio San Romolo.

La piccola curiosità è nella vecchia stazione ferroviaria di Sanremo. Oggi, chi arriva in treno a Sanremo arriva in galleria; un tempo arrivava a pochi passi dal Casinò. Ebbene, la stazione ferroviaria di un tempo, almeno nel 2013, era rimasta così com’era.

Anche il cartello, in questo caso SAN REMO, è rimasto tale e quale e, quasi quasi ci si aspetta che arrivi un treno… magari su gomma dato che i binari sono stati tolti.

Dall’altra parte, sembra proprio non sia cambiato nulla. La auto passano proprio come passavano prima, l’orologio in alto sembra anche perfettamente funzionante e aiuta nella speranza di non aver perso il treno; è rimasta anche la buca delle lettere che s’intravvede appena sotto la P di posteggio… dietro all’automobile… è la solita bucalettere che, almeno un tempo, ogni stazione ferroviaria possedeva… quasi rispettosamente per chi doveva imbucare le ultime cartoline per parenti e amici… prima di salire sul treno… perché poteva essere importante il timbro di Sanremo… “ci sono stato anch’io”. Oggi, se non hanno di nuovo cambiato… il timbro sarebbe di Torino.

Questa buca, se è ancora così non so, dimostra ancora una volta il carattere dei Dirigenti di Poste Italiane… stando alla buca dovrebbero essere sporchi e disordinati… e inaffidabili. E pensare che discendono sicuramente dagli italiani che negli anni passati hanno potuto costruire molti castelli… belli e possenti. Uno di questi è quello di Vignola… bellissimo.

Questo francobollo non rende appieno la bellezza della Rocca di Vignola (Modena). Certo, il francobollo è piccolo e ha dei limiti.

(Possibilmente continua)

ARTICOLETTO 39

Avevo promesso che non avrei più scritto articoli seri… ora non ho potuto farne a meno… proprio perché, con mio grande dispiacere, si continua con la “moda” di utilizzare l'”antifascismo” e si evita di collaborare per aiutare la nostra maltrattata Italia. Il fascismo è passato e, per fortuna, forse anche il comunismo.

Ho letto tutto questo articolo… ma non l’ho riletto.

Mi sono però ricordato che, quand’ero bambino e fu decretata la parola FINE DEL CONFLITTO… e che cioè era finita la guerra, finalmente ci fu possibile andare a trovare i Nonni in Svizzera… dove tutto funzionava… i protestanti andavano d’accordo coi cattolici e, anche se gli svizzeri parlavano 4 lingue diverse… andavano d‘accordo. Come paese neutrale tutto funzionava… anche se gli Alleati sganciarono qualche bomba sul territorio neutrale svizzero e alcuni svizzeri ci lasciarono la buccia… per errore naturalmente (morto più morto meno!).

Quello che mi colpì in terra elvetica furono le numerose scritte “VERBOTEN”. Questo o quello era “PROIBITO” quando da noi a Genova, come i tedeschi se ne andarono… TUTTO ERA PERMESSO… anche nelle piccole cose come il fumare sui tram malgrado le scritte VIETATO FUMARE.

Perché scrivo tutto questo?

Perché dopo aver visto la guerra, aver sentito sulla mia testa gli aerei in picchiata che mitragliavano tranquillamente, aver visto in faccia SS e Repubblichini, mi sembrava strano vivere quella situazione di serena tranquillità… malgrado i VERBOTEN?

Non posso rispondere perché non lo so. So solo che leggendo quello che mi trovo a leggere, non riesco a capire gli atti di costernazione di fronte alla morte in guerra dei palestinesi. Già lo scrissi, più o meno, la guerra è guerra e non guarda in faccia a nessuno. Un tempo c’erano le bombe, ora ci sono i missili a go-go… Prima di esplodere non hanno il computer che potrebbe dire loro: “Non esplodere perché lì c’è un bambino”. La Guerra è guerra… era necessario non arrivarci. Le azioni e le reazioni possono essere spropositate. Se è rara una Riunione di Condominio senza discussioni, alle volte violente, come si può pensare che gli israeliani non possano essere violenti?… lo si sa che loro seguono la legge del taglione… e allora? Perché continuare a tenere degli ostaggi? Forse è disumano, ma, sembra faccia parte della guerra o dell’odio dilagante su questa nostra maltrattata Terra.

Non posso prendere in considerazione i fatti di Genova… perché non conosco i particolari; so solo che qualcuno non “d’accordo” con qualcun altro, ha sfasciato alcune vie della mia città… dove sono nato e ho studiato… dove appunto ho conosciuto la guerra… quella che non guarda in faccia nessuno. Poi, come detto, ho conosciuto i VERBOTEN, quelli che molti studenti hanno voluto recentemente ignorare. Manifestare e dire il proprio pensiero si può… ma credo ci sia modo e modo; se in quel momento è VERBOTEN… si aspetta. Che poi, se erano veramente studenti, era giusto che avessero delle idee… ma protestare contro una guerra… si può, ma sarebbe meglio sapere prima cos’è una guerra.

Non sono né dalla parte degli israeliani e neppure dalla parte dei palestinesi; sono a considerare le cose giuste e a deplorare l’odio che serpeggia da quelle parti… e mi rattristo per tutte quelle morti inutili e quelle devastazioni. Manca il buon senso, o, come scrissi più di una volta IL GENERE UMANO È GUASTO?

Il problema non sono i manganelli, l’ordine pubblico o quello che sentenzia Mattarella, il problema è che c’è sempre qualcuno che vuol prevaricare qualcun altro, e prima di farlo dimentica di collegare il cervello e d’informarsi.

Capitò a Hitler che finì male, sta capitando a Putin che, anche se vincerà, avrà sulla coscienza tanti morti.

Non so esattamente per quale ragione, ma, sono sempre andato volentieri in Germania. Purtroppo non ho potuto visitare tutta quella Germania che m’interessava; ho però potuto vedere Colonia e Lubecca.

Di Colonia mi ha impressionato il Reno e di Lubecca le “perle” che contiene… nonché il famoso marzapane con le sue torte.

È un fatto che già da bimbo, e una volta per un mese intero, per me la riva svizzera del lago di Costanza fu piuttosto familiare. La Germania non era lontana; alla fine della guerra fu piuttosto desolante, poi diventò interessante e facile da raggiungere… Costanza col treno e Friedrichshafen, patria dello Zeppelin, con un comodo traghetto.

Per questa ragione ci fui più di una volta. 

Quella volta nel 2018 a Friedrichshafen, dopo la visita al museo Zeppelin, mi fu possibile passare dall’Ufficio Postale e spedirmi una lettera col francobollo speciale del museo.

Questo francobollo approvato dalle poste tedesche e timbrato a Friedrichshafen rappresenta uno dei dirigibili Zeppelin che, ai tempi, arrivò coi passeggeri nell’America del sud. In quell’occasione, oltre a fotografare l’ufficio postale dal quale partì la missiva, mi piacque anche fotografare un gabbiano tedesco… sì, proprio tedesco.

Devo dire che quel giorno, anche se era ottobre avanzato, non solo la giornata era bella e soleggiata, ma anche la temperatura era gradevole.

Passeggiare in quella località faceva pensare alle giornate di vacanza… anche perché i tavolini esterni dei bar e dei ristoranti avevano molti avventori. 

A Costanza andai nel 2019 e m’inviai una lettera con questo francobollo… non male.

Nel 1219 San Francesco avrebbe incontrato il Sultano a Damietta in Egitto. Era il periodo delle crociate e, per i cristiani, le cose non andavano troppo bene. È un fatto che quello potrebbe essere considerato il primo incontro interconfessionale e ufficiale fra cristiani e mussulmani.

Quando m’inviai quella lettera, affrancata con un francobollo acquistato all’ufficio postale di Costanza, probabilmente l’impiegato della posta non aveva capito che il francobollo era per l’estero. Probabilmente la tariffa non era 95 centesimi, bensì € 1.10. I tedeschi, piuttosto pedanti e precisi, tassarono la lettera. 

Gli svizzeri avrebbero dovuto farmi pagare la differenza… quel 15 su 110… la lettera arrivò con regolarità 2 giorni dopo.

Questa pignoleria o precisione tedesca mi fa ricordare quanto mi accadde sul treno che da Basilea viaggiava verso nord.

Ero sul treno appena partito da Basilea e, al passaggio del controllore, dopo avergli mostrato il mio biglietto chesi se il treno fermava a Friesenheim… dove dovevo andare io. Mi disse di sì. Non ricordo se il treno era un Intercity o cosa fosse, so solo che, prima di Friesenheim c’era Freiburg im Breisgau stupenda cittadina nella Selva Nera.

Come il treno ripartì da Freiburg, cambiò il controllore e cominciava ad imbrunire. Chiesi al nuovo controllore “a che ora saremmo arrivati a Friesenheim”. Mi guardò perplesso e mi disse: “Ma questo non ferma in quella località”. Mi venne automatico dirgli che me l’aveva comunicato il suo collega dopo la partenza da Basilea. In quel momento il treno effettua una fermata e il controllore si allontana… per ritornare pochi minuti dopo la ripartenza del treno e dirmi… quasi testualmente: “Se il mio collega, sbagliando, le ha detto che il treno ferma a Friesenheim, ho fatto in modo che fermi dove lei deve andare”. Rimasi di stucco. Ormai era buio e il treno si fermò… si fermò solo per me in una stazioncina lontano dall’abitato. Per fortuna che nella stazioncina c’era qualcuno che mi chiamò un taxi e potei raggiungere il mio albergo.

Qualcuno potrebbe chiedersi cosa andavo a fare in quella cittadina. Andavo ad imparare qualcosa di molto interessante presso una ditta altamente tecnologica… fra l’altro ho imparato l’importanza dei colori… anche dal punto di vista terapeutico.

A Costanza, per rimanere in tema postale, ho potuto fotografare questo distributore di francobolli.

S’è detto che la città di Costanza confina con la Svizzera dove la lettera arrivò puntualmente dopo 2 giorni. Questo dimostra l’efficienza delle poste tedesche e delle poste svizzere. Fra l’altro, le poste svizzere pensano di avere un fiore all’occhiello e di essere molto brave nel rispettare il clima… e si fregiano del “pro clima”:

Trovo molto interessante il fregiarsi del “pro clima” e far viaggiare per chilometri e chilometri la corrispondenza quando non è necessario.

È appunto da un po’ di anni che accade questo. Un esempio è questa Raccomandata spedita da Lavena Ponte Tresa (VA)… che confina con la Svizzera ed è pochissimo distante da Bellinzona… destinazione della Raccomandata.

È ormai risaputo che molto raramente l’ufficio postale timbri francobolli sugli oggetti di corrispondenza. Se imbuco una lettera a Trieste, la lettera sarà timbrata a Padova; se l’imbuco a Sanremo verrà (forse) timbrata a Torino, e, se l’imbuco in provincia di Como o di Varese, sarà timbrata a Milano.

In questo caso la Raccomandata fu timbrata nell’ufficio postale.

Salta all’occhio che questa lettera fu spedita esattamente 20 anni fa… in tariffa. Oggi, se voglio spedire una raccomandata dall’Italia alla Svizzera devo pagare € 7.35… esattamente € 4.55 in più. L’Euro ha perso così tanto il suo potere d’acquisto?… o è che i Governanti della zona Euro hanno lavorato male? Si potrebbe anche pensare che Poste Italiane vogliono guadagnare di più per un servizio scadente. Tutto è possibile!

Comunque sia, guardando questa busta ci si può rendere conto che, dopo essere arrivata a Milano, anziché essere spedita in Svizzera attraverso il valico più vicino, e cioè Chiasso… come accadeva un tempo, fu spedita direttamente oltr’Alpe, e cioè a Zurigo… ed è chiaro da quanto hanno voluto incollare sulla busta le poste svizzere.

Certo non è obbligatorio mettere una data, ma, essendo ufficiale non ci sarebbe stata male una data. È un fatto che la raccomandata ha attraversato un’altra volta le Alpi, e arrivata vicino al punto di partenza e… ha impiegato ben 4 giorni… quando 2 avrebbero potuto essere sufficienti.

È giusto fregiarsi del Pro clima e far viaggiare inutilmente per così tanti chilometri la corrispondenza?… o son tutte balle le storie che ci raccontano sul riscaldamento climatico ed è solo giusto organizzarsi per guadagnare di più… o spendere meno?… alla faccia della clientela?

Sarebbe sbagliato parlare di inefficienza… infatti le poste svizzere funzionano bene e non sbagliano, quando girano con i loro furgoni, reclamizzando l’ottimo trasporto pacchi.

Sì, effettivamente se si ordina qualcosa che dovrà arrivare per posta, il servizio è quasi perfetto… e non è così complicato spedire un pacco.

Si tratta di una serie ordinaria del 1960 che raffigura monumenti della Svizzera. I primi 4 della serie raffigurano antichi “messaggeri”… che oggi chiameremo postini.

Questo è il primo della serie ed è appunto del Cantone Friborgo… cantone bilingue… francese e tedesco; si trova a metà strada fra Berna e Losanna.

(Probabilmente continua)

Non voglio far nomi perché tutti possono sbagliare.

Leggo in un articolo dell’11 febbraio 2023 che “la Risiera era l’unico campo di sterminio italiano”.

Per Risiera s’intende la Risiera di San Sabba di Trieste.

Desidero precisare che a quei tempi, se non vado errando, Trieste faceva parte dell’ Adriatisches Küstenland considerato dai nazisti territorio del Grande Reich… anziché facente parte della Repubblica Sociale Italiana. I nazisti costituirono anche l’Alpenvorland che includeva, fra l’altro, la provincia di Bolzano.

 

Desidero precisare che sì il Regno d’Italia si comportò molto malvagiamente, in particolare con gli abitanti della neo provincia di Lubiana e che ci furono altresì dei Campi di Concentramento tutti italiani, ma che la Risiera di san Sabba dove venivano reclutati gli ebrei e “spediti” nei “Campi” del nord, fu gestita esclusivamente dai nazisti. La Risiera era l’unica in Italia ad avere un forno crematorio particolarmente per i condannati politici.

Considero insopportabile quanto sarebbe successo a Catania.

Non riesco a comprendere come si possa essere, in sette, così malvagi nei riguardi di una fanciulla di 13 anni.

Mi produce nausea e vomito il dover pensare che certi delinquenti non possano essere espulsi dall’Italia… perché minorenni… ma capaci di usare il pene come se fossero adulti.

Non ci diranno cosa ne faranno… sicuramente potranno, molto presto, girare l’Italia e produrre altri danni… come i « domiciliari » a chi ammazza un bimbo.

Amo l’Italia ma sento di dovermi vergognare di essere italiano.

Posta 30

Quando nelle medie andavo a scuola, in quel di Genova, ero solito prendere il tram… tanto per andare, quanto per tornare a casa. Normalmente non si aveva la fortuna di doverlo aspettare poco; il più delle volte lo si doveva aspettare anche una decina di minuti… era quasi meglio perché proprio all’altezza della fermata c’era un’edicola piuttosto grande che esponeva molti giornali. Quelli che m’interessavano di più erano quelli coll’enorme illustrazione e il racconto relativo. Ricordo perfettamente La Domenica del Corriere, la Tribuna Illustrata e l’Illustrazione Italiana. Di quest’ultima mi son divertito ad estrapolare questa copertina del 23 giugno 1940… che naturalmente non voglio commentare.

Mentre aspettavo il tram andavo a leggere quanto era possibile sotto le illustrazioni. Sì, c’erano altri giornali esposti oltre ai giornaletti che qualche volta leggevamo anche sul tram. C’era, da guardare solo la copertina, “Alta Tensione”. Ne riporto senza commentarla una copertina degli anni 50… che oggi fa semplicemente sorridere.

Quello che m’interessa, perché ha vera attinenza coi francobolli è la Domenica del Corriere, che, oltre ad essere particolarmente prestigiosa, aveva avuto come illustratore Achille Beltrame. Uscì ogni settimana per 90 anni fino al 1989.

../1995%20-%20Q%20-%2010.03.95%20-%20Achille%20Beltrame%20La%20Domenica%20del%20Corriere%20-%20500*4%20-%20San%20Paolo%20di%20Jesi%20(AN)%20Fronte%20issPoste Italiane se ne ricordò nel 1995 con un francobollo che illustra il primo numero uscito nel 1899. L’illustrazione è tratta da schizzi originali del Beltrame e vuole rappresentare una tempesta di neve nel Montenegro che bloccò trecento soldati. Questo francobollo ritrae la copertina del settimanale, però vuole essere un omaggio al famoso disegnatore. In quell’anno, pochi mesi prima uscì un francobollo con sovrapprezzo… un grande sovrapprezzo!

Fu un francobollo “Pro Alluvionati”… conseguenza di una delle tante alluvioni che da quel dì affliggono l’Italia.

Fu il primo francobollo dell’anno. Bisogna dire che il territorio italiano è piuttosto fragile perché se viene qualche goccia in più già gli argini non tengono e viene tutto allagato… con danni non indifferenti che fanno piangere.

È però assodato che i torrenti non sono “mantenuti” come si dovrebbe. Eppure sono anni che si parla di “Dissesto idrogeologico”, forse qua e là viene fatto qualcosa, ma le alluvioni che periodicamente danneggiano l’Italia fanno dire agli italiani che non è stato fatto abbastanza.

L’importo per gli alluvionati è veramente alto. Sarebbe interessante sapere quanti di questi francobolli furono venduti e quanto effettivamente “raggiunse” gli alluvionati.

In Svizzera vengono venduti annualmente francobolli con sovrapprezzo in favore della gioventù… dal 1913 un po’ prima di Natale… nel mese di novembre.

Già dai primi anni, i francobolli “Pro Juventute” utilizzano dei temi che rimangono qualche anno. Piacquero gli stemmi dei vari cantoni svizzeri. Questo è un esempio del 1924: lo stemma del Cantone di Sciaffusa… che si trova nel nord della Svizzera ad Est; quasi una penisola nella Germania. Per questa ragione, durante l’ultima guerra Mondiale, quando ancora non c’erano le “bombe intelligenti” del Presidente Bush, furono sganciate per sbaglio delle bombe sulla città di Sciaffusa e ci furono 40 morti e molti feriti. Per errore caddero bombe alleate anche su Stein am Rhein, proprio sul confine con la Germania… ridente località sul Reno… dove il fiume riprende la sua corsa dopo aver gettato le sue acque nel Lago di Costanza.

La componente interessante e quasi grottesca fu che, per essere riconosciuti in terra elvetica e quindi, come neutrali, per non essere bombardati, alcuni svizzeri fecero dipingere sul tetto della casa una grande bandiera svizzera. I piloti degli aerei americani, al ritorno dalle missioni di bombardamento, dichiararono di aver visto “quella croce bianca in campo rosso (la bandiera svizzera), ma di non sapere cosa potesse significare. In poche parole, non conoscevano la bandiera della Confederazione Svizzera… neutrale.

Sullo stesso stile viene immortalato lo stemma del Cantone San Gallo… che sicuramente non ha nulla a che fare col fascismo. Oggi è di moda essere antifascisti, almeno in Italia, e sembra debba essere obbligatorio dichiararsi antifascisti… anche perché sembra, lo asserì a suo tempo il nostro Presidente della Repubblica, che Benito Mussolini non avrebbe mai fatto nulla di positivo. Non è questa la sede per discuterne… ai tempi però furono in molti ad inneggiarlo.

P.%20Juventute%201925.jpgComunque sia, il Canton San Gallo esiste come confederato della Svizzera dal 1803… quindi, se a qualcuno dovesse venire qualche strana idea vedendo questo francobollo… cambi frettolosamente idea.

Il Cantone San Gallo si trova nel Nord-Est della Svizzera, è piuttosto in alto e ha la prerogativa di includere nel suo territorio i due semi cantoni di Appenzello.

I francobolli Pro Juventute furono molto apprezzati dagli svizzeri… venivano acquistati anche perché col sovrapprezzo in favore della gioventù c’era la convinzione che i soldi in più raggiungessero lo scopo giusto.

Esauriti gli stemmi dei cantoni, passarono ai costumi, ai fiori, ai giocattoli, agli animali e, naturalmente anche ad altri argomenti… sempre relativi alla giovane età.

Quando finì la Seconda Guerra Mondiale, fu finalmente possibile andare a trovare i Nonni. Ricordo con particolare piacere il freddo dell’Inverno di fine 1945 e i francobolli Pro Juventute di quell’anno. La serie, come ormai ogni anno, era di 4 francobolli. Quell’anno due francobolli commemoravano due personaggi e gli altri due erano di fiori.

Quando in Svizzera c’erano ancora le targhette pubblicitarie, qualunque argomento era valido… tanto per la posta quanto per le varie cittadine che potevano farsi pubblicità. Inoltre anche molti altri argomenti potevano venir pubblicizzati come le mostre d’arte.

Questa targhetta, molto semplice, propaganda appunto la PRO JUVENTUTE.

La data del 5 dicembre 1965 mi dice che in quel periodo lavoravo proprio a Zug (in italiano Zugo), capitale dell’omonimo cantone… poco lontano da Zurigo. Rimembrare quel periodo della mia vita non può non farmi ricordare che proprio durante quell’anno e in quella ridente località conobbi quella donna che è ancora mia moglie.

L’ospedale era piccolo ma aveva un primario molto bravo e, oltre che molto umano, anche molto saggio. Fu un periodo nel quale imparai, non solo professionalmente ma anche umanamente, molte cose… che, negli anni, mi sono portato dietro e non ho mai dimenticato. A quei tempi si lavorava, forse troppo… ma lo si faceva volentieri.

Lasciai quell’ospedale perché, malgrado tutto, avevo un po’ di nostalgia dell’Italia e perché vivevo come insopportabile il clima… quello invernale per ché era facilmente grigio… se nevicava erano nubi, se non nevicava era nebbia alta. D’Estate poi poteva anche essere ben caldo come nella mia Genova, però, dopo un temporale il caldo, quello bello, spariva e lasciava posto ad aria abbastanza fresca.

CH%201945/Scansione.jpegLascio da parte certe reminiscenze, e ritornando ai Pro Juventute, torno a quelli che ricordo particolarmente perché legati ai nonni che abitavano sul Lago di Costanza, al freddo e al piacere di vedere tutto in ordine dopo la brutta guerra voluta da Hitler e Mussolini.

Devo dire la verità. Ai tempi non ero m’interessò assolutamente sapere chi era quest’uomo. Lo ricordo come particolarmente simpatico; sì perché vedevo sovente quel francobollo e, come gli altri, faceva parte dell’atmosfera positiva che vivevo in famiglia. Ora so che fu un governante svizzero d’inizio secolo e fu uno dei principali promotori dell’assicurazione contro le malattie e gli infortuni.

CH%201945/Scansione%201.jpegL’altro personaggio della serie è una donna SUSANNA ORELLI. Di questa donna ricordo benissimo i connotati del francobollo. Non sapevo assolutamente nulla di lei. So oggi che si dedicò ad opere buone anche a livelo femminile, ma, forse la cosa più interessante fu che fondò a Zurigo il primo ristorante senza alcool… dove cioè non venivano servite bevande alcooliche.

Chi dovesse trovarsi a leggere quanto sto scrivendo, forse non riuscirebbe a comprendere il mio interesse per questi francobolli e quelli floreali della stessa serie. Il fatto è che alla fine del 1945 avevo superato abbondantemente l’età di 9 anni ed avevo praticamente sempre vissuto le difficoltà della guerra. Di colpo, sì, da un momento all’altro… ovvero da quando salii su un treno puntuale e ben funzionante a Chiasso… dove cominciava la Svizzera… tutto cambiò. Per un bimbo abituato alle bombe, alla divisa dei tedeschi e delle brigate nere nonché al disordine e alla precarietà, l’ordine e la vita tranquilla sembrarono un’eccezione… eppure erano la normalità. Dato che avevo cominciato ad apprezzare i francobolli proprio sotto il regime della Repubblica di Salò, in modo disordinato, vedere l’ordine e il buon funzionamento di tutto e di ciò che faceva capo alla posta, rimase impresso in modo indelebile… e lo è tutt’ora… ancora di più se si considera il caos europeo e italiano.

Questo è il primo dei francobolli floreali che hanno influito sulla mente di me bambino.

Non mi chiesi mai che fiore era rappresentato su questo francobollo. Sicuramente mi piacevano quelle foglie rappresentate come pizzi.

Il francobollo della serie che ricordo maggiormente è indubbiamente quello da 30 centesimi… anche perché quella era la tariffa di una lettera per l’Italia e quindi si riceveva facilmente lettere dai parenti con quel francobollo.

Andai poi più volte in Svizzera e imparai a conoscere gli svizzeri. Fu appunto in Svizzera che imparai a fare il medico… ma soprattutto la precisione.

La parola precisione è oggi diventata un po’ obsoleta. È rimasta il cavallo di battaglia dei burocrati che hanno cambiato il significato della parola e l’hanno fatta diventare pedanteria… ad un livello tale per cui si potrebbe più facilmente dire disonestà. Si pensi che, ai tempi, per ottenere una risposta da un Ente parastatale, fui costretto a “chiedere” con una carta bollata. Più recentemente, per dimettermi dall’Ordine dei Medici fui costretto ad applicare sulla lettera dimissionaria una marca da bollo di € 16… rubati? Sicuramente no.

Sicuramente va bene così, per cui, rimanendo in Italia è possibile dare un’occhiata al Castello di Ostia ben rappresentato nel francobollo da 170 lire “Castelli d’Italia”.

Bello e possente. Non l’ho mai visto, anche perché non sono mai stato ad Ostia. Sicuramente molti romani sono stati ad Ostia… chissà se ci sono andati anche per vedere il castello? Sicuramente per vedere e godere il mare… che mi manca.

Sì, il mare mi manca; e mi manca anche il rumore del mare… il rumore di quelle piccole onde che arrivano sulla spiaggia quando il mare è come l’olio, quanto il possente fragore del mare in burrasca… quel mare che non perdona e dimostra quanto è grande la forza irresistibile della natura. Bisogna avere più rispetto per la natura.

(Probabilmente continua)

Leggo e sorrido :

Facciamo l’Alta Velocità e non abbiamo un locomotore che vada a tirar fuori dalla galleria un treno in avaria ?

Se è una barzelletta… non è male.

Leggo pochissimo… per mancanza di tempo. Questo l’ho letto in parte:

Quello però che mi ha veramente colpito e mi ha fatto pensare che forse sarebbe necessario essere un po’ più incisivi nei riguardi di chi arriva in Italia, e in Italia rimane, è questo passaggio:

Raccontano che quando un «ovulatore» non riesce ad espellere la droga che ha ingerito, viene ucciso a coltellate (per evitare rumore di arma da fuoco), poi lo stesso coltello viene utilizzato per estrarre gli ovuli di droga dalle viscere. Subito dopo il corpo viene ridotto a brandelli e dato in pasto agli animali, per «cancellarlo».

Spero con tutto il cuore che non sia vero… ma se dovesse essere vero?

Dove andrebbe a finire l’Italia?